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UNA METAIDEOLOGIA DELLO SVILUPPO
Paradigma altruista=lo sviluppo ha per oggetto il bene altrui sviluppo connotazione morale.
Paradigma modernista= lo sviluppo implica progresso tecnico ed economico sviluppo
connotazione evoluzionistica e tecnicistica.
La metaideologie nasconde che lo sviluppo è al contempo un mercato (=circolano beni, servizi e
carriere - venduti progetti, slogan, politiche, hardware e software) e un’arena (diversi attori sociali
si affrontano). L’aiuto umanitario è diventato un mercato in cui le ONG si fanno concorrenza e
rivaleggiano fra loro. I diversi attori sociali si affrontano per il potere, l’influenza, il prestigio, la
notorietà o il controllo sugli altri. N.B. ogni concezione altruistica ed evoluzionistica dello sviluppo
rischia di omettere questi aspetti.
LE INFRAIDEOLOGIE:RAPPRESENTAZIONI
Infraideologie= rappresentazioni complementari (1) 0visione della società cosi come sono (2) come
dovrebbero apparire.
Tipi di infraideologie:
Rappresentazione di come i pensatori o gli esperti dello sviluppo sperano che la società da
1. sviluppare possa diventare società da edificare, es. modello della società americana,
modelli socialisti o società autogestite.
Società da sviluppare così come essa è ad esempio oggi la percezione delle popolazioni
2. contadine africane come primitive e arretrate è stata screditata nel discorso pubblico e non
trova più un’espressione universitaria, ma continua a strutturare implicitamente le
rappresentazioni di numerosi operatori dello sviluppo (stranieri e nazionali), malgrado le
loro parole e i loro scritti diano diverse
Esistono molti altri tipi di rappresentazioni possiamo evidenziare 5 idealtipi sullo sviluppo rurale
CINQUE STEREOTIPI
La “comunità” rurale consensuale
L’individuo si fonda e si dissolve con la comunità= mito del collettivismo tradizionale. Lo sviluppo
comunitario che si manifesta attraverso le farmacie di villaggio, cooperative e associazioni rurali
coincidono con le vecchie amministrazioni coloniali. La valorizzazione sistematica del collettivo di
villaggio è un aspetto fortemente ideologico di tradizione cristiana e socialista (esperienza
anglosassone community development). Gentil ha ricordato come le cooperative in Africa siano il
prodotto di un intervento dello stato sui contadini raramente sono l’espressione di un contesto
egualitario. L’ideologia del consenso del villaggio nasconde molteplici divisioni e gli antagonismi
che strutturano le campagne africane e le organizzazioni collettive che ne risultano: contraddizioni
basate sullo status (uomini e donne, anziani e giovani), competizioni legate alla produzione o al
potere e anche rivalità interpersonali tali da mettere in gioco reti formali o informali (vicinato,
parentela, amicizia e cameratismo). La maggior parte delle società rurali africane era già fortemente
gerarchizzata e individualizzata. In questo contesto, gli interventi esterni sono fatti da gruppi o da
intermediari in loco che non rispettano il gioco dei potenti e aprono nuovi orizzonti e spazi.
Il contadino “piccolo imprenditore” individuale
Imprenditore individuale – il contadino responsabile della coltivazione di un fondo mosso dalla
razionalità del profitto corrente neoliberista categoria del contadino pilota. L’inadeguatezza di
questa figura in Africa è data dai molteplici livelli decisionali che caratterizzano le campagne
africane. Chi sovraintende alla coltivazione (contadino-pilota) rappresenta un livello fra gli altri, al
pari del villaggio o dell’associazione contadina. La maggior parte delle decisione operative nel
settore economico vengono assunte da determinati individui provenienti da livelli diversi del
villaggio mobilitazione di diverse solidarietà che fanno appello a molteplici interessi. Popkin
critica idealizzazione dell’economia morale contadina il contadino è descritto come un investitore
che persegue profitti individuali (economici o politici) e che sottopone ogni azione collettiva a un
calcolo personale del rapporto costi-benefici. Leadership= guadagno. In sintesi, credenza che
l’inserimento di un’economia moderna dominata da una logica della redditività e del profitto
implichi un imprenditore che rompe con le solidarietà tradizionali.Durkheim, Weber e Polanyi
concezione società contemporanea= regolata da meccanismi economici e organizzativi, che
dipendono dal mercato o dallo stato, i quali farebbero interagire attori sociali indipendenti e
razionali che massimizzano il loro profitto (calcoli monetari) e la loro efficacia (criteri funzionali e
astratti) in realtà al cuore delle imprese multinazionali occidentali i fattori economici sono posti
continuamente a confronto con quelli non economici. N.B. Africa deve essere analizzata come il
resto del pianeta, sbarazzata da ogni illusione comunitarista e considerata come un continente dotato
di attori sociali moderni. La modernità, l’ingresso nell’economia mondiale, la ricerca del profitto, le
logiche economiche, la mercificazione (=commodification) corrispondono al clientelismo, la
costruzione di reti personali, le spese ostentatorie, gli investimenti identitari o le pratiche
distributive.
