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CAPITOLO 7: GIOCO, ARTE, RITO E MITI

Il gioco è il contesto orientativo che viene coscientemente adottato dai giocatori, è piacevole e si deduce che sia importante allo sviluppo motorio e cognitivo, ma anche alla comunicazione del messaggio che va tutto bene; è da distinguere dal non-gioco tramite la metacognizione, ovvero la comunicazione riguardo la comunicazione che fornisce informazioni sulla relazione di coloro che stanno comunicando. Nel gioco si verificano due tipi di metacognizione: l'inquadramento, il limite cognitivo che contraddistingue certi comportamenti come gioco o vita ordinaria, ovvero la stessa cosa si tratta in modo diverso; la riflessività, nella quale riflettiamo su quali dimensioni sociali e culturali ci troviamo, quando il gioco funge da commentario sulla natura della vita ordinaria, anzi che su ciò che dovrebbe essere. Alcuni studiosi vedono nel gioco una forma nel quale apprendere la vita reale (bambini che giocano a fare i genitori).

mentre altri suggeriscono che aumenta la creatività permettendo ai bambini di superare i limiti dati loro dell'età e permettendogli di farsi un quadro più ricco della vita adulta; altri ancora affermano che il gioco consenta al bambino di commentare e criticare il mondo degli adulti. Esso può minare l'ordine prestabilito e i programmi governativi cercano spesso di censurare l'umorismo, ma esso diviene sempre un modo accettato per fare opposizione politica. La visione della realtà è data dagli obiettivi creati dalle culture e dagli individui e nel gioco, il giocatore definisce gli obiettivi a cui rivolgere la propria attenzione; il gioco, quindi, permette di riconoscere che nessuna prospettiva di riferimento è assoluta ma vi sono una serie di alternative da seguire che si possono scegliere e il gioco si mostra come un carattere aperto dell'esperienza è un'attività esercitata fisicamente, aggressivamente.

Lo sport è una forma di competizione e sfida umana. È vincolato dalle regole, di cui il gioco è una componente importante. Lo sport costituisce anche una forma di identificazione sociale per i sostenitori, che si immergono in un mondo di finzione in cui si identificano con i loro eroi. Gli avversari lottano per un obiettivo incompatibile, che solo uno di loro può vincere, quindi le squadre esistono per essere rivali. Tutti gli sport riflettono i valori culturali del contesto in cui si trovano e possono contribuire a costruire l'unità politica e sociale. Possono essere trasformati da un nuovo contesto e richiedono fedeltà alla nazione, poiché ogni squadra finisce per rappresentare i vari gruppi in modo concreto e unisce i loro sostenitori verso un obiettivo comune. Tuttavia, lo sport separa le donne dagli uomini e condiziona la loro crescita in modo diverso, facendoli vivere esperienze diverse anche durante la crescita.

esso può essere una metafora delle società moderne poiché durante la gara non è sempre la squadra migliore a vincere ma la lotta per la vincita è un insieme di fortuna, strategie e giustizia, provocando quindi incertezza come nella vita reale. L'arte viene definita come una forma di gioco che produce qualche trasformazione o rappresentazione esteticamente valida; si può pensare alla forma come allo stile e ai mezzi, lo stile è uno schema che all'interno di una cultura si riconosce appropriato, mentre i mezzi sono riconosciuti e caratterizzati culturalmente. La risposta di carattere estetico all'opera d'arte è di natura olistica poiché coinvolge tutte le nostre facoltà, compresa l'emozione, essa permette tanto al creatore quanto al pubblico di esercitare un ruolo attivo poiché l'artista crea avendo in mente la reazione del pubblico e utilizza dei simboli che non necessariamente si

collegano a ciò che rappresentano, l'avalutazione della perfezione tecnica interessa soltanto nel campo dei giudizi morali e intellettuali. Gli occidentali distinguono tra arte e non arte, tutto ciò che non rientra nella categorizzazione degli stili e delle forme appropriate non è definito arte e viene scartato, in molti si sono opposti a questa categorizzazione e si sono prefissati l'obiettivo di ridefinire l'arte in maniera sufficientemente ampia da comprendere tutti i prodotti estetici che altrimenti verrebbero etichettati come primitivi o etnici. La maggior parte delle opere d'arte oggi è esposta nei musei, a prescindere dalla loro provenienza, perché qualcuno ad un certo punto ha avuto l'autorità di definirla tale, da qui viene l'arte intenzionale (concepita come opera d'arte) dall'arte per appropriazione (gli altri distinti oggetti divenuti opere d'arte); poiché un oggetto si trasformi in un

opera d'arte, deve avere un valore esibitivo, ovvero qualcuno deve avere il potere di esibirlo con canoni compatibili alle definizioni di quella cultura. L'arte offre ai suoi creatori e ai partecipanti realtà alternative e possibilità di trasformare il mondo ogni giorno ma anche un modo per sottolineare i valori della propria società e condividerli.

