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5.FASI DELLA COSTRUZIONE DI UNA TEORIA DELLA MENTE E SVILUPPO DELLA METAMEMORIA ok
Le idee precoci sulla mente compaiono tra i 2 e i 4 anni.
Antecedenti precoci delle idee sulla mente:antecedenti che permettono al bambino di creare una teoria della
mente (a 9 mesi la capacità di condividere l'attenzione con un'altra persona e riconoscere lo scopo di
un'azione, a 18 mesi il gioco simbolico, a 24 mesi il pensiero narrativo). Secondo Bruner il bambino
acquisisce la conoscenza del mondo e la memoria grazie al pensiero narrativo. L'elemento narrativo viene
ritrovato nella capacità precoce del bambino di conoscere i comportamenti sociali tipici del suo ambiente
culturale e nell'attenzione partecipata (la madre richiama l'attenzione del bambino su un oggetto dicendogli
"guarda" e indicando nella direzione; il bambino guarda l'oggetto e se non lo vede torna a guardare la madre
per controllare la direzione indicata). In un esperimento con un bambino di 14 mesi che ha davanti 2
sperimentatori, uno sta imitando i suoi comportamenti con un giocattolo che ha in mano, l'altro sta imitando i
comportamenti di un altro bambino osservato a un monitor; il bambino è più motivato a guardare chi si
comporta come lui perché avverte un intenzione imitativa e interattiva dello sperimentatore, ci si sente
reciprocamente esseri cheagiscono allo stesso modo e tale situazione è un esempio di disposizione iniziale
ad attribuire stati mentali. Il bambino capisce che può manifestare con comportamento il suo stato emotivo
interiore; il pianto e il richiamo vengono modulati in base alle conseguenze osservate. Si può ipotizzare una
precoce teoria della mente dovuta a: credenza che le emozioni si vedano nel comportamento, possibilità di
comprendere le emozioni dai comportamenti, corrispondenza tra espressione propria e altrui dell'emozione,
riferimento dell'emozione a stati interni. Riprendendo le teorie di Piaget, ritroviamo alcune basi dello sviluppo
della conoscenza metacognitiva: nello stadio sensomotorio, fino circa 18 mesi, vi è la presenza di
comportamenti guidati dalla comprensione dei rapporti mezzi-fine, le prime attività ludiche in cui il bambino si
esercita a ripetere gli schemi motori che ha acquisito; Piaget distingue tra reazioni circolari primarie (centrate
sul proprio corpo), secondarie (centrate sull'oggetto) e terziarie dove vi è la ricerca di nuovi schemi
percettivo-motori; Fra i 18-24 mesi compaiono attività ludico-simboliche che contengono la rappresentazione
mentale di oggetti ed eventi non presenti.
Il gioco simbolico:il gioco simbolico o l'utilizzo di simboli è un'attività precoce che è presente sin nel periodo
dell'attaccamento alla madre nell'uso di oggetti transizionali come sostituti rappresentanti di qualcos'altro. Il
gioco simbolico si basa sulla presenza di oggetti o situazioni che stanno per altri non presenti; il simbolo è
qualsiasi oggetto o evento utilizzato come richiamo di un altro oggetto o evento. Il bambino usa un oggetto
come se esso fosse un altro oggetto, attribuisce ad esso proprietà che non possiede, si riferisce ad oggetti
assenti come se fossero presenti.
Secondo Piaget il gioco simbolico ha origine fra i 18 e i 24 mesi, nel secondo stadio senso motorio; gli
schemi vengono applicati a nuovi oggetti nella maniera già appresa, senza accomodare al nuovo. Es. il
coricarsi che rappresenta l'atto di dormire viene applicato a un oggetto diverso dal cuscino come il maglione
del papà per cui il maglione è il simbolo significante dell'oggetto mancante che deve essere in qualche modo
rappresentato mentalmente. Il gioco simbolico decresce dal quarto anno in poi per dar vita al gioco più
realistico, con regole. Compaiono presto anche le simulazioni e le imitazioni dei comportamenti di altre
persone osservate frequentemente (es. cucinare, telefonare). Spesso nel gioco vengono utilizzati degli
oggetti sostitutivi (secondo Vygotskij all'inizio la sostituzione riguarda oggetti simili, poi diversi, che non
hanno somiglianza con quello sostituito, poi può avvenire anche senza la presenza di nessun oggetto). Dal
punto di vista cognitivo secondo Vygotskij la funzione rappresentativa permette di attribuire un significato
anche in assenza degli oggetti. Il gioco con la bambola, dove il bambino attribuisce il ruolo di agente alla
bambola, testimonia la capacità del bambino di adottare la prospettiva dell'altro, di decentrarsi e di adottare
la prospettiva mentale altrui; il gioco con altre persone garantisce la comprensione degli stati mentali altrui. Il
gioco in cui il bambino "fa finta che" è un gioco simbolico ed è stato messo in relazione con lo sviluppo di
una teoria della mente: l'oggetto viene rappresentato come due cose al tempo stesso, l'oggetto è visto come
rappresentante di un altro; il gioco simbolico implica una rappresentazione mentale diversa dalla realtà; il
bambino è consapevole della natura dell'oggetto ma al tempo stesso lo utilizza pensando a un'altra funzione
(fa finta ma è consapevole di ciò che sta facendo, sa cos'è l'oggetto realmente, sa il suo uso reale, il fare
finta è svolto intenzionalmente (funzione di reversibilità debole, 3 anni); vi è però un'incapacità di capire che
un oggetto può essere al tempo stesso due cose diverse.
