Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Mandibolare
La ghiandola mandibolare, mista, è posizionata ventralmente alla parotide, nello spazio
intermandibolare internamente ad essa; è costituita da due lobi (craniale e caudale) e presenta un dotto
mandibolare profondo che si apre ai lati della caruncola sottolinguale. È innervata dal facciale, tramite il
ganglio mandibolare.
Sottolinguali
Le sottolinguali variano tra le specie; e possono essere monostomatiche (presentano un unico dotto
escretore) e/o polistomatiche (presentano più dotti escretori). Queste originano in maniera
indipendente, venendosi poi a trovare vicine: tale affermazione è giustificata dal fatto che non
producono lo stesso tipo di saliva (altre scuole di pensiero le considerano invece come 2 parti della
stessa ghiandola); in ogni caso comunque sono a secrezione mista, variano inoltre le quantità e
ovviamente le componenti chimiche del secreto.Le ghiandole sottolinguali, miste, sono:
sottolinguale monostomatica (assente nel Cavallo): presenta un singolo dotto escretore; costituita
da due lobi:
lobo caudale: presenta il dotto sottolinguale maggiore che si apre (distintamente o
o anastomizzandosi con il dotto mandibolare) a livello di caruncola sottolinguale;
lobo craniale: presenta 4-5 dotti sottolinguali minori che si fondono al dotto sottolinguale
o maggiore;
sottolinguale polistomatica (spesso assente nel Gatto): presenta più dotti escretori; costituita da
molti lobi.
Sono innervate dal facciale, tramite il ganglio sottolinguale.
Zigomatica
La ghiandola zigomatica, mucosa, è situata tra l’arcata zigomatica e la periorbita (solo nel Cane,
corrispondono alle ghiandole buccali dorsali).
È innervata dal glosso-faringeo, tramite il ganglio otico.
Struttura
La parotide, la sottomandibolare e la sottolinguale sono tubulo-acinose composte a composizione
lobulare. Vi troviamo adenomeri secernenti, dalla forma di acini oppure semilune ed un complicato
sistema di dotti escretori, in cui si distinguono, in ordine crescente in calibro:
dotti intercalari;
- dotti intralobulari o striati;
- dotti interlobulari o salivari maggiori.
-
Gli acini possono essere sierosi o mucosi. Nel primo caso si tratta di cellule a secrezione proteica ed
hanno il citoplasma occupato da quantità variabile di granuli di zimogeno (proenzimi); nel secondo caso
si tratta di cellule muco produttrici. Le semilune invece sono sempre formate da cellule sierose.
La parotide, ghiandola tubulo-acinosa composta, prevalentemente sierosa. Produce granuli di zimogeno
(proteici, precursori di enzimi digestivi); iniziano la digestione dei glucidi. La capsula della parotide invia
piccoli setti profondi che la dividono in lobuli. Cellule mio epiteliali (MyC) avvolgono gli acini. Una ricca
rete capillare circonda gli adenomeri e i dotti escretori I dotti striati (SD) presentano tantissimi
mitocondri disposti a colonna lungo l’asse maggiore delle cellule dei dotti. Queste cellule servono per il
trasporto dell’acqua e il riassorbimento del sodio.
La mandibolare è una ghiandola tubulo-acinosa composta, formata da acini sierosi e acini mucosi. Le
cellule mucose bordano il lume, mentre le semilune sierose (del Giannuzzi) si trovano alla periferia. Le
ghiandole sottolinguali sono prevalentemente mucose negli Erbivori, miste nei Carnivori. La ghiandola
zigomatica è una ghiandola mucosa. Parotide - Mandibolare
Denti
Immediatamente dietro alle labbra incontriamo i denti, organi preposti alla triturazione degli alimenti,
presenti sia sull’arcata mascellare sia sull’arcata mandibolare ed infissi negli alveoli. I denti derivano in
parte del mesoderma (nella loro componente di dentina, la parte più profonda) e in parte
dall’ectoderma (nelle loro componenti di smalto che riveste la corona, e cemento che riveste la radice, le
più superficiali).
Nell’embrione in stadi precoci dello sviluppo, dall’epitelio che riveste le future arcate alveolo dentarie si
distaccano cordoni cellulari che si addentrano nella lamina propria a costituire le creste dentarie. Da
queste si sviluppano le gemme dentarie, che formeranno i denti. Le cellule si dispongono in modo da
formare un calice aperto verso il polo profondo; nel suo interno il tessuto mesenchimale si addensa a
costituire la papilla del dente.
Il calice dentale è costituito da due lamine epiteliali, tra cui è compresa la polpa dello smalto: dalla lamina
interna si differenziano cellule che producono lo smalto (adamantoblasti o ameloblasti). Al di sotto di
questa, nella papilla, si raccolgono gli odontoblasti, cellule che si dispongono in un unico strato e
formano la dentina (smalto e dentina sono contigui). Lo smalto viene a chiudere a cavità della polpa e a
sviluppo completato le due lamine scompaiono con la masticazione. La dentina è un particolare tipo di
tessuto osseo, in quanto non include i corpi cellulere degli odontoblasti, ma solo loro prolungamenti. La
dentina neo formata non è calcificata (predestina); la cementazione e avviene per formazione di sali di
calcio negli spazi tra le fibre collagene.
