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“ VERSO UN’ETNOGRAFIA DEL CONSUMO CULTURALE”

CAPITOLO 8:

1: LA TEORIA CRITICA

Una caratteristica fondamentale delle società industriali è la netta separazione tra sfera della produzione e

sfera del consumo. Gli oggetti di cui era popolata la vita quotidiana contadina definivano una sfera della

cultura popolare o subalterna,che includeva sia la produzione che il consumo. Nei contesti industriali

avanzati,la gran parte dei beni viene prodotta dall’industria e distribuita ai consumatori attraverso il mercato.

Ciò vale sia per i beni materiali che per quelli intangibili, gestiti tramite mezzi di comunicazione di massa. Il

riconoscimento delle differenza culturali deve passare sempre all’interno delle pratiche di consumo di massa:

non più in una sfera di produzione autonoma ma attraverso modalità di accesso al mercato,attraverso scelte

selettive dei beni,modi di fruirne,ecc.

Theodor W. Adorno,intellettuale tedesco di padre ebreo,fu costretto dal nazismo a rifugiarsi negli USA

la società dei consumi e l’industria culturale in uno stadio assai più avanzato di

nel1937, dove incontrò

quello europeo: apparentemente si trattava del trionfo della democrazia dove,la cultura che era

tradizionalmente riservata ad una stretta èlite, qui era disponibile per le masse grazie a tecnologie e al

mercato capitalistico. Ma agli occhi di quest’intellettuale, quella cultura era quanto più distante si possa

immaginare dalla grande tradizione europea: ne era di fatto una GROTTESCA CARICATURA. Il suo

di assoggettare totalmente l’individuo al sistema, modo forse ancora più efficace

contenuto reale era quello

di quel regime totalitario da cui il filosofo era scappato. Massimo esponente di spicco nella Scuola di

Francoforte, dove l’interesse era quello di studiare il modo in cui il dominio del sistema capitalistico

raggiunge l’interno della sfera soggettiva. Dopo l’esperienza americana è proprio il consumo della cultura di

massa che appare ad Adorno il principale canale di diffusione di una simile ideologia. Una teoria critica della

per mettere a nudo la “reale” natura di strumento del

società deve studiare la cultura popolare o di massa

dominio. Adorno si rende conto che i significati “nascosti” si celano nella struttura formale,più che nei

Dialettica dell’illuminismo

contenuti espliciti. Durante la guerra Adorno e Horkheimer scrivono dove

l’illuminismo sta per il corso della civiltà occidentale: la sua dialettica è il paradosso per cui la razionalità

volta a liberare gli esseri umani dal dominio della natura,finisce per volgersi in una nuova forma di

dipendenza degli individui che sono assoggettati a un potere che neanche percepiscono,nella società di

massa. Punti principali dell’argomentazione di Adorno e Horkheimer:

a) Le modalità meccaniche di produzione svuotano la cultura di massa da ogni reale tensione artistica

ed estetica;essa imita la vera arte in modo caricaturale,e propone gli oggetti in modo

illusorio,ripetendo modelli sempre uguali;

Questi modelli di fatto riproducono lo stesso ordine dell’ambito del lavoro e dell’organizzazione

b) economica(pur essendo presentati come divertimenti e tempo libero);

Per questo essi sono portatori di un’ideologia radicata non tanto nel contenuto esplicito dei film,ma

c) nella loro stessa forma e nei meccanismi commerciali della loro circolazione;

d) La cultura industriale,pretendendo di soddisfare le esigenze del pubblico,plasma costruisce e muta lo

stesso,sottoponendolo ad una pressione totalizzante che dà solo l’illusione di una maggiore

autonomia e libertà.

L’individuo si scioglie nelle masse,esaltate come quelle dei grandi raduni fascisti; l’esaltazione nasconde la

potenziale violenza verso chi non si adegua,quindi L’IMPOSSIBILITA’ DI AUTONOMIA INDIVIDUALE.

Adorno osserva come nell’idea della dipendenza dalle stelle si possa cogliere il riflesso di dipendenza da un

sistema economico politico,astratto e impersonale. Infatti affidandosi agli oroscopi gli individui rinunciano

si

ad una soggettività attiva rassegnano alla riduzione della propria vita a una serie di stereotipi rispetto ai

quali nessuna reale novità o cambiamento è possibile. Queste posizioni di Adorno sono il paradigma di una

serie di studi volti a mostrare le conseguenze alienanti e conformiste della cultura di massa,la quale

la sua teoria della “società liquida”,

porterebbe impoverimento,assuefazione e falsa coscienza. Bauman,con

sostiene che il passaggio da una società di produttori ad una di consumatori,rappresenta una vera e propria

mutazione antropologica. L’effetto delle pratiche del consumo è quello di isolare gli individui e di spezzare

le reti di relazioni comunitarie che nella “società solida” sostenevano il sistema sociale. Queste teorie

però,difettano di una cosa : NON s’interrogano sui significati che il consumo culturale assume per i suoi

praticanti. Adorno: dalle caratteristiche del prodotto inferisce i suoi effetti; Bauman: analizza il flusso della

comunicazione globale,ma non si preoccupa di verificare in che modo essa è recepita da gruppi particolari di

persone.

