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Antropologia Culturale
Che cos'è l'antropologia?
L'antropologia studia la natura, la società e il passato dell'uomo e ha come obiettivo descrivere cosa significa essere umani. Gli antropologi studiano i diversi membri della società.
L'antropologia è olistica: tentativo di integrare tutte le conoscenze che distinguono le proprie ontologie dalle altre discipline.
L'antropologia è comparativa: cerca di sintetizzare le differenze sugli aspetti della natura umana.
L'antropologia è evoluzionistica: distingue gli avvenimenti nel tempo, evoluzione biologica (genetica) ed evoluzione culturale (apprendimento).
Il concetto di cultura
La cultura consiste in un insieme di idee e di comportamenti che gli esseri umani apprendono in quanto membri della società, e sono necessarie per la sopravvivenza in quanto l'uomo non ha istinti (adattarsi). Molti antropologi sottolineano che gli esseri umani sono organismi bioculturali, in grado di creare e usare la cultura grazie alla nostra costituzione biologica. Ci comportiamo in un certo modo non perché programmati geneticamente, ma perché ci abituiamo ai comportamenti di altri.
Una disciplina interdisciplinare: l'antropologia statunitense è divisa in 5 branche:
- Antropologia Biologica o Fisica: è la più antica. È nota come tentativo di classificare tutte le popolazioni del mondo in razze differenti, per giustificare le pratiche del razzismo. Chi si staccò dalla dottrine razziste preferì chiamarsi Bioantropologo e si acquisisce delle variazioni all'interno della specie umana.
- Antropologia Culturale: ritiene che le differenze non dipendano dalle razze ma dalla cultura.
- Antropologia Linguistica: studia le diversità linguistiche nelle società.
- Archeologia: è l'antropologia culturale del passato.
- Antropologia Applicata: utilizza le informazioni raccolte dalle altre specializzazioni dell'antropologia per risolvere problemi interculturali pratici in settori quali sanità e sviluppo economico.
ANTROPOLOGIA CULTURALE
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La prospettiva antropologica
- Miti, anciti
- Che cos’è l’antropologia?
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Cultura…
- Spiegazioni culturali
- La cultura è una condizione umana
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La ricerca etnografica
- Un incontro di tradizioni culturali
- L’esperienza di campo
- Ricerca sul campo scientifica?
- La didattica della ricerca sul campo
- Gli effetti della ricerca sul campo
- Arrivare ai fatti una conoscenza interminabile
- Antropologia: una conoscenza interminabile
-
Spiegazione diversità culturale
- Immaginazione umana e mondo materiale
- Contatti Occidente – resto del mondo
- Gli effetti dell’espansione occidentale
- Classificazione delle forme di societá
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Il linguaggio
- Lingua e cultura
- Caratteri linguaggio umano
- Dalla Lingua alle lingue
- Lingua e contesto
- Ipotesi Sapir-Whorf
- I componenti della lingua
- Lingue pidgin - ineguaglianza linguistica
- Lingua e verità
-
Processi cognitivi
- Processi cognitivi e cultura
- Sistema cognitivo aperto
- La percezione
- La cognizione
- Le emozioni
- Socializzazione e inculturazione
- Sviluppo cognitivo uguale per tutti?
- Processi cognitivi e contesto
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Il gioco, l’arte, il mito e il rito
- Il gioco
- L’arte
- Il mito
- Il rito
- Gioco, arte, mito e rito
-
La visione del mondo
- La visione del mondo
- Metafora, metonimia e simbolo
- Una visione del mondo in funzione
- Metafore chiave
- Metafore sociali
- Metafore organiche
- Metafore tecnologiche
- Metafore strumenti di potere
- La religione
- Stabilità e cambiamento
-
Organizzazione sociale e potere
- Tipi di organizzazione sociale
- L’arbitrarietà
- Il potere di agire
- Lo Stato in Occidente
- Il potere come coercizione
- Il potere indipendente
- Il potere dell’immaginazione
- Il potere di persuasione
- Storia prototipo dell’azione politica
- Negoziare il significato della storia
-
Procurarsi da vivere
- Cultura e sostentamento
Spiegare la cultura e la condizione umana
Le spiegazioni su come è fatto il mondo e l’uomo sono tante quante sono le persone (o almeno tante quante sono i gruppi di persone). Accorpando concezioni simili, possiamo dire che gli occidentali vedono l’uomo come composto da due parti (mente e materia, anima e corpo, spirito e carne). Il dualismo è una concezione filosofica che considera la realtà composta da due parti non riducibili l’una all’altra. Il materialismo risolve il dualismo a favore della materia, sostenendo che l’uomo si muove per soddisfare i bisogni materiali, che risultano pertanto essere i bisogni primari, mentre quel che spirituale è lo spirito, le idee, è la mente che le produce, sono la sola parte essenziale dell’essenza dell’uomo. Quando si riduce tutto ad un principio, sostenendo che tutto si riconduce ad esso con legami di causa-effetto, si cade nel riduzionismo detto anche determinismo perché il principio di partenza determina tutto il resto causando un effetto, che ne causa un altro e così via. Sia il materialismo che l’idealismo sono riduzionisti e deterministici (anche la mia idea, secondo gli idealisti e riduzionisti).
