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INDICAZIONI EVENTUALI DI LETTURA

Un esempio di analisi tipica dell'antropologia culturale (distinta dall'antropologia filosofica):

- Marshall Sahlins, L'economia dell'età della pietra: scarsità e abbondanza nelle società primitive, Bompiani.

- Con riferimento all'età contemporanea: Marshall Sahlins, Un grosso sbaglio. L'idea occidentale di natura umana, Elèuthera.

LEZIONE 2 - GEOGRAFIA E STORIA.

Hegel, p. 70 e p. 89 (allegato)

Non dobbiamo stimare la natura né troppo né troppo poco (p. 70)

Appartiene all'essenza stessa della storia l'attività di mettere in contatto quel che la natura mantiene separato (p. 89). G.W.F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, Laterza.

Ritter, Europa, 1804 (allegato)

La geografia deve trattare l'uomo < dapprima all'interno della rete di relazioni ecologiche in cui si trova, e poi deve considerarlo secondo i suoi rapporti morali e intellettuali: religione.

[Erziehung], Stato e governo> (1804)
Carl Ritter, Europa: ein geographisch-historisch-statistisches Gemähl […], Frankfurt amMayn, 1804-1807, 2 voll.
SPIRITO E NATURA Hegel, p. 70 e p. 89 (allegato)
Ritter, Europa, 1804 (allegato)
Ritter, collegaberlinese di Hegel e noto geografo, sottolinea l’importanza nell’antropologia entro la geografia. La presenza dell’uomo sulla terra crea ambienti non solo trasformando la natura inorganica ma producendo mondi materiali e spirituali mediante la religione, l’educazione e la formazione, la cultura e l’amministrazione statuale e giuridica delle comunità.
Infatti allo sviluppo diacronico corrisponde una galleria di figure antropologiche determinate sul piano geografico, che muove da est a ovest (da oriente a occidente) e da sud a nord, imperniata sulla complementarità dei tre continenti allora meglio noti: Asia, Africa ed Europa, uniti e messi in relazione dal bacino del Mediterraneo, che
come tutti i mari è il medium per eccellenza tra uomini che vivono isolati. In tal senso è utile il contributo della demografia che traccia le variazioni in quantità e in qualità della presenza umana in rapporto ai territori ed alla loro differente configurazione fisica e antropica. Ad esempio un conto è la presenza passiva (ma non per questo trascurabile) di quelli che Hegel chiamò popoli senza storia (in genere i popoli dell'estremo oriente), un altro conto è quando questi popoli entrano attivamente in contatto con altri nella storia: ciò che determina una nuova condizione per l'intero pianeta e per l'intera umanità, in quanto se ne forma una globalizzata o universalizzata. Ad esempio la Cina, che a partire dalla guerra dell'oppio con l'Inghilterra a metà Ottocento è coinvolta nella storia moderna dove oggi si è conquistata un posto rilevantissimo. Del pari rilevanti sono i sistemi ei media materiali e immateriali che collegano fittamente individui, popoli, gruppi, nazioni e Stati tra di loro. Sin dall'antichità fiumi e mari e più recentemente le reti di ogni ordine e grado: elettronico, energetico, infrastrutturale, linguistico. Ciò che indebolisce sempre di più le barriere che nella storia pure si sono dilatate e che separano individui e comunità, talora opponendoli con la guerra. Queste valutazioni implicano l'unità originaria del genere umano e con essa la capacità di esso di imparare dalla natura esterna e dagli altri uomini, nonché di selezionare e tramandare le migliori competenze per avanzare verso il meglio, non su base familiare, tribale, genealogica, etnica, nazionale o statuale, ma annullando all'occasione in parte o del tutto le distinzioni naturali vere o apparenti (come è quella di razza) e producendo ambienti spirituali e fisici nuovi, appositamente creati (ad esempio con.l'uomo per trasformare la natura è il lavoro. Attraverso il lavoro, gli uomini creano oggetti utili per la loro sopravvivenza e sviluppano le loro capacità intellettuali. Ma il lavoro da solo non basta. Gli uomini hanno bisogno di organizzarsi in società per poter vivere in modo più soddisfacente. Questa organizzazione sociale si basa su regole e istituzioni che permettono la convivenza pacifica e la cooperazione tra gli individui. L'arte politica è l'arte di creare queste regole e istituzioni. Attraverso l'arte politica, gli uomini inventano Stati, imperi, federazioni, entro cui un maggior numero di esseri umani è in grado di riconoscersi e di realizzarsi secondo libertà e uguaglianza. Questo processo di creazione di Stati e civiltà è lungo e complesso. Richiede la fusione di uomini e tradizioni diverse. Come accadde per i greci antichi o per gli europei moderni, popoli e civiltà sono entrambi il risultato di un processo secolare di fusione tra uomini e tradizioni diverse. La natura e la storia dell'uomo sono strettamente legate. La natura fornisce un certo modo di vivere che sembra immutabile, ma la storia dell'uomo dimostra che i diversi modi di vivere di uno stesso popolo o di popoli diversi possono cambiare nel corso del tempo. A partire da una condizione data, che all'inizio è determinata in grande misura dall'ambiente e dalla lotta con le condizioni esterne di vita, gli uomini trasformano la natura inorganica e se stessi mediante il lavoro manuale e intellettuale. Creano ambienti più confacenti alla vita individuale e collettiva. Il lavoro è il primo degli strumenti di cui si servono gli uomini per trasformare la natura. Ma il lavoro da solo non basta. Gli uomini hanno bisogno di organizzarsi in società e di creare regole e istituzioni per vivere in modo più soddisfacente. Questo è l'obiettivo dell'arte politica.per crearsi un ambiente più idoneo alla sopravvivenza è lo Stato, ossia una serie di relazioni organizzative burocratiche e giuridiche che ordinano la vita collettiva. Seguono la religione (nella forma di rappresentazione degli dèi ad opera della fantasia e non come oscuro timore della divinità) e una società differenziata al suo interno sulla base della divisione del lavoro (dapprima in caste, poi in classi, in ceti). La natura umana già in queste prime fasi di sviluppo tende a integrarsi sempre di più in un organismo collettivo, condividendo leggi e costumi. D'altronde questo processo tende anche a far emergere aspetti individuali e soggettivi, pur in forma ancora molto grezza. Ad esempio la soggettività onnipotente dell'imperatore in Cina (unico libero dinanzi ai molti sudditi), oppure (in India) una certa capacità immaginativa di creare figure divine, con forme variopinte e sensuali, con le quali si crede di poter.avere qualche somiglianza (a differenza dei culti puramente animistici che si rivolgono alla natura inorganica). Dare troppo alla natura significherebbe trascurare il dinamismo che si esprime nelle attività umane privilegiare la conservazione del modo tradizionale di essere e di vivere. Dare ad essa poco vorrebbe dire sopravvalutare la volontà e l'intelligenza umana senza che queste siano accompagnate da una certa libertà e da una certa diffusione, ma vorrebbe dire anche non stimare nella giusta misura il peso delle tradizioni e del passato che sui "popoli senza storia" grava molto. INDICAZIONI EVENTUALI DI LETTURA - Un esame aggiornatissimo delle reti collegano il mondo globale (con utile apparato iconografico): Parag Khanna, Connectography. Mapping the global network revolution, Penguin Random House. Traduzione italiana: Connectography: le mappe del futuro ordine mondiale, Fazi. - Un saggio sul legame tra universalizzazione di uomo e società ecrescita della popolazione: Massimo Livi Bacci, Il pianeta stretto, Bologna, Il Mulino.

