MORFEMI GRAMMATICALI E LESSICALI
-nella costruzione delle nostre parole vediamo che al primo livello di strutturazione attingiamo a un
serbatoio di forme precostituite di una lingua, un inventario costituito da classi chiuse di morfi con funzione
grammaticale (-o,-a,-i,-are,-ev...)
-questi morfi grammaticali presentano caratteristiche diverse a seconda che:
appartengano a un paradigma flessionale (-o,-e,-i che completano una parola, determinandone
• appunto la classe di appartenenza e che alternandosi dopo la sua radice ne fanno variare alcune
proprietà grammaticali → lup-+-o/-a/-e/-i);
presentino invece una proprietà derivazionale, che siano cioè in grado di formare parole nuove a
• partire da una radice originaria (suffissi -ett-, -ita..)
-riguardo alla flessione, che include declinazione e coniugazione, diciamo ancora che nelle lingue in cui si
manifesta può interessare classi qualitativamente e quantitativamente diverse e che in una stessa lingua
può mostrare comportamenti mutevoli.
-morfemi grammaticali: i morfi che contribuiscono al riconoscimento della classe grammaticale di
appartenenza della parola o che consentono di derivare nuove parole da forme di partenza, con
informazioni semantiche che restano invece ancorate a morfemi lessicali.
-suffissazione → lup+o → lup+ett+o → conserva un legame semantico con la parola precedente, ma può
anche modificarla sensibilmente → piccolo di lupo, oppure ancora può dare un nuovo significato
indipendente → maglia con il collo alto.
-prefissazione: disordinare → ordinare
-gli affissi hanno quindi proprietà di derivare forme appartenenti a classi diverse.
-parasintesi: interessa numerosi verbi ottenuti per prefissazioni e suffissazioni simunltanee → sbarcare da
barca
-retroformazione: procedimento di derivazione che rinuncia alla normale suffissazione presente nei casi più
comuni . → esproprio → pur derivando da verbi non presentano comuni suffissi deverbali
-i morfi flessionali (indicano la classe grammaticale) e derivazionali (formano parole nuove a partire da
basi lessicali) sono quindi produttivi a partire da altri morfi con distinte proprietà
-oltre ai morfi grammaticali sono presenti anche quelli semantico-lessicali che costituiscono classi aperte,
insiemi cioè più difficilmente inventariabili perchè incrementabili e decrementabili in modo più
indipendente da tempo, spazio e situazioni d'uso della lingua. (bar-, lup-,amic-...)
-morfi come questi costituiscono appunto le basi lessicali della lingua, elementi del vocabolario, più che
della grammatica di cui dispone un parlante.
ALLOMORFIA E SUPPLETTIVISMO
-le allomorfie (-er-/-ir-/-r-/) rappresentano alcuni esempi riguardanti morfemi funzionali che in italiano si
manifestano con orme distinte a seconda dei casi. Forme di variazione di uno stesso morfema sono spesso
presenti anche per i morfemi derivazionali e sono comuni nelle lingue flessive. In queste lingue, casi di
allomorfia sono diffusi a confine di morfema.
-molti casi allomorfia sono evidenti e non creano dubbi nel parlante: il legame tra gli allomorfi è trasparente
in termini sincronici e si giustifica come risultato dell'applicazione di regolari processi fonetici → perfetto e
perfezione → perfett- e perfez- sono allomorfi.
-tuttavia molti allomorfi lessicali si presentano collegati tra loro da relazioni più accidentali, talvolta
riconducibili a ragioni etimologiche-
- la relazione che lega corpo e corporeo o oro e aureo si definisce di supplettivismo dato che morfi
alternativi si manifestano nella derivazione delle varie parole.
-supplettivismo forte: quando l'origine dei due allomorfi è addirittura riconducibile a lingue originarie
diverse e pur essendo evidente il loro legame semantico non è più possibile riconoscere somiglianza tra i
significanti → acqua-idrico
DERIVAZIONE E COMPOSIZIONE
-la derivazione permette la creazione di parole nuove, partendo da una radice pre-esistente, con l'aggiunta
di affissi → reale → realmente → realizzazione → realizzabile
-la formazione delle parole può avvenire anche per composizione, assemblando una o più basi lessicali
diverse nella produzione di parole composte → libreria → book+shop.
-numerose parole composte dell'italiano sono di derivazione dotta e risalgono all'epoca rinascimentale in
cui comincia a diffondersi l'usanza di creare parole nuove usando basi di origine greca o latina → composti
neoclassici → filosofia, metamorfosi, xenofobia → per questi c'è maggiore difficoltà nel delimitare i confini
morfologici in quanto ciascuno dei componenti può occupare diverse posizioni → prefissoidi e suffissoidi →
occupano le posizioni tipiche di prefissi e di suffissi.
-ci sono poi ancora gli ibridismi in cui si uniscono prefissoidi e suffissoidi di origine diversa → televisione
-inoltre alcuni di essi hanno acquistato maggiore autonomia fino a determinare morfi lessicali con nuovi
significati → auto- → per accorciamento inizia a essere usato in modo indipendente → autp-automobile.
-composto testa a sinistra: perchè tra i due morfi che partecipano alla composizione, quello più a sinistra è
ancora associabile a un referente di partenza → capostazione → si ottengono mediante riduzione lessicale
dei gruppi di parole.
