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Il contributo dell'antropologia economica allo sviluppo: funzionalismo e marxismo

Società primitive, divenute nel tempo Paesi in via di sviluppo, rappresentano uno dei campi di analisi e di studio più controversi e, forse per questo, più stimolante per sociologi, antropologi, economisti. Il vasto settore che si apre conduce alla scelta, pur se limitata, di due principali correnti di pensiero dell'antropologia che meglio rappresentano gli approcci teorici e metodologici al tema dello sviluppo.

L'antropologia economica di stampo funzionalista

Due sono gli autori ai quali è necessario fare riferimento per l'antropologia funzionalista, che in Inghilterra si affermò anche come antropologia sociale: Radcliffe-Brown e Malinowski.

Il primo dei due autori divenne capostipite di una scuola di pensiero anglosassone, proprio a seguito della partenza di Malinowski per gli Stati Uniti. Un parallelismo lega i due antropologi: le istituzioni economiche

Sono infatti strutture funzionali per Radcliffe-Brown, e risposte funzionali destinate a soddisfare i bisogni dell'uomo per Malinowski. Quest'ultimo, attraverso l'analisi funzionale di ogni aspetto della cultura, era riuscito a conferire una oggettiva scientificità alle discipline sociali, e in particolare all'antropologia culturale. È noto come questa scuola antropologica si contraddistingua per la predilezione nei confronti di una ricerca sul campo e di un contatto diretto con i fenomeni culturali: solo l'osservazione partecipante, infatti, permetterebbe all'antropologo di coglierne appieno il senso.

L'opera celeberrima di Malinowski "Argonauti del Pacifico Occidentale" è incentrata sulla descrizione di uno scambio cerimoniale noto col nome di Quest. Questa pratica, per diversi aspetti vero e proprio rituale, consiste in uno scambio di collane e conchiglie rosse e braccialetti di gusci bianchi, che arriva a coinvolgere

Spazialmente isole e arcipelaghi anche molto distanti tra loro. Sulla base dello studio di questo fatto sociale, Malinowski può confutare la tesi circa l'esistenza di un "comunismo primitivo", ovvero l'incarnazione nei selvaggi di un moderno. Da qui deriva una delle idee cardine del homo oeconomicus. Funzionalismo: ogni fenomeno culturale assolve specificatamente ad una funzione, in questo caso non solo la tutela e il rinvigorimento dei rapporti tra individui o gruppi, ma anche la possibilità di praticare scambi di beni economici, seppur d'importanza subordinata. La realtà oggetto d'analisi hanno descritto un sistema organico forse inatteso: 'incontro tra realtà economiche eterogenee permetteva alle comunità economicamente autosufficienti, quanto alla sussistenza primaria, di scambiare eventuali sovrapproduzioni con produzioni di tipo mercantile, così da ottenere quei prodotti che non potevano essere fabbricati autonomamente.

Le varie forme di integrazione generate da questo tipo di fenomeno risultavano essere, nella pratica, sostanzialmente equilibrate, sebbene la posizione ricoperta dai sistemi mercantili rimanesse sullo sfondo. Le caratteristiche alla base del "dono" come fatto sociale restavano, infatti, inalterate: il precetto convenzionale del dare - ricevere - ricambiare, tripartizione che suggella quel principio di reciprocità descritto da Mauss, non veniva minimamente scalfito dalla contaminazione tra tipi di economia anche differenti. Per Radcliffe-Brown, a differenza di Malinowski, non è tanto la cultura che assolve la funzione di rispondere ai bisogni dell'uomo, quanto la organizzazione strutturale della società. L'osservazione attenta degli abitanti delle isole Andamane, sulla costa della Birmania, permette di riscontrare una divisione naturale del lavoro, che risponde alle capacità fisiche e psichiche degli isolani, anche nel rispetto delledifferenze di genere. I rapporti parentali sono, nel contesto più esteso, l'elemento regolatore della organizzazione economica. In generale, le relazioni strutturali che si stabiliscono fra i componenti della società non mutano con il mutare della personalità o degli individui stessi, in quanto sono le relazioni stesse ad essere il soggetto funzionale del sistema sociale. È dall'integrazione sociale, stabilita tramite le culture, che prendono vita anche quelle componenti economiche, che contribuiscono a garantire l'equilibrio e la continuità delle unità funzionali. L'economia assume, per Radcliffe-Brown così come per Malinowski, un significato funzionale, ed è solo un diverso angolo visuale a rivestirla di un ruolo che, da un lato determina la produzione e la circolazione dei beni, dall'altro è invece determinato dallo scambio e dalla produzione di beni e servizi. Il funzionalismo storicizzato di

R. Thurnwald

Muovendo da metodologie funzionaliste l'etnologo austriaco Thurnwald (1869-1954), propone un modello di cosiddetto "funzionalismo storicizzato", e si preoccupa di eventuali effetti discorsivi causati da predisposizioni e personalità del ricercatore. L'importanza attribuita alla dimensione temporale nella conoscenza e nello studio dei fenomeni sociali diviene rilevante attraverso una relazione biunivoca: così come le culture necessitano del proprio tempo di riferimento per essere colte nella propria interezza, allo stesso modo la riuscita dell'indagine etnologica può dipendere anche da una consistente regolarità temporale dell'osservazione da parte dell'etnologo.

