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LE CARATTERISTICHE DELLA SURMODERNITA’ (MARC AUGE’)
E’ una modernità in eccesso e fondamentalmente si riferisce a tre fenomeni:
- L’ACCELERAZIONE DELLA STORIA: la storia ci sembra sempre più rapida. Un eccesso di
eventi ci rende la storia difficilmente pensabile. Non riusciamo più a distinguere le cose
importanti da quelle non importanti, tutto si accavalla. Ad esempio, il caso di questi
disastri ambientali del nostro paese. Ormai sono anni che succede questo ed è difficile
ricordarsi quello che è venuto prima da quello che è venuto dopo. Prima le informazioni
non viaggiavano così rapidamente. Oggi abbiamo un vero e proprio sovra numero di
informazioni.
- Il RESTRINGIMENTO DELLO SPAZIO: perché un eccesso di immagini tendono a ridurre a
noi, come singoli soggetti, lo spazio del mondo. Ci sentiamo come un condensato e
non sappiamo distinguere il vicino dal lontano.
- L’INDIVIDUALIZZAZIONE DEI DESTINI: la storia del fatto che noi esseri umani ci
percepiamo sempre più soli, sempre meno identificabili con delle comunità di ampio
respiro. Ad esempio, il ritorno di molte forme di religiosità sotto varie sembianze, è
dovuto al fatto che gli individui si sentono socialmente sempre più soli e hanno bisogno
di nuove comunicazione. Eccesso di riferimenti individuali che si traduce in un forte
individualismo. Nella chiusura di noi su noi stessi, dal punto di vista economico, sociale,
siamo preoccupati delle nostre realizzazioni perché non troviamo più valori. I vantaggi di
questo tipo si hanno quando si può disporre anche economicamente della nostra
libertà, altrimenti è un guaio. Poi c’è una dimensione della solitudine dell’individuo, la
fine degli ideali, delle ideologie. 14 Novembre 2014
FILM BABEL:
Nel film si può vedere come alcune caratteristiche della surmodernità siano emerse.
Ci sono i ricchi che si ritrovano: padre e figlio e moglie e marito. I poveri invece finiscono male.
Film metafora globalizzazione.
Pensare agli etnorami costituiti dalla presenza di questi turisti in Marocco e alla ragazza
giapponese che davanti alla tv vede che cosa succede in Marocco.
Babel: babele dove le lingue non si capiscono più tra di loro. C’è una grande unione di individui
che costituiscono una storia insieme, ma allo stesso tempo non si capiscono.
L’antropologia è un sapere che dovrebbe rendere chiare queste idee.
LE CARATTERISTICHE DELLA SURMODERNITA’:
Ogè pensa che noi europei stiamo sperimentando oggi queste cose, quando altri popoli prima
di noi le avevano già sperimentate molto tempo fa, come i popoli africani.
Egli dice che l’ACCELERAZIONE della storia è qualcosa che gli africani avevano sperimentato
all’epoca della colonizzazione massicia, dalla seconda metà dell’800, perché si erano trovati al
centro di cambiamenti con persone che andavano e venivano i quali avevano reso per loro il
presente, il passato e il futuro del tutto incerto e privo di senso. Non riuscivano a spiegarsi che
cosa stesse succedendo.
I popoli africani, diversamente dai popoli del Nord America, avevano delle rappresentazioni
della storia. Avevano delle memorie genealogiche molto profonde che raccontano la storia di
re, principi, capi. Avevano in mente una loro storia.
Il RESTRINGIMENTO DELLO SPAZIO è la stessa storia. C’era un via vai di persone che venivano
da posti sconosciuti che avevano reso impensabile lo spazio disponibile. Spesso se non si ha
una conoscenza geografica anche elementare di come è distribuito lo spazio nel mondo, risulta
difficile pensare l’origine spaziale di certi eventi e di certi fenomeni. Questo non è automatico
che nei paesi scolarizzati e sviluppati tutti sappiano dove si trova l’Argentina o l’Indonesia.
Quando scoppiarono le guerre del Golfo, ci furono indagini per capire se gli abitanti degli USA
sapessero dove si trovava l’Iraq e una grande maggioranza degli Americani non lo sapevano.
In realtà non è vero, forse perché anche loro soffrono di questo restringimento dello spazio:
troppe immagini, non si sanno più da dove vengono.
INDIVIDUAZIONE DEI DESTINI: qui non è tanto l’eccesso di riferimento individuale, ma tutto ciò
che è successo in Africa con la colonizzazione, l’individui lo sentirono come una perdita totale di
senso. Tutti i legami con la tradizione e con il mondo dell’individualità crollarono di fronte a
tutto questo. Allora che cosa successe in Africa? Cominciarono a nascere nuovi religioni, i
PROFETISMI. Nuovi individui prospettavano un futuro di fiducia di fronte a quello sfacelo. Gli
individui abbandonarono le loro tradizioni per questi nuovi culti.
Come le esperienze degli altri possono servire ad interpretare le nostre esperienze. Riuscire
attraverso l’osservazione e lo studio di casi lontani, altri, rispetto al mondo a cui noi siamo
avvezzi, per riuscire ad interpretare il nostro stesso mondo, attraverso una messa in prospettiva.
Il senso dell’antropologia è anche questo: non solo conoscere gli altri, ma di operare un
accostamento per meglio comprendere noi stessi.
