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ESEMPIO DI PERCORSO DI APPRENDIMENTO

COME SI IMPARANO I GIORNI DELLA SETTIMANA?

- In una prima fase dello sviluppo i giorni della settimana vengono imparati a

memoria attraverso ad esempio l’uso una filastrocca (come lunedì chiusin

chiusino), quindi non c’è niente di significativo, poichè recitare una

filastrocca, non contiene di per sè il significato del quantificatore temporale.

All’inizio quindi tutti gli apprendimenti non hanno necessariamente il

significato che poi ricevono o attribuiamo, e questo va tenuto ben presente.

È importante capire come apprendiamo per poterlo poi trasferire sulla

rieducazione che facciamo con i bambini che non apprendono, i quali hanno

bisogno di apprendere con gli stessi modelli dei bambini che non hanno

disturbi di apprendimento (magari non con filastrocca troppo infantile, però

sicuramente non con spiegazioni perchè non avrebbero senso)

- in una seconda fase dico i giorni della settimana in maniera ripetitiva senza

filastrocca, ma sono in grado di dirli solo partendo dall’inizio: livello

procedurale ON/OFF ho cioè bisogno del punto di partenza per agganciare

tutta la sequenza, il livello di padronanza è ancora basso

- dico i giorni della settimana a partire da qualunque giorno

- posso dire che giorno è oggi: più complicato, vuol dire che posso estrarre

dalla sequenza solo l’informazione che mi occorre; e significa anche che so

collocarmi nel tempo e nello spazio

- alla fine si sviluppa il concetto di settimana come quantificatore temporale

(un mese è fatto di 4 settimane, ho due settimane di vacanza); spesso si

arriva a questo livello dopo numerosissime esperienze e non tanto perchè è

stato spiegato, ma piuttosto perchè attraverso l’esperienza ripetuta e

spiegazioni date le due situazioni si incrociano, le informazioni date

dall’adulto, dall’alto, e le esperienza concrete dal basso, portano alla fine al

risultato complessivo.

Concetto di tempo (settimana)

Per usare un calendario come questo occorre un ulteriore livello di sviluppo...

Evoluzione che compare molto tardi.

Gli approcci allo studio dell’apprendimento

• Approccio comportamentista: la teoria più semplice e conosciuta;

sostiene che se tu dai sempre a un soggetto un tipo di stimolo lui pian piano

svilupperà una risposta. Modello costruito da uno studioso russo, Pavlov, che

aveva insegnato a un cane a rispondere a un segnale acustico dopo il quale

compariva il cibo. Gli studiosi hanno scoperto che a seguito del segnale

acustico il cane iniziava a salivare... Lo stimolo sollecita la risposta, la

previene addirittura.

Questo è stato un modello molto efficace nel tempo perchè quando si è

scoperto che c’era una facilità ad apprendere ripetendo è aumentata la

tendenza a far apprendere le persone attraverso questo modello. Si è visto

che basta premiare o punire determinate risposte per avere un

comportamento desiderato. Senza preoccuparsi di sapere cosa succede dal

momento in cui viene presentato lo stimolo al momento in cui viene emessa

la risposta.

Si occuperà di scoprire ciò....

• Approccio cognitivista (il modello RR): non si interessa solo di stimolo

e risposta, ma si chiede cosa succede tra lo stimolo e la risposta, che cosa

accade nella mente delle persone per cui riescono a organizzare una

risposta?

È stato molto fertile, ha mostrato che nel passaggio tra lo stimolo e la

risposta avviene una elaborazione che può essere molto semplice se lo

stimolo è molto semplice oppure molto complessa ad esempio se vengono

presentati degli stimoli incompleti, il soggetto deve fare più esperienze con

quegli elementi.

Questo modello ha rimpiazzato il modello associazionista o associativo perchè

si è dimostrato in grado di spiegare i fenomeni, dal più semplice al più

complesso

Evoluzione del modello cognitivista

• Reti neurali: studi sul loro ruolo all’interno dei processi di apprendimento

(non legate al modello stimolo-

Forme di apprendimento non associativo

risposta)

• Abituazione: il ripresentarsi di un fenomeno suscita un’eccitazione

(paradigma di abituazione

nervosa sempre meno intensa (spegne la risposta)

ad esempio nel neonato che interrompe la suzione dopo le prime volte che gli

vien mostrato un determinato oggetto e alla fine quando si abitua a quel

determinato stimolo non interrompe più la suzione, e questa è una forma di

apprendimento)

• Sensibilizzazione: il ripresentarsi del fenomeno suscita una risposta più

energica: ad esempio quando siamo infastiditi da un rumore, e quando

ricompare siamo sensibilizzati a questo stimolo e diventiamo ancora più

ansiosi e nervosi e meno tolleranti allo stimolo

imitazione: meccanismo fortissimo (sappiamo che sussiste

• Simulazione:

perchè noi abbiamo dei neuroni orientati filogeneticamente a fare questo, I

neuroni specchio)

• Osservazione (Frans De Waal)

Apprendere e capire

• Sono elementi sempre indissolubili?

L’idea comune è che siano elementi indissolubili: uno impara perchè capisce

o viceversa capisce quando impara. In realtà non è esattamente così.

