Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Antropologia filosofica Pag. 1 Antropologia filosofica Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia filosofica Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LEZIONE 3. L'UOMO ORIENTALE (PRIMA PARTE): Hegel, p.87 - in Asia è sorta la luce dello spirito e così pure la storia mondiale(p.87)

G.W.F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, Laterza.

Carta dell'Asia al 1808 (allegato)

L'Asia è in ordine cronologico, il primo continente che produce qualcosa di spirituale, è infatti il punto di partenza, Cina ed India, dove s'intravede un barlume di civilizzazione (rapporto imperatore-sudditi), con la comparsa della legge.

In Asia Hegel osserva il primo sorgere dell'attività umana capace di costruire istituzioni etico-politiche (famiglia e Stato), che facilitano la convivenza collettiva e la promozione del benessere personale.

"Spirito" indica un primo prodotto del lavoro umano e così sarà di seguito, con prodotti sempre più complessi e raffinati (imperi, democrazie, persone giuridiche, soggetti liberi e così via).

La storia mondiale indica non la

La storia generale (la somma delle storie particolari dei diversi popoli), bensì il percorso creativo che lo spirito (ossia la specie umana) segue per cercare forme di governo e di organizzazione sempre migliori. La storia mondiale (o universale) non implica tutti i fatti storici, ma è una accurata selezione delle invenzioni che, pur essendo dovute a popoli diversi, divengono poi patrimonio dell'intera specie umana: non diversamente dall'invenzione dell'amigdala nel paleolitico o dalla domesticazione del fuoco. Ad esempio, l'uomo cinese produce lo Stato, che poi, pur con molti aggiustamenti, resterà per millenni l'organizzazione più efficace della parte dei popoli e ora di tutti. L'uomo cinese è il suddito dello Stato unitario, prima forma di razionalità nella convivenza umana di masse numerose. I molti sudditi stanno dinanzi all'imperatore (unico libero) come privi di autonomia e dipendenti dalla volontà della legge.

espressione della volontà del sovrano. La gerarchia mantiene questo ordine. La famiglia rispecchia l'ordine politico. Il padre è il capo della famiglia come l'imperatore è la volontà legislativa ed esecutiva dello Stato. Non c'è interiorità (volontà). Ad esempio le leggi non distinguono tra reati commessi intenzionalmente o colpevolmente e reati commessi senza dolo e senza colpa. Si segue la legge per paura della pena, per istinto di sopravvivenza. La razionalità è solo l'unità del principio legislativo che è da preferirsi all'arbitrio puro o all'assenza di leggi dove prevale sempre il più forte (come accade nelle popolazioni nomadi guerriere: i mongoli degli altipiani). Saggezza e intelligenza coltivata permettono di orientarsi e di amministrare con metodo la convivenza sociale. Lo Stato si esplica nella burocrazia dei funzionari (mandarini), che opera come un

meccanismo, rispettando gerarchie e competenze. Quando qualcosa lo intralcia, viene eliminato. Prevalenza della razionalità strumentale e dell'intelletto sulla sensibilità, sul sentimento, sulla fantasia, sulla religione. [l'essere umano è dotato dei cinque sensi e spesso si dice che ci sia un sesto senso interno rappresentato dai sentimenti. L'uomo cinese è privo di questo senso interno: nel sistema di leggi cinesi non è riconosciuta infatti la differenza tra reato volontario e reato colposo (privo di volontà). Non c'è distinzione perché l'uomo cinese non è concepito come uomo fornito di volontà libera, esso agisce come una macchina, ciò che conta è il risultato, si giudica solo dai fatti.] L'antropologia dell'uomo cinese è basata sul concetto che la volontà libera del soggetto non esiste! Non tengono conto di avere a che fare con l'uomo dotato di

una propria volontà libera. Confucio, Dialoghi, XII 19 (allegato)

La virtù del nobile [e dell'imperatore] è simile al vento, quella dell'uomo dapoco all'erba. Quando il vento soffia, l'erba inevitabilmente si piega.

Carta della Cina come Stato unitario dominato da una sola etnia (allegato).

Questa cartina geografica illustra il periodo in cui si costituisce l'impero cinese sull'etnia Han, il confine etnico è rappresentato da popolazioni di ordine turca e di origine cinese, soprattutto di etnia Han.

In Cina c'è un gruppo omogeneo, per leggi e costumi, detto HAN che rappresenta la maggioranza dell'etnia cinese. Nel territorio cinese, oggi come allora (la grande muraglia fu costruita per non far entrare i mongoli) la pace viene raggiunta nella nostra età ellenistica, III, IV sec. a. C. (inizia con la morte di Alessandro Magno e termina con la morte dell'ultima sovrana, Cleopatra d'Egitto). Quando la