Il mito è una storia la cui validità sembra autoevidente, perché riesce a integrare le esperienze personali con un sistema più ampio di assunzioni concernenti il modo in cui la società o il mondo dovrebbero funzionare; solitamente parlano delle origini o della fine del mondo, raccontando il passato o il futuro e sono raccontati da coloro che governano le società per dire alle persone come dovrebbero vivere in questo momento. Quando i miti vengono codificati in maniera estrema, si ha l'ortodossia (proibizione di deviare dai tasti mitici approvati), solitamente le

società esercitano un controllo sull'interpretazione dei miti offrendo spiegazioni plausibili della nostra esperienza umana. Malinowski riteneva che per comprendere i miti sia necessario comprendere il contesto sociale in cui sono incastonati e sosteneva che fossero delle giustificazioni dell'assetto sociale attuale, essi contengono qualche verità autoevidente che spiega perché la società è come è e perché non la si possa cambiare. Strauss affermava che sono strumenti atti a venire a capo delle contraddizioni locali, li si formula per affrontare opposizioni permanenti in una certa società in un certo momento; mettono in relazione elementi opposti di ciascuna coppia dualistica cercando di superarne la contraddizione (che non si può mai superare). I miti descrivono il mondo come potrebbe essere, proponendo altri modi di vivere che vengono solitamente rifiutati come impossibili; il pensiero antropologico più recente.riconosce che i membri della società riconoscono come i miti manipolino il modo in cui vengono trattati per raggiungere un effetto o sostenere un particolare punto di vista. Il rito è una pratica sociale ripetitiva composta da una sequenza di attività simboliche in forma di danza, gesti, canti che è separata dalle routine sociali quotidiane e aderisce ad uno schema rituale culturalmente definito, che si codifica in un insieme di idee spesso codificate in un mito. Coloro che compiono un rito asseriscono di essere autorizzate a farlo da un entità maggiore di loro, il rito li collega ad una sorgente di potere che li controlla, lo hanno appreso alla nascita senza averlo creato; ogni rito vede succedersi secondo un preciso ordine, un testo e una rappresentazione in cui le idee di una cultura si concretizzano, assumono forma e indirizzano lo sguardo dei partecipanti. Coloro che li celebrano non sono passivi ma rappresentano le loro idee, sentono le implicazioni dei

Miti e le loro verità; il rito di passaggio hanno il compito di marcare il passaggio e la trasformazione di un individuo da una posizione sociale a un'altra. Il primo stadio dei riti di passaggio è la separazione dalla vecchia posizione, durante il quale ci si lascia dietro i simboli e le pratiche della posizione precedente; il secondo passaggio consiste nella transizione, una situazione di mancanza di ruolo, l'ultimo stadio consiste nella riaggregazione, in cui l'individuo viene reintrodotto nella società occupando la nuova posizione. Nel corso della transizione gli individui occupano una posizione liminale (ambigua, fuori dalla loro posizione sociale ordinaria) e danno vita a un senso di cameratismo intenso e a un sentimento di unitarietà, costituendo una comunità di individui uguali, una communitas.

Rispetto al gioco, il rito asserisce ciò che deve essere, con il rito non è

Possibile entrare e uscire quando si vuole, è più rigido del gioco; quando ogni forma di comportamento è ritualizzata e sono vietate le deviazioni parliamo di ortoprassi. Tuttavia, si possono manipolare le forme rituali per conseguire scopi non tradizionali, esaltando la potenza di uno e sminuendone un altro o aggirandolo.

CAPITOLO 8: LA VISIONE DEL MONDO.

I membri di una società condividono una serie di assunti su come va il mondo e, interpretando le loro esperienze di vita quotidiane danno un senso alla loro vita e formulano l'immagine della visione del mondo.

La metafora asserisce l'esistenza di un nesso significativo tra due espressioni appartenenti a diversi domini semantici, il linguaggio metaforico esprime meglio ciò che quello letterale non è all'altezza di compiere e per questo motivo scegliamo un'immagine visiva che ci aiuti a comprendere meglio. La metonimia è la relazione che collega tra loro le parti di un

dominiosemantico definito culturalmente, quindi esse stesse sono definite culturalmente; ci aiuta a comprendere i nessi tra le esperienze prive di senso, come le conversioni religiose. A mano a mano che gli individui creano metafore per comprendere il mondo, lo visualizzano con dei simboli che possono essere: - reassuntivi, in quanto rappresentano un dominio semantico e ci fanno considerare i suoi elementi interni, - elaborativi, che rappresentano un solo elemento del dominio semantico da collocare nel suo più ampio contesto; questi ultimi permettono alle persone di definire le categorie in cui è ordinato il loro mondo. Spesso visioni più inconsuete del mondo riescono più comprensive se riusciamo a cogliere le metafore chiave, le immagini di ordine e stabilità, ma spesso il mondo è maggiormente comprensibile attraverso le vecchie metafore o l'utilizzo di nuove metafore che spiegano le lacune delle vecchie. Fanno parte delle metafore chiave le metafore.sociali che applicano al mondo un modello in cui l'universo e la propria società operano sulla base degli stessi principi; le metafore organiche sono basate sulla comprensione degli organi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
29 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andreM94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Tiragallo Felice.