Le connessioni cognitive: idee precoci che influenzano il funzionamento cognitivo; il bambino crea delle
connessioni tra eventi prim'ancora di teorizzare la mente: una forma di apprendimento è data dalla
formazione di associazioni tra eventi del mondo esterno come mamma-cibo; le prime connessioni riguardano
il rapporto della mente con il mondo esterno (ad es. riesco a controllare la visione degli oggetti spostando lo
sguardo). Tra 2/3 anni si sviluppano molte connessioni con diversi aspetti del funzionamento psichico come:
-la percezione (teorie primitive sul funzionamento percettivo es. comprensione del ruolo della vista,
dell'ostacolo dato da oggetti interposti fra occhi e oggetto, dalla distinzione tra oggetto assente e oggetto
nascosto;il bambino non conosce ancora la distinzione tra immaginazione e realtà, tra stato mentale e realtà;
a tre anni è in grado però di distinguere fra oggetti fisici reali ed entità mentali capendo che gli oggetti fisici
possono essere vissuti sensorialmente, anche da altre persone e permanere nel tempo; i bambini capiscono
che anche un'altra persona può vedere una cosa ma non capiscono ancora che un oggetto può apparire in
modi diversi inducendo a creare diverse rappresentazioni in base alla prospettiva dell'osservatore; un
oggetto può apparire in un solo modo ad es. se presentiamo davanti al bambino un foglio bianco e
successivamente sovrapponiamo ad esso un filtro blu, il bambino non tiene conto dell'apparenza precedente
dell'oggetto e afferma che il foglio è blu). -il linguaggio (un oggetto può essere descritto con un solo termine,
un'espressione può voler dire una sola cosa e può essere interpretata in un solo modo; il bambino non
comprende che una stessa espressione può riferirsi a due diversi concetti, non comprende la possibilità che
l'altro non lo capisca o lo comprenda in modo diverso, non considerano la qualità dell'informazione fornita e
la conoscenza precedente dell'ascoltatore). -le emozioni (il bambino già da piccolo comprende che si può
passare da uno stato emotivo ad un altro, che le emozioni possono essere provate contemporaneamente
ma solo se dello stesso segno positivo o negativo e solo più tardi sarà in grado di capire che possiamo allo
stesso tempo provare emozioni positive e negative). Il bambino pensa che ciò che rileviamo attraverso
l'esperienza percettiva è una fedele copia della realtà e non una sua rappresentazione.
I nuclei centrali della teoria della mente: La teoria della mente riguarda aspetti della conoscenza
metacognitiva ossia avere una rappresentazione dell'evento mentale, attribuire agli altri stati mentali diversi
dai propri, indicatore del fatto che il bambino ha riconosciuto l'esistenza della mente e delle sue
caratteristiche; egli sa distinguere il pensiero verso oggetti e il pensiero verso eventi mentali, comprende che
gli stati mentali degli altri possono essere diversi dai propri, capacità di attribuire agli altri false credenze.
Nell'esempio precedente in cui vi era un foglio bianco sovrapposto ad un filtro blu il bambino dimostrava di
non considerare uno stato mentale precedente; i bambini non comprendono la possibilità di due apparenze
diverse e quindi di due diverse rappresentazioni di uno stesso oggetto. Il bambino piccolo pensa che lo stato
mentale corrisponde allo stato delle cose, non riconoscendo la possibilità che un'altra persona abbia una
falsa credenza. Esempio tipico è quello delle bambole Anna e Sally: vi sono due bambole e due contenitori
(una scatola e un cesto); Sally ha una biglia e la mette nella scatola; Anna sposta la biglia nella cesta senza
che Sally possa vederla; viene chiesto al bambino di dire dove Sally andrà a cercare al suo ritorno la biglia: i
bambini piccoli e gli autistici fanno fatica a capire che Sally non può sapere il fatto nuovo e che quindi la sua
rappresentazione mentale non corrisponde allo stato attuale delle cose ma allo stato precedente; essi
dunque affermano che Sally cercherà la biglia nella cesta, mentre i bambini normali, di quattro anni scelgono
correttamente la scatola.
Lo sviluppo di idee sulla mente: Idee specifiche relative alla sfera cognitiva che il bambino sviluppa sono per
esempio la comprensione della quantità (se il bambino non è in grado di riconoscerla, cio gli impedisce di
capire che la mente umana è un sistema con limiti di capacità e può portare a una sopravvalutazione delle
proprie prestazioni). Le idee nascono in uno specifico contesto e sono connesse con la propria prestazione.
Il bambino piccolo è incapace di mettere in relazione diverse idee, riesce a considerare solo una variabile
per volta; solo col tempo egli riesce a scoprire somiglianze esistenti fra diversi atti mentali e integra i diversi
processi cognitivi. Il bambino sviluppa sempre più idee sul funzionamento mentale.
La metamemoria: è la conoscenza e comprensione della memoria; il bambino con la crescita fa dei progressi
nella metamemoria, la prestazione in compiti di memoria migliore nell'età. La memoria intenzionale è
l'insieme di comportamenti che un individuo attua volontariamente quando ha lo scopo di memorizzare,
mantenere o recuperare un'informazione per cui utilizza le sue risorse controllate in condizioni in cui è
consapevole e utilizza le sue energie e conoscenze per raggiungere l'obiettivo.
Le aree fondamentali della conoscenz