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INQUADRAMENTO GEODINAMICO
Le catene orogeniche che circondano l’area mediterranea nella maggior
parte sono il risultato di un ciclo tettonico prima distensivo e poi compressivo
cominciato all’inizio del Mesozoico, seguito da una fase distensiva recente
(Eocene-Attuale).
L’evoluzione di tutta l’area è stata controllata dall’interazione tra la Placca
Europea (Iberia) e la Placca Africana (Adria).
Fase di apertura oceanica (Giurassico medio-sup)
Nel Giurassico inf-medio, l’inizio dell’apertura dell’Atlantico centrale causa una
deriva verso E dell’Africa rispetto l’Europa.
Nelle Alpi e nell’Appennino le sequenze ofiolitiche documentano la presenza di
un bacino oceanico con orientazione SO-NE (Oceano Ligure-Piemontese),
che separava l’Europa e l’Iberia dall’Africa e Adria.
Per giustificare l’apertura
dell’Oceano Ligure-
Piemontese il regime di
trascorrenza doveva
avere una componente
distensiva: formazione di
bacini Pull-apart
Fase di transizione (Cretaceo inferiore)
Fino all’Albiano (fine Cretaceo inf) la sedimentazione è prevalentemente pelagica (sia nella
zona oceanica che margine continentale). Si ipotizza un regime di relativa quiescenza
tettonica con episodi trascorrenti.
Per quanto riguarda la catena Alpina abbiamo un intensa attività convergente
(Albiano); la sedimentazione si fa più terrigena e sostituisce quella pelagica in tutto
il Bacino Ligura-Piemontese.
La compressione è dovuta dal movimento antiorario della Placca Adriatica a seguito
dell’apertura a S del tratto oceanico della Mesogea. Il regime passa da un moto
trascorrente sinistro con componente distensiva a un moto transpressivo.
Il blocco Iberico inizia a muoversi verso E insieme all’Africa e si disgiunge
dall’Europa lungo la faglia nord-pirenaica chiusura del Bacino Ligure-
Piemontese
Fase oceanica di convergenza (Cretacico sup-Eocene
medio)
In concomitanza con l’apertura dell’Atlantico settentrionale, l’Africa varia la
traiettoria del suo moto da ESE a NNE. Tale regime compressivo provoca la
consumazione del’Oceano Ligure-Piemontese ed è testimoniato dalla
sedimentazione torbiditica di avanfossa (flysch a Elmintoidi) che copre le
pelagiti di piana abissale.
La formazione di un prisma d’accrezione provoca nel futuro Appennino
l’impilamento di unità tettoniche composte da sedimenti di fossa, pelagiti
abissali e scaglie di crosta oceanica abrase dalla placca trascorrente
Fase collisionale continentale (Eocene sup-Attuale)
Nell’Eocene superiore termina la fase di convergenza oceanica, in quanto si è raggiunta la
sutura dell’Oceano Ligure-Piemotese e i margini continentali entrano in collisione. Il
raccorciamento crostale continua e è accompagnato dalla deposizione di spesse serie
torbiditiche Oligo-Mioceniche provenienti dallo smantellamento dei margini continentali in
sollevamento.
Fase di convergenza:
• Magmatismo calcalcalino di arco a W del Blocco Sardo-Corso
• Apertura di un bacino di retro-arco (Bacino Ligure-Balearico)
La chiara polarità di questi processi, insieme alla vergenza verso NE delle deformazioni
compressive appenniniche, inducono ad ipotizzare un regime geodinamico caratterizzato
da una subduzione verso WSW dell’Adria al di sotto di Iberia (Europa).
In accordo con questa interpretazione abbiamo la migrazione verso ENE di
tutti i processi tettonici associati all’orogenesi:
• L’avanfossa torbiditica, antistante il fronte di accavallamento, migra verso E
• Migrano i fronti di accavallamento e le deformazioni compressive
• Migra l’attività magmatica
• Si imposta un regime distensivo che disseziona la catena con un sistema di
faglie normali orientate NNW-SSE
L’onda tettonica distensiva,
in migrazione verso E, è il
risultato della subduzione
verso W dell’Adria. La deriva
verso E del mantello
astenosferico
contrasterebbe tale
subduzione facendola
arretrare e creando sulla
scia un’onda distensiva
migrante verso E
responsabile dell’apertura
del bacino di retro-arco.
APPENNINO TOSCO-EMILIANO
L’Appennino Settentrionale è
• Fare clic per modificare stili del testo de
convenzionalmente compreso tra la
Linea Sesti-Voltaggio a NW e la Linea
– Secondo livello
Ancona-Anzio a SE.
La sua formazione è ricollegabile a due
– Terzo livello
importanti momenti evolutivi dell’area
mediterranea: • Quarto livello
1. Collisione tra la Placca Africana e
– Quinto livello
Placca Europea;
2. Apertura del Mediterraneo
Occidentale.
L’Appennino Settentrionale si può
divedere in varie parti, ognuna
caratterizzata da situazioni geologiche
diverse:
•. Nuclei metamorfici
•. Toscana Meridionale
•. L’Elba e Monte Argentario
•. Appennino Umbro-Marchigiano
•. Appennino Tosco-Emilianio
Nell’Appennino Settentrionale si può ricostruire una successione di domini
paleogeografici, ognuno con una propria storia e sequenza stratigrafica.
Considerando l’Appennino Tosco-Emiliano si possono individuare due gruppi di domini,
uno oceanico verso Ovest e uno continentale ad Est.
