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Con questo termine si indica il nucleo che che tra il VII e il VI sec. a.C diede forma alla tragedia. In
origine anche il coro tragico come tutte le altre pratiche coreutiche si teneva nell'orchestra
dell'agorà.
I suoi membri ( tradizionalmente erano 50 poi diventarono 12-15 cittadini ateniesi), danzavano e
ballavano mascherati mimando anche quello che stavano raccontando. Molto presto oltre al ballo e
al canto vennero introdotti anche degli intermezzi recitati a sola voce ( hypocritès) che aveva il
compito di rispondere al coro.
Un altro spazio non cantato si inseriva durante le pause corali per raccontare gli avvenimenti
secondari che non venivano esplicitamente rappresentati dal coro ( rhèsis). Il solista va ad occupare
una parte di spazio diversa da quella del coro.
L'attenzione del pubblico a questo punto è bifocale. L'attore solista non indossò da subito la
maschera (che era tipica del coro), ma con il passare del tempo vengono create delle altre tecniche
tipo il colorare la pelle o l'utilizzo di foglie sul volto che andavano a creare un personaggio sempre
più distinto dal coro. Con il complicarsi della maschera andava a formarsi sempre più un carattere
del personaggio complesso che finisce con il prevalere sul coro. L'ambientazione scenica era scarna
e semplice. Le funzioni del coro sono due: anticipatrice e ammonizione. Il coro non agisce
direttamente nel dramma, ma fa da mediatore tra il pubblico e l'attore.
2. Il teatro di Dioniso : Atene V sec. a. C.
2.1 L'istituzione del rito politico
Il teatro fiorisce nell'epoca più rosea della civiltà ellenica. Sin dal principio era legato alla
celebrazione del dio Dioniso. Si caratterizzava come un'attività pubblica strettamente legata al
funzionamento dello stato. Il teatro era dunque non solo un fenomeno religioso, ma anche politico.
→ metafora per descrivere l'esperienza umana in generale
Le feste di Dioniso
Anzitutto occorre descrivere la divinità. Dioniso era un dio complesso, legato alla vite, all'ebbrezza,
l'estasi e alla follia. Il culto sembrava connesso alla sovversione dell'ordine sociale prestabilito
dall'eliminazione di ogni differenza tra uomo, dio e ferinità. Dioniso è spesso associato a figure si
aspetto caprino (i satiri) che ballano in balia dell'ubriachezza e dell'appetito sessuale.
Il dio è spesso venerato in forma di maschera con gli occhi fissi installato su di un palo → lo
sguardo fisso del dio sugli uomino → rappresentazione mimentica.
Proprio per l'incantesimo che porta la maschera dionisiaca questa divinità è risultata la più giusta
per incarnare lo spirito del teatro.
Atene elabora un vero e proprio sistema festivo in onore di questo dio, si trattava di cerimonie
civiche fissate che coinvolgevano tutti i cittadini ateniesi.
Le Piccole Dionisiache avevano luogo tra dicembre e gennaio e vi partecipava l'intero corpo
sociale. Avevano luogo in ogni piccolo quartiere ( demo) della città. Si svolgevano attraverso delle
pratiche rituali quali: processione di falli il vino, canti osceni e giochi. Il momento più importante di
tutta la celebrazione erano gli agoni scenici.
Tra le altre celebrazioni a Dioniso troviamo le Lenee, Antesterie.
Le più imortanti rimangono comunque le Grandi Dionisiache .
L'organizzazione degli spettacoli nelle Grandi Dionisiache: gli agoni drammatici
Le Grandi Dionisiache prendevano luogo alla fine di Marzo ed erano una festa che riguardava tutta
la Grecia. La scelta della stagione primaverile era legata alla possibilità di riaprire i mari per la
navigazione.
La festa era gestita direttamente dallo Stato attraverso l'arconte eponimo (quello che dava il nome
all'anno in corso) e si celebrava in presenza non solo dei cittadini, ma erano ammessi anche
stranieri, meteci e alleati. La festa durava circa sei giorni e si apriva con un corteo durante il quale
la lignea di Dioniso veniva portata in processione tra i suoi due tempi. La parte più importante della
festa era indubbiamente l'agone drammaturgo.
Pisistrato nel 534-531 a.C istituisce l'agone tragico, quello comico venne inserito circa dopo 50
anni. Chiunque volesse partecipare doveva presentare 3 tragedie e un dramma statiresco ( la
tetralogia tragica); era compito dell'arconte quello di assegnare a tre autori un coro. Ogni coro era
finanziato da un ricco cittadino ( corego) , che in questo modo assolveva ad un dovere pubblico e se
ne guadagnava i meriti e l'ammirazione.
Ad ogni coro veniva assegnato anche un maestro che aveva il compito di prepararlo alla
competizione. Al primo giorno di gara “tutte le compagnie” si presentavano al pubblico con gli
attori e il coro e la presenza del corego.
1° giorno: processione sacrificale per Dioniso. Gli efebi trasportavano la vittima sacrificala ( il toro)
seguiti dagli attori, il coro e il pubblico.
2° giorno: cerimonia inaugurale che dava il via al concorso. Il teatro veniva purificato con il sangue
di un maialino, venivano mostrati i tributi di Atene per gli alleati. Il teatro era aperto anche agli
orfani ai quali era riservato un posto d'onore in prima fila. Purificato il teatro si procedeva con la
creazione della giuria attraverso un'estrazione pubblica.
