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In Italia non ha sempre avuto la diversificazione di pubblico che possiede

attualmente.

Solo tra due Guerre: si è imposta una vera e propria letteratura

 adatta al popolo (in

ritardo).

Dopo il 1945: il romanzo è giunto all’apice del suo successo anche

 a livello popolare. grazie a ruolo sociale dell’editoria [ v.

Escarpit ] a diffusione del movimento neorealista, dalle

istanze democratiche e dallo stile accessibile.

Robert Escarpit

Francese, considerato il più grande esponente della sociologia della letteratura

novecentesca nonché suo pioniere. Anche lui, come Jauss, fonda una scuola a

Bordeaux. Nel 1958 scrive “Sociologia della letteratura” e nel 1970 “Letteratura

e società”. Il suo presupposto è che la letteratura non è solo ciò che ci

insegnano, ovvero un'antologia di testi e autori, ma vive in uno spazio

pluridimensionale di cui non fanno parte solo opere e scrittore ma in cui

giocano un ruolo decisivo anche i lettori e l'editoria. Il libro secondo Escarpit

vive e muore. Ci sono due punti focali del discorso di Escarpit, corrispondenti ai

due attori dell'istituzione letteraria che considera trascurati. (editoria e lettore)

Come nasce il libro nel mondo editoriale? Si interessa in particolare del

versante economico dell'editoria, cerca di guardarla come se fosse una

qualsiasi industria. Il suo punto di partenza è l'ambiguità del libro che è in parte

prodotto artistico e in parte prodotto commerciale. Prova a leggere la dinamica

editoriale come se fosse una qualsiasi realtà imprenditoriale. Lo schema a Y

della normale produzione industriale si può applicare anche all'editoria. Ci sono

due zone d'ingresso: una è quella dell'autore e della sua materia prima di

partenza (manoscritto), l'altra è quella dello stampatore, la lavorazione della

materia prima perché diventi libro. L'editore svolge una mediazione tra questi

due soggetti e poi vende l'oggetto. Nota però che la vita dell'imprenditore

editoriale è particolarmente rischiosa e complessa per due motivi

Materia prima → quella con cui ha a che fare l'editoria è già in parte prodotto

finito. Non sa mai cosa si troverà da rielaborare.

Necessità di reinventare un prodotto anche se già funziona → il lettore vuole

qualcosa di simile a ciò che ha già letto ma che non sia uguale. Se si propone

due volte lo stesso oggetto si è fuori gioco.

Gli editori cercano di rispondere a questi rischi con delle strategie per

limitare i rischi e favorire i guadagni

1. Se vuole essere sicuro di non fare un investimento sbagliato può puntare non

tanto sul contenuto del libro ma può puntare sulla concretezza materiale

dell'oggetto libro. Può produrre libri il cui valore non sia nel contenuto ma nella

preziosità dell'oggetto. Creando libri di questo tipo, l'editore è sicuro che il suo

investimento non andrà perso perché come un gioiello, invece di perdere

valore col tempo lo guadagna.

2. Trovare il best – seller. Chiamata da Escarpit produzione di consumo. La

strategia è fare molti tentativi con in mente una formula prototipo, cercare di

capire cosa ha avuto successo e riproporlo originalmente. Inoltre, si deve

pubblicizzare la figura dell'autore e l'opera. Ci sono delle controindicazioni. È

una formula difficile da trovare perché sono imponderabili le vie di successo di

un libro, non è difficile capire cosa avrà successo in ambito letterario. Inoltre,

poi non si è sicuri di poter continuare ad avere successo, poi vende subito ma

dopo poco passa di moda e si vuole già altro.

3. Formazione di un catalogo. L'alternativa è costruirsi una scuderia di autori di

buon livello probabilmente destinati ad essere autori che non vendono

moltissimo con un solo libro, ma che continuano a pubblicare e a vendere.

Esordio meno fragoroso ma maggiore continuità di scrittura e vendita.

La morale è che il sistema editoriale in 2 secoli di modernità ha

funzionato in un modo abbastanza flessibile. Nel mondo letterario

c'è spazio per tutto e per tutti e per tutte le strategie

imprenditoriali dell'editoria.

Vuole valutare la sopravvivenza del libro tra i lettori. Il presupposto è quello

della letteratura come mezzo per sopravvivere dopo la morte fisica dell'autore,

si scrive per eternarsi e non essere dimenticati. Escarpit trova un lavoro di un

francese ottocentesco, Alfred Odin, che con atteggiamento positivista voleva

trovare numeri assoluti, ed è andato a vedere quante persone si considerano

scrittori. Ha individuato che tra il 1300 e il 1830 le lettere francesi avevano

canonizzato come scrittori 1136 autori. Escarpit osserva che per il lasso di

tempo preso in considerazione non sono tanti, circa 2 ogni anno. Inoltre va a

vedere alla biblioteca nazionale francese, dove vengono conservate tutte le

opere che vanno a stampa (critica Odin perché tiene insieme due epoche molto

diverse diffusione a manoscritto e a stampa) e verifica che in quell'arco

temporale ci sono opere di 100.000 autori. Di questi solo 1000 sono

sopravvissuti. Indaga inoltre quanti la gente effettivamente si ricorda. Una

persona mediamente colta, ben scolarizzata riesce a ricordare almeno 150/200

nomi. Le persone non colte invece (reclute, giovani soldati) erano in grado di

ricordare solo 4 nomi. Il risultato è che chi ha scritto per essere ricordato ha

preso una cantonata in quanto l'indice di “mortalità” di un autore è altissimo.

