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OPPONENTE DEL POLLICE

Profondo all'adduttore breve e lateralmente al flessore breve.

Origine: retinacolo dei flessori e tubercolo del trapezio

Inserzione: faccia anteriore e margine radiale del primo metacarpo, su tutta la sua lunghezza.

Azione: flette e abduce il primo metacarpo e lo intraruota; in questo modo il pollice viene posto in una posizione tale per cui può venire opposto, mediante una flessione della metacarpo-falangea, alle altre dita.

Innervazione: mediano C6, 7, 8 T1.

Deficit: ipotrofia dell'eminenza tenar e atteggiamento in estensione e adduzione del primo metacarpo. Difficoltà nell'impugnare una penna e indebolimento delle prese di forza.

FLESSORE BREVE DEL POLLICE

Origine: capo superficiale, retinacolo dei flessori e trapezio. Capo profondo, trapezoide e capitato, base 2° metacarpale

Inserzione: lato radiale della base della falange prossimale del pollice e espansione digitale estensoria

Azione: flette le articolazioni metacarpo-falangea e

trapezio-metacarpale del pollice. Partecipa all'opposizione del pollice al mignolo. Può estendere l'interfalangea del pollice mediante la sua inserzione sull'espansione digitale estensoria.

Innervazione: capo superficiale, mediano C6, 7, 8 T1. Capo profondo, ulnare C8 T1.

Deficit: riduce la capacità di flettere la falange prossimale. Difficoltà nel tenere fortemente oggetti tra il pollice e le altre dita. Un deficit marcato predispone a deformità in iperestensione della metacarpofalangea.

ADDUTTORE DEL POLLICE

È il più mediale e profondo dei muscoli dell'eminenza tenar.

Origine: capo obliquo; dal trapezoide dal capitato e unicinato. Capo trasverso; margine anteriore del 2° e 3° osso metacarpale.

Inserzione: il capo trasverso sul lato ulnare della base della falange prossimale del pollice; il capo obliquo sull'espansione digitale estensoria.

Azione: adduce l'articolazione trapezio-metacarpale, avvicinando il pollice.

al palmo della mano muovendolo su un piano perpendicolare a quello del palmo; adduce e coopera a flettere la metacarpo-falangea e interviene nell'opposizione del pollice al mignolo. può intervenire nell'estensione dell'interfalangea mediante l'inserzione del capo obliquo sull'espansione estensoria

Innervazione: ulnare C8 T1.

Deficit: difficoltà nel serrare fortemente il pollice contro le altre dita a pugno chiuso.

Muscoli dell'eminenza ipotenar

PALMARE BREVE

Muscolo pellicciaio nello spessore del sottocute.

Origine: margine mediale dell'aponeurosi palmare e superficie palmare del retinacolo dei flessori.

Inserzione: sulla pelle del margine ulnare della mano.

Azione: corruga la pelle del lato ulnare della mano

Innervazione: mediano C6, 7, 8 T1.

Deficit: poco significativi.

ABDUTTORE DEL MIGNOLO (eminenza ipotenar)

Medialmente nell'eminenza ipotenar.

Origine: pisiforme, legamento trasverso del carpo e tendine del flessore lungo del

lunghezza.Azione: oppone il mignolo al polliceInnervazione: ulnare C7, 8 T1.Deficit: riduzione della forza di opposizione del mignolo.

lunghezzaAzione: flette e intraruota di pochi gradi l'articolazione carpo-metacarpica del quinto dito, sollevando il bordo ulnare della mano in modo tale che i flessori della metacarpo-falangea possano portare il polpastrello del mignolo a opporsi a quello del pollice. Partecipa a realizzare l'incavamento del palmo della mano

Innervazione: ulnare C7, 8 T1.

Deficit: ipotrofia dell'ipotenar e difficoltà nell'opposizione del mignolo al pollice.

Muscoli palmari 38

LOMBRICALI

Tra i tendini del flessore profondo delle dita.

Origine:

  • Primo e secondo; margine radiale dei tendini del flessore profondo, rispettivamente dell'indice e del medio.
  • Terzo; margini adiacenti dei tendini del flessore profondo del medio e dell'anulare.
  • Quarto; margini adiacenti dei tendini del flessore profondo dell'anulare e del mignolo.

Inserzione: margine radiale dell'espansione estensoria delle dita corrispondenti.

Azione: estendono le articolazioni interfalangee e flettono le

metacarpofalangee delle dita dal secondo al quinto. Estendono le interfalangee anche con le metacarpofalangee estese.

Innervazione: del primo e secondo lombricale, mediano C6, 7, 8 T1. Il terzo e quarto, ulnare C 7,8 T1.

Deficit: deformità ad artiglio della mano.

Muscoli interossei: occupano gli spazi tra le ossa metacarpali.

INTEROSSEI PALMAR

Negli ultimi tre spazi intermetacarpali.

Origine: Primo, lato ulnare della base del primo metacarpo. Secondo, secondo metacarpo su tutta la lunghezza del lato ulnare. Terzo, su tutta la lunghezza del lato radiale del quarto metacarpo. Quarto, su tutta la lunghezza del lato radiale del quinto metacarpo.

Inserzione: Soprattutto sull'espansione stensoria del dito corrispondente, con possibile inserzione sulla base della falange prossimale, in questo modo: Primo, lato ulnare del pollice. Secondo, lato ulnare dell'indice. Terzo, lato radiale dell'anulare. Quarto, lato radiale del mignolo.

Azione: flettono la prima falange ed estendono le altre.

due, avvicinano tra loro le dita. Innervazione: ulnare C8 T1. Deficit: riduce la capacità di adduzione del primo, secondo