Reddito da lavoro autonomo (ritenuta fissa) → non sempre ha clienti sostituti d'imposta
Reddito da lavoro dipendente (ritenuta variabile) → ha sempre un sostituto d'imposta
I loro costi sono deducibili sulla base dei documenti come nelle attività di impresa.
Relativamente all'imputazione a periodo, questa avviene secondo il principio di cassa e dato la personalità delle operazioni, è obbligatoria la fatturazione con indicazione delle generalità verso il cliente. Non è necessaria, invece, la fatturazione per le ritenute.
Sono soggetti alle scritture contabili e all'effettuazione dell'annotazione complessiva dei compensi giornalieri. Il regime dei lavoratori autonomi è stato in gran parte equiparato.
Agricoltura e fabbricati tra catasto e L’IVA come imposta documentale sui consumi: il4.11. senso del “valore aggiunto”I redditi da attività agricola possono essere accostati con redditi da patrimonio immobiliari. infatti, terreni efabbricati sono accomunati dall’essere beni immobili, annotati nei registri catastali, con origine remota nel tempo eInfatti, la ricchezza agricola oltre ad essere la più importante, è anche la più visibile ed espostavari scopi.a richieste fiscali. Per questo l’appartenenza fondiaria è molto soggetta a controllo politico e pubblico.In Italia spesso non vi sono le premesse per una determinazione documentale dei presupposti economici d'impostaMal si presta ad unaprovenienti dall'agricoltura, poiché si ha a che fare quasi sempre con imprese ridotte.visibilità contabile della ricchezza agricola, per questo sono nati i catasti. 30Dal 1700 le stimevalutative caso per caso e anno per anno dei redditi agricoli, sono state sostituite condeterminazioni forfettarie catastali, legate alle caratteristiche, dimensioni e tipo di coltivazioni del terreno, stimate inmaniera durevole nel tempo e annotate nei registri appositi con mappe di tutto il territorio (cd mappe catastali).
La determinazione catastale del reddito si sostituisce al reddito effettivo e rende irrilevanti i ricavi dellacoltivazione, come le altre componenti positive del reddito. Si annotano eventuali variazioni dellacoltivazione effettuata e le eventuali perdite derivate da eventi naturali o non coltivazione. Allaforfetizzazione del reddito si accompagna anche la forfetizzazione della detrazione dell'IVA sugliacquisti, in misura pari all'imposta sulle vendite.
La mera coltivazione dà luogo a reddito agrario anche se effettuata con tecniche apposite e sofisticate,come la coltivazione in serra, limitando i criteri forfettari quando gli acquisti superano
Una certa proporzione con quelli ricavabili dal terreno. Oggi sono soggette a tassazione catastale anche le società di capitali. Le forfetizzazioni sono blande, così che nessuno ci rimetta rispetto al reddito effettivo, così si finisce per attestarsi al ribasso, essendo difficile rispondere politicamente a chi viene tassato su imponibili fittizi. (Nel 700 le stime erano al rialzo per stimolare la produzione). La documentazione è analitica per l'agricoltura solo ai fini IVA. L'imposta detraibile è stabilita in misura pari all'imposta applicata sulle vendite, consentendo all'agricoltore una rendita IVA, poiché l'imposta dovuta sulle vendite eccede gli acquisti effettivi.
Gli immobili sono un settore di investimento tradizionale, rifugio di chi abbandona altre attività come quelle commerciali per investire a rendita negli immobili. La rendita proviene soprattutto da canoni di locazione.
Per i fabbricati e i terreni adibiti
Ad uso abitativo o commerciale esiste un catasto simile a quello previsto per l'agricoltura ma in cui le rendite sono molto inferiori ai canoni correnti della locazione, dunque il reddito da locazione deve essere dichiarato. La tassazione del reddito catastale per lungo tempo è rimasta in IRPEF solo per gli immobili sfitti. I redditi riportati nei registri catastali dei fabbricati rilevano ai fini delle imposte patrimoniali - IMU. L'evasione materiale delle imposte sui redditi da locazione è frequente quando il rapporto è tra persone fisiche, ma quando una delle parti è un'organizzazione o un imprenditore, il rapporto viene formalizzato, soprattutto per dedurre il canone. Le locazioni abitative in nero sono molto diffuse anche per lo scarso controllo che subiscono da parte del fisco, a cui corrisponde un'ampissima diffusione di
proprietà immobiliari. Nel 2011 è stata varata una forma di contrasto di interessi tra inquilino e proprietario per contrastare le locazioni in nero: in caso di mancata denuncia del canone, l'inquilino ha diritto ad una locazione con corrispettivo di favore uguale a 3 volte la rendita catastale dell'immobile.
In questa situazione non appare giustificata l'assoggettabilità opzionale del canone di locazione ad un'imposta sostitutiva (cedolare secca) con aliquota del 21% o inferiore per i canoni concordati.
L'IVA come imposta documentale sui consumi: il senso del "valore aggiunto".
