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La concezione mentalistica della cultura

La definizione di cultura che ci interessa è stata fondata da Franz Boas ed è stata sviluppata dai suoi allievi. Per gli studiosi le culture sono forme specifiche, particolari, storicamente determinate di una modalità di essere, di un sistema o livello o dimensione della vita sociale che è propria di tutte le società: il sistema o livello, della cultura. La cultura viene definita dalla filosofia idealistica tedesca "concezione del mondo e della vita", cioè una realtà mentale, un modo di concepire, vedere, giudicare il mondo e se stessi nel mondo, un insieme di concetti e di valori, collegati a un linguaggio e organizzati secondo uno stile. È appresa da tutti gli individui attraverso il processo di inculturazione, è una realtà mentale e una realtà esterna, sociale. Nell'accezione della scuola antropologica boesiana, la cultura è una realtà.complessa: cultura sono le conoscenze e i valori che, insieme, costituiscono una realtà mentale socialmente elaborata e condivisa all'interno dei vari gruppi umani; e al tempo stesso, cultura è ciò che da forma ai comportamenti umani ed è incorporata in essi: è perciò una realtà sociale. Questa concezione di cultura concorda con quella di Tylor e si distacca dall'impostazione evoluzionistica. In questa prospettiva si precisano alcune implicazioni sul concetto di cultura: - L'universalità della cultura, viene messo in relazione con un dato proprio dell'anatomia, della fisiologia e della psicologia umane, vale a dire la regressione degli istinti nella specie umana al momento della nascita. L'importanza della cultura per la specie umana ha il suo fondamento proprio in questa carenza degli istinti, che in un certo senso la cultura rimpiazza. Possiamo intuire direttamente l'importanza di quel processo diquale si acquisiscono le norme, i valori e le tradizioni di una determinata cultura. L'inculturazione è fondamentale per l'individuo perché gli permette di adattarsi e di integrarsi nella società in cui vive. Durante l'inculturazione, la cultura diventa un'interfaccia tra la mente e il comportamento. Questo processo avviene attraverso l'apprendimento culturale, che è precoce e profondo per ogni individuo. È grazie a questo apprendimento che le culture sono relativamente stabili e svolgono la funzione di integrazione sociale. L'inculturazione spiega anche come si formano gli automatismi culturali, ovvero le risposte automatiche agli stimoli dell'ambiente naturale e sociale. Questi automatismi sono appresi precocemente e diventano reazioni semiconsce o inconsce, tanto che spesso le consideriamo "istintive". Inoltre, l'inculturazione è il processo attraverso il quale si strutturano e si stabilizzano le somiglianze culturali interne a una determinata società. Queste somiglianze consentono ai membri di quella società di interagire, comunicare e cooperare tra loro. Durante l'inculturazione, si acquisiscono anche le norme, i valori e le tradizioni che caratterizzano quella cultura specifica.quale si strutturano e sistabilizzano alcune diversità tra le diverse società. Contemporaneamente, all'interno di una stessa società la cultura non è appresa in modo uniforme da tutti i membri della società, ma a seconda di quelle che sono differenze caratteristiche della struttura sociale di ogni società, la cultura di un gruppo si articola in ciò che tutti sanno fare. Questa concezione della cultura ha contribuito a orientare l'antropologia verso lo studio delle diversità culturali interne a ciascuna società. Se la cultura è universale, se ogni società ha la sua cultura, allora ogni società può essere studiata dal punto di vista culturale, comprese le società complesse o sviluppate, o evolute. Questa concezione della cultura ha dato un contributo importante alla teoria dell'antropologia. L'idea dell'autonomia della cultura come fatto mentale vede la cultura.come se fosse completamente priva di condizionamenti da parte delle strutture produttive e dei livelli tecnici e tecnologici, dei modi di distribuzione e accesso alle risorse, dell'ampiezza e dove i gruppi si collocano, dei rapporti di forza e di potere all'interno dei gruppi, inoltre colloca le culture stesse al di sopra dei comportamenti degli individui e dei gruppi sociali, come se fossero le culture a determinare gli uni e gli altri. DEFINIZIONE DINAMISTA DELLA CULTURA Limiti della concezione mentalistica possono essere superati se si concepiscono le culture non come realtà date, ma come realtà prodotte anzi costantemente in fase di sviluppo. La definizione di cultura della concezione mentalistica è una definizione che non prendeva in considerazione i mutamenti culturali e i condizionamenti che c'erano tra cultura e vita sociale. Grazie agli antropologi di orientamento storicista-marxista e quelli interessati ai processi di comunicazione, èè importante sottolineare che la cultura non si limita solo alla lingua. La cultura comprende anche i diversi linguaggi utilizzati per comunicare, come ad esempio il linguaggio del corpo, i gesti, le espressioni facciali, la musica, l'arte e così via. La cultura è influenzata dalle dinamiche sociali e dalle condizioni materiali in cui si sviluppa. Ad esempio, la cultura di una comunità rurale sarà diversa da quella di una comunità urbana, poiché le condizioni materiali e sociali in cui vivono sono diverse. Inoltre, la cultura è il risultato dell'interazione tra gli individui all'interno di una società. Ogni individuo contribuisce alla creazione e alla trasmissione della cultura attraverso le proprie esperienze, le proprie conoscenze e i propri valori. Le culture possono essere diverse tra loro, ma presentano anche delle strutture interne comuni. Queste strutture includono il linguaggio, la concezione del tempo e dello spazio, le idee riguardanti il senso dell'esistenza umana, le conoscenze e i valori. È importante sottolineare che le culture sono in costante evoluzione e si influenzano reciprocamente. Le idee, le credenze e i valori di una cultura possono essere in contrasto con quelli di un'altra cultura, ma è attraverso il dialogo e lo scambio che si può arrivare a una maggiore comprensione e rispetto reciproco. In conclusione, la cultura è il significato e il valore che le azioni degli individui hanno come soggetti sociali agenti. La cultura tiene conto delle dinamiche, delle condizioni materiali e sociali in cui si sviluppa, e si esprime attraverso diversi linguaggi. Le culture possono essere diverse tra loro, ma presentano anche delle strutture interne comuni.

