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SOLIDARIETÀ INTERGENERAZIONALE
Gli anziani possono essere visti in due modi:
- Come un problema
- Come una risorsa:
- Per le famiglie, lo Stato (che spende meno lì dove ci sono nonni che compensano in alcune situazioni), per le donne per lavorare, come utenza (servizi per gli anziani che fanno lavorare persone), per la memoria, per il territorio (volontariato), per la loro competenza ed esperienza (“isaggi”), si pongono al servizio delle persone. Nell’ambito del lavoro possono collaborare nell’integrazione dei neoassunti giovani.
Collaborazione tra giovani e anziani:
GIOVANI ANZIANI
- Portano la voglia di imparare un mestiere
- Portano esperienza e saggezza
- Freschezza ed energia
L’anziano si prende cura del giovane, e porta con sé insegnamenti, soddisfazione, si sente utile, occasione per restare attivi, occasione di crescita e confronto. Imparare a osservare, sviluppare capacità di resilienza. Permettono un confronto.
Occasione di cose nuove (es. tecnologia). Occasione di riflessione.
LEZIONE 6: INCONTRO CON GIANPAOLO SABINO
AZIENDA LOCCIONI (dal nome del fondatore)
MISSION: integrare idee, persone, tecnologie per trasformare DATI in VALORE, per il benessere delle persone e del pianeta. A cuore la sostenibilità. Realizzare tecnologie a questo scopo. Punta quindi non a creare prodotti ma a originare processi, in cui la relazione è al centro. Estremamente orientata alla Persona, nonostante sia un’azienda profit. Crescita economica va di pari passo con la crescita della persona. Orientata a:
- Persona
- Profitto
- Bene comune
- Riconoscimento del pari valore delle generazioni attuali e di quelle a venire.
Radicata sul valore della FORMAZIONE, programma formativo ampio diviso in tre sezioni, integrate tra loro:
- BLUZONE: rivolta ai giovani dalla prima elementare ai dottorati di ricerca. Vari progetti come campestivi e progetti di ricerca, alternanza scuola-lavoro…
- REDZONE:
- Formazione: che sappia implementare competenze e accompagni l'educatore/pedagogista a sviluppare responsabilità e lavoro buono
- Supervisione: strumento professionale usato molto negli ambiti educativi (equipe), meno in quelli formativi (staff). Permette di realizzare un apprendimento personalizzato. Attraverso la supervisione avviene il confronto, la condivisione e la rielaborazione di ciò che è stato condiviso. Parte dalla pratica per poi cogliere nella situazione aspetti di miglioramento.
- Lo scenario in cui operano le professioni educative oggi è complesso: DISAGIO individuale (per tutte le età, es. situazioni di violenza), educativo, professionale (richiesta di burocrazia, scrittura e standardizzazione che spesso ostacola l'attività stessa, e spesso non si ha la formazione adeguata per rispondere a queste esigenze) e sociale diffuso.
- Lavoro educativo che si confronta con le EMERGENZE: es. sanitaria,
- Ricerca del superamento del limite a tutti i costi e del senso nel limite stesso
- Il tutto e subito
- Usa e getta
- Andare oltre il paradigma antropocentrico e umanistico dell'età moderna
- Esigenza di andare oltre il paradigma della crisi, nella quale pensiamo sempre di essere inseriti
-
TEMPORALITÀ: categoria pedagogica. C'è un tempo oggettivo, dovuto al movimento della Terra su se stessa e attorno al sole, dato della natura (stagioni, 24h, minuti…); e c'è un tempo soggettivo, impressione che passi più o meno velocemente (in base a cosa sto facendo, emozioni, sensazioni).
Caratteristiche del tempo oggi:- Accelerazione: progresso, sviluppo
- Immediatezza: tutto subito
- Simultaneità: vivere più situazioni contemporaneamente, che non può prescindere dalla simultaneità spaziale.
-
SPAZIALITÀ:
- Delocalizzazione: essere senza uno spazio di riferimento
- frammentazione
- discontinuità: l'identità si forma in modo discontinuo e frammentato
Rivolta a dipendenti e collaboratori stretti. Per evitare un apprendimento esclusivamente eterodiretto, unidirezionale.
SILVERZONE: rivolta agli anziani. Qualsiasi età può essere occasione di crescita per tutti. Over 65, spesso ex manager o ex dipendenti che mettono a disposizione il loro sapere per i più giovani. Apprendimento trasversale e intergenerazionale. Esperienza comunitaria, di socialità, a tratti informale. Per costruire ponti generazionali.