Materialismo e idealismo si sono combattuti per secoli, ma invano perché non c’è spirito senza corpo e non c’è corpo senza spirito. L’olismo risolve il dualismo sostenendo che mente e corpo si compensano e si definiscono a vicenda, così come individuo e società, individuo e ambiente. In realtà… lo complica! All’attivo c’è la conclusione che non c’è una cultura ma tante culture, una cultura delle quali propone un modo di vedere l’uomo e il mondo, tutte giuste senza che lo sia più delle altre. Il problema è: come conciliare le diverse culture? Secondo le ipotesi delle personalità neurologiche permettendo ad ogni persona di fare parte contemporaneamente di più culture costruendo nel suo cervello più strutture una per ogni cultura, e usando una alla volta.
La ricerca sul campo è scientifica?
La ricerca sul campo si vive per un periodo di tempo con un gruppo di persone per studiare la loro cultura con il metodo dell'osservazione partecipante.
Tra le varie discipline con caratterizzate da studio della cultura che non è unica ma varia da gruppo a gruppo, alcune sono scientifiche, cioè scoprire verità su cosa significa essere umani.
Le discipline scientifiche sono però caratterizzate da una ipotesi del tutto opposta: quella che la realtà è unica. Certo metodo è anche quello dell'obiettività, con esperimenti svolti in laboratorio e che non osserva la variabile studiata da tutte le altre.
1) si può portare una cultura in laboratorio? 2) fuori o dentro il laboratorio si può studiare, capire e descrivere una cultura in modo oggettivo?
Definendo, non si potrebbe portarla in laboratorio perché quella persona, isolata dal suo ambiente, penserà e farà diversamente.
La soluzione proposta è stata quella di creare situazioni reali che fossero naturalmente situazioni di laboratorio.
(usato ad es. da Margaret Mead negli anni '30 per studiare varianti e cause dei ruoli maschili/femminili in 4 società diverse).
Ma il problema vero non è laboratorio sì o no, perché se una cultura è una struttura cerebrale condivisa dai membri di un gruppo noi possiamo portarla in laboratorio portandovi una sola persona di quella cultura.
Esattamente questo che si fa a scuola, dove il professore di una materia porta in aula la cultura della materia che insegna.
Se l'insegnamento/apprendimento ha successo, lo studente ricostruisce in sé la struttura condivisa dal professore e da quelli laureati nella sua stessa disciplina.
La cultura è trasmessa/appresa e questo processo è fondamentale per lo sviluppo.
2) Il problema vero è: possiamo estrarre una struttura cerebrale con metodi scientifici e oggettivi? La risposta è no, non possiamo, perché non esiste la descrizione di quella struttura (di quella cultura).
Esistono le descrizioni, che a scuola sono riportate nei libri di testo disponibili per una materia.
Un buon libro è scritto da una persona che ha fatto pratica sul campo di quella materia per anni, proprio come un buon resoconto di una cultura è scritto da un antropologo che ha fatto ricerca sul campo per anni.
L'esempio dell'editoria scolastica ci dice che è possibile considerare scientificamente corretta una descrizione di una materia, anche se non è unica e oggettiva, a patto che ci sia un accordo abbastanza ampio su di essa.
(es. non c'è una storia ma molte storie possibili, però ci si accorda su ciò che è lecito insegnare come la storia; non c'è una fisica sempre uguale a sé stessa, ma ci si getta su cosa vada inteso e insegnato come la fisica attuale).