Un approccio così attento alla peculiarità di ogni cultura, permette ben presto a questo studioso di cimentarsi in un'analisi più profonda dei sistemi economici. Il 1940 è l'anno di pubblicazione di

“Antropologia africana”, dove viene affrontato il tema delle economie cosiddette arcaiche, entro le quali Thurnwald riconosce all’economia primitiva il carattere effettivo di manifestazione culturale, e segmento assolutamente non trascurabile dell’apparato fenomenologico sociale. In realtà ciò che rileva a seguito della comparazione tra economie primitive (dirette, poiché sprovviste dello strumento della moneta, e ridotte quantoa dimensioni e relazioni produttive interne) ed economie acquisitive (scambi permessi dalla moneta e complesse interrelazioni tra vari settori produttivi), è che le prime risultano arricchite da valori e logiche altre, di cui proprio l’economia di mercato risulta essere sprovvista, o meglio povera. Anche per questo autore la sfera economica delle popolazioni primitive si lega ai rapporti di parentela, e in queste società esiste una economia parziale e collettiva, che riesce a preservare il singolo –

partecipazione della comunità – dalla fame. In altre parole è come se nelle comunità non si riscontrasse alcun senso della miseria, pur essendo riconosciuta l'importanza della ricchezza. L'antropologia economica marxista L'influenza esercitata dal marxismo sul pensiero intellettuale occidentale non ha risparmiato l'ambito delle scienze sociali, l'etnologia in particolare. L'osservazione partecipante e l'apparato concettuale etnologico avevano privilegiato inizialmente una prospettiva di analisi sincronica, dando maggior rilievo alla struttura sociale e alla funzionalità delle istituzioni sociali. Così le società erano apparse esclusivamente come un fine in sé, come un insieme integrato e stabile: da qui era scaturito l'interesse di alcuni etnologi per l'economia, analizzata però attraverso categorie come il dono. In prima analisi sembrerebbe quindi essere esistito una sorta diincompatibilità tra ragione etnologica e pensiero marxista. Tuttavia, un buon numero di etnologi divennero col tempo sempre più critici verso i presupposti teorici del funzionalismo, e ostili in particolare al netto rifiuto, fino a quel momento prevalente in dottrina, di considerare la storicità della società umana, analizzata nella sua universalità. Proprio la potente portata innovativa, scaturita da un mutamento storico come il processo di decolonizzazione, stimola con problematiche del tutto nuove i ricercatori, che ora non possono più accontentarsi di considerare il loro oggetto di studio come vivente fuori dal tempo. Come è noto il marxismo si era qualificato inizialmente come una filosofia della storia, incentrata sulla lotta di classe quale mezzo per superare le vecchie forme di società. La peculiare prospettiva d'analisi, applicabile anche al campo etnologico, è quella materialista, secondo cui relazioni della produzione.e forse produttive sono i fattori determinanti del gruppo sociale, e delle sue trasformazioni. La società viene dunque studiata essenzialmente come un modo di produzione. La prima critica nei confronti dell'approccio antropologico classico si sostanzia contro il carattere smaccatamente euro-centrico, riscontrabile ad esempio nella gerarchia tracciata dall'evoluzionismo. Gli esponenti francesi di questa nuova antropologia marxista si trovano così a compiere percorsi diversi, senza mai formare una vera e propria scuola. In questi studi viene meno l'interesse per lo studio dell'evoluzione generale della società, a vantaggio di un'analisi centrata sulla dinamica delle relazioni economiche e sociali all'interno di società particolari, e sulla coesistenza di diversi sistemi di produzione in seno ad una stessa formazione economica e sociale, con riferimenti diretti al contesto coloniale o neocoloniale. L'antropologia di Meillassoux e

Godelier e la situazione coloniale di Balandier

Le istanze di giustizia sociale all'origine dei movimenti di decolonizzazione e, conseguentemente, le questioni politiche che queste sollecitano, hanno certamente rinvigorito l'interesse per il marxismo.

Meillassoux (1925-2005) e Godelier (1934) sono indicati come le figure di spicco dell'antropologia di ispirazione marxista. Questi due teorici avanzano delle idee assai differenti sul legame che sussiste tra la dottrina di Marx e lo studio delle società primitive, pur condividendo il medesimo interesse per il materialismo storico. Contrariamente a Godelier, per cui l'antropologia marxista diverrà nel tempo una sorta di esercizio teorico, Meillassoux si impone da principio come un ricercatore sul campo, interessato agli studi di africanistica. Egli si occupa delle trasformazioni contemporanee del mondo, e la sua antropologia viene definita come marxismo critico. Nell'"Antologia economica dei Gouros"

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della Costa d'Avorio", cheMeillassoux pubblica nel 1964, si ha a volte l'impressione che non riesca a dare un riscontro

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
40 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ruini Maria.