2.L’ANALISI SEMIOLOGICA è in effetti l’obiettivo che si pongono discipline come la semiotica, la

Svelare il contenuto nascosto o cifrato

psicoanalisi e la critica letteraria. La SEMIOTICA e la SEMIOLOGIA hanno gettato le basi di una teoria

l’analisi di vari aspetti della

generale dei segni e della comunicazione. La semiotica si è sviluppata attraverso

cultura in termini di sistemi di segni. Le arti,la cultura materiale,le performance sociali possono essere trattati

come linguaggi di cui deveno essere decifrati i significati,sia gli espliciti che gli impliciti. La semiotica dà

grande risalto alla cultura popolare e di massa. Il cinema,i fumetti,la televisione,la moda sono per i semiologi

grandi campi in cui esercitare l’analisi strutturale dei segni,alla ricerca dei significati nascosti. R. Barthes e

Umberto Eco sono i due massimi esponenti della semiologia post-bellica; si occupano di critica artistico-

letteraria,ma concedono ampio spazio all’analisi delle forme della cultura popolare. Barthes ha aperto questo

campo d’indagine con un’opera dal titolo Mythologies, una raccolta di brevi scritti dedicati ad aspetti della

cultura di massa della Francia degli anni ’50. I tratti culturali in quest’opera hanno carattere “mitologico”

perché al semplice oggetto o fatto si sovrappone un ordine di significazione ulteriore,che rimanda a

dimensioni metastoriche e ha l’effetto di “naturalizzare” l’ordine sociale e cultura borghese. L’analisi

semiologica consiste nel rendere esplicita la sovrapposizione di ordini di significazione che resta implicita;

essa consente di penetrare sotto quella apparente banalità,per cogliere il messaggio strutturale. Il semiologo

che studia la cultura di massa non è tanto diverso dall’antropologo che vuole rappresentare una società

“altra”. Anche Umberto Eco usa la nozione di “mito” per connotare la diffusione della cultura di massa. Egli

raccolta di saggi critici sui prodotti dell’industria culturale quali

scrive Apocalittici e integrati,una

fumetti,televisione,canzoni,ecc. Rispetto a Barthes, Eco esamina in modo assai più dettagliato questi

non si limita a prenderne spunto, ma li tratta come opere di cultura “alta” sottoponendoli ad una

prodotti,cioè

accurata analisi strutturale. Eco e Barthes fanno ampio uso dei concetti di inconscio,nevrosi e simili,poiché

nella cultura semiologica è forte la tentazione psicoanalitica.

3.STRATEGIE DELLA DISTINZIONE

Molti indirizzi hanno affrontato il CONSUMO CULTURALE non tanto come un insieme di messaggi da

decifrare,bensì come un sistema di pratiche di concreti attori sociali. Dagli approcci critici fin qui

discussi,risulterebbe un azzeramento delle differenze fra classi sociali: nel senso che resterebbero soltanto

una ristretta èlite che ha nelle mani i mezzi di comunicazione,e una massa indifferenziata che ne è la passiva

di consumo, rappresentano un’arena privilegiata di

consumatrice; per gli attori sociali,le pratiche

espressione,produzione e di differenze sociali. Il consumo serve a distinguere. T. Veblen ne “La Teoria della

classe agiata” analizza le forme di “consumo vistoso” da parte delle classi dominanti. Nella storia pre-

industriale i ceti superiori si distinguono evitando occupazioni produttive ;guerrieri e sacerdoti si astengono

da ogni lavoro che abbia a che fare con i bisogni quotidiani. Con il capitalismo e il prevalere della

borghesia,che basa il proprio potere sulle attività produttive,questo sistema si digrega. In una società mobile

in cui le distinzioni fra classi si fanno meno rigide,ciò innesca meccanismi di emulazione: le classi inferiori

cercano a loro volta di accedere ai beni di prestigio,spingendo le classi agiate a spostare i loro investimenti

vistosi per differenziarsi dai “nuovi arrivati”. La logica emulativa così caratterizzerà l’intero campo del

consumo di massa. In questo libro il consumo appare come un grande campo di definizione delle relazioni

:campo dominato da regole morali più che economiche. Spesso la sociologia e l’antropologia hanno

sociali

contrapposto il consumismo moderno a istituzioni tradizionali come il “dono”, volte a costruire e saldare

legami sociali. Si può pensare che il consumo è in qualche misura vistoso e percorso da rapporti di

emulazione: bisogna tenere in conto il “buon gusto” , le capacità da intenditore e simili competenze culturali

sono insite nei soggetti. Su questo punto s’innesta la riflessione di Bourdieu che ne “La Distinzione”

introduce il concetto di “HABITUS”, proprio per dar conto della relazione tra la dimensione oggettiva

dell’appartenenza sociale e quella soggettiva del gusto. L’ habitus consiste in una serie di competenze,

disposizioni,atteggiamenti che il soggetto incorpora come risultato del processo di inculturazione cioè

nascere,crescere e venire educato in un certo ambiente sociale e culturale. Fanno parte dell’habitus le

tecniche del corpo, come vestirsi e gesticolare,, le forme del parlare e del comunicare e le abitudini

linguistiche, tutto ciò che attiene al buon gusto,alle competenze da “intenditori”. Al concetto di habitus si

accompagna una cartografia delle differenze sociali basata sul possesso di due forme di capitale:economico e

culturale. La combinazione di queste due forme dà luogo a 4 grandi tipologie: –

1) Ceti ad alto capitale economico ed alto capitale culturale, ad esempio la grande borghesia clas

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Publisher
A.A. 2013-2014
48 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher doej di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e processi di migrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Sorgoni Barbara.