Escarpit non si appoggia più a Odin ma a Lehman (1937), psicologo

statunitense che voleva comprendere quale fosse per ogni settore produttivo

degli uomini l'età nella quale avveniva la migliore prestazione. Per le opere

d'arte prende le opere più costose, vede a che età sono state realizzate e fa

una media. Per la letteratura però il prezzo di copertina non vale niente, ha

quindi mandato delle richieste a personaggi colti chiedendo di stilare una lista

delle 50 opere più di valore. Secondo i suoi studi 42 anni è l'età in cui l'essere

umano ha prodotto i suoi capolavori letterari.

1 legge di Lehman→ la possibilità di sopravvivere, l'incidenza nella memoria dei

lettori è suddivisa al 50 % tra autori morti e viventi.

2 legge di Lehman→ nota che sono poche le opere indicate in queste liste

scritte dopo i 40 anni. È meno probabile che sopravviva un'opera che è stata

scritta dopo i 40 anni.

Escarpit dice che non è vero, dice che i dati di Lehman non dicono quando si

scrivono le opere ma un discorso più complesso che riguarda il rapporto tra

l'autore e i suoi lettori. I 40 anni sono un momento di svolta in questo rapporto.

Riconosce che i 40 anni sono il momento in cui non sono venute meno le

energie ma si è guadagnata la saggezza necessaria per scrivere un'opera

importante. Il fatto che un'opera scritta a quell'età sopravviva di più è legata al

fatto che un personaggio è riconosciuto dal pubblico nel momento in cui

esordisce, pubblico coetaneo all'autore al momento dell'esordio. Il successo di

questo esordio è determinato dal pubblico dei coetanei. Il pubblico che porta

l'autore al successo è lo stesso che ne mantiene il successo anche dopo

l'esordio. Il pubblico tra i 20-40 anni sul piano commerciale è quello che

sancisce il successo, perché dopo quest'età si è meno propensi a leggere,

comprare dischi. Tanto più è significativo l'esordio, tanto più duraturo è l'eco da

esso prodotto. Osserva quindi che il dato di Lehman non è significativo ma

sancisce il momento nel quale il pubblico di un artista non è più in grado di

sostenerlo contro il nuovo artista più giovane col suo pubblico che fanno

imporre un nuovo autore, sulla cresta dell'onda del mercato. Non si tratta della

migliore o peggiore prestazione ma di inserire la letteratura in un contesto di

altri attori quali lettori e editori. Il destino di un autore non è segnato

definitivamente, ma c'è un ritorno di interesse perché è possibile tornare ad

intercettare un altro pubblico di giovani. E quindi quell'autore può tornare sulla

cresta dell'onda. La letteratura sopravvive non tanto attraverso la conoscenza

dei testi ma nel sentito dire che non porta alla lettura ma al rimanere nella

memoria e fa sì che possa essere una fucina per un'effettiva riscoperta.

Egli ha elaborato una SOCIOLOGIA QUANTITATIVA Ha cioè indagato le opere

letterarie sotto aspetti produttivi e distributivi, in termini puramente economici.

Attraverso ricerche e statistiche, egli ha studiato la composizione professionale

e sociale dei fruitori, considerandoli a livello di semplici consumatori.

RUOLO MEDIAZIONE EDITORIALE: Gli editori non producono nulla di materiale,

ma il loro compito è gestire/coordinare diversi processi che avvengono

all’esterno della casa editrice (scrittura, stampa, ...) Nel fare ciò, essi agiscono,

per così dire, “a scopo di lucro”, per guadagnare: l’editoria è un settore

imprenditoriale dai bassi margini e dagli alti rischi, e per questo gli editori

cercano di puntare sul massimo guadagno attraverso il minimo rischio

(best/long sellers).

- Ruolo sociale dell’editoria: essi possiedono potere decisionale su quelle che

sono le letture da sottoporre ai fruitori, e, controllando anche quelli che sono i

quotidiani, gestiscono il consenso delle masse. Essi hanno un ruolo chiave

anche a livello di interpretazione dei testi, che è influenzata, ad esempio, dal

tipo di collana in cui un’opera viene collocata.

(era di Internet, opere digitalizzate: manca mediazione editoriale, lettore ha più

responsabilità).

1970 “Successo e durata delle opere letterarie” (saggio)

Analizza, attraverso ricerche quantitative, gli indici di sopravvivenza delle

opere letterarie. Essi sono bassissimi (0,01% degli autori sopravvive a una

morta precoce: di questi, l’80% sono opere di tipo funzionale, il cui supporto

cartaceo è destinato a scomparire. In più, solitamente, il lettore medio ricorda

solamente le opere studiate a scuola, non tanto per averle lette, quanto per

averne sentito parlare) questi indici di sopravvivenza bassissimi dipendono dal

fatto che il successo di un’opera è legato a determinati gruppi generazionali:

una produzione tramonta/invecchia col suo pubblico originario.

Segreto per superare morte precoce è inserirsi all’interno

Dettagli
A.A. 2018-2019
18 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliapuricelli12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e cultura nell'Italia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Daino Luca.