-composto a due teste: perchè entrambi le basi sono “teste” → cassapanca, può essere anche una panca
che funge da cassa.
-per la proprietà di prevedere al loro interno almeno un elemento semantico compatibile con il referente
designato, entrambi questi composti si definiscono endocentrici.
-manomorta o attaccapanni: nessuno dei due si riferisce a qualcosa già designato dalle parti originarie →
senza testa o testa esterna.
-testa a destra: designano un referente specifico già significato da uno dei due elementi del composto →
suolabus.
-unità polirematiche: contengono più contributi semantici che determinano significati finali nuovi → anno
luce
-parole macedonia: hanno una scarsa attinenza con la morfologia tradizionale tipica e produttiva di una
lingua → motel, smog, apericena.
-apologia: la riduzione è indotta dalla presenza di due o più sillabe simili in successione che vengono cosi
semplificate → tragicomico
TIPOLOGIA MORFOLOGICA
-le lingue possono notevolmente differenziarsi in base alle loro specifiche tendenze a privilegiare una data
strategia del costruire e nell'organizzare parole e frasi.
-confronto italiano-inglese → l'inglese ha una scarsissima propensione a segnalare la variazione di genere
amic-+o+a+i+che → friend+s. Idem per il sistema verbale .
-nonostante siano entrambe lingue flessive si conclude a favore di una relativa maggiore fusione delle info
morfologiche per i morfi dell'italiano.
-le lingue fusive sono quindi quelle che presentano un maggior carico morfologico per i morfi grammaticali.
-la diffusione di proprietà di questo tipo può portare in certi casi alla fusione in un unico morfo di
informazioni che in altri esempi della stessa lingua sono affidate a morfi diversi → amalgama .
-in molte lingue flessive si è in presenza di morfi cumulativi che accumulano appunto informazioni
grammaticali distinte in un unico elemento morfologico
-lingue agglutinanti: tutte le info grammaticali sono affidate a morfi distinti che si aggregano tra loro senza
fenomeni di fusione (turco)
-lingue polisintetiche: è molto produttivo il meccanismo di composizione (tedesco)
-lingue incorporanti: compaiono regolarmente composti che presentano simultaneamente basi nominali e
verbali che rivelano la loro tendenza a formare interi enunciati come se fossero una parola sola →
groenlandese.
-lingue isolanti: domina una morfologia analitica in cui le unità di informazione lessicale o grammaticale
restano per lo più immuni dalla tendenza all'aggregazione di parole. In queste lingue tuttavia le parole
possono anche essere mascherate da sistemi ortografici che ignorano gli spazi di separazione → cinese
mandarino (inglese)
-come la minore o maggiore fusione sono misurabili attraverso un indice di fusione, che stima il numero
medio di informazioni grammaticali distinte presenti negli eventuali morfi flessionali di una lingua, così una
misura di sinteticità di una lingua si può determinare mediante un indice di sintesi che calcola il numero
medio di radici lessicali che si aggregano nella formazione delle parole.
LESSICO DELLE LINGUE- ANALISI SEMANTICO-LESSICALE (6)
-la comunicazione avviene per segni mediante la significazione, che consiste nell'associazione di un
significato a certe porzioni del messaggio.
-le parole possono essere distinte: in base alla funzione che svolgono e alla posizione che occupano
solitamente nella frase e in base alla distinta morfologia che le caratterizza.
-lessico: organizzazione all'interno della quale si studiano i rapporti tra le parole di una lingua. Si struttura
essenzialmente in base alle relazioni tra i significati.
-lessema: unità minima su cui si basa l'organizzazione degli elementi linguistici in cui prevalgono rapporti di
significato.
-in italiano troviamo 2 lessemi lotto: una forma verbale e un sostantivo. Il primo è il morfema presente in
molti altri lessemi derivati da lotta, come lottare e lottatore (stessa famiglia semantica), mentre il secondo
caratterizza altri lessemi come lottizzare o lotteria.
-i due lessemi lotto rappresentano un caso di omonimia ma solo uno ha un'entrata indipendente. Lessemi
omonimi danno luogo a lemmi indipendenti nel vocabolario.
-il nome lotto pur avendo accezioni diverse presenta un'entrata unica nella quale è descritto con almeno
due distinte definizioni → polisemia
-le modalità con cui un lessema assume nuovi significati (traslati/figurati) sono diverse: tra le principali
abbiamo la metonimia e la metafora.
LESSICO TRA LANGUE E PAROLE
-significati referenziali: relativi alla concettualizzazione elementare di qualcosa che esiste al di fuori della
lingua. Il singolo parlante però può fare un uso creativo del lessico creando significai operazionali.
-significati denotativi e connotativi
-è poi utile distinguere tra significati lessicali e sociali → ciao e salve
-i legami tra lessemi non si stabiliscono solo sul piano del significante ma anzi, più spesso su quello del
significato. Ci può essere una parentela di significato chiamata solidarietà semantica (acqua-idrico)
-in alcuni casi uno spazio semantico può essere suddiviso tra vari lessemi che non si sovrappongono ma che
risultano anzi complementari nella sua copertura esaustiva → campo semantico. Abbracciando invece
l'insieme dei significati correlati in un sett
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