La dinastia HAN comincia a dominare il paese, diviene il centro del paese, per tale ragione secondo Hegel, la Cina è il primo paese che produce il TIPO UMANO CIVILE in quanto STATO REGOLATO DA LEGGI. Si tratta del più antico della terra (anche se in realtà sembra che l'Egitto abbia una storia più lunga) e questo lo nobilitava quindi si caratterizza per essere uno stato AUTOCRATICO (dominato da un re che è sopra le leggi) però regolato dalle leggi. L'uomo cinese è il SUDDITO che deve ubbidire alle leggi imperiali altrimenti ci sono delle pene: non esistono i processi, esistono i giudici (sono mandarini) che giudicano chi viola la legge, lo stato cinese è il prodotto costruito dalla Cina nel percorso dell'umanità (prodotto spirituale). L'uomo cinese è suddito sotto un re imperatore, allora di fronte all'unico uomo libero (il re) tutti gli altri sono uguali (ugualmente sudditi): stato autocratico.

edugualitario. L'India invece propone un modello di un uomo del tutto diverso. Ci sono molti regni, non c'è un centro, anche perché l'India è colonizzata. Si tratta tuttavia di una colonizzazione particolare poiché lasciava il potere a chi già lo aveva, cioè al re locale (MARASHA') i quali venivano soltanto affiancati dai colonizzatori. L'India non è un paese unito, ugualitario e non basato su leggi, cosa apporta quindi l'India all'umanità moderna? L'India da origine all'idea di società. La Società, in quanto organizzazione umana, che non è né del governo né della famiglia ma è UN LUOGO DEL LAVORO in cui ci si è ORGANIZZATI IN CASTE, ovvero in gruppi omogenei distinti per professione. Il sistema catastale indiano vigente ancora oggi. La Società è un prodotto etico-politico (natura-spirito). Il sistema catastale indiano secondoHegel è suddiviso in quattro livelli: 1. Aristocratici: uomini liberi (superiori o brahamini); 2. Guerrieri: dediti alla guerra (come gli aristocratici); 3. Lavoratori manuali: semilibertà (lavorano per il signore); 4. Paria: fuori caste (considerati "cose", esseri non umani). L'uomo indiano è diverso. L'India non è un unico Stato bensì è composta da molti regni retti da sovrani indipendenti, ciascuno con la propria legge, ciascuno con il proprio esercito, ciascuno con il proprio popolo, ciascuno con le proprie tradizioni. Non si ha (come in Cina) una massa di sudditi tra di loro uguali (sebbene non liberi), bensì la società si articola come luogo di esplicazione dell'uomo (non in quanto cittadino ma in quanto si svolge una determinata attività: governo, guerra, lavoro manuale e così via) ed essa è castale. La nascita determina diritti e doveri (non scritti) dall'inizio della vita alla

morte: tra le caste non vi è il passaggio a differenza che tra le classi. Prevalenza della natura sulla cultura. A differenza che in Cina, dove l'arte etico-politica aveva generato una prima rozza forma di Stato. Tuttavia la fantasia è libera, a differenza del corpo. Accanto e dentro la società castale come articolazione di funzioni produttive, nasce la rappresentazione religiosa che si figura gli dei con tratti sensibili e immaginosi. Prevalenza dell'immaginazione sul pensiero astratto e sull'intelletto. L'uomo crea oltre ad una società, la raffigurazione degli dei, la prima forma moderna di religione, pur mancando uno Stato unitario come in Cina.

Raffigurazione vivace e immaginosa di Brahma, Visnu e Shiva: i principali tre dei indiani (allegato).

L'India apporta due contributi alla storia mondiale: in primo luogo le Caste (la società. L'organizzazione) ed in secondo luogo la religione. L'India viene definito come il

paese della fantasia. Infatti la religione indiana, è una religione della fantasia (immagini allegate): da sx a dx troviamo Brahma il Dio supremo, poi Visnu e Shiva. Tutte le rappresentazioni indiane appaiono come film o fumetti. La fantasia produce l'immaginazione degli dei (con 8 braccia, 4 gambe, ecc..). l'arte, per la prima volta, rappresenta la religione. Quindi l'apporto alla storia e alla figura umana dell'India è la capacità dell'uomo di rappresentare gli dei e di immaginarli, insieme alla capacità di articolare una ista sociale dipendente dal governo e dallo stato, una società civile.

Due carte dell'India: non omogenea politicamente e colonizzata (allegate). Mentre cinesi e indiani per Hegel sono popoli senza storia, in quanto vivono entro le medesime condizioni da millenni (la Cina entrerà nella storia con la guerra dell'oppio a metà del XIX secolo e l'India con l'estensione

Dellacolonizzazione inglese). Nell'impero persiano come nelle civiltà urbane che in essi fioriscono (ad esempio Babilonia, Ninive, Bagdad), l'uomo appartiene ad un popolo ma all'impero appartengono molti popoli che vivono in pace sotto l'unico signore. I popoli convivono nonostante lingue, culture e religioni differenti che mantengono. Vige la tolleranza etica e religiosa.

La Persia: la persia presenta una realtà eterogenea, si tratta di un brulicare di popoli diversi le cui storie s'intrecciano. Diversamente dalla Cina e dall'India la Persia è il primo regno definito storico, ovvero facente parte del passato ormai, nato e decaduto. La Persia entra a far parte della filosofia della storia per la nozione d'impero: esso si estendeva dall'Egitto all'Afghanistan. Il centro dell'impero era di fatto la Persia, il dominio si manifestava nella sola riscossione dei tributi, i popoli restavano per lo più nella loro.

autonomia culturale – politica– religiosa. Questa è la c
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher met94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Bordoli Roberto.