• Ad esempio: Il caso dei Disturbi specifici di apprendimento: Bambini che

capiscono ma non apprendono; o viceversa i bambini interessati da ritardo

mentale che apprendono ma non capiscono.

• Se non consideriamo le condizioni speciali, ma la traiettoria evolutiva del

soggetto con sviluppo tipico, invece ci accorgiamo che Spesso

l’apprendimento precede la comprensione (per esempio concetto di

moltiplicazione: si impara prima il concetto o prima le procedure di

moltiplicazione? Sicuramente prima le procedure, e il concetto molto tempo

dopo, difficile anche capire quando)

• La comprensione è quindi un fenomeno che richiede rappresentazione

esplicita: cioè io capisco e sono in grado di spiegare perchè e cosa ho capito

• L’apprendimento può avvenire anche solo quando la rappresentazione è

implicita

• Nella maggior parte dei casi all’inizio del processo di apprendimento la

rappresentazione è implicita

• Come si passa dall’apprendimento implicito alla rappresentazione

concettuale o esplicita

• Il passaggio intermedio è costituito dall’apprendimento procedurale

• L’apprendimento procedurale è un processo discreto

• La rappresentazione concettuale è un processo continuo.

Il modello RR (Karmiloff-Smith)

Il passaggio dalla procedura alla sua concettualizzazione è stato ben descritto

da Annette KARMILOFF-SMITH che ne ha fatto proprio una modellizzazione.

Il suo modello, ovvero IL MODELLO RR (ridescrizione rappresentazionale):

- è un modello continuo, cioè una successione di cambiamenti di stato del

sistema che parte da una rappresentazione concreta (disponibile solo per un

dominio - es dita mano) e giunge a una rappresentazione astratta (disponibile

per più domini)

• prevede che la conoscenza abbia all’inizio un formato di Apprendimento

procedurale di tipo on-off (o si parte dall’inizio o la procedura non si avvia.

Esempio: bambino che impara a contare; oppure disegno figura umana o

casetta o albero). Questa rigidità svanisce via via nel corso dello sviluppo a

seconda dell’età, dal tipo di esperienze fatte, e dal numero di tali esperienze

(ci sono ancora strascichi di questo meccanismo on off in prima elementare

quando si insegna ai bambini il calcolo - Elman e Gallisten descrivono il

fenomeno come modello del conteggio totale).

• Il passaggio successivo viene realizzato attraverso il Consolidamento

procedurale con modificazione del formato rappresentazionale

(padronanza comportamentale)

(es iniziare a contare a partire da 4, oppure tabelline 3x5): I bambini fanno

tanta esperienza, questa esperienza li libera dalle cose inutili. Questo è un

inizio di riconcettualizzazione

• Livello implicito

• Livello esplicito: quando un soggetto lo raggiunge può usare lo schema che

ha appreso per qualsiasi dominio o sottodominio

Il processo RR

• È un processo continuo

• Successione di cambiamenti di stato del sistema – cambiamenti del formato

rappresentazionale

• Parte da una situazione discreta (procedure)

• Giunge ad una rappresentazione astratta (continua)

• Parte da una situazione parentesizzata e disponibile solo per il sotto-

dominio

• Giunge ad una situazione in cui il concetto è disponibile per tutti i domini

La padronanza comportamentale Perchè se noi

• Ma il dislessico raggiunge la padronanza comportamentale?

sosteniamo che il disturbo di apprendimento è una difficoltà nella qualità

delle azioni che impedisce di fare questo accumulo che determina un

miglioramento dell’esperienza allora dobbiamo chiedercelo.

• Nella maggior parte dei casi no, anzi è proprio questo il motivo che manda

in crisi il bambino con disturbo di apprendimento: il fatto che nonostante

l’aumento di quantità di esperienza, la risposta non si modifica e ovviamente

questo determina una grande difficoltà.

• Quale ruolo può essere attribuito alla padronanza comportamentale nel

passaggio dalla procedura al concetto? se abbiamo detto che il passaggio

dalla procedura al concetto ha bisogno della padronanza comportamentale se

questa non si sviuppa è difficile passare al concetto.

Le reti neurali: sono le basi neurobiologiche del processo di apprendimento

hanno:

• Un certo numero di unità operative elementari

• Uno stato di partenza che si modifica in seguito all’esperienza

• Una serie di connessioni che legano fra loro le varie unità

• Una serie di strati

Quando noi sentiamo uno stimolo, questo stimolo attiva una rete. La prima

volta che sentiamo lo stimolo la rete si attiva genericamente, poi le

connessioni di questa rete passano il messaggio a livello successivo e

successivo e successivo per tutti gli strati della rete.

Caratteristiche dell’apprendimento della rete

• Non ha una rappresentazione simbolica, cioè il microprocesso del neurone

che si accende in risposta a uno stimolo non elabora già un aspetto

interpretato, simbolico quindi, ma elabora delle subcomponenti che poi

portano a una rappresentazione interna

• Produce insiemi sfumati (non 1, non 0)

• Costruisce categorie (volti maschili e volti femminili)

• Elabora una rappresentazione interna, cioè una configurazione finale dei

vari stati e dei vari pesi.

Edoardo BONCINELLI ne fa un’esemplificazione molto interessant

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1312 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Stella Giacomo.