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L'inventore del fortunato neologismo "non-luogo"

ha raccolto, in una prosa discorsiva e agile, i suoi ultimi pensieri sulle città e sul mondo che gira loro attorno. I capitoli che si susseguono in modo frammentario affrontano, senza veli intellettualistici, gli indirizzi che sembrano seguire gli uomini e le loro città nel mondo contemporaneo. Vengono così estratti dalla complessità attuale i temi fondamentali sui quali discutere a tutti i livelli, dalla filosofia alla pianificazione del territorio, dal restauro alla sociologia. Le città contemporanee sembrano imporre un pensiero che fa dell'interdisciplinarietà la propria forza propositiva e forse l'unico approccio possibile. Alla molteplicità degli sviluppi e delle espansioni territoriali, alla ingovernabilità delle metropoli con gli strumenti attuali, è massima la necessità di un ripensamento e un cambio di strategia. È opportuna

un'analisi meno specifica e puntuale a favore di una più generale e flessibile. E, al fine di raggiungere una visione globale, si deve tentare una strada narrativa per riorganizzare metodo e strategie. L'indagine dello scarto tra locale e globale è la scommessa delle città per il futuro prossimo: l'identità locale contro l'entità globale, il manufatto architettonico che caratterizza una città contro i "non-luoghi" che si presentano identici in ogni città del mondo, quali aeroporti, supermercati, stazioni, luoghi del grande consumo...

Il concetto che sta alla base dell'analisi di Augé è la "surmodernità". Questa nuova modernità ha sostituito quella precedente del XVIII e XIX secolo per le sue caratteristiche di esasperazione e complicazione della realtà, del tempo e dello spazio. "La surmodernità sarebbe l'effetto combinato di un'accelerazione"

della storia, di un restringimento dello spazio e di un'individuazione dei destini" (pag. 49). Questi tre punti, elaborati in scritti precedenti (1992), sono il substrato concettuale sul quale sono affrontate tutte le disquisizioni. L'eccessiva informazione mediatica, il venire a conoscenza ogni giorno di una serie di avvenimenti storici importanti, sarebbe l'accelerazione della storia. Se avvenimenti di rilevanza storica nei secoli precedenti avevano un tempo di mesi o di anni, oggi siamo sottoposti ad un tempestivo e non selezionato stillicidio di informazioni che hanno la pretesa di sembrare fondamentali, e che accelerano il concetto stesso di storia e del corso del tempo. Se il tempo accelera il passo, lo spazio si restringe. Lo sviluppo dei mezzi di trasporto permette spostamenti sempre più brevi, ma non solo: la circolazione delle immagini di ogni posto sulla terra, ci fa sentire vicini a luoghi distanti, accorciando virtualmente lo spazio che ci separa da essi.sistema economico globale e le nuove forme di consumo contribuiscono all'individuazione dei destini costretti dei popoli. Il risultato è che il pianeta ci sembra sempre più piccolo fisicamente e infinitamente più grande per altri aspetti, sociali e culturali. Con queste premesse Augé sembra legarsi alle teorie del "tempo in anticipo su se stesso" (Gurvitch, 1964) dove il tempo futuro diviene presente; alle teorie di Landes (1984) per il quale lo spazio ed il tempo cambiano a seconda del tipo di potere monetario esercitato sul popolo; alla tesi della "compressione spazio-temporale" di David Harvey (1990). L'autore vede nella "spettacolarizzazione del mondo" un'evidente caratteristica della surmodernità. Il mondo, i suoi tesori, le sue particolarità, sono oggetto di una intensa attività mediatica e ideologica che ne svuota i contenuti e le valenze a favore di una percezione superficiale. Il monumento e la città,così come ogni luogo, diventano immagine. Il patrimonio artistico, culturale e naturalistico delle nazioni "si presenta anzitutto come un oggetto di consumo più o meno decontestualizzato, o come un oggetto il cui vero contesto è il mondo della circolazione planetaria" (pag. 52). Nelle città si delineano così due tendenze fondamentali. La prima è l'uniformità dei non-luoghi: la circolazione di prodotti, il loro consumo e la loro comunicazione hanno nei loro contenitori una forma simile, ed un senso di déjà-vu coglie l'osservatore in ogni luogo della terra. È il caso degli aeroporti, delle stazioni, di molti edifici commerciali, del troppo-pieno della generic city di Rem Koolhaas (1994), nella quale i quartieri sono tutti uguali, senza memoria della propria identità, che rispecchiano la moda planetaria... Questa uniformità si contrappone alle "singolarità" architettoniche.l'uso eccessivo di filtri e manipolazioni digitali che rendono le immagini artificiali e distorte rispetto alla realtà. La terza tendenza riguarda l'uso delle immagini come strumento di propaganda politica. Spesso le immagini vengono utilizzate per influenzare l'opinione pubblica e promuovere determinate ideologie o posizioni politiche. Infine, c'è la tendenza all'uso delle immagini come strumento di comunicazione immediata e veloce. Grazie ai social media e alle nuove tecnologie, le immagini possono essere condivise istantaneamente e raggiungere un vasto pubblico in pochi secondi. In conclusione, le immagini sono diventate un elemento fondamentale nella nostra società, influenzando la nostra percezione del mondo e la nostra cultura. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle tendenze e dei rischi legati all'uso delle immagini, al fine di utilizzarle in modo responsabile e critico.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Niola Marino.