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La ricerca sulla società a cavallo tra montagna e città
Gli studi su questa società vengono intrapresi da persone che avevano origine in montagna, ma che avevano vissuto in città ed erano quindi a cavallo di due mondi. Si vuole creare un dialogo tra la realtà contadina e quella urbana, anche per ricercare una collocazione personale e le proprie origini. Ci si riaggancia a ciò dopo la crisi della Sinistra, perché i punti di riferimento ideologici cambiano. La ricerca popolare si basa sulla rivalutazione del folclore e sul tentativo di salvare gli oggetti che restano. Questi ultimi non avevano più una funzione, perché erano stati sostituiti da altri più moderni, quindi diventano reperti, testimonianze di una cultura e per questo si inizia a creare dei musei etnografici, che nascono in un modo un po' dilettantistico, con poche spiegazioni o percorsi, a volte come dei depositi. Le persone nate in contesti rurali creano dei musei nel loro paese d'origine, ma non sempre questi vengono.percepiti così da chi effettivamente ci vive, questo perché queste persone avevano una concezione "alta" del museo e non capivano perché vi si mettessero tali oggetti vecchi. Chi continuava a vivere quella realtà non aveva congelato quel passato, non aveva bisogno di affermare l'identità di contadino, perché la viveva ogni giorno, lo faceva solo con strumenti più moderni, mentre chi non sentiva più tale identità cercava di ricostruirla e vi attribuiva delle connotazioni positive. Visitare un museo contadino era come fare un tuffo in un passato non così remoto, ancora nella memoria, era un museo fatto di oggetti quotidiani e non artistici, non si voleva creare una narrazione, ma solo una testimonianza. Alcuni di essi erano legati alla specificità del posto, non al contesto rurale, ovvero al mestiere in cui si specializzava ogni vallata e che veniva svolto d'inverno quando ci si spostava. In questi
Nei musei si raccontava un pezzo di storia locale, un'esperienza specifica. Nell'ideazione del museo però, spesso non c'era rapporto con la comunità, ma era fatto da esterni. In alcuni casi si è coinvolta la gente chiedendo se avessero oggetti da donare, in questo modo si è creata una riflessione sul proprio passato, dare qualcosa al museo voleva dire valorizzarlo, dargli valore e andarlo a vedere esposto dava appagamento. Esso diventa, così, espressione della comunità e viene creato a essa. Se l'oggetto è accompagnato da un video o dalla voce di un contadino che racconta, assume un ruolo diverso, di testimonianza più suggestiva, si crea un'atmosfera che riporta ad una certa realtà, si evocano delle sensazioni. L'oggetto può diventare un'icona per evocare una realtà, in questo modo il museo torna ad essere una narrazione, che può essere anche didattica. Si tratta di un museo.
che conosciamo oggi sono state inventate in un determinato momento storico. Non sono qualcosa di eterno o immutabile, ma sono il risultato di scelte e decisioni prese da individui o gruppi di persone. Le tradizioni possono essere create per vari motivi, come la creazione di un senso di identità o l'affermazione di un potere politico o sociale. Spesso le tradizioni vengono inventate per dare un senso di continuità e stabilità in un mondo che sta cambiando rapidamente. Ma è importante ricordare che le tradizioni possono anche essere modificate o abbandonate nel corso del tempo, in base alle esigenze e alle circostanze del momento. Quindi, quando parliamo di tradizione, dobbiamo sempre considerare il contesto storico e culturale in cui è stata creata e come è stata influenzata nel corso del tempo.Hanno una lunga storia passata?
Un esempio è dato dal kilt, il quale nasce in Irlanda nel 700 ed era inizialmente fatto con lana grezza, per poi diffondersi in Scozia ed essere creato con tessuto proveniente dal Belgio. Questo mostra che la tradizione può nascere da elementi non locali e non troppo lontani nel tempo, ma diventa importante per creare un simbolo e differenziarsi dagli altri, come elemento identitario.
La tradizione è qualcosa del presente che viene proiettato sul passato, si costruisce a ritroso il proprio passato per legittimare il presente. Per esempio, nasce prima il nazionalismo della nazione, perché essa esista ci vuole qualcuno che la immagini e a questo punto occorre modificare il passato per legittimarla, se si riescono a convincere le masse nasce la nazione. Secondo Renan la nazione esiste fino a che crediamo che esista, è un plebiscito quotidiano. La tradizione spesso è basata su finzioni, su cose che servono al presente, si parla
di filiazione inversa, perché l'oggi reinventa il passato, è tradizionale perché serve a noi oggi. Anche l'arte subisce influenze e contaminazioni che entrano nella tradizione locale. Cibo, musica e meticciato Il cibo viaggia tramite i commerci e i trasporti per poi combinarsi con altri cibi di altri luoghi. La filosofia alla base dello "Slow food" è quella di legare un piatto tipico ad un luogo e ad una tradizione, inaugurando l'idea di turismo enogastronomico. Spesso la tradizione è legata all'uso e non al fatto che il cibo sia autoctono, spesso è meticcio, perché le ricette contengono ingredienti non locali, frutto di viaggi e combinazioni con quelli del posto. Avere una specialità diventa un business e a volte essa viene anche costruita, cibi originariamente poveri vengono fatti diventare ricercati e si innescano anche battaglie giuridiche per avere un marchio DOP. Alcuni cibi diventano tipici di unposto anche se le risorse per produrli provengono da altrove, spesso i piatti hanno provenienze lontane, ma vengono resi noti in altri posti e per questo vengono connessi ad essi come tradizione. Si esalta la località anche quando non c'è, ma esiste nella percezione.
