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Periodo della Golden Age: "The Twilight Zone" 1962

In Italia con una serie di stagioni, in italiano è "Ai confini della Realtà". È una serie di genere fantastico, confina con la fantascienza, thriller, horror per famiglie. Crea una strana commissione tra ciò che è vero e incuriosisce molto gli spettatori. È una serie che è stata riproposta in video tante volte e ha visto anche diverse versioni. Ogni puntata è autoconclusiva che vede l'inizio e la fine di una storia che poi viene scoperto il colpevole.

"Alfred Hitchcock presents" è una serie andata in onda in Italia nel 1959. È una serie che vede il marchio conosciuto di questo grande regista del genere thriller. Le diverse puntate non sono state girate tutte da Alfred, però lavorò alla sceneggiatura a diversi episodi. Questa serie è pensata da un grande maestro del cinema, regista.

Di grande fama che si mette a servizio della televisione e produce questa serie, la cui trama è thriller. Ogni puntata è una puntata che è autoconclusiva che vede l'inizio e la fine di una storia che poi viene scoperto il colpevole. "I love Lucy" serie dei primi anni 50, ha una minore fortuna in Italia e viene programmata solo nel 1960. Vede al centro le dinamiche famigliari tra i due coniugi. È una sit-com. "Parry Mason" nel corso del tempo sono state riproposte dalla tv italiana. È una serie con tante stagioni e che segue l'attività di questo investigatore privato. In Italia vanno in onda grandi teleromanzi dai suoi esordi fino agli anni 70, che prevede il fatto che si adattino a delle opere teatrali o romanzi per la televisione. Adattamenti che sono sempre curati da grandi sceneggiatori e la regia di queste opere sceneggiate viene affidata a grandi registi cinematografici o grandi nomi del teatro.

Furonoprodotti moltissimi sceneggiati che segnano una Golden age television tutta italiana.prodotti di altissima qualità di scrittura e interpretativa e prevedono il dispiegarsi della narrazione in pochi episodi formula italiana perché questi non prevedevanol'esistenza di diverse stagioni, prevedevano la chiusura della narrazione in pochepuntate. Prodotti di non lunghissima durata.La qualità di questi prodotti si gioca anche sulla qualità interpretativa, personaggi chesono famosi in romanzi o opere teatrali. 24LA SERIALITÀ DELLA PUBBLICITÀ:il tipo di serialità che viene utilizzato da carosello, non può non rifarsi alla serialitàtelevisiva. Il programma pubblicitario di carosello è ospite della televisione che hadelle sue regole carosello deve rifarsi a questo stile narrativo. È presente la formaepisodica della serie ciascuna serie prevede la presenza di raccontiautoconclusivi, racconto che siapre e si chiude quando viene mandato in onda. Non è una storia che viene ripresa, la sua narrazione nasce e si chiude all'interno di quella puntata. La serialità viene creata dai protagonisti, le ambientazioni, il genere fa sì che le varie puntate di Carosello possano essere riconosciute. Viene utilizzata questa forma e quindi viene definita serialità debole e tradizionale. La continuità in Carosello viene data dai personaggi, ecc., il ritorno di questi personaggi all'interno di ciascuna marca permette il riconoscimento della serie, ma solo per questi aspetti. La pubblicità di Carosello utilizza i film d'animazione, personaggi che diventano beniamini dei bambini coinvolgendo anche le mamme, elemento distintivo e il modo attraverso il quale si crea coinvolgimento e affezione nel pubblico. Altra caratteristica è il fatto che Carosello mutua stili e generi da altri contenuti produttivi: sit-com, il genere narrativo più.

Il testo fornito è un esempio di formattazione utilizzando tag HTML:

Il testo utilizzato che si rifà alla comicità e che prevede che ci siano due attori, uno è la spalla dell'altro, siamo in presenza di duocomici. Il modello classico utilizzato dalla sit-com, il quale si rifà alla tradizione degli sketch teatrali, è una caratteristica della pubblicità all'italiana. Cifra distintiva della pubblicità italiana e contemporanea. Esempio: Lavazza, Vodafone, Tim, Wind, Fastweb. Presenza di attori comici, sketch banali e tradizionali. Quasi tutte le compagnie telefoniche lo utilizzano. Sono sovrapponibili l'una alle altre e indistinguibili. Modello di serialità che non può che non essere affine al modello utilizzato dalla tv.