LO SCAMBIO E IL DONO:
il fenomeno del DONO nella tradizione antropologica ha costituito in gran parte il punto di
partenza su una riflessione sull’economico. Le prime etnografie compiute presso popolazione
extra europee, misero in evidenza come molte circolazioni dei doni venivano meccanizzate dal
dono. A prevalere non era l’accordo basato sul calcolo nel senso stretto del valore di ciò che
veniva scambiato, quanto piuttosto del valore che veniva scambiato in relazione al valore
sociale delle persone che scambiavano. Cioè ambienti nei quali non conta il principio, non
esiste una pura quantificazione del valore in senso tecnico. Cercare di fare il parallelo tra la
quantificazione del tempo e lo spazio, la scrittura e l’oralità. Questi scatti servono a mettere in
prospettiva la questione del VALORE, che era un’altra cosa.
BRONISLAW MARINOWSKI
Marinowski qui è ritratto su piroscafo dove lascia l’Europa, l’Inghilterra, per andare ad insegnare
a Yale.
Perché è importante?
Non solo per la sua idee che bisogna cogliere il punto di vista del nativo, ma perché fede delle
osservazioni nelle isole TROMBIAND. Queste isole fanno parte della parte melanesiana, quindi
ci sono persone di pelle scura.
Mentre è li Marinowski scopre che gli isolani hanno due forme di scambio, chiamato KULA nella
loro lingua. Sono due forme di scambio sulla lunga distanza:
- RITUALE: vengono scambiati oggetti che non hanno valore d’uso, ma di prestigio.
- PROFANO: vengono messi in movimento oggetti con un valore d’uso.
Hanno tutti un valore di scambio, ma soltanto alcuni oggetti hanno un valore d’uso.
Prima c’è lo scambio rituale, dove vengono scambiati oggetti di prestigio, e poi lo scambio
profano. Lo scambio rituale deve sempre avvenire perché debba esserci quello profano. Deve
sempre precedere lo scambio profano, lo scambio di beni d’uso. Il rito deve in qualche modo
sanzionare, aprire la possibilità di scambiare. Bisogna che ci sia un’interazione tra individui, tra
gruppi.
SCAMBIO RITUALE TROMBIAND:
Gli oggetti dello scambio: collane di conchiglie rosse e bracciali di conchiglie bianche. Sono
delle file molto lunghe di questi oggetti che pesano decine di chili. Non sono degli oggetti
d’uso sebbene siano di prestigio. Non sono gioielli che vanno indossati, ma sono cose
pesantissime, delle catene.
Queste collane rosse e bracciali bianchi circolano in direzione opposta e non possono essere
scambiati con oggetti del medesimo tipo. Le conchiglie rosse devono essere sempre scambiate
con bracciali bianchi e viceversa. Questo è il movimento che fanno le conchiglie rosse e i
bracciali bianchi.
Marinowski si accorse che mentre le collane rosse dovessero andare in senso orario, i bracciali
bianchi dovevano girare in senso antiorario. Questo scambio di oggetti doveva poi consistere in
uno scambio tra collane e bracciali, mai tra collane e collane o tra bracciali e bracciali.
Questo voleva dire a lato pratico, che se una persona andava sull’isola per scambiare beni
d’uso, dovevo portare con sé dei beni che dovevano essere soltanto delle conchiglie rosse,
perché si stava spostando verso est e doveva fare girare le proprie conchiglie rosse in quella
direzione. Per contro, gli abitanti dell’isola dovevano dare conchiglie bianche.
Marinowski disse che questo processo andava letto nell’arco di molte generazioni. Questi beni
facevano molti giri, prima di uscire dallo scambio kula.
Se un gruppo dell’isola doveva scambiare con gli abitanti dell’isola doveva portare delle
conchiglie bianche e avere delle rosse in cambio.
MAGIA DELLA PRORA:
Imbarcazioni: Figura astratta intagliata e dipinta lungo procedure tecniche e la cui costruzione è
accompagnata da molte formule magiche. Queste prore hanno un compito specifico. Vengono
messe davanti in maniera che vengano viste da chi sta di fronte alla canoa: da coloro che
attendono i naviganti per arrivare e scambiare. Deve essere visibile a chi sta a terra.
La prora (parte dipinta) ha un significato magico. Molti ritengono che questo dipenda dalla
struttura della prora, perché queste figure circolari se si guardano e se si distoglie l’occhio
sembrano che si muovano. L’effetto della prora qual è?
È un effetto magico. L’idea è che quando si avvicinano queste canoe, i naviganti devono essere
affascinati dal modo in cui è stata costruito questo oggetto che si sa esser stato fabbricato
secondo tecniche che si tramandano accompagnate da varie formule magiche. Queste formule
magiche sono componenti di questo oggetto, ma la magia non consiste nell’illudere, ma è una
sorta di fascino che deriva dalla consapevolezza che coloro che hanno costruito questa prora
hanno una consapevolezza delle tecniche di costruzioni di questi oggetti che garantiscono delle
buoni intenzione e dell’onestà e della sapienza di coloro che arrivano. Coloro che arrivano
invece ritengono che coloro che guardano queste prore da davanti siano colpiti dalla bellezza
di questi oggetti e si convincano che le persone che stanno arrivando facciano sul serio. È un
processo di mutua persuasione che dovrebbe avvenire attraverso i biglietti da visita.
Oggetti: forma di garanzia che le cose che stanno dentro la canoa hanno un’origine sicura.
Coloro che stanno arrivando sono persone affidabili, con cui si può scambiare.
SIGNIFICATO DELLO SCAMBIO RITUALE:
Lo scambio rituale apre la via a quello profano.
I PARTENERS CERIMONIALI scambiano poi tra loro i beni d’uso.
Gli scambianti non sono sconosciuti, ma magari i parenti sono stati in relazio