L'insieme della ricchezza riferibile ai lavoratori, risparmiatori, imprenditori ossia alle persone fisiche e alle organizzazioni non economiche è suscettibile di essere spesa e dunque consumata. Da ciò nasce l'IVA come imposta sui consumi, sul valore aggiunto. L'IVA è erede della visibilità materiale.
delle merci e ne colpisce le quantità fisiche. Tale meccanismo spesso finiva per colpire passaggi di merci non destinati al consumo, dunque grazie alla diffusione delle aziende è stata concepita una tassazione riferita alla documentazione contabile di accompagnamento. La documentazione aziendale consente di determinare il presupposto economico d'imposta costituito dal consumo. Le spese per i consumi sono diventate visibili mediante la documentazione delle aziende presso cui sono effettuati i consumi stessi. L'uso degli stessi documenti permette di riferire anche all'IVA le considerazioni svolte sull'esercizio d'impresa, il momento impositivo e l'inerenza. La determinazione contabile dei consumi consente di aumentare l'applicazione dell'imposta, estendendola ai consumi di servizi, prima tassati solo indirettamente perché incorporavano merci tassate. Permane la peculiarità di tutte le imposte sul consumo: fanno leva sulfornitore piuttosto che sui consumatori. 31L'imposta sul consumo ha un'aliquota ordinaria del 22% e ridotte del 4 e 10%, chiamata imposta sul valore aggiunto. È neutrale il numero e l'importo delle operazioni intermedie (b2b) a monteRispetto alle operazioni b2cdel consumo e ciò è riflesso del principio di neutralità → il consumo è sempre quello a prescinderedagli scambi a monte.La definizione di imposta sul valore aggiunto è fuorviante, perché evoca il concetto di valore aggiunto economico,che è diverso dal consumo per molte variabili. La denominazione ha creato problemi pratici anche nell'istituzione dialtre imposte sul valore aggiunto economico come IRAP.L'IVA si considera un imposta indiretta, ma la determinazione contabile della quantità imponibile potrebbepermettere di considerarla come imposta diretta.Segue: Tecniche per determinare contabilmente il consumo nell'IVA tra
detrazione e4.13. "non imponibilità"
L'IVA nacque nel 1972 per rendere irrilevante il tributo nei passaggi intermedi tra operatori economici e anche nei rapporti con l'estero, tassando solo il consumo finale.
Per assoggettare all'imposta solo il consumo, è necessario rendere irrilevanti gli scambi di beni e servizi b2b: essi sono costi e non consumi. Per far ciò, si è puntato all'applicazione dell'imposta in tutti gli scambi di beni e servizi, anche b2b, addebitato l'imposta solo all'acquirente, mediante la detrazione-credito. Infatti, se l'IVA sugli acquisti supera quella sulle vendite, la differenza è rimborsabile.
Il fornitore addebita l'IVA al cliente, e la registra tra i propri debiti verso il fisco: se il cliente agisce come imprenditore o professionista, la paga e la registra tra i propri crediti verso il fisco. Gli imprenditori e i professionisti versano a scadenze periodiche, per.masse di operazioni, le suddette differenze tra IVA sulle operazioni attive e IVA sugli acquisti. Il cliente consumatore finale paga e basta, facendo giungere il tributo alla sua naturale destinazione del consumo. Non tassando i passaggi intermedi non si applica l'IVA e dunque si evita la detrazione a monte, ma occorre controllare le qualificazioni (come imprenditori) e le destinazioni dei beni. → non imponibilità tra operatori economici.
Non tutti i costi sono gravati da IVA, lo sono solo:
- materie prime
- servizi di impresa
- consulenze professionali
Ne rimangono esenti ad esempio le retribuzioni dei dipendenti.
Se l'imposta sugli acquisti eccede quella sulle operazioni attive, si avrà diritto al rimborso della differenza, andando "a credito" di IVA: possono dipendere da aliquote sulle vendite inferiori a quella sugli acquisti o da occasionali ma grandi investimenti in impianti e rimanenze di merci, su cui l'IVA viene detratta immediatamente senza
seguire le vicende del valore fiscalmente riconosciuto del bene come l'ammortamento. Se il cliente non chiede la fattura è un consumatore finale; il fornitore è il contribuente di diritto che intrattiene rapporti con il fisco e si rivale sul consumatore (contribuente di fatto). Il consumatore è inconsapevole dell'IVA, perché il prezzo esposto la comprende (e la scorpora solo nel caso di negli acquisti da dettaglianti il prezzo è comprensivo di IVA → "richiesta di fattura").
Negli acquisti tra soggetti IVA il prezzo è maggiorato dell'imposta. Negli acquisti tra soggetti IVA l'imposta viene addebitata dal fornitore soggetto IVA al cliente e registrata tra i propri debiti verso il fisco. Il cliente soggetto IVA chiede la fattura per detrarre l'imposta da quella dovuta sulle proprie vendite → neutralità dell'IVA. Questo confronto tra IVA sulla vendite e detrazione.sugli acquisti non avviene selezionando le singole vendite con gli acquisti, ma per masse: confrontando tutta l'IVA sulle vendite con la detrazione.