I tre giorni seguenti erano dedicati al concorso vero e proprio, ogni giornata era dedicata alla
tetralogia di un autore.
2.2 I generi drammaturgi
I generi del teatro sono 3: tragedia, commedia e dramma satiresco. La tragedia e il dramma
appartengono ad un unico ambito drammatico che attinge dal mito. Mentre la commedia è un
genere a sé che si occupa del mondo dell'uomo alcune volte anche contemporaneo alla narrazione.
La tragedia
E' un genere serio e alto che ha l'obiettivo di educare la città provocando diversi sentimenti quali il
terrore e la pietà. La tragedia non solo si focalizza sul mito, ma attraverso questo cerca di insegnare
a superare le situazioni di crisi. Lo schema drammaturgico prevede la presenza di diverse parti:
prologo: spiegazione dei fatti
– parodo: entra l'orchestra e parte il canto d'entrata
– stasimi: sono i successivi canti del coro, che vanno a separare le diverse parti della
–
narrazione
sticomitia: dialoghi serrati tra gli attori
– epilogo: battute di chiusura della tragedia
– esodo: uscita del coro
–
Non in tutte le tragedie troviamo tutte le parti, vediamo che con il tempo si è perso l'uso del prologo
e il ruolo del coro cambia costantemente.
Il dramma satiresco
Viene rappresentato a seguito delle tre tragedie ed è composto dallo stesso autore. È definibile
come una tragedia scherzosa, con gli stessi personaggi ma con un coro di satiri guidati dal loro capo
Sileno. Non è ancora precisa la funzione che avesse il dramma satiresco per i greci; probabilmente
serviva a ricordare il legame dei cittadini con il dio. Probabilmente il dramma satirersco viene
sostituito dalla commedia, al termine delle tre tragesia dopo la guerra del Peloponneso.
La commedia
La conoscenza che ad oggi abbiamo della commedia greca è legata all'opera di Aristofane, l'unico
autore del quale ci sono pervenuti i drammi per intero → solo attraverso la lettura dei suoi testi ci è
stato possibile ricostruire la struttura e i principi alla base della commedia.
La commedia raggiunse il suo apice unendo comicità e immaginazione. Le parti fondamentali della
commedia sono due:
parabasi : sfilata del coro con il canto di versi mordaci
– agone: dialogo in forma contesa tra protagonista e antagonista
– esodo: uscita dalla scena come nel caso della tragedia.
–
Eschilo → della sua opera rimangono solamente 7 titoli: i Persiani, Sette contro Tebe, Supplici,
Orestea ( trilogia composta da Agamennone, Coefore e Eumenedi) e il Prometeo Incatenato.
Eschilo visse nel periodo della massima fioritura dell'egemonia ateniese. Partecipò attivamente alla
vita pubblica da soldato in due battaglie ( Maratona e Salamina) → la partecipazione a queste
guerre è stata essenziale per l'ispirazione drammaturga. Infatti le esperienze di vittoria sul
potentissimo nemico, il nuovo dinamismo sociale e politico resero centrali nella sua opera gli
interrogativi sul destino umano e il rapporto tra ordine degli degli → nelle sue opere il volere degli
dei è superiore al volere dell'uomo che non può fare niente se non rimettersi a questa condizione
( principio generale di dike).
Nei drammi eschilei il coro è ancora legato alla sua antica funzionae pedagogica; nella sua opera la
parola ha un valore “magico” perchè contiene e veicola l'essenza delle cose.
Importante è la scelta del linguaggio che risulta musicale e evocativo.
Innovazione importante di Eschilo è quella di aver portato gli attori del dramma a due con la
conseguente parte nell'opera di interazione tra i protagonisti e scambio diretto di battute. L' unica
opera intera di Eschilo arrivata a noi è l' Orestea, presentata nelle Grandi Dionisiache del 458 aC →
la trilogia dell'Orestea si basa sull'assassinio di Agamennone di ritorno dalla guerra di Troia, da
parte della moglie Clitemnestra aiutata dal suo amante Egisto. Oreste, figlio di Agamennone
vendica il padre uccidendo la madre. In questo modo si mette in circolo una continua
“maledizione” che porterà tutte le persone della famiglia di Agamennone ad essere punite e
perseguitate. La colpa originaria è riconducibile al padre di Agamennone che sacrificò i figli del
fratello Tieste (Egisto era l'unico sopravvisuto); ma anche lo stesso Agamennone che sacrificò la
figlia Efigenia.
Sofocle (497-406 a C) → 7 tragedie arrivate integre a noi: Aiace, Antigone, Trachinie, Edipo re,
Elettra, Filottete, Edipo a Colono e anche la metà di un dramma satiresco.
Nelle sue tragedie il protagonista assoluto diventa l'uomo che nell'azione svolge il suo destino →
azione che genera il destino tragico (insolubile per definizione, anche di fronte alla verità non si può
fare altrimenti). → c'è una reinterpretazione del posto dell'uomo nel mondo.
Il personaggio anche se protagonista del dramma non è analizzato psicologicamente, si impara a
conoscerlo attraverso l'azione.
Il contrasto tra azione e valori si vede nell'interazione tra attore è coro.
L'eroe è da solo di fronte al suo destino, il coro può solo commentare le sue scelte senza interferire
con esse.
A Sofocle si attribuiscono anche grandi innovazioni tecniche nella struttura della tragedia:
invenzione della scenografia, l'aumento del numero dei coreuti,introduzione del terzo attore,
rinuncia alla trilogia unitaria, ma crea tre storie distinte.
L' ope