Il mondo contadino e il suo tradizionalismo
Superstizioni, costumi, mentalità vengono invocati in maniera ricorrente e routinaria per spiegare il
ritardo, l’inerzia e le resistenze delle popolazioni contadine davanti alle iniziative di sviluppo. Si
rimprovera agli attori dello sviluppo di aver ignorato i fattori culturali (aspetto tradizionali). Si
ignora come l’innovazione, il sincretismo e il prestito culturale siano sempre stati presenti nelle
società rurali africane. In città come nelle remote campagne la regola è trasformazione, adattamento
e cambiamento. Si riconosce che le società locali detengono culture e saperi ricchi complessi, ma si
tende a rinchiuderli in una visione atemporale, passatista e patrimoniale. Illusione di tradizionalità
può essere imputata alla combinazione di due processi: - ciò che non è moderno corrisponde
all’Africa ancestrale; -- atavismo culturale (fenomeni contemporanei come la corruzione, il
nepotismo, sono legati ai processi di formazione delle moderne classi dirigenti africane e alla
metamorfosi della costruzione e della degradazione dello stato postcoloniale).
Il mondo contadino sottomesso, passivo
Le società rurali vengono schiacciate dai meccanismi economici contemporanei e asservite al
mercato mondiale. Le analisi marxiste sull’imperialismo hanno alimentato e teorizzato questa
visione miserabilista del mondo contadino. Meillasoux ha sviluppato delle relazioni fra comunità
domesticherurali ed economia capitalistica dovute alle migrazioni più o meno temporanee verso le
città imperialismo trae beneficio da una rendita in lavoro ottenuta attraverso la produzione e
riproduzione di lavoratori precari che il capitalismo utilizza a basso costo nel settore minerario e
industriale. N.B. occorre paradossalmente che i capitalisti prevengano l’estensione del capitalismo
nelle zone rurali che forniscono manodopera. Inoltre, la rotazione della manodopera si ottiene
attraverso la discriminazione che privando il lavoratore migrante della previdenza sociale e della
certezza del lavoro, lo costringe a tornare nel paese. Nella teoria di Meillasoux si cogliono due
aspetti: (1) constatazione empirica= persisterebbe un vasto settore rurale di autosussistenza retto da
rapporti di produzione domestici e precapitalistici; (2) ipotesi basata su un ragionamento casuale=
permanenza strategia dell’imperialismo. N.B. Meillasoux sottovaluta le trasformazioni avvenute
nelle zone rurali, ignorando i tentativi coloniali e postcoloniali di sviluppare colture d’esportazione.
Le migrazioni= prodotto di dinamiche interne, effetto delle strategie locali dei giovani contadini che
mirano a porre un freno alle politiche statali. In questo caso i meccanismi di dominazione vengono
interpretati come un complotto da parte di un sistema economico. Questa tesi dimentica i margini di
manovra di cui i piccoli imprenditori(migranti) dispongono, le loro capacità di adattamento e
d’improvvisazione, le forme di resistenza passiva o di deviazione di cui le politiche pubbliche sono
state oggetto nel momento in cui si insediavano nel mondo rurale.
Il mondo contadino “indomito”, restio, ribelle
Economisti morali= i contadini si rifiuterebbero di entrare nel mercato moderno e si rifugerebbero
nell’autosussistenza e nell’antiche solidarietà resistendo all’influenza dello stato e dell’economia
moderna. Hyden coniato espressione economia dell’affetto, sottotitolo della sua opera annuncia tesi
centrale l’economia contadina africana tradizionale non è stata catturata, dominata, trasformata e
assorbita dal capitalismo. Il modo di produzione contadino precoloniale è inserito in un sistema di
solidarietà, di scambi e di obbligazioni morali fondato su legami affettivi della parentela,
dell’alleanza o della residenza tali da offrire a tutti una rete di sicurezza e un’assicurazione contro i
rischi. Quest’economia rimane incentrata su una logica della sussistenza riuscendo a sottrarsi ai
tentativi di controllo da parte dello stato e di inquadramento da parte delle istituzioni dello sviluppo.
modo contadino= produzione continua a essere strutturata dalla legge di sussistenza piuttosto che da
quella del valore. N.B. Africa i contadini non sono autonomi dallo stato e capaci di autosussistenza,
la loro integrazione nei circuiti di scambio legati all’economia moderna è frutto del loro operato. I
contadini sono a conoscenza delle logiche mercantili, il perseguimento degli utili e l’uso delle
istituzioni moderne. L’economia morale= l’economia contadina precapitalistica ammette le
contraddizioni interne e le disuguaglianze sociopolitiche. Scott si riferisce ad un mondo contadino
dominato da relazioni clientelari, i patrons= signori aristocratici e altri nobile che regnavano nelle
campagne, pretendevano tributi onerosi ma garantivano ai contadini un livello minimo di
sussistenza, riconoscendo un numero di garanzie collettive e rispettando il safety-first principle
(=sicurezza prima di tutto). La scomparsa di questa rete di sicurezza, della dissoluzione delle
relazioni di clientela a vantaggio di un’economia capitalistica che fa insorgere resistenze contadine.
Scott delinea le componenti principali delle resistenze contadine (= defensive strategies of the
peasants): le strategie di elusione (=evasive reactions)(furberie contadine, le frodi e le
dissimulazioni). Rischio di Scott resistocentrismo= intraprendere una decodifica sistemica
attraverso tempi e luoghi delle molteplici forme di resistenza dal basso di fronte al potere e allo
stato, senza preo