Una delle molte analisi condotte con i moderni strumenti della genetica per rivedere la nozione tardo-ottocentesca di razza: Luigi Luca Cavalli Sforza, Geni, popoli e lingue, Milano, Adelphi

LEZIONE 3. L'UOMO ORIENTALE - (PRIMA PARTE)

Hegel, p. 87 (allegato)

In Asia è sorta la luce dello spirito e così pure la storia mondiale (p. 87)

G.W.F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, Laterza

Carta dell'Asia al 1808 (allegato)

In Asia Hegel osserva il primo sorgere dell'attività umana capace di costruire istituzioni etico-politiche (famiglia e Stato), che facilitino la convivenza collettiva e la promozione del benessere generale. 'Spirito' indica un primo prodotto del lavoro umano, e così sarà in seguito, con prodotti sempre più complessi e raffinati (imperi, democrazie, persone giuridiche, soggetti liberi, e così via).

La storia mondiale indica non la storia generale (la somma delle storie particolari dei diversi popoli), bensì il percorso creativo che lo spirito (ossia la specie umana) segue per cercare forme di governo e di organizzazione sempre migliori. La storia mondiale (o universale) non implica tutti i fatti storici, ma è una accurata selezione delle invenzioni che pur essendo dovute a popoli diversi divengono poi patrimonio dell'intera specie umana: non diversamente dall'invenzione dell'amigdala nel paleolitico o dalla domesticazione del fuoco. Ad esempio l'uomo cinese produce lo Stato, che poi, pur con molti aggiustamenti, resterà per millenni l'organizzazione più efficace della più parte dei popoli e ora di tutti. L'uomo cinese è il suddito dello Stato unitario, prima forma di razionalità nella convivenza umana di masse numerose. I molti sudditi stanno dinanzi all'imperatore (unico libero) come privi di

autonomie dipendenti dalla volontà della legge, espressione della volontà del sovrano. La gerarchia mantiene questo ordine. La famiglia rispecchia l'ordine politico. Il padre è il capo della famiglia come l'imperatore è la volontà legislativa ed esecutiva dello Stato. Non c'è interiorità (volontà). Ad esempio le leggi non distinguono tra reati commessi intenzionalmente o colpevolmente e reati commessi senza dolo e senza colpa. Si segue la legge per paura della pena, per istinto di sopravvivenza. La razionalità è solo l'unità del principio legislativo che è da preferirsi all'arbitrio puro o all'assenza di leggi dove prevale sempre il più forte (come accade nelle popolazioni nomadi guerriere: i mongoli degli altipiani). Saggezza e intelligenza coltivata permettono di orientarsi e di amministrare con metodo la convivenza sociale. Lo Stato si esplica nella burocrazia dei

funzionari (mandarini), che opera come un meccanismo, rispettando gerarchie e competenze. Quando qualcosa lo intralcia, viene eliminato. Prevalenza della razionalità strumentale e dell'intelletto sulla sensibilità, sul sentimento, sulla fantasia, sulla religione.

Confucio, Dialoghi, XII 19 (allegato).

"La virtù del nobile [e dell'imperatore] è simile al vento, quella dell'uomo dappoco all'erba. Quando il vento soffia, l'erba inevitabilmente si piega."

Confucio, dialoghi XII 19

Carta della Cina come Stato unitario dominato da una sola etnia (allegato).

L'uomo indiano è diverso. L'India non è un unico Stato bensì è composta di molti regni retti da sovrani indipendenti, ciascuno con la propria legge, ciascuno con il proprio esercito, ciascuno con il proprio popolo, ciascuno con le proprie tradizioni. Non si ha (come in Cina) una massa di sudditi tra di loro uguali (sebbene non liberi),

Bensì la società si articola come luogo di esplicazione dell’uomo (non in quanto cittadino ma in quanto svolge una determinata attività: governo, guerr
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher met94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Bordoli Roberto.