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Nella terzina finale il vero Dante sta per punire duramente gli autori del fumetto
accusandoli di tradimento ma Topolino difende loro dicendo che l’hanno fatto
soltanto per la gioia dei bambini: qui c’è tutto il sistema di alibi del fumetto
italiano, che di fronte ai suoi accusatori giustifica se stesso e il divertimento con la
nobiltà dei riferimenti. Ecco dunque la necessità di attingere a classici per il
Topolino giornale. Ma il gioco con i classici espone ancora il rischio dell'accusa da
parte dei garanti della nobiltà dei testi alti. E allora si ricorre all'argomento del
divertimento, ammettendo per il fumeto un ruolo di divulgazione secondaria e in
fondo di semplice intrattenimento. V i è dunque un tentativo di nobilitare un
medium di massa attraverso una immissione di contenuti alti, affidando alla facilità
del linguaggio e alla diffusione del fumetto i compiti propri della divulgazione.
Tuttavia si evoca una presunta ingenuità pedagogica perché si vuole difendere il
fumetto come mezzo espressivo: le parodie infatti non sono altro che comiche.
3.2 -‐ L'editore Bonelli
La finta preoccupazione pedagogica non tocca l'intero universo del fumetto. Sul
puro fronte dell’intrattenimento per l’intrattenimento rimangono in molti e gli anni
Cinquanta segnano l’affermazione definitiva di Bonelli come editore. Il 1948 è
l’anno di lancio vero e proprio: nasce la “Serie d’oro audace” e l’albo a striscia di
formato 17x8 cm, che rimarrà come formato peculiare della produzione italiana
fino alla fine degli anni Sessanta. Questo formato è
tascabile e nascondibile, al
riparo dagli occhi di chi vede il fumetto come un medium massivo. Gli albi vengono
ripubblicati in formato tre per tre ( Tex a partire dal 1952) e poi in albi veri e proprio
(Tex Gigante a partire dal ’58). Oltre a Tex, altre produzioni Bonelli importanti in
questo periodo sono quelle legate alla figura di Roy D’Amy, sceneggiatore e
matitista, inventore di serie come “Mani in Alto” “Gordon Jim” “L’uomo ombra”
(una serie sfortunata dove però si anticipano personaggi come Diabolik) “Piccolo
Ranger”.
Tex
Tex è centrale nell’immaginario western italiano e nella storia editoriale del
fumetto nazionale per la durata e l'ampiezza del suo successo.
L’eroe è inizialmente un fuorilegge, poi diventerà Ranger, si sposerà e avrà un figlio,
sarà agente indiano e capo della tribù.
Le avventure sono caratterizzate da
un tratto grafico piuttosto tipico,
- la violenza è fortemente presente ed i tratti salienti del protagonista
- anticipano il western di Sergio Leone.
Altre caratteristiche importanti sono il punto di vista dalla parte degli indiani,
- la natura aperta delle storie,
- la libertà di utilizzo dei generi (fantascienza, giallo, horror, avventura).
- la violenza è fortemente presente ed i tratti salienti del protagonista
- anticipano il western di Sergio Leone.
Altre caratteristiche importanti sono il punto di vista dalla parte degli indiani,
- la natura aperta delle storie,
- la libertà di utilizzo dei generi (fantascienza, giallo, horror, avventura).
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La tendenza di Bonelli è dunque opposta rispetto a quella degli autori Disney: egli
percorre le vie del codice fumettistico come linguaggio seriale e di genere, accetta
la natura massiva del media ed avvia una sperimentazione volta a scoprire e
formare un mercato individuando la domanda del pubblico. Il dato interessante di
queste due vie è che entrambe escludono la modernità dei mezzi di marketing e si
pongono in qualche modo in una logica di artigiano mediale. Ma la prima via è
integrata in un sistema editoriale tradizionale e finirà per seguire le sue strade; la
seconda invece farà della propria peculiarità una strategia vincente. La logica del
topo all’interno della strategia nazionale di intrattenimento è spesso portata avanti
da soggetti-‐editori capaci di capire cosa cerca il proprio pubblico, si materializza
nella produzione creativa di autori interni all’industria culturale. Bonelli, nella cui
figura si incontrano e si fondono autore ed editore, è esemplare.
La televisione e l'atteggiamento degli intellettuali
La nascita della televisione deve molto all’eredità radiofonica:
il conflitto fra una logica pedagogica e una d’intrattenimento resiste anche
- nel dopoguerra: lo dimostrano i conflitti tra posizioni politiche diverse a
proposito della parzialità dell’informazione e l’esplosione di una serie di
iniziative di successo che cercano il pubblico ed i suoi gusti. (due esempi:
Radiofortuna, un concorso lanciato per stimolare gli abbonamenti e il Festival
di Sanremo che nel 1951 salda la radio con la tradizione musicale del tempo).
un’indagine sull’ascolto della radio ( da cui emerge che la radio viene ascoltata
- in media 4 ore al giorno ed in particolare nelle fasce orarie 13-‐13.15 e 20-‐21)
mette le basi importanti per l'assestamento della televisione dopo la sua fase
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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