LEZIONE 7: QUANDO L’EDUCAZIONE È IL LAVORO
1. LAVORO EDUCATIVO: volto allo sviluppo di competenze, a generare soddisfazione e cambiamento
2. LAVORO EDUCATIVO: rivolto alle fragilità, es. educatore. Doppiamente educativo. Sia perché è volto a educare e formare, sia perché chi lo svolge è volto a cambiare e migliorarsi.
EDUCATORI, FORMATORI, PEDAGOGISTI: chiamati a riconoscere la PROMESSA nella persona, che c’è in essa e che può emergere. Ovvero il
potenzialeSe-ducere: portare a sé. Seduzione: conoscere la persona, avvicinarsi a essa e poi attrarla a sé, ovvero educarla nel rispetto di quella persona. Professionalità delicata.
FALLIMENTO: nell'educazione è possibile, ma si deve sfruttare per ottenere poi un miglioramento, per capire il perché.
Legge 205, 2018: educatori professionali socio-pedagogici e pedagogisti per legge.
Educatore socio-pedagogico: laureato in LT in Pedagogista: laureato in LM in progettazione scienze dell'educazione e formazione (6° livello) pedagogica. (7° livello)
Può operare sul campo in contesti operativi ed educativi strutture e avere ruoli dirigenti. Entrambi possono lavorare in ambito formativo, educativo e pedagogico, ma con ruoli e responsabilità diversi.
In ambito formale, informale, non formale, lavorando con varie fasce di età.
AMBITI D'INTERVENTO: educativo e formativo.
scolastico, socio-assistenziale ma solo per aspetti socio-educativi (es. RSA), genitorialità e famiglia, culturale (es. musei), giudiziario, ambientale (formazionegreen), sportivo e motorio, integrazione e cooperazione internazionale.
Finiti gli studi non finiscono mai di imparare. Attraverso due strumenti:
COMPETENZE: contestuali, politiche, relazionali-comunicative, progettuali, riflessive ed ermeneutiche (interpretative), coordinamento pedagogico, di leadership
educativa o manageriali, conoscenze.
LEZIONE 8: INCONTRO CON DOTTORESSA SIMONA SANDRINI
PROGETTISTA PEDAGOGICO: formazione delle risorse umane. Figura poliedrica, con molte capacità, persona creativa, motivata, umile, con idee che vuole portare avanti, verso un cambiamento. Competenza relazionale è la skill di base.
PROGETTAZIONE: attività che richiede metodo, ma anche la capacità di andare oltre a esso.
testo: DENTRO IL LAVORO EDUCATIVO, CRISTINA PALMIERI (professoressa alla Bicocca di Milano)
Lavoro educativo come servizio alla persona.
metodoper agire con metodo: la presenza educativa come strategia pedagogica1. LO SCENARIO PROFESSIONALE:TRA IL MONDO DELLA VITA E IL MONDO DELL'EDUCAZIONE- CRISI che coinvolge tutto: sociale, ambientale, ma innanzitutto ANTROPOLOGICA: l'uomo ha perso il senso di sé e di sé con l'altro. Sempre più persone distanti fisicamente, con relazioni solo tramite l'uso di dispositivi tecnologici. Manca il contatto sociale, vero, spontaneo, immediato. Processo peggiorato dalla situazione sanitaria.- Mondo sempre più inospitale per le condizioni ambientali e sociali. Società del rischio, perché legata a una vulnerabilità, dovuta ad aree deboliQuesta è anche una SFIDA EDUCATIVA: perché riguarda la vita, il modo di vedere il mondo, il ruolo dell'uomo e della donna, del lavoro, dell'educazioneMILIEU: Situazioni esistenziali della quotidianità (ad es. convivenza, nascita
di un figlio, invecchiamento dei genitori) vissuti come eventi traumatici (lutto, divorzio ecc.) Viene colto più l'aspetto di fatica, paura della propria incapacità, frustrazione e disagio, e non vengono viste le cose positive.
CULTURA DELL'EFFIMERO: ci troviamo nella cultura di ciò che c'è e poi svanisce.
Due prospettive epistemologiche:
Riuscire a pensare ed entrare nei vissuti, riuscendo a connettere tutte le dimensioni. Vedere noi come soggetto, ma noi IN RELAZIONE CON.
ESPERIRE LA QUOTIDIANITÀ: fare esperienza della quotidianità. tra tecnica e umano. La tecnica è uno strumento molto utile, ma da sola non può risolvere i problemi.
c'è bisogno del contributo dell'uomo4 CATEGORIE di situazioni quotidiane che noi viviamo: