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Negli anni successivi
Antonello risalì l'Italia,
toccando Roma, la Toscana e
le Marche, venendo
sicuramente a contatto con
le opere di Piero della
Francesca, dalle quali mutuò
la salda monumentalità e la
capacità di organizzare lo
spazio secondo le regole
geometriche della
prospettiva lineare.
Salvator mundi
Il è la sua
prima opera firmata e datata:
Mille simo quatricentessimo
sexstage/simo quinto viije
Indi Antonellus / Messaneus
me pinxit. In quest'opera
l'iconografia è ripresa dai
fiamminghi e in special modo
Londra, National Gallery-1465 da Petrus Christus.
Antonello da Messina
La stessa tipologia è
adottata per l’Ecce Homo
di Piacenza (1473,
collegio Alberoni), con il
cartiglio che reca la firma
e la data dell’autore. Il
virtuosismo nel rendere i
capelli, l’incarnato, la
corda e la sua ombra sul
dorso di Gesù, si sposano
ad una resa psicologica
acuta. Emerge profonda
tristezza dalla sguardo di
Cristo, non compreso dal
mondo.
Antonello da Messina
Il polittico, che è firmato
a datato sul cartiglio sul
gradino dello scomparto
centrale, venne
commissionato nel 1473
per i convento annesso
alla chiesa di Santa
Maria extra moenia,
detta anche di San
Gregorio.
Originariamente le
tavole erano unite da
una cornice intagliata e
dorata di gusto
tardogotico.
Antonello da Messina
Sopravvivono del polittico cinque tavole su due
registri: quello inferiore, principale, mostra al
Madonna del Rosario in trono
centro la , affiancata a
San Gregorio Magno San
sinistra da e a destra da
Benedetto; nel registro superiore si vedono un
Angelo annunciante Vergine annunciata,
e la
mentre è perduto il pannello centrale, forse un
Cristo in pietà sostenuto da angeli o una
Deposizione.
L'impostazione generale del polittico è tradizionale,
come la presenza ancora del fondo oro, ma
numerosi dettagli dimostrano l'aggiornamento
dell'artista alle novità della penisola italiana
Antonello da Messina
La verità ottica è
inseguita con
caparbietà fin nei
dettagli più minuti,
come nelle perline
sulla mitria di
Benedetto, nelle
ciliegie brillanti
come gemme che il
Bambino prende
dalle mani della
madre, o nelle
perle del rosario ai
Antonello da Messina
Il significato della frutta tra
le mani del Bambino
rimanda al Peccato
originale(la pesca/pomo) e
alla Passione (le ciliegie
rosse come il sangue).
Inoltre il Bambino ha al
collo un pendente di corallo
rosso, antichissimo amuleto
apotropaico per i bambini,
che si ritrova anche nelle
opere di Piero della
Francesca e di altri artisti
del XV secolo. (il corallo
simboleggia il sangue di
Medusa; nel mito aveva il
potere di scacciare i nemici)
Antonello da Messina
Anche le rose
bianche e rosse
della corona, che
due angioletti
stanno posando
sulla testa della
Vergine, hanno un
significato
simbolico e
rimandano
rispettivamente alla
purezza verginale e
al martirio di Cristo.
Antonello da Messina
Nel 1474 circa Antonello
si recò a Venezia, dove
venne in contatto con la
pittura di Giovanni
Bellini. In questi anni
dipinse il San Girolamo
nello studio. Una grande
finestra ad arco di stile
catalano si apre sullo
studio di san Girolamo, il
padre della Chiesa che
tradusse la Bibbia,
intento alla lettura come
un dotto umanista.
Antonello da Messina
Lo studio è composto da una
specie di vano rialzato di tre
gradini, immerso in un'ampia
costruzione gotica con un
portico rinascimentale a destra.
Straordinariamente complesso
è l'uso della luce, che proviene,
secondo la maniera fiamminga,
da più fonti: innanzitutto l'arco
centrale, da dove entrano raggi
che seguono le direttrici
prospettiche e che dirigono lo
sguardo dello spettatore su san
Girolamo, in particolare verso le
sue mani e il libro, dando al
santo una particolare
imponenza; poi da una serie di
aperture sulla parete di sfondo,
incluse le tre bifore in alto.
Antonello da Messina
Nonostante la complessità, la
luce riesce a produrre un
effetto unitario, che lega le
diverse parti della tavola,
grazie anche alla salda
costruzione prospettica. Anche
la ricchezza dei dettagli
rimanda ai modi fiamminghi,
con l'attenta descrizione dei
singoli oggetti. Gli arredi, gli
scaffali e altri oggetti minuti,
come i vasi in maiolica per le
erbe aromatiche. I libri aperti
sulle mensole sembrano
disposti così per misurare la
profondità della rientranza. Il
pavimento a piastrelle
geometriche accentua la
prospettiva.
Antonello da Messina
È stata recentemente
proposta una lettura
dell’opera (Marcello Espro)
a 4 livelli, similmente a
quanto avviene per
l’interpretazione della
Divina Commedia.
Il primo livello è il più
immediato e superficiale:
san Girolamo nello studio ,
circondato dai suoi libri,
con il leone che si
avvicina, il cappello
cardinalizio a sottolineare
la sua autorevolezza.
Antonello da Messina
2°livello: lettura allegorica in
chiave positiva : il santo
umanista o l’umanista santo:
San Girolamo rappresenta
l’ideale di perfezione che
unisce le doti del santo-
asceta con quelle dello studio
umanistico. Il dominio sulle
passioni è rappresentato dal
leone al quale il Santo ha
tolto la spina dal piede e che
può incanalare verso il bene
la sua energia. Il traguardo
della conoscenza è
rappresentato dai tre gradini
(trivio) e dai diversi libri di
scienze superiori (tra i quali
la teologia) posti sugli
scaffali.
Antonello da
Messina
I simboli negativi (pernice=lussuria, pavone=superbia, bacile=vanità)
rappresentano i vizi da superare per accedere alla conoscenza. Il gatto
è creatura associata al demonio; accanto al garofano (amore
sacrificante) e al bosso (albero della vita, immortalità) volge loro le
spalle. Potrebbe essere un’esortazione a non cedere nella lotta; i bassi
istinti sono sempre in agguato, pronti a sporcare l’anima (la tovaglia).
Antonello da Messina
3°livello: lettura allegorica in chiave
negativa: critica agli ecclesiastici.
Nel testamento di Antonello è evidente la
sua insofferenza per il clero locale: vuole
essere sepolto solo alla presenza dei Frati
osservanti di santa Maria di Gesù
inferiore, specifica che non vuole né i
canonici della cattedrale né i Francescani
conventuali. È un affronto verso il clero
locale. Nella chiesa del tempo, il
messaggio evangelico è stato offuscato
dall’amore per le Humane litterae; al
posto dell’altare c’è lo studio pieno di
libri. I testi classici hanno preso il posto
delle sacre scritture. Si sono abbandonati
gli zoccoli (ai piedi dei tre gradini) cioè la
semplicità e la povertà e, nonostante la
presenza di simboli cristiani (garofano,
bosso) il gatto demoniaco la fa da
padrone.
Il leone ha ancora la spina nel piede
(Cristo=leone della tribù di Giuda) e
nessuno lo ascolta.
Antonello da
Messina
4° livello : il personaggio: una
pasquinata pittorica. È riservato
a pochi eletti, per salvarsi da
ritorsioni. Il personaggio
raffigurato potrebbe essere il
papa, Sisto IV della Rovere:
elementi di riconoscimento:
(sotto l’abito cardinalizio si vede
l’abito dei Francescani, ordine
dal quale proveniva Sisto IV); gli
zoccoli sono disposti a formare
il “Tau”, o croce di S. Antonio,
altro simbolo di riconoscimento
dei francescani conventuali; i
tre gradini della
scala=triregno); le chiavi
arrugginite= chiavi di san
Pietro.
Antonello da
Messina
Altri elementi di riconoscimento:
le arcate sulla destra si
chiamano sesto( porticato dove
gli atleti greci si esercitavano);
le volte ad arco acuto sono
definite dal Vasari anche quarti.
La libreria è in legno di Rovere
(famiglia della Rovere). La
mantella è di pelo d’ermellino,
non candido ma durante la
muta. I contemporanei
giudicarono molto male papa
Sisto IV, oggetto di feroci libelli
popolari, che lo accusavano di
lussuria e sodomia, secondo le
dicerie del tempo autorizzata
dal papa solo nei tre mesi estivi.
Si tratta per lo più di calunnie,
ma molto diffuse all’epoca. La
pernice (anche
pernix=disgrazia) era simbolo di
lussuria).
Antonello da Messina
Pavone: si diceva che Sisto IV
fosse stato definito dal cardinale
Bessarione l’uomo più colto
d’Italia e di questo si
pavoneggiasse. Il bacile,
specificatamente definito da
barbiere da un commentatore
dell’epoca, potrebbe essere
un’allusione velenosa: una
diceria sosteneva che il papa
Sisto IV avesse un debole per il
figlio del suo barbiere. Lo
avrebbe dotato di ricchezze e gli
avrebbe donato un vescovato.
Sarebbe diventato anche
cardinale se non fosse morto
prematuramente.
È chiaro che queste pesanti
allusioni dovevano essere
nascoste per proteggere l’autore
da ritorsioni.
Antonello da Messina
È possibile che il quadro sia
stato dipinto a Venezia verso
il 1475. All’epoca i rapporti di
Sisto IV con la Serenissima
erano pessimi. Il papa voleva
favorire le mire
espansionistiche del nipote
cardinal Riario, cercando
alleanze con Firenze e Milano
a discapito di Venezia (il cui
simbolo è il leone, con la
spina nel piede, al quale il
personaggio raffigurato dà le
spalle). Non sappiamo se ci fu
un committente ma nel
Seicento il quadro
apparteneva alla famiglia
Colonna, nemica giurata dei
della Rovere.
Antonello da Messina
Altre letture simboliche
propongono:
12 conci dell’arco=12 apostoli
Cardo sulla cima=emblema di
Cristo (colore viola, passione,
spine, corona di Cristo).
La pernice =astuzia e il pavone
(cento occ