Devono impararle. Tutti gli esseri umani possono imparare qualsiasi lingua, se si danno circostanze adatte. Non c'è società umana che abbia la sua lingua; e le lingue sono diverse l'una dall'altra. Questo dipende dalla loro natura convenzionale. Le parole però non sono coppie delle cose. Sono insiemi costituiti da un certo numero di suoni articolati, che costruiscono quello che noi chiamiamo alfabeto, all'interno del quale ciascun suono è in relazione di diversità/opposizione con gli altri suoni che lo costituiscono. Questa relazione permette di distinguere un suono dall'altro; sulla base di questa distinzione, i suoni divengono portatori di significato. E si sono detti fonemi, vale a dire segni significanti di significato. Le regole della lingua si apprendono fin dalla prima infanzia. Un'altra caratteristica delle lingue è fondamentale: la loro natura eminentemente simbolica; che consente di usare le parole con se

stessero per le cose. La lingua non ci offre sono i sostantivi, mai verbi che permettono di pensare e dire le azioni, i processi, i tempi dell’essere e dell’agire; le preposizioni che permettono si pensare e dire le relazioni; gli avverbi e gli aggettivi. Inoltre qualsiasi lingua possiede precise regole di grammatica e di sintassi. Le lingue sono tante più adeguate a costruire e comunicare significati, in quanto sono realtà dinamiche. Le modifiche più recenti riguardano il vocabolario di una lingua, l’insieme delle parole che la compongono. Dalla lingua italiana parlata vanno scomparendo i modi del congiuntivo e del condizionale, sostituiti da quello dell’indicativo, specie nei tempi passati. Queste modificazioni della lingua sono, in genere, efficaci indizi, utili tracce di cambiamenti sociali, culturali, e persino politici in corso nella società in cui si parla quella data lingua. Di quei la grande importanza che ha, per l’antropologo,

La conoscenza della lingua del gruppo sul quale o con il quale vuole fare ricerca. Ciascuna società, oltre la lingua parlata, possiede altri linguaggi. Il primo e più importante di questi linguaggi è la lingua scritta; inoltre esistono il linguaggio dei gesti e delle posture del corpo, quello delle acconciature e decorazioni del corpo, quello degli abiti e dei gioielli indossati, quello degli emblemi, stemmi e insegne. Esiste anche un linguaggio degli oggetti, la cui presenza/assenza o collocazione in un determinato ambiente esprimono solo l'uso a cui l'ambiente è destinato, ma anche il senso e il valore attribuito a quell'uso da chi utilizza l'ambiente.

La lingua è un'invenzione umana e universale che rende gli esseri umani tutti simili e potenzialmente tutti in grado di comunicare; le lingue sono diverse, producono diversità e rendono difficile la comunicazione.

Le diversità linguistiche sono varie e di varia rilevanza ai

fini della comunicazione interumana. Naturalmente vi è l'ovvia diversità dei nomi differenti per cose uguali. Questa diversità è abbastanza facilmente neutralizzabile, per mezzo della traduzione, se a nomi diversi corrispondono cose uguali. Vi sono altre diversità significative tra le lingue, oltre a quelle lessicali. Nella sua struttura grammaticale e sintattica, ogni lingua è anche un sistema di definizione delle relazioni tra le cose che stanno al mondo. Tempo e spazio Le concezioni del tempo e dello spazio offrono un terreno di confronto tra le diversità delle culture umane. Li consideriamo come dei grandi contenitori che esistono in sé, in natura, e dentro i quali collochiamo le nostre azioni. In realtà, in natura non esistono lo spazio e il tempo umani: esistono l'alternarsi delle stagioni, l'alternarsi del buio e della luce, e la discontinuità dei corpi solidi; perché essi sono determinati dalle

condizioni complessive di ciascun gruppo umano. Tuttavia, per relativa esperienza che se ne fa, comunque la specie umana ha dovuto e deve fare i conti con l'alternanza del buio e della luce e con la discontinuità dei corpi solidi. Questa alternanza e discontinuità, per un verso, hanno riscontri diretti negli stati del corpo umano, come la veglia/sonno e attività/riposo; per un altro verso, gli usi che la specie ne fa, sia dell'alternanza giorno/notte sia della discontinuità spaziale, sono usi sociali e non individuali.

Il tempo sociale è tempo regolamentato sulla base di distinzioni tra tempi diversi destinati a attività diverse. Il diritto di regolare i tempi dell'intero gruppo sociale è una delle tante forme di esercizio del potere: i primi calendari furono infatti opera di una casta che deteneva il potere, la casta sacerdotale. I calendari permettono di distinguere un giorno da un altro giorno, raggruppandoli in settimane e

Formattazione del testo

mesi e anni, separando i giorni sacri da quelli profani. Con l'invenzione dei calendarisi stabilizzò probabilmente un'importante capacità

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A.A. 2008-2009
56 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.