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(MSH)
Cellula gonadotropa Follicolo-stimolante Follicoli ovarici (F). tubuli seminiferi (M). Nella F stimola la
(FSH) maturazione del follicolo ovarico e la produzione di estrogeni in
esso. Nel M stimola la spermatogenesi
Luteinizzante (LH) Follicoli ovarici-corpo luteo (F). Cellule interstiziali del testicolo
(di Leydig; M). Nella F incide l’ovulazione e stimola di estro-
progestinici nel follicolo e nel corpo luteo. Nel M stimola la
produzione di androgeni (soprattutto testosterone) nelle cellule
interstiziali.
Cellula tireotropa Tireostimolante (TSH) Follicoli tiroidei. Stimola la produzione di ormoni tiroidei
Neuroipofisi
Neurone del nucleo Ossitocina Muscolatura liscia delle vie genitali maschili e femminili. Stimola
sopraventricolare la contrazione di questa muscolatura liscia nel parto, nella
lattazione e nel rapporto sessuale
Neurone del nucleo Antidiuretico Tubuli collettori del rene. Promuove il riassorbimento di acqua
sopraottico (vasopressina) nei collettori riducendo il volume urinario e aumentando la
pressione del sangue
Adenoipofisi
L’adenoipofisi è formata da cellule epiteliali disposte in cordoni, fra le quali si trovano numerosissimi
capillari fenestrati (non vi è barriera ematoencefalica), e scarso connettivo di supporto. Le cellule
secernenti producono, sotto controllo ipotalamico, numerosi ormoni che a loro volta controllano l’attività
di altre ghiandole endocrine o svolgono azioni complesse nella regolazione delle attività metaboliche. Gli
ormoni prodotti dall’adenoipofisi sono di natura proteica. Si possono distinguere 5 diversi tipi cellulari
(somatotropo, lattotropo, corticotropo, gonadotropo, tireotropo), ciascuno implicato nella secrezione di un
particolare ormone.
In base alla loro affinità per i coloranti istologici, le cellule ipofisarie vengono distinte in acidofile
(somatotrope e lattotrope) e basofile (tireotrope, gonadotrope e corticotrope). Alcune cellule, contenenti
scarse quantità di ormoni dopo averli liberati, si colorano poco, e vengono chiamate cromofobe. Alcune di
questi potrebbero essere cellule staminali non ancora differenziate.
Nella parte intermedia si ritrovano cellule poco colorate che secernono l’ormone melanocitostimolante.
La secrezione dell’adenoipofisi è controllata dall’ipotalamo attraverso ormoni (o fattori) di rilascio o
inibizione. Sono conosciuti fattori di rilascio per le cellule somatotrope, corticotrope, tireotrope,
gonadotrope, lattotrope e fattori di inibizione per le cellule somatotrope e lattotrope. Questi fattori sono
prodotti da neuroni di vari nuclei ipotalamici situati soprattutto nell’eminenza mediana e al di sopra del 41
chiasma ottico. Queste cellule neuroendocrine trasportano i fattori di rilascio o inibizione lungo i propri
assoni e li liberano nell’eminenza mediana, dove essi entrano nei capillari sanguigni del plesso capillare
primario. Da qui, gli ormoni ipotalamici sono trasportati attraverso le brevi vene portali ipotalamo-ipofisarie
al plesso capillare secondario situato nell’adenoipofisi e, usciti dai vasi, entrano in contatto con le cellule
secernenti. Si forma fra ipotalamo e adenoipofisi un collegamento vascolare costituito da vene interposte
fra due reti capillari (i plessi primario e secondario). Il dispositivo vascolare fra ipotalamo e adenoipofisi
prende il nome di sistema portale ipotalamo-ipofisario.
Epifisi
La ghiandola pineale (epifisi cerebrale) è un organo di forma
grossolanamente conica. È posta sulla linea mediana a livello del
diencefalo ed è circondata dal liquido cefalorachidiano.
Manca della barriera ematoencefalica. È connessa al diencefalo da un
infundibolo, ma non ha dirette connessioni con l’encefalo: riceve fibre
nervose simpatiche postgangliari dal ganglio cervicale superiore del
SNA. Nell’epifisi sono contenute cellule secernenti (pinealociti)
disposte in cordoni e follicoli e abbondante neuroglia.
I pinealociti possiedono corti prolungamenti cellulari che terminano in
rigonfiamenti a bulbo. Col crescere dell’età, compaiono concrezioni
extracellulari formate da sali di calcio (corpi psammomatosi o sabbia
cerebrale), di origine e significato poco chiari.
L’attività della ghiandola è legata al quotidiano ciclo luce/buio (ritmo circadiano). La melatonina
(un’indolamina) è presente nel sangue in assai maggior concentrazione la notte che il giorno e anche la
morfologia dei pinealociti e il numero di corpi psammomatosi cambia seguendo un ritmo circadiano.
La ghiandola (priva di connessioni nervose dirette con l’encefalo) è “informata” delle condizioni di
illuminazione dell’ambiente attraverso una complessa via nervosa che parte dai fotorecettori della retina;
le cellule gangliari della retina proiettano al nucleo soprachiasmatico, da cui fibre scendono nel midollo
spinale; fibre pregangliari ortosimpatiche raggiungono il ganglio cervicale superiore, da cui partono le fibre
b-adrenergici
postgangliari che terminano nella pineale. La sua attività è regolata dai recettori e utilizza la
noradrenalina.
L’epifisi, rispondendo con la propria secrezione a stimoli sensoriali, funziona da trasduttore neuroendocrino
e opera un legame fra ambiente esterno e processi fisiologici dell’organismo.
Cuore
Il cuore è l’organo centrale dell’apparato cardio-vascolare.
Attraverso la sua contrazione il sangue è spinto in tutti i vasi e
distribuito a tutti i tessuti. Il cuore batte circa 100.000 volte al
giorno.
È alloggiato all’interno della porzione anteriore del mediastino,
spazio situato nella parte mediana della cavità toracica tra i due
polmoni e delimitato in avanti dallo sterno, in basso dal
diaframma e posteriormente dalla colonna vertebrale, racchiuso
anteriormente tra il 2°-5° spazio intercostale e posteriormente tra
T5-T8. Risulta contenuto in una cavità sierosa delimitata da una
membrana chiamata pericardio.
È un organo muscolare cavo a forma di tronco di cono, orientato
obliquamente rispetto all’asse corporeo, con una base rivolta
posteriormente, in alto e a destra e un apice rivolto anteriormente a sinistra e in basso. Le dimensioni
possono essere rapportate a quelle di un pugno chiuso. 42
Il cuore è mantenuto nella sua posizione dalla continuità con i grossi vasi che originano dalla sua base; dal
pericardio che lo avvolge e che aderisce con specifici legamenti alla colonna vertebrale, al diaframma e allo
sterno. Possiede estesi limiti di mobilità fisiologica.
È possibile suddividere il cuore in due metà, una metà destra, venosa, e una metà sinistra, arteriosa.
Ciascuna di queste due metà è poi ulteriormente suddivisa in un atrio e un ventricolo. Quindi troviamo 4
cavità: due atri (sinistro e destro) e due ventricoli (sinistro e destro).
Possiamo identificare:
- La piccola circolazione (circolazione polmonare) il sangue venoso contenuto nel ventricolo di
à
destra raggiunge i polmoni, attraverso il tronco polmonare. Dai polmoni il sangue, ormai
nuovamente ossigenato, raggiunge l’atrio di sinistra attraverso le vene polmonari.
- La grande circolazione (circolazione sistemica) inizia dal ventricolo sinistro, che attraverso
à
l’arteria aorta e tutte le sue diramazioni distribuisce sangue ossigenato a tutti i tessuti. Da questi il
sangue dopo aver ceduto ossigeno e accumulato anidride carbonica, torna all’atrio destro del cuore
mediante un sistema di vene (le vene cave).
Morfologia esterna
Il cuore mostra una faccia anteriore
o sterno-costale, una faccia
diaframmatica, una base e una
punta o apice. È possibile anche
individuare un margine destro e un
margine sinistro. La sua faccia
anteriore o sterno-costale è
formata dall’atrio e dal ventricolo di
destra; l’atrio e il ventricolo di
sinistra sono rappresentati
pochissimo. Questa faccia è
caratterizzata anche dalla presenza
di grossi vasi. Sono particolarmente
evidenti la vena cava superiore che
raggiunge l’atrio di destra, il tronco
polmonare che emerge dal ventricolo destro e l’aorta che origina dal ventricolo sinistro. La porzione
ventricolare della faccia anteriore è incisa da un solco longitudinale, il solco interventricolare anteriore, nel
quale decorrono vasi che servono all’irrorazione dell’organo cardiaco: un ramo dell’arteria coronaria
sinistra e la rispettiva vena. Dall’atrio di destra è visibile principalmente l’auricola, una propaggine che
colma lo spazio che si viene a formare tra la vena cava superiore e la radice dell’aorta. È possibile anche
evidenziare tra l’atrio e l’auricola di destra e il sottostante ventricolo destro un solco disposto
perpendicolarmente all’asse maggiore del cuore, il solco coronario. La porzione sinistra della faccia sterno-
costale è occupata anche da una piccola porzione dell’auricola sinistra, che copre parzialmente l’origine del
tronco polmonare.
La faccia diaframmatica, mediante la quale l’organo appoggia sul diaframma, è formata prevalentemente
dal ventricolo sinistro. Questi risulta separato dal sovrastante atrio sinistro tramite il solco coronario in cui
si nota il rilievo del seno coronario e un ramo dell’arteria coronaria sinistra. Il seno coronario è un canale
venoso che raccoglie il sangue refluo dai vasi coronarici che formano la circolazione intrinseca del cuore. Il
ventricolo destro è appena visibile e risulta separato dal ventricolo controlaterale dal solco
interventricolare posteriore. L’atrio destro è visibile e si apprezza la disposizione dell’asse dello sbocco
delle vene cave superiore e inferiore.
La base del cuore ci permette di apprezzare principalmente il sistema di grossi vasi che arrivano o
fuoriescono dal cuore. Lo sbocco della vena cava superiore e inferiore nell’atrio di destra è disposto su un
asse quasi verticale. L’atrio di sinistra è disposto quasi orizzontalmente e in esso sboccano le vene 43
polmonari destre e sinistre. Dalla base del ventricolo destro si diparte il tronco polmonare diviso nelle
arterie polmonari destra e sinistra.
L’apice del cuore è costituito quasi completamente dall’apice del ventricolo sinistro a causa della
deviazione verso destra del setto interventricolare.
Il limite tra faccia sterno-costale e faccia diaframmatica forma, in corrispondenza del ventricolo destro, il
margine destro o acuto del cuore; mentre in corrispondenza del ventricolo sinistro si forma il margine
sinistro o ottuso.
Cavità interne
Metà destra= venosa; metà sinistra= arteriosa;
ciascuna metà è suddivisa in un atrio, posto
superiormente e un ventricolo, posto
inferiormente. Queste due metà dopo la nascita
risultano nett