Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 36
Antropologia Pag. 1 Antropologia Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 36.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia Pag. 36
1 su 36
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il rito rappresenta il mito. È atto ripetitivo e codificato, fatto di gesti, parole e orazioni, investito di forte carica

simbolica.

Complesso di azioni, parole, gesti (anche musica e danze) con sequenza prestabilita.

Il rito, sia che sia profano che religioso, è sempre un atto ripetitivo sempre simile, non per forza uguale

completamente, ma sempre riconoscibile (nella messa c’è sempre una parte che cambia per il resto è ripetitivo). Il

rito anche profano, che richiama lo schema religioso, fa uso di simbologie e ha la stessa funzione. La seconda qualità

del rito è la sospensione del tempo normale, la festa è un rituale qualunque essa sia-> noi viviamo la nostra

quotidianità finché arriva un momento in cui quella quotidianità in cui il mercato, il commercio, il lavoro e la scuola

si sospende per il momento del rito. 16

C’è l’idea che sempre si facciano le stesse cose sospendendo il tempo normale. La festa è fatta per essere

riconosciuta e amata ( es. Pasquetta, Carnevale….). anche la laurea è un rituale scandio dagli stessi momenti.

Il rito racconta il mito poiché , senza che sia considerato blasfemo, la messa cattolica racconta il mito contenuto nel

racconto delle Sacre Scritture ( sacre per i cattolici ma palesemente scritte da uomini).

A compiere il rito sono personaggi speciali, diversi, dotati di autorità.

Rito di passaggio

Arnold Van Gennep ha individuato tre momenti del rituale del passaggio( intesp come rito che sanziona

pubblicamente il passaggio di un individuo da una condizione sociale a un’altra):

- Marginalità (separazione e allontanamento)

- Liminalità (per un certo periodo l’individuo è fuori dalla società)

- Aggregazione (ritorno)

Oggi è poco usato nella civiltà occidentale, ma possiamo ritrovarci ancora in :

- Battesimi

- Matrimoni

- Lauree

- Funerali

- …

Sacro

Il sacro è ciò che va oltre la nostra comprensione e il nostro poter: l’idea, meglio, l’0intima certezza di una totalità

a cui si attribuisce la responsabilità di ciò di cui l’individuo non è responsabile.

Espressione colma di significati relativi, fittizi. Il sacro è ciò che il gruppo intende in quel momento essere sacro

meritare -> comportamenti , atteggiamenti e rispetto ( esempio del capo sacro). Il sacro è una categoria relativa

che mutua con il passare del tempo . sacro è tutto ciò che noi non riusciamo a categorizzare nella sfera della

conoscenza, ciò che non è profano è sacro. È un concetto costruito dalla comunità ( ad esempio il venerdì santo

era obbligatorio mangiare pesce, era sacralizzata ).

È un modo per teorizzare l’impotenza. Per Durkheim vi è una divisione dell’universo in due sfere: sacro e profano.

Tra sacro e profano c’è spesso una distinzione difficile

Magia

Operazione tesa ad agire sulla natura attraverso mezzi occulti che suppongono la presenza di spiriti e di forze

immanenti straordinarie

Pratica fondata sulla credenza che a un certo evento (compiuto durante il rito) ne consegua necessariamente un

altro

Rimanda ad orizzonti fuorvianti legati a meccanismi di diffusione di un messaggio quasi sempre orientato alla idea

etnocentrica, che i popoli che pensano in maniera differente da noi sono inferiori. Si vede come una forma religiosa

incompleta e diminuita. Dal punto di vista antropologico non giustifico, cerca modestamente di capirne i

meccanismi, ma la magia ha la precisa funzione la dove le rispose agli uomini arrivano grazie a meccanismi che sono

in quello schema di valori convincenti e plausibili. L’illusione della magia è che io che soffro, che ho problemi che

aspiro a qualcosa posso davvero ‘’ fare qualcosa ‘’ per ottenere quello che desidero. Il meccanismo della magia è

quello di dare all’uomo potere e la facoltà di fare. Il meccanismo mentale che guida la nostra religione, e altre, che

delegano alterità -divinità il potere di decidere quello che mi deve accadere e che mi succederà è un meccanismo

che non tutti i popoli trovano soddisfacente o convincente -> in questa visione il mago è colui che mi aiuta a essere

fautore del mio destino.

Quando si parla di MAGIA c’è anche il tema dei personaggi->lestofanti. La figura stessa del mago è una figura che

nella società di riferimento è accetta poiché autorizzato dalla stessa società ad agire, accettato da tutta la società.

James George Frazer (1854-1941), “Il ramo d’oro”, (1890) magia una pratica basata sulla credenza che a un certo

evento (compiuto nel rito) ne debba seguire “necessariamente e invariabilmente “ un altro, quello cioè che il rito

ha lo scopo di realizzare. Funziona attraverso 17

- legge di simpatia, il simile produce il simile;

- magia contagiosa, materiali in contatto con una persona producono effetti

- magia imitativa, riprodurre atto che si vuole propiziare

- magia omeopatica, effetti su un’effigie si ripercuotono sulla vittima

[Leggi di simpatia rilevate da Frazer (1854-1941) il cui scopo principale non è quello di fare del male all’altra

persona.]

