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E' la 5igura più importante e signi5icativa degli autori, per le idee, il linguaggio e il
modo di fare cinema, porta senso nella triade bellezza – verità – morte.
Antonioni è detto il regista dello sguardo portatore di sé; lo sguardo non è utilizzato
come mero strumento, ma come visione del regista. Come vede un regista? Per un
regista vedere è necessità, il problema è cogliere una natura che fugge e cambia in
ogni momento. Si creano così teorie sulla tensione, la durata, sul tradurre percezioni
in visioni, che si completa con la trasformazione dello sguardo. Antonioni ama lo
sguardo, è l'autore più aperto alle 5iloso5ie moderne legate ad esso.
Ogni regista deve avere un occhio che guarda dentro e un occhio che guarda fuori,
per avere una doppia visione dell'interiorità e di ciò che c'è all'esterno: lo sguardo ha
una doppia natura. Con lo sguardo si cerca di riprodurre sensazioni, con la pura
visibilità, dare signi5icato anche a quelle immagini che apparentemente non ne
hanno. Nei 5ilm di Antonioni, dice il teorico Grillet, è evidente la percezione, ma non
sempre la comprensibilità: il senso del 5ilm sta nella sospensione di senso. La
sospensione è il senso stesso. Percepire un'immagine attraverso il mistero
Antonioni fa emergere l'invisibile, sa che sotto ogni fotogramma c'è una versione
della realtà sempre più vicina al reale, basta analizzare tale fotogramma, una realtà
che nessuno vedrà mai; “Montagne incantate” è una sua raccolta fotogra5ica, che
ingrandisce piccoli frammenti di carta e legno dipinti, mostrando da vicino i disegni
prodotti dalle pennellate di colore. Sono immagini astratte, ma fanno parte della
realtà. La visione è la caccia a queste immagini, 5ino ad arrivare a quella più
profonda. La realtà è piena di misteri, di cose non dette, dobbiamo sprofondare in
essa per trovarle.
Come possiamo dare senso a tali principi?
• Immagine deve amalgamarsi alla circostanza, il paesaggio diventa
personaggio;
• La visione va al di là del racconto, realtà è solo apparente;
• Dilatazione della sospensione: quei momenti sospesi per meglio capire la
realtà sono allungati temporalmente e spazialmente, immagini diosancorate
dal fatto (morte fuori campo), inquadrature eccentriche, visioni estraniate,
macchina da presa che segue il personaggio 5inché vuole, poi lo molla, non è
necessario osservarlo, è necessario 5issare il paesaggio (con il
grandangolare).
• Raccontare su due linee parallele.
FASI DEL LAVORO DI ANTONIONI
1. SGUARDO PARALLELO. Fino a “Il Grido”; fase che racchiude un po' tutti i
generi, compreso il pre, post e neorealismo; qui inizia un genere tutto suo, il
neorealismo interiore (melodramma psicologico), con sceneggiatura libera,
immagini che contemplano il mondo. Qui è l'inizio della ricerca dei misteri
nell'immagine (“L'avventura”).
2. INCROCI. Dopo “Il Grido”, abbiamo la tetralogia dei sentimenti: “L'avventura”,