vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Si parla di branchie pettinate.
Nei Teleostei il primo arco branchiale non è funzionante e prende
Il tasso di diffusione R, il nome di pseudobranchia, il secondo non ha attività respiratoria e il
ovvero la portata di gas settimo non presenta lamelle respiratorie. Hanno quindi quattro
trasferito, è espresso dalla olobranchie (archi III-VI).
seguente equazione:
,
dove D è la costante di
diffusione, A l’area della
superficie attraverso la quale
Δp
avviene la diffusione, la
differenza della pressione
parziale dei gas sui due lati
della membrana respiratoria
e d è la distanza di
diffusione. Le branchie degli Osteitti marini hanno anche la funzione di
escretare i cloruri assorbiti per via intestinale.
Nei dipnoi (Protopterus) si ha un’ulteriore riduzione degli archi
branchiali. Il secondo arco possiede un’emibranchia molto
rudimentale, il terzo e quarto non portano lamelle, il quinto e il
settimo formano emibranchie. L’unica olobranchia è portata dal sesto
arco.
Anatomia della branchia
Ogni setto branchiale porta due serie di lamelle primarie, da
ognuna delle quali si dipartono due serie di lamelle secondarie o
respiratorie, a livello delle quali avviene lo scambio di gas. Le lamelle
primarie sono costituite da un asse cartilagineo circondato da un
epitelio monostratificato che contiene cellule più grandi rispetto alle
cellule epiteliali e che si colorano meno con ematossilina/eosina, le
cellule a cloruri.
La struttura delle numerosissime lamelle secondarie fornisce una
grande superficie (A) e una distanza di diffusione (d) molto breve tra
acqua e sangue. La lamella secondaria è come una “sacca” piatta
Apparato Respiratorio 14
delimitata da due epiteli monostratificati estremamente sottili tra i
quali il sangue scorre in maniera lacunosa. Lo spazio tra i due epiteli è
tanto sottile che i globuli rossi passano in fila; questo spazio è
mantenuto aperto dalle cellule a pilastro, dette anche cellule di
Bietrix. Le cellule a pilastro sono cellule mioepiteliali: oltre a fungere
come distanziatori, regolano il lume del canale in cui scorre il sangue
in base alle variazioni di pressione sanguigna.
Meccanica respiratoria
L’ossigeno è molto meno concentrato in acqua che nell’aria,
perciò i pesci necessitano di una respirazione particolarmente
efficiente. Per aumentare l’efficienza, che arriva fino all’80%, lo
scambio di gas avviene controcorrente, cioè la corrente sanguigna e
quella d’acqua hanno versi opposti.
O , CO ed altri gas passano da un fluido all’altro grazie alla
2 2
differenza di pressione. Quando in due fluidi le pressioni parziali dei
gas sono in equilibrio, cessano gli scambi. Pertanto se due fluidi
scorrono in parallelo, l’O transiterà dall’uno all’altro fino a quando le
2
pressioni parziali nei due fluidi non sono uguali; la quantità massima
di O che può transitare dall’acqua al sangue in questo caso
2
corrisponde al 50% della concentrazione di O nell’acqua. Se due
2
fluidi scorrono in controcorrente, questa percentuale aumenta
molto. L’acqua mentre “scende” cede O al sangue, mentre il sangue
2
mentre “sale” si arricchisce di O . Vi sarà un punto (circa a metà della
2
lunghezza della branchia) in cui le pressioni parziali di O si
2
equivalgono. Ma il sangue “risalendo” ancora trova acqua con una
concentrazione di O elevata, per cui ne riceve ancora, l’acqua a sua
2
volta trova sangue povero di O e riesce quindi a cederne.
2
Il sangue povero di ossigeno giunge alle branchie tramite rami
provenienti dalle arterie branchiali afferenti. Il sangue ossigenato è
raccolto dalle arterie pretrematiche e posttrematiche, che si
riuniscono nell’arteria branchiale efferente. Questa poi sfocia
nell’aorta dorsale. respirazione aerea
Ittiopsidi: la vescica natatoria
In alcuni casi le branchie da sole non sono in grado di provvedere
alle necessità di un pesce. I livelli di ossigeno disciolti in acqua
possono infatti essere troppo bassi, ad esempio in stagni caldi e poco
profondi. I Teleostei che vivono in acque a basso contenuto di
ossigeno possiedono perciò organi accessori per la respirazione
aerea, come ad esempio i polmoni.
Tranne le specie bentoniche, la maggior parte degli Osteitti
possiede polmoni vesciche natatorie. Sembra che i polmoni siano
comparsi prima nell’evoluzione, probabilmente nei pesci ossei
Apparato Respiratorio 15
primitivi che vivevano in ambienti di acque dolci stagnanti soggetti a
periodi di secca. Furono così sviluppati i polmoni. Questa ipotesi
spiega perché i Condritti, quasi esclusivamente marini, sono privi di
vescica natatoria. I dipnoi hanno mantenuto il polmone con funzione
respiratoria nel corso dell’evoluzione. Nella maggior parte dei
neopterigi e nei celacanti, invece, il polmone si è trasformato in
vescica natatoria.
Vescica natatoria come organo idrostatico
La vescica natatoria deriva da un’estroflessione dorsale
dell’intestino anteriore ha perciò, almeno parzialmente, origine
endodermica. La vescica natatoria rimane connessa con l’intestino da
cui si è originata attraverso un dotto pneumatico nelle specie
fysa, stoma,
fisostome (dal greco “vescica” e “bocca”), mentre è
kleio,
isolata nelle specie fisocliste (dal greco “chiudere”).