L’illusione di poter intervenire a cambiare e interferire sullo svolgimento delle cose, è un meccanismo che

dobbiamo capire per capire l’ordine di idee di altri. Il Cattolico cerca di fare del bene , ma secondo la propria indole

e capacità di entrare nelle pieghe della religione, ma di fatto davanti al mistero, alla morte PREGA. Spesso usiamo il

termine ‘’impotenza’’ davanti a queste situazioni, mentre nel mondo magico questa sensazione di sentirsi impotenti

non esiste , è una vera lotta contro l’impotenza. Soto questo punto di vista il modo di pensare assume un carattere

più afferrabile. Quando quell’avvenimento e quella speranza che si ha non si realizza nonostante abbia fatto quello

che il mago mi suggeriva da fare non è che la magia non ha funzionato ma sono stato io che non sono stato in grado

di realizzarlo. Però c’è sempre l’idea che si possa fare qualcosa, il miracolo non esiste. Se riesco nella mia impresa

assumo sicurezza e decisione nei miei mezzi-> è un processo psicologico che ci permette di capire il sistema.

Le potenze esterne vengono manipolate attraverso simboli (oggetti, formule, gesti) al fine di modificare il corso

degli avvenimenti

Stregoneria

Insieme di credenze in un pericolo insidioso che emerge con una certa regolarità in situazioni di crisi economiche e

sociali

Mago è un operatore di magia formato, cioè colui che riesce a svolgere quel compito grazie a una serie di

attribuzioni; mentre la strega o stregone , secondo la nostra impostazione occidentale, ha una dote o un potere

malefico intrinseco( potere malefico contenuto nel corpo e trasmesso). Il mago vuole diventare mago, la strega è

detentrice di poteri malevoli suo malgrado spesso pagando con la vita la sua colpa o con l’esilio.

Il meccanismo è esattamente quello che ci fa compiere il gesto di attribuire a una persona il potere nefasto ( ad

esempio mi porta sfortuna). L’idea che una persona sia detenervele di un potere maligno, è l’idea alla base del capro

espiatorio . attribuire all’alterità l’incapacità di prendersi la responsabilità ed assumersi i nostri fallimenti.

Dal punto di vista antropologico la stregoneria rassicura: si pensa di dare soluzione a un male che si è identificato

Animismo

Forma che prevede che tutte le piante e animali abbiamo una forza spirituale. Per Edward Brunett Tylor in

‘’primitive culture’’ lo definisce come la forma primordiale di religione, la forma di credenza tipica di ogni religione.

Nell’idea che le piante e animali abbiamo la loro spiritualità è qualcosa di noto che oggi fa parte nelle religioni di

oggi, è una concezione che permea la nostra società moderna. L’idea che l’animismo sia qualcosa che appartenga

solo al passato è fuorviante, ma ancora oggi ha le sue manifestazioni e rilevanze.

Errore di attribuire caratteristiche umane alle cose inanimate

Magia e Religione

Ecco che magia e religione e un modo di pensare diverso dal nostro , non va inteso come una dinamica che va dal

semplice al complesso.

Infondo la religione cerca di creare un modo di contatto tra noi e il mondo ultraterreno, che poi questo gradino sia

incolmabile , invece in molte religioni politeiste è possibile grazie a manifestazioni come sacrifici, o stati alterati di

coscienza -> sono quelle situazioni nelle quali l’uomo grazie alla preghiera, alcune sostanze, l’esercizio fatto durante

i riti di iniziazione, la concentrazione e la devozione riesce a trasformare il proprio corpo in un involucro nel quale

scende la divinità-> noi lo chiamiamo stato di trans. È un momento che appartiene a tante religioni, è un momento

drammatico ma nello stesso tempo sregolato, in cui avviene la comunione tra la divinità e il corpo del fedele . è uno

stato contemporaneamente di alterazione fisica e di momento fortemente condizionato dalla cultura, poiché i

sintomi fisici (sudorazione, perdita di conoscenza ..) sono fisicamente riscontrabili. Ovviamente non può essere

18

sottoposto a tutti, io non credente di quella religione, non può accadermi poiché culturalmente non ci credo poiché

credo a un’altra religione; io politeista invece credo che sia possibile nel momento in cui io sono davvero pronto

per incarnare la divinità, il fatto che però non accade a tutti dimostra l’appartenenza culturale.

Quando magia fallisce allora religione, che si fonda sul “propiziarsi e conciliarsi le potenze superiori all’uomo, che

dirigono e controllano il corso della natura e della vita umana

Feticismo

‘’feticcio’’ termine che deriva dal portoghese feitiço e sta a indicare un oggetto considerato portatore di proprietà

magiche.

Il termine “feticismo” venne coniato nel 1760 da Charles de Brosses e che designa il culto verso oggetti prodotti

dell’uomo o animali.

Si collega sempre a una distorta visione dell’inferiorità di alcuni popoli, che sarebbero legati, secondo questa idea,

a una mentalità “infantile” e “primitiva”.

Il feticcio rappresentava per i colonizzatori europei lo strumento principale attraverso cui demonizzare dei popoli

altri. il diverso modo di pensare ci condiziona a tal punto da pensare che una cosa si inferiore confrontata alla nostra

superiore.

Il relativismo è questo, cioè che ogni società fa delle scelte e magari noi riteniamo delle cose ‘’feticiste’’ poiché

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
36 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.gaiazzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Scienze Storiche Prof.