Il 1 gennaio 1977 Carosello fa la sua ultima puntata. Finisce un'epoca pubblicitaria e anche un'epoca televisiva. Dopo essere diventato uno dei programmi di punta, uno dei programmi che scandisce la routine degli italiani, era un programma popolare.

ericonosciuto come centrale nella vita degli italiani. Si pone fine per diverse cause: era un modello che doveva rinnovarsi, gusti diversi, Carosello pare far parte del passato, non rappresenta più la creatività e innovatività programma che denuncia la propria età. Tra le cause ci sono i suoi altissimi costi implicava per l'impresa investire molti soldi per produrre un contenuto effimero, che va in onda un'unica volta e basta. Produrre un filmato vuol dire impegnarsi economicamente moltissimo. Non si sa quale sia l'effettivo ritorno e le aziende cominciano a dubitare di spendere questi soldi. Questa questione dei costi viene legata anche alle grandi barriere all'entrata ossia solo le aziende che hanno grandi disponibilità, non tutte le aziende potevano accedere a questa forma di comunicazione pubblicitaria. Si lega al fatto che l'Italia è una terra di piccole imprese e si pone il problema di non poter accedere ad

Una forma di pubblicità così popolare, ma allo stesso tempo così costosa, solo poche imprese potevano investire in carosello. Inoltre, carosello ha tante regole, ciò implica la ripetizione dei filmati, perché tutti devono rifarsi a una schematicità che riguarda i contenuti che dovevano essere utilizzati, un paradosso era il fatto che non si poteva parlare del prodotto forma di comunicazione che nasconde la pubblicità che era legata alla parte finale della pubblicità -> pubblicità senza pubblicità. Tutti i filmati si devono rifare allo stesso tipo di schema: 1.30 min. intrattenimento e ultimi 30 sec alla pubblicità. modo di fare pubblicità che non prevede la possibilità di essere creativi. L'ultimo aspetto è obsolescenza -> il prodotto invecchia immediatamente subito dopo essere mandato in onda, giocare sulla ripetizione rinnovandosi sempre -> problema perché si impone di

utilizzare una creatività che era limitata. Anche il fatto che non sia possibile ripetere l'annuncio fa sì che si metta in discussione l'efficacia di questo programma. È uno dei motivi della fine di Carosello. Evidentemente questi aspetti sono critici che riguardano Carosello in quanto tale, però c'è anche qualcos'altro che proviene dall'esterno che forza a questa chiusura. In Italia accade l'avvento della televisione commerciale. Motivi esogeni fanno sì che questo modo di pubblicità venga riconosciuto come obsoleto. Il monopolio Rai inizia ad essere messo in discussione negli anni '70 perché, dal '74 (avvio di TeleMilano, la fondazione di Canale 5 negli '80, Italia Uno ecc.), porta la televisione pubblica ad avere dei concorrenti che sono le TV via cavo, via etere. Il core business delle TV commerciali e la funzione delle stesse sono completamente diversi dalla televisione pubblica, essendo di carattere.commerciale non possono contare sul canone, abbonamento e quindi sono tv che si devono sostentare di maniera autonoma vendendo degli spazi pubblicitari. Se l'avvento delle tv commerciali implica la vendita del tempo ad investitori e inserzionisti, di questa cosa ne fa le spese la tv pubblica perché la televisione commerciale, proprio per questo motivo, ha necessità di vendere al maggior prezzo possibile il proprio tempo a degli investitori utilizzare il proprio pubblico, cambia la logica del palinsesto televisivo. Questo forza la rai a ripensare il proprio modo di fare pubblicità. Se da un lato le cause che portano alla fine di carosello sono delle cause endogene, dall'esterno provengono delle forze che cambiano il modo di fare pubblicità, contenuti che cominciano ad essere presenti all'interno di tutto il palinsesto, inseriti all'interno dei programmi stessi legame tra un programma e l'altro. La tv cerca di rimane invita eanche la televisione pubblica si deve adattare ad un modello che viene dettato da altri. Nel frattempo, nasce rai 3, modello al quale si deve rifare la tv pubblica. Se i competitors sono più aggressivi sotto ogni punto di vista fidelizzare in modo diverso il pubblico per assicurarsi la vendita degli spazi pubblicitari a un prezzo maggiore, anche la tv pubblica deve rifarsi a questo tipo di modello. Dalla metà degli anni 80 Nasce il modello neo-televisivo. Vede la presenza di una serie di novità, elementi nuovi rispetto al passato. Se le tv private hanno come obiettivo il mantenimento dell'attenzione degli spettatori, tutta la comunicazione deve essere massimizzata per l'audience, questo spiega perché la comunicazione stessa si estende rispetto al passato e si adotta un modello della tv di flusso, definizione che viene data da Williams (teorico inglese), il quale passa negli anni 80 un lungo periodo negli stati uniti. Egli è uno studioso di.televisione che si interessa ai media e alla tv. Cerca di capire come la tv americana si distingue dalla tv inglese. La sua specifica della tv americana era il flusso unico, una programmazione considerata come unitaria, che si espande nel corso della giornata, tutti i programmi costituiscono un unico flusso, flusso continuo di programmazione. È difficile concepire l'inizio e la fine di un programma, accompagnare lo spettatore per un lasso di tempo il più lungo possibile. Questa idea che lui si fa della tv americana viene utilizzata da tutte le tv nel mondo, anche dalla tv in Italia. Eco riprende questo concetto di tv di flusso e riconosce che anche in Italia con la neo-tv, gli italiani sono davanti a una tv di flusso. Siamo in presenza di spettatori che sono accompagnati da questa programmazione unica. Il modo attraverso il quale si raggiunge questo obiettivo è quello di produrre dei contenuti di intrattenimento, far
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Publisher
A.A. 2019-2020
55 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MaRy_J di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di linguaggi e strategie della comunicazione pubblicitaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Antonioni Stefania.