Le forme più primitive di Ittiopsidi (Placodermi e Selaci), con un
peso specifico più elevato di quello dell’acqua, contrastano la
naturale spinta verso il basso con l’asimmetria dei lobi della pinna
caudale, che si dice etero cerca. L’animale è però costretto a nuotare
per mantenersi a un certo livello. La trasformazione della vescica
natatoria da organo respiratorio a organo idrostatico è stata
premiata dall’evoluzione perché contrasta la differenza di peso
specifico con poco dispendio di energia e permette all’animale di
rimanere fermo a qualsiasi profondità. Il pesce può variare il proprio
peso specifico cambiando il volume di gas immagazzinato al suo
interno. Nei fisostomi il gas è aria, nei fisoclisti è perlopiù ossigeno.
Alla vescica natatoria sono presenti due strutture che prendono il
nome di corpo rosso e corpo ovale. L’aorta dorsale manda delle
efferenze a irrorare il corpo ovale e il sangue refluo viene raccolto
dalla vena cardinale posteriore. Il corpo rosso è irrorato dall’arteria
celiaco-mesenterica, il sangue refluo è raccolto da vasi collaterali
della vena epatica. La vescica natatoria acquista gas tramite il corpo
rosso e lo riassorbe attraverso il corpo ovale.
Il corpo rosso è costituito da due strutture, una ghiandola del gas,
che secerne il gas nella vescica, e una rete mirabile. La rete mirabile
ha la funzione di mantenere l’ossigeno all’interno della vescica
natatoria: senza di essa il gas uscirebbe seguendo il gradiente di
pressione. La rete mirabile è data da un’arteriola che si sfiocca in una
serie di capillari paralleli. L’ossigeno inizia a diffondere, ma i capillari
venosi sono circondati da capillari arteriosi che trasportano, nella
Apparato Respiratorio 16
direzione opposta, sangue con una bassa pressione parziale di
ossigeno). Si verifica uno scambio controcorrente: l’ossigeno diffonde
dal sangue venoso al sangue arterioso ed è riportato alla vescica
natatoria.
La secrezione di ossigeno nella vescica natatoria richiede una
diminuzione locale del pH del sangue affinché avvenga il suo rilascio
da parte dell’emoglobina. Nei vasi sanguigni irroranti la ghiandola del
gas avviene la glicolisi che origina due molecole di acido lattico per
ogni molecola di glucosio. Inoltre il carbonato acido di sodio
(NaHCO ) presente nel sangue viene scomposto in Na, O e CO . Il
3 2
sodio riduce la solubilità dell’ossigeno (fenomeno del salting out), che
viene quindi convogliato nella vescica natatoria.
La vescica natatoria è costituita, dall’interno verso l’esterno, da:
A. tunica interna:
a. epitelio, con cellule ciliate e cellule prive di ciglia;
b. lamina profonda;
c. strato muscolare liscio o muscolaris musosae;
B. tunica esterna:
a. tonaca sottomucosa, uno strato di connettivo elastico
che può essere impregnato di cristalli di guanina, che
conferiscono impermeabilità ai gas;
b. strato muscolare striato;
c. tonaca sierosa, che produce ittiocolla, per non far
riassorbire il gas alle cellule epiteliali.
La vescica natatoria non ha esclusivamente funzione idrostatica.
In alcuni pesci essa è collegata all’orecchio interno da una serie di
ossicini del Weber. Le onde sonore sono in grado di comprimere i gas
contenuti nella vescica e gli ossicini del Weber sono articolati tra di Confronto sull’origine di polmoni e
loro per mettere in correlazione la pressione nella vescica natatoria vesciche natatorie. 1, faringe; 2 e 3,
con quella dell’orecchio, fungendo da idrofono. vescica natatoria; 4, dotto pneumatico
(fisostomi); 5, abbozzo dei polmoni; 6,
abbozzo della trachea
Vescica natatoria come polmone
Tra gli Ittiopsidi viventi la vescica natatoria ha funzione
respiratoria solo in Polypterus e nei Dipnoi.
La vescica natatoria nei Dipnoi è in realtà un polmone: è irrorata
da un vaso derivante dal sesto arco branchiale, come l’arteria
polmonare dei Vertebrati a vita subaerea. Inoltre deriva da
un’estroflessione ventrale dell’intestino, similmente ai polmoni e
diversamente dalla vescica natatoria idrostatica.
Apparato Respiratorio 17
Tetrapodi: il polmone
I Vertebrati terrestri necessitano di una membrana respiratoria
umida dato che l’ossigeno deve essere in soluzione per poter
diffondere nel sangue. Inoltre devono evitare il collasso degli organi
respiratori nell’aria, che è meno densa dell’acqua. Per questo motivo
i polmoni contengono solitamente setti interni che aumentano la
superficie della membrana respiratoria e forniscono il sostegno
necessario.
L’efficienza del polmone è molto inferiore a quella delle branchie
in quanto nell’espirazione il polmone non viene mai completamente
vuotato, per cui rimane al suo interno aria ricca di CO che si
2
mescolerà con l’aria pura della successiva inspirazione. Inoltre lo
scambio tra aria e sangue non avviene controcorrente.
I polmoni derivano da un diverticolo della parete ventrale della
faringe. Tale diverticolo si allunga caudalmente e si divide in due lobi.
I polmoni sono organi pari, anche se alcune for