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Esaltazione  dell'artificiale

• Nuova  valutazione  della  bellezza  della  pubblicitàin  quanto  arredo  

• urbano,  arte   fatalmente  necessaria  -­‐ moderna  -­‐ audace  -­‐ pagata  -­‐

vissuta.  

La   pubblicità  cessa  di  essere  luogo  secondario  della  

comunicazione  moderna  per  divenire  la  comunicazione  per  

eccellenza.  E  tuttavia    l'arte   pubblicitaria   non  è  da  tutti,  non  è  per   tutti:  

è   semplicemente forma   e spressiva  che  si  addice  all'epoca  moderna,  

sia  in   chiave  estetica   che   in  chiave   economico  funzionale

Esaltazione  bifronte  della  modernità:  

• i. essa  guarda  certamente   agli   aspetti  più  squillanti   e  vistosi  del  

paesaggio  urbano  e   tecnologico,  

ii. ma  non  disdegna  il   fascino  dei  modesti  riti   quotidiani  dell'uomo  

comune  moderno.  I  futuristi  infatti  comprendono  che  

l'innovazione  ora  non  è  soltanto  estrema  come  mai   prima  d'ora,  

ma  è   anche  diffusa,  attiva  nel   quotidiano  della   vita.  Ed  è  questo  

che   porta  al   cambiamento  della   prospettiva,  inevitabile  

conseguenza  del   cambiamento  della   vita*

Vita  moderna  come   nuovo  rito   laico  del  consumo:  assunzione  della  

• funzione  economica  da  parte   della   produzione  mediatica

Rilettura   dell'arte   del  passato  viene   alla   luce   della   sua  natura  di  

• celebrazione   di   condottieri  e  vittorie   +   paragone  dei  moderni  capitani  

dell'industria   con  condottieri  antichi

3-­‐          L'affermazione  di  tecniche  e  di  media  nuovi  

e  rivoluzionari  dal  punto  di  vista  dei  consumi:  la  fotografia,  

il   cinema,  il   fumetto  e  il   periodico  illustrato.

a. La  

fotografia tra  rappresentazione  e  documento

La  vicenda   iniziale   della   fotografia  in   Italia   è  coeva  a   quella   del  

dagherrotipo  

ottocentesco:  a  differenza  di   ciò  che   avviene  in   Francia  e   nel  resto   d'Europa,  i  

soggetti  maggiormente  richiesti   sono  paesaggi  e   rovine,  anziché   ritratti.   La  

medesima  

vocazione  paesaggistica  e  documentale apparteneva  anche  ai  

primi   periodici   illustrati,  i   quali   però  non  potevano  ancora   fare  uso  di  

fotografie  in   quanto  la  dei   dagherrotipi   su  carta   era   ancora  tecnicamente  

impossibile.  I  periodici   illustrati   costituivano  in  realtà   lo   sfondo  cognitivo  di  

ogni  possibile  uso  futuro  del  nuovo  mezzo:  essi  non  a  caso  dedicheranno  al  

soggetti  maggiormente  richiesti   sono  paesaggi  e   rovine,  anziché   ritratti.   La  

medesima  

vocazione  paesaggistica  e  documentale apparteneva  anche  ai  

primi   periodici   illustrati,  i   quali   però  non  potevano  ancora   fare  uso  di  

fotografie  in   quanto  la  dei   dagherrotipi   su  carta   era   ancora  tecnicamente  

impossibile.  I  periodici   illustrati   costituivano  in  realtà   lo   sfondo  cognitivo  di  

ogni  possibile  uso  futuro  del  nuovo  mezzo:  essi  non  a  caso  dedicheranno  al  

dagherrotipo  e  al   suo  inventore  articoli   ammirati,  articoli   che  manifestano  la  

probabilissima  comunanza  di  intenti   fra  le   testate  e   la   nuova  tecnica  

riproduttiva.

Il  passaggio  dal  documento  all'attualità   è  lento   e  incerto:   per  di   più  è  

accompagnato  da  un'idea  monumentale  dell'illustrazione.  Una  tale  filosofia  

dell'illustrazione   scaturisce  dall'insieme   di  sentimenti   nostalgici  

dell'intellettualità   e  prudenza  da  parte  del   potere.

Negli   anni  '40-­‐'50  non  compare  ancora   nessuna  ''immagine   meccanica'':   la  

fotografia  è   tutt'al  più  ancora  considerata  la   solita   novità  da  recensire   con  

ammirazione.  A  partire  dagli   anni  '60  nascono  i   periodici   illustrati   moderni,  

tra  cui   la   celebre   Illustrazione  Italiana (1875),  il  primo  giornale   a   introdurre  le  

immagini  ottiche   fra  le   sue  colonne:  è  del   1885 la  prima  riproduzione  diretta  

di  un'immagine  fotografica.  Nel   1889  la  rivista  annuncia  che  la   riproduzione  

fototipografica  diretta   della   negativa  originale   non  trova  più  ostacoli:   viene  

così  inaugurata  una  nuova  stagione  italiana   della   fotografia  sulla   stampa,  ma  

in  realtà   la   strada  è   ancora  lunga.  In  tutto  il   1891  la  rivista   pubblica  solo  79  

fotoincisioni;  nel  

1900 -­‐ e   ci   avviciniamo  così  al   periodo  di  nostro  interesse   -­‐ il  

rapporto  tra   illustrazioni  e   fotografie  si  è   invertito,  ma  le   illustrazioni  

continuano  a  mantenere   una  posizione  privilegiata   per  importanza  di  

argomenti  e   impaginazione,  a   cominciare   dalla   copertina.  Siamo  quindi  in  

presenza  di  un  rapporto  ambiguo  dei   periodici   illustrati   con  la   fotografia,  

ambiguità  che  si   manifesta  soprattutto  attraverso  la   lotta  per  l'affermazione  

da  parte  del   nuovo  mezzo.  Due  sono  le   motivazioni  di   questa  

difficile  

accettazione:

1  -­‐ La   disuguale  abitudine  alla  posa  fotografica:  non  tutti   infatti,  risultano  

spontanei  e   distesi  di   fronte  all'obbiettivo.   Il  meccanismo  è   lo  stesso  di  

quello  che   si  verifica   ancora  oggi  durante  le   dirette   televisive   quando,  

dietro  al   conduttore,  qualcuno  cerca   di  mostrarsi  alla   telecamera.   In  

questa  sede  la   fotografia  transita  dalla   monumentalità  alla   quotidianità,  

diventando  strumento  di   rappresentazione  anche   di  ciò   che  è   comune.

2  -­‐ La   natura   intermediaria  dell'immagine  fotografica  rispetto  

all'illustrazione:  l'istantaneità  della   foto  viene   assunta  dall'illustrazione,  

mentre  alla   prima   rimane  una  

vocazione  tipicamente  documentale,  

adatta  si  al   giornalismo  ma  sempre  con  una  sudditanza  che   verrà  

rimossa  solo  nel  corso  del   Novecento.  

Un  uso  analogo  della   fotografia  è  quello   esercitato   da  un  illustratore

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
16 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BestNote di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie della comunicazione e dei media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Colombo Fausto.