La musica è un linguaggio asemantico, è priva di un significato specifico, veicola emozioni, ma non è un dato oggettivo, è percettivo, per questo ha più possibilità di combinarsi in varie modalità. L'Africa ha colonizzato la musica pop grazie alla tratta degli schiavi, i quali si portano dietro i canti e la musica dell'Africa occidentale basata su di una scala pentatonica e che, tuttavia, era già meticciata, a causa dell'influenza dell'Islam nel modo di cantare. Nelle piantagioni americane, questi canti si adattano alle condizioni di dolore e fatica e nascono così il blues, il gospel e lo spiritual, che venivano accompagnati
dall'armonica a bocca o dalla chitarra, che non c'erano in Africa. La "Blue note" indica un modo di suonare che esprime tensione e tristezza. Gli schiavi vengono portati anche in altri paesi, dove la musica si contamina ulteriormente e nascono i ritmi afrocubani, la rumba e la samba, da un mix tra le sonorità africane e quelle locali. Negli USA arrivarono poi gli immigrati irlandesi, che portarono la musica folk, gaelica e celtica, la quale incontra il blues africano e da un'ibridazione nasce il folk americano, su cui si innestano testi diversi da quelli africani, con temi politici. Il blues accelerato e con cadenze su certe battute dà vita al Rock and roll, dove le parole sono usate solo per accentuare il ritmo e non hanno importanza di per sé. Il Jazz nasce dalla contaminazione dei "non-anglosassoni", ovvero degli immigrati ebrei, italiani e neri. Negli anni 20 e 30, negli USA nascono le orchestre jazz, composte da molti musicisti italiani,
Perché gli afroamericani percepivano il loro modo di suonare come più "nero", infatti il sud Italia ha sonorità simili a quelle arabe, a causa della colonizzazione, e cadenze blues. De André, per esempio, cantava innestando il dialetto su sonorità provenienti da altri posti. La tradizione è il culto del fuoco e non la contemplazione delle ceneri. La tradizione vive solo se la si sa rinnovare, altrimenti si perde, ma diventa pericolosa se la si usa per escludere e per una costruzione identitaria. Il Giuda elettrico. Bob Dylan vs. Theodor Adorno. A partire dagli anni '60 la generazione giovane diventa un soggetto sociale e politico, mentre prima di allora esisteva solo come potenziale militare, avviene una rivoluzione culturale, una rottura con la generazione precedente, specialmente a livello estetico. La generazione del dopoguerra mette in discussione dei valori consolidati tramite una svolta nella musica.
Nel cinema e nei costumi. Questi anni sono caratterizzati da scontri politici e ne è simbolo il discorso "I have a dream" di Martin Luther King del 1963 a proposito della lotta per i diritti, così come le proteste contro la guerra del Vietnam, che è la prima ad essere vista in diretta e che per questo cambia l'opinione pubblica statunitense, la quale si oppone ad un intervento che va contro ai valori proclamati dagli stessi USA. Un altro simbolo della lotta per i diritti è Mohammed Alì, campione dei pesi massimi che adottò questo nome rifiutando quello inglese di Cassius Clay. Egli rifiutò di andare a combattere in Vietnam quando venne reclutato e per questo venne condannato. Questi anni sono caratterizzati anche da un boom economico che dà inizio ad una società dei consumi, resa possibile da salari maggiori, con conseguente aumento degli acquisti e diffusione dei dischi, che diventano un prodotto di ampio consumo.
Tra i giovani e permettono alla musica di entrare nelle case. Con il femminismo si auspica la liberazione del corpo, che ha come simbolo la minigonna e con gli Hippies un ritorno alla natura. Prima degli anni 60, l'abbigliamento e la musica erano gli stessi per giovani e vecchi, ma in questo periodo il rock spacca le generazioni e diventa una colonna sonora che esprime il tumulto di questa generazione grazie ad artisti come i Beatles o i Rolling Stones con "I can get no satisfaction", che denunciano l'insoddisfazione di una generazione che non si sente a suo agio in quella realtà. Robert Allen Zimmerman (Bob Dylan) nasce nel 1941 nel Minnesota da una famiglia ebrea proveniente dalla Lituania e presto si trasferisce a New York, dove diventa un cantautore capace di esprimere il sentimento giovanile tramite le sue parole ed un'icona della canzone di protesta. Il 17 maggio del 1966, durante un concerto a Londra, mentre cantava "Like a rolling stone".
un uomo dal pubblico gliGiuda! “I don’t believe you”, “