Quello oceanico comprende:
• Liguridi Interne
• Liguridi Esterne
Quello continentale comprende:
• Dominio Toscano
• Domini Umbro-Marchigiano
Si può individuare anche un dominio di transizione definito come Dominio Subligure.
• DOMINIO LIGURE INTERNO: si trova immediatamente ad Est del
Massiccio Sardo-Corso che rappresenta la terminazione orientale della
Placca Europea.
Questo dominio comprende:
•Substrato oceanico (Giurassico)
•Depositi pelagici (Giurassico sup-Cretaceo inf)
•Depositi continentali (esauriscono alla fine del Cretaceo-inizio
Terziario, quando il dominio viene interessato dall’orogenesi)
• DOMINIO LIGURE ESTERNO: simile a quello interno, si differenzia da
questo in quanto gli apporti continentali non provengono dai rilievi emersi del
margine europeo ad ovest, ma dalla scarpata continentale europea
continentale a nord: flysch ad Elmintoidi (calcareo marnosi).
Si è ancora in piana abissale. In questo dominio la sedimentazione torbiditica
termina con i movimenti orogenetici della fasi liguri, varia di zona in zona tra
Paleocene e Eocene inf. e medio.
Dal Cretaceo sup-Eocene, l’attività
• Fare clic per modificare stili del testo dell
tettonica compressiva porta le
Unità Liguri ad impilarsi su se
– Secondo livello
stesse, in basso le unità più
esterne e in alto le più interne.
– Terzo livello
Questi movimenti avvengono per lo
più in ambiente subacqueo.
• Quarto livello
Durante l’Eocene medio, subito
dopo la fase tettonica ligure, la
– Quinto livello
deposizione si imposta al di sopra
delle Unità Liguridi deformate in
ambiente marino relativamente
profondo.
Questi depositi, chiamati Unità
Epiligurì, sono in discordanza
stratigrafica con le Unità Liguri e
rappresentano depositi sintettonici
nei depositi di Piggy-back sul
prisma orogenetico appenninico.
Tali depositi sono rappresentati da
brecce poligeniche, chiamate
olistostromi, e marne ad argille
emipelagiche.
• DOMINIO SUBLIGURE: è un dominio di transizione, nella parte basale Eocenica
c’è una sedimentazione simile a quella dei domini oceanici. Nella parte alta, risalente
all’Oligocene, la deposizione è simile a quella dei domini continentali.
• DOMINIO TOSCANO: è composto da tre successioni: metamorfiche
•Falda toscana (non metamorfica)
•Autoctono Toscano noto come Unità Apuane
•Unità di Massa
Per l’area in esame consideriamo esclusivamente la Falda Toscana
• •
DOMINIO TOSCANO
Fare clic per modificare stili del testo de
FALDA TOSCANA: deriva dalla
– Secondo livello
deformazione del bacino toscano, è
molto simile alla successione del
– Terzo livello
Dominio Umbro-Marchigiano.
• Quarto livello
Al di sopra del basamento Paleozoico
si dispongono: – Quinto livello
•Successioni continentali:
Verrucano
•successione di mare poco
profondo: Calcare cavernoso
•Successione di piattaforma:
calcare massiccio
•Facies pelagiche:
Rosso ammonitico
Selcifero
Marne a posidonia
Diaspri
Maiolica
Scaglia
•Depositi di avanfossa: Macigno
Questa successine ricostruisce l’evoluzione dell’area:
• Dal Trias prima un ambiente continentale e poi di mare poco profondo
il continente Ercinico viene
• Nel Giurassico si instaurano condizioni di piattaforma sommerso e
non ci sono più apporti
terrigeni
Sedimentazione
torbiditica
• Dal Lias dopo l’approfondimento della piattaforma si depongono successioni
pelagiche
• Nell’Oligocene si instaurano condizioni di avanfossa
• DOMINIO UMBRO-MARCHIGIANO
Questo dominio è il più esterno dell’Appennino
settentrionale, si differenzia dal Dominio
Toscano nel Giurassico, in quanto
l’annegamento della piattaforma carbonatica e
lo sprofondamento sono successivi rispetto al
Dominio Toscano. Inoltre nell’Umbro
Marchigiano a causa di un complesso sistema
di faglie normali si generano zone di alto
strutturale, dove perdurano condizioni di
piattaforma carbonatica fino all’inizio del
Cretaceo.
Più tardi si impostano condizioni di
sedimentazione pelagica, testimoniata dalla
Corniola, Rosso Ammonitico, Calcari
Diasprigni, Maiolica e Scaglia e nel Miocene
sedimentazione selcifera (Bisciaro).
Dal Miocene inferiore, all’interno del Dominio
Umbro-Marchigiano, si possono individuare
due subdomini: Umbro-Romagnolo e
Marchigiano-Adriatico.
• DOMINIO UMBRO-MARCHIGIANO
In questi due subdomini, dal Trias superiore al Miocene
inferiore, la sedimentazione è pressocchè identica.
Dal Miocene inferiore i due subdomini si differenziano per:
•Diacronia della formazione dell’avanfossa
•Diacronia della deformazione compressiva
Nel dominio Umbro-Romagnolo i depositi di avanfossa
sono rappresentati dalla Formazione Marnoso arenacea
risalente al Miocene medio-superiore.
Nel dominio Marchigiano-Adriatico tali depositi sono
rappresentati dai Flysch della Laga del Messiniano-
Pliocene.
Il Dominio Umbro-Romagnolo è più interno e nell’area in
esame pred