Con il progredire dello sviluppo, il dente si porta sulla superficie dell’arcata dentaria, la corona erompe e
la radice, circondata da dentina, viene avvolta da tessuto mesenchimale che costituisce il sacco dentario,
da cui origina il cemento, tessuto osseo povero di cellule e ricco di fibre collagene. Questi sospendono il
dente alla parete dell’alveolo (paradonto) e ancorano la radice all’alveolo (periodonto). A sviluppo
ultimato resta nel dente una cavità occupata dalla polpa ricca di vasi e fibre nervose.
Nei mammiferi la dentizione avviene in due fasi: incisivi, canini e premolari della dentatura decidua
vengono sostituiti dai denti permanenti (i molari sono denti monofisari, ci sono solo come permanenti).
Questi si sviluppano dai da nuove gemme dentarie originate dai residui delle creste dentarie.
Nel dente possiamo dunque distinguere 3 porzioni:
- porzione infissa nell’alveolo, ossia la radice. Ce ne rinviene una singola per i denti semplici e più
di una per i denti composti. Risulta rivestita da cemento, che ha la funzione di ancorarla
all’alveolo ed è per questo più esile e sottile dello smalto.
- porzione esposta, la corona. Risulta rivestita da smalto, più resistente e robusto del cemento
vista la sua funzione di triturazione e i continui attriti a cui è sottoposta.
- porzione intermedia, il colletto. È la parte inframezzata alla corona e alla radice, nel vivente è
posta sotto la gengiva, che a questo livello vi si poggia soltanto, senza aderirvi con un
legamento.
Nella porzione profonda del dente si rinviene la dentina, la componente più abbondante e la meno
resistente, di colore giallognolo (contrariamente allo smalto che ne riveste la corona ed è bianco).
All’interno del corpo della dentina si rinviene il canale della polpa, ossia parte vitale del dente in cui si
rinvengono vasi e nervi, rivestito da un epitelio monostratificato. Questo produce dentina anche
nell’adulto, tuttavia tale produzione si riduce progressivamente fino ad annullarsi: gli odontoblasti
vanno incontro ad apoptosi. Il canale è più esteso nel cucciolo, meno nell’adulto. I nervi (molto sensibili)
si innestano in profondità nella dentina, e qualunque sia lo stimolo che ricevono restituiscono una
sensazione dolorifica (non a caso il primo sintomo di una patologia dentale è l’interruzione volontaria
dell’alimentazione).
L’apice del dente è chiamato superficie di occlusione, è quello che a bocca chiusa contatta e coincide con
il dente corrispondente dell’arcata opposta. Con l’avanzare dell’età e dell’usura la superficie di
occlusione si espande, mostrando sempre più dentina circondata dallo smalto
negli animali si hanno 2 dentizioni, che differiscono per il numero, la forma e la dimensione dei denti:
1) da latte o transitoria.
2) definitiva.
Gli animali domestici si distinguono in:
A) brachiodonti: una volta manifestata la dentizione definitiva, i denti possono solo ridursi in
altezza e larghezza a causa dell’usura; è la situazione tipica dei carnivori, Maiale e Uomo. Nella
cavità della polpa si ha la deposizione di dentina secondaria, che ne riduce la grandezza. La
corona, già di per sé poco sviluppata, è sempre meno alta con l’avanzare dell’età.
B) Ipsodonti: i denti continuano a crescere anche con l’avanzare dell’età; è la situazione tipica degli
erbivori e roditori, ma anche delle zanne di maiale. La corona rimane sempre molto alta,
elevandosi progressivamente dalla radice per compensare l’usura; la superficie di occlusione
presenta un margine irregolare (ancora più irregolare nei denti composti) ricco di infundiboli,
cioè invaginazioni del margine e della parete del dente totalmente ricoperte di smalto.
Con l’usura scompare sempre più lo smalto dell’apice e cambia la forma della corona: nel giovane essa è
ellissoide, nell’adulto e nel vecchio è progressivamente più rotondeggiante. Un metodo grossolano per
la valutazione dell’età dell’animale è l’osservazione della forma dei denti.
Anche le pareti esterne della corona, in cui si approfondano gli infundiboli, sono molto irregolari: l’usura,
contrariamente a quanto si pensa, rende ancora più irregolare il margine della superficie di occlusione.
Procedendo rostro-caudalmente, si avranno: incisivi e canini (denti semplici); premolari e molari (denti
composti, più voluminosi). I molari sono assenti nella dentizione da latte e appaiono solo nella
dentizione definitiva. Gli incisivi sono 3 per ciascuna semiarcata (ad eccezione del bovino, in cui sono 4 )
e hanno ciascuno un nome specifico; in senso medio-laterale: picozzo, mediano, cantone (nel Bovino
sono semplicemente indicati come i1, i2, i3 e i4). Il canino non sempre è presente, e molte volte la sua
presenza è legata al sesso: il maschio in genere presenta i canini, la femmina no (regola solo talvolta
applicabile al Cane, quasi sempre invece al Cavallo).
Lo spazio fra i canini e i premolari (o se non presenti i canini, fra gli incisivi e i premolari) è chiamato
diastema o barra: corrisponde alla zona in cui si fa pressione per aprire lo bocca dell’animale e dove,
negli animali in cui si utilizza, vi si appoggia il morso. Nei Ruminanti non ci sono incisivi superiori, ma un
margine unico che sostituisce i denti: cercine o cuscinetto dentale, ricoperto da un epitelio fortemente
cheratinizzato. Ciò non influenza la prensione del cibo, dal momento che essa negli erbivori è assolta
dalle labbra e dalla lingua. Inoltre gli erbivori presentano una disposizione degli incisivi più obliqua
rispetto a quella dei carnivori.
Per valutare nel complesso tutto l’apparato dentario di una specie animale, si utilizz