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Honte
Che contiene molti riferimenti autobiografici): da una parte perché si sente giudicata come un'allieva e in parte perché, come vedremo, c'è questo senso di vergogna per aver tradito, lasciato un mondo che era il suo fino a quel momento. Questo passaggio è intimamente legato nella memoria della narratrice all'episodio della morte di suo padre ed è per questo che questo testo trova la sua ragione d'essere nel momento della morte del padre. La persona che parla si persuade che nel momento in cui il padre muore, ha ufficialmente lasciato un mondo, questi avvenimenti segnano quindi entrambi un passaggio.
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Si descrivono i momenti che hanno seguito la morte del padre. La madre è apparsa dalla parte alta delle scale, tamponandosi gli occhi e ha detto con una voce neutra "è finita". La situazione è lontana dall'essere presentata in maniera patetica, è una descrizione molto semplice.
un luogo dove la morte è qualcosa di ordinario e da accettare; la situazione è descritta in maniera prosaica, ma questo spiega le caratteristiche di questo luogo semplice della Provenza. L'annuncio della morte è fatto con una voce neutra, la frase ci fa pensare a Camus, alle frasi brevi e laconiche della madre. Una frase elementare, non si gonfia in maniera eroica, patetica, questa morte, i sentimenti delle persone della scena non sono presi in considerazione. Questa scrittura è neutra, distaccata, distante, come la scrittura "bianca" di Perec. Nelle pagine che seguono si descrivono le operazioni necessarie da eseguire dopo la morte di una persona, tutto vissuto in maniera estremamente semplice. La narratrice, che abita a Parigi, resta con sua madre qualche giorno, fino al funerale, con la madre e poi rientra a casa.Pag.23
Nel treno del ritorno cercava di distrarre il figlio perché stesse tranquillo. Improvvisamente si rende conto di
essereveramente una borghese. Sono dei pensieri che si impongono, come delle rivelazioni testuali, tra virgolette, molto laconiche, formate da frasi nominali. Più avanti, nel corso dell’estate, attendendo il primo posto di ruolo si rende conto che dovrà spiegare tutto questo. Scrivere a proposito di suo padre, della sua vita e a questa distanza che si era creata durante l’adolescenza, una distanza di classe, che non ha un vero nome. Questo episodio dell’allusione al passaggio di classe ci fa pensare al posto metaforico del treno, il sedile stesso del treno segnala una posizione in una determinata classe sociale. questa è la sensazione, tutta la famiglia resta in Provenza e lei con un treno, in prima classe, si allontana e si reca nella ricca Parigi. Non appartiene più a quel mondo, l’ha abbandonato per il suo lavoro, ma non si sente così a suo agio in questa situazione, quasi non fosse al suo posto. Come nella prima scena, dove lei
aveva avuto accesso al mondo del lavoro ed era a disagio, perché non riusciva a decodificare le azioni di quel ambiente; qui è la stessa cosa. Sente questo distanziamento e qui ha la rivelazione, ha la sensazione che dovrà scrivere di suo padre e quella distanza che si è creata tra loro. Il padre e la relazione con lui definiscono lei > récit de filiation. La narratrice spiega come in seguito abbia cominciato un romanzo del quale il padre era il personaggio principale, prova un senso di disgusto mentre scrive. Bisogna dire che questo non è il primo romanzo di Annie Ernaux, aveva già fatto il suo ingresso nella letteratura quando avevo pubblicato Les armoires vides, nove anni prima, nel 1974. È un romanzo autobiografico dove la protagonista, Annie (ma non stabiliamo l'identità con l'autrice), che decide di abortire. Durante questo aborto si ricorda della sua infanzia, abbiamo dunque dei frequenti passaggi tra passato.è presente e degli elementi che si differenziano per background sociale, quello dei suoi genitori, poveri, e quello borghese. Il focus è sul personaggio della protagonista, che vive in maniera dolorosa questo aborto in rapporto alla sua infanzia. Questo testo è differente, qui la figura del padre è più importante. Dice di sapere che il romanzo è impossibile, poiché per rendere conto di una vita sottomessa alla necessità, non ha il diritto di scegliere l'arte né di cercare di fare qualcosa di appassionante. Metterà insieme parole, gesti, fatti principale che hanno segnato la vita del padre; tutti segni oggettivi di un'esistenza che anche lei ha condiviso. Nessuna poesia del ricordo, la scrittura piatta per lei è naturale; la stessa scrittura che utilizzava scrivendo ai suoi genitori per comunicare loro le notizie essenziali. È una questione di conformità innanzitutto. Il romanzo, ai suoi occhi,
È una scrittura appassionante, che si adatta male all'esistenza di suo padre; l'arte non conviene a un'esistenza semplice, piatta. La Ernaux si limita a mettere assieme allora dei segni oggettivi, che descrive tramite questa scrittura piatta, che deve assomigliare a questa esistenza. Fa un parallelo con le cartoline che scriveva ai loro genitori per comunicare le notizie essenziali. Anche nell'opera di Camus si fa allusione alle cartoline, abbiamo letto la lettera che Henri Cormery aveva inviato a sua moglie, lettera che lei aveva conservato dove lui le dice le notizie essenziali della sua vita in guerra. Nelle cartoline, a causa del poco spazio che si ha, si scrive solo lo stretto necessario. È una questione anche di competenza linguistica: nel caso di Henri Cormery è colui che manda la lettera a non avere le competenze linguistiche, ma anche la moglie, mentre nel caso di "La place" è il destinatario a non avere la.capacità linguistica. Nel momento in cui decide di scrivere la storia di suo padre e realizza che ha definitivamente abbandonato quel mondo, sceglie di mettersi al servizio di quella esistenza condividendo la lingua, la maniera di esprimersi. Una volta che la narratrice ha fatto questa scelta di parlare del padre in un genere che non è il romanzo in una lingua che sarà piatta, può cominciare la storia. Qua, in questo spazio bianco molto ampio (tutto il testo è intervallato da spazi vuoti più o meno grandi), comincia la storia. Narra quindi la storia di suo nonno e poi di suo padre. Di questo nonno, sottolinea il fatto che ogni volta che gli hanno parlato di lui, la storia cominciava evidenziando il fatto che non sapesse né leggere né scrivere, come se la sua vita e il suo carattere non fossero comprensibili senza questo dato iniziale. È molto importante per la famiglia e molto importante per lei il fatto che siano agli antipodi:
Lei ha appena vinto un concorso per diventare professoressa di letteratura e la sua famiglia non sa leggere e scrivere. Poi narra l'infanzia e del nonno e del padre, in un ambiente molto povero e provinciale che lei oppone ai suoi ricordi, al suo bagaglio culturale e letterario. Come spiega, infatti, quando lei pensa ai primi anni del '900 non pensa all'epoca in cui il padre era bambino, perché la differenza dei quadri evocati da Proust e Mauriac degli ambienti borghesi, è culturalmente ed economicamente molto differente. Il padre comunque studia, fa le elementari, anche se, visto che lavora in campagna, spesso salta la scuola per occuparsi dei mestieri dei campi che impediscono un pieno e completo successo dei suoi studi. Dopo aver fatto la guerra, il padre non ha più voluto tornare alla "cultura" nel senso di "coltura", così ha sempre chiamato il lavoro della terra, mentre il senso spirituale era per lui inutile. Anche
qui comprendiamo il senso di distanza che Annie Ernaux ha voluto sottolineare. Pag.45 L'autrice ci dice "scrivo lentamente", si sforza di rivelare la trama significativa di una vita in un insieme di fatti e scelte e ha l'impressione di perdere a mano a mano il profilo particolare del padre. L'ossatura, l'essenza tende a prendere tutto il posto e l'idea a correre da sola. Annie Ernaux ha scelto di rivelare la trama di una vita rendendo conto sia della vita sia di un ambiente. Deve realizzare un equilibrio tra una storia collettiva e una storia personale. Sa che se si concentra su suo padre unicamente rischia di magnificare questa figura, rendendola un personaggio di un romanzo, allora cerca di rimetterlo in un contesto, di presentarlo come il membro di una comunità. Questo fa sì che la storia di suo padre riveli degli elementi biografici ma degli elementi sociologici allo stesso tempo. Si tratta di una socio-auto-biografia, cerca di parlare di sé.di suo padre e di un ambiente. Questo comporta una maniera di scrivere specifica. Naturalmente non c'è nessuna gioia di scrivere in questa impresa in cui si tiene attaccata alle parole e alle frasi sentite sottolineandole ogni tanto con dei corsivi. Ecco il senso delle frasi/parole in corsivo: non per indicare un doppio senso al lettore e offrirgli un senso di complicità, che ella rifiuta sotto ogni forma, semplicemente perché queste frasi dicono i limiti e il colore del mondo ove ha vissuto lei e il padre. In questo mondo non si prendeva mai una parola per un'altra. Da un lato abbiamo lo sforzo rende conto al tempo stesso di una traiettoria individuale e di un ambiente, di una classe sociale, di realizzare uno spaccato anche sociologicamente interessante di un ambiente sociale, lavorativo e anche geografico provinciale. Dall'altro, la volontà di rimanere attaccata a questo mondo per raccontarlo. Prima la scrittrice aveva parlato di una scrittura piatta.qui spiega come questo significhi anche rifiutare ogni sforzo di metaforizzazione, di costruzione al di là del senso primario delle parole. Quindi dice che per rimanere fedele a quel mondo riporta le espressioni che venivano utilizzate, ma senza suggerire un doppio senso al lettore, non c'è questa complicità tra la scrittrice letterata e il lettore, anche esso letterato. La sua opera infatti, lo sa, sarà letta in ambienti colti, ci sarebbe quindi la tentazione di questa complicità che lei vuole evitare; si tratta di riportare la realtà così com'è. Ancora una volta, come in Perec, si fa ricorso a una tipografia particolare per significare qualcosa nel testo. Tra i vari testi che ha scritto Annie Ernaux, c'è un testo uscito nel 2008, "Les années", che è legato a questo perché condivide questa scelta e anzi la spinge più lontano. È il tentativo di ricostruire il passato.è una sorta di autobiografia collettiva. Ci sono degli articoli alternati, uno che parla della vita singolare e uno che parla del collettivo, ossia di ciò che le persone della sua generazione hanno condiviso in quegli anni, anche attraverso fotografie e descrizioni (esempio di Perec). Annie Ernaux è un'altra autrice che ha declinato in di