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A.

A. anamensis

Paranthropus

A. africanus

03. Australopiteco è una parola inventata da Raymond Dart per:

Il ritrovamento di una mandibola

Il ritrovamento di un cranio infantile

Il ritrovamento di arti superiori evoluti

Il ritrovamento di evidenze fossili dell'origine del linguaggio

04. Il ritrovamento forse più famoso che viene ricordato è Lucy, un reperto fossile appartenente a:

afarensis

A.

A. anamensis

A. africanus

A. Garhi

05. Gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie antropomorfe; quali tra quelle elencate non

appartengono al genere:

Hanno perso completamente la capacità di arrampicamento sugli alberi

Presentano mandibole molto robuste con denti grandi e con smalto spesso

Hanno il cervello piccolo

Sono bipedi

06. La famiglia Hominidae comprende due sottofamiglie, di cui quella delle Australopithecinae che comprende:

Le scimmie del Nuovo Mondo (Nord America)

Tutte le precedenti

Le forme estinte non incluse nel genere Homo

Tutte le forme umane, estinte e attuali

07. Gli Australopitechi:

Rappresentano l'anello mancante di un'evoluzione umana graduale e lineare

Sono stati studiati grazie ai molti ritrovamenti fossili

Appartengono ad un gruppo diversificato dove solo alcune forme sono ritenute ancestrali

Si sono evoluti e diversificati in Europa

Quali sono stati i ritrovamenti fossili più importanti per il genere Australopithecus

Il genere Australopithecus è vissuto tra 4,4 e 1,2 milioni di anni e fu con la scoperta nel 1924 a Taung (Sudafrica) di un cranio

infantile di tipo scimmiesco, ma con dentatura decidua di un bambino, che un paleontologo australiano che

lavorava in Sudafrica (Dart) , coniò il termine di fantasia Australopithecus africanus («scimmia australe africana»).

I ritrovamenti fossili più importanti per il genere Australopithecus sono:

 I resti di Australopithecus afarensis scoperti a Hadar riconducibili a quella che viene chiamata la “prima famiglia” (tre

individui di ambo i sessi e di diversa età) a cui sono attribuite le orme di Laetoli in Tanzani, tipicamente umane.

 I resti in Etiopia a Dikika di Australopithecus afarensis, un individuo di tre anni di sesso femminile (risalente a 3,8 milioni

l’autralopiteco

di anni fa) che ha messo in evidenza che era ancora un buon arrampicatore

 Il reperto più completo rappresentato dall’australopiteco Lucy (la nostra bisnonna), l’ominide più famoso, ritrovato in

Etiopia ad Afar di età apparente pari a 25 anni (risalente a 3.2 milioni di anni fa). I resti lasciano pensare che fosse

bipede, anche se il fossile manca delle estremità inferiori.

Descrivere le caratteristiche del genere Australopithecus e quali specie comprende

Il genere Australopithecus vissuto in Africa presenta delle specie che possono essere distinte geograficamente in

 Gruppo meridionale (Autralopithecus africanus, definito così dopo il ritrovamento di un cranio infantile)

 Gruppo orientale (Australopithecus anamensis, afarensis, ghari) a cui si aggiungono dei resti rinvenuti in Africa centrale

(Australopithecus bahrelghazall)

Le caratteristiche principali sono: bipedi (anche se hanno ancora capacità di arrampicamento sugli alberi), cervello piccolo,

notevole prognatismo sotto-nasale, mandibole molto robuste, denti molto grandi con smalto spesso. In base alle differenze di

costituzione vengono distinti in due forme: gracili (A. anamensis, africanus, afarensis) e robuste (con le specie del Paranthropus).

Descrivere le differenze tra forme gracili e robuste delle australopeticine.

Le Australopicine in funzione delle differenze di costituzione ossea sono distinte in due forme:

 Gracili (A. anamensis, afarensis, africanus),

 Robuste (Paranthropus).

Le forme robuste hanno diverse caratteristiche che le distinguono dalle forme gracili:

 capacità cranica di poco superiore ai 500 cc, mentre quelle robuste sono al di sotto;

 la volta cranica piatta e il calvario si innesta nello scheletro facciale più in basso che nei gracili,

 percentuale di calotta cranica sopra il margine delle orbite maggiore dei gracili,

 base cranica molto larga e flessa, forame occipitale più anteriore, la faccia con profilo concavo con parte superiore

maggiormente prognata

 massiccio apparato masticatorio

Lezione 033

01. Un importante reperto di A. Africanus è rappresentato:

Lucy

Impronte di Laetoli

Bambino di Taung

Non si hanno ritrovamenti fossili conosciuti

02. Quale è il nome del genere che deriva dal greco e vuol dire «accanto all'uomo», con riferimento al fatto che tutte le specie inserite in questo genere sono

vissute in zone dove ai tempi stavano affermandosi le prime specie del genere Homo:

Paranthropus

A. Garhi

A.afarensis

A. anamensis

Lezione 034

01. Nel corso dell'evoluzione il genere Homo è andato incontro a modificazioni anatomiche, preannunciatesi al momento della divergenza dalle antropomorfe;

quali, tra quelli elencati, non rappresenta un carattere che ha portato alla sua evoluzione:

La verticalizzazione del tronco

Un femore più lungo e robusto

Allineamento del foro occipitale

L'acquisizione della piena opponibilità dell'alluce

02. Quale tra quelle elencate non è una caratteristica della mano del genere Homo:

E' presente la pentadattilia

Gli artigli sostiuiscono le unghie

Il pollice si sposta fino ad arrivare a completa opponibilità

Le falangi presentano una curvatura che permette la completa estensione delle dita

03. Il genere Homo fece la sua comparsa nel:

Pleistocene

Pliocene

Miocene

Olocene

04. Il processo di encefalizzazione che si osserva nel genere Homo rappresenta:

Lo sviluppo del linguaggio parlato

Un aumento del volume cerebrale in senso assoluto

Lo sviluppo embionale del SNC

Un alto rapporto ponderale fra massa celebrale e massa corporea

05. Il genere Homo:

Nessuna delle precedenti

È caratterizzato dal susseguirsi di habilis, erectus, neanderthal e sapiens

Si distingue in rudolfensis, erectus, afarensis, africanus

Racchiude più specie diverse tra loro in modo meno lineare di quanto si pensasse

06. Qual è stata la prima specie di Homo:

Ergaster

Habilis

Sapiens

Neanderthal

07. Il genere umano ha avuto le sue origini in:

Europa

America del Nord

America del Sud

Africa

08. Nel piede umano una delle conseguenze del bipedismo è stata:

Sono tutte vere

L'alluce si allinea parallelamente alle altre dita

Lo sviluppo dell'arco longitudinale del piede

La mancanza dell'opponibilità dell'alluce

Descrivere i processi di encefalizzazione e postura bipede del genere homo

Descrivere in che modo si arriva alla postura bipede e il processo di encefalizzazione

La nostra specie è l’unica (tra i mammiferi) a camminare in posizione eretta e questa è la caratteristica più singolare dell’uomo.

Gli Ominidi acquisirono tale stazione quando ancora vivevano nella foresta e poi si rivelò vantaggiosa per vivere nella savana.

L’acquisizione della stazione eretta da parte delle scimmie, avvenuta in modo causale, ha posto quegli animali in una condizione

dell’anatomia. Nei

vantaggiosa rispetto agli altri. La posizione richiede una ristrutturazione radicale primati si osservano

adattamenti anatomo-funzionali acquisiti dal passaggio da forme di postura quadrupede, a quella semieretta, fino ad arrivare

all’erezione completa. Le modifiche in questo processo hanno portato come prima conseguenza lo spostamento del centro di

gravità, che nelle scimmie e proscimmie era localizzato a livello del cinto pelvico, lungo l’asse del corpo. La verticalizzazione ha

comportato lo sganciamento degli arti toracici dalla funzione locomotoria, allargamento e accorciamento della gabbia toracica.

Specializzazione della mano e del piede. Allineamento del foro occipitale con la colonna vertebrale. La forza di gravità pensando

l’acquisizione l’aiuto

sulla colonna ha comportato di una serie di curve sulla colonna che, con della muscolatura, contribuiscono

a mantenere il busto eretto. Conseguenze sul piede: mancanza dell’opponibilità dell’alluce che si allinea parallelamente con le

formazione dell’arco

altre dita e plantare.

Il processo di encefalizzazione si riferisce ad un aumento del volume cerebrale rispetto al volume corporeo totale. Il cervello

dell’uomo moderno rappresenta il prodotto della stratificazione di tre tipi di cervello, con un controllo che da riflesso diventa

volontario. Nel corso dell’evoluzione il cervello ha sviluppato sofisticati apparati di analisi e integrazione delle informazione che

hanno permesso una risposta adattiva intelligente ed aperta all’esperienza. Il cervello ha subito due processi di accrescimento:

un incremento di volume (reale aumento di neuromi con accrescimento della superficie neurocorticale), un’encefalizzazione

(riorganizzazione delle strutture neurali)

Descrivere quali sono dal punto di vista anatomico le caratteristiche generali del genere Homo

Con l’acquisizione di una postura ortograda il genere Homo utilizza per spostarsi solo gli arti inferiori (bipede con andatur a a

passi alterni), dal punto di vista anatomico a posizione richiede una ristrutturazione radicale: come prima conseguenza lo

spostamento del centro di gravità lungo l’asse del corpo, mentre nelle scimmie e proscimmie era localizzato a livello del cinto

pelvico. La verticalizzazione ha comportato lo sganciamento degli arti toracici dalla funzione locomotoria, allargamento e

accorciamento della gabbia toracica e il perfetto bilanciamento del cranio sulla colonna vertebrale. La presenza della clavicola

rende possibile la brachiazione e permette di portare le braccia fuori dal corpo e avere una certa mobilità della spalla.

l’acquisizione

Allineamento del foro occipitale con la colonna vertebrale La forza di gravità, pesando sulla colonna, ha comportato

di curve sulla colonna che, con l’aiuto della muscolatura, contribuiscono a mantenere il busto eretto. Conseguenze

di una serie

sul piede: mancanza dell’opponibilità dell’alluce che si allinea parallelamente con le altre dita e formazione dell’arco plantare.

Nella mano gli artigli diventano unghie, le dita presentano pentadattilia, il pollice si sposta dalle 4 dita fino ad arrivare

all’opponibilità e le falangi presentano una curvatura che non permette la completa estensione delle dita.

Lezione 035

01. L'h. habilis venne così definito perché:

Aveva sviluppato la capacità di esprimersi in modo eloquente

Sapeva cacciare

Sapeva usare le mani

E' un nome di fantasia

02. Un esponente del genere Homo che secondo studi recenti è stato declassato ad ominid

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Publisher
A.A. 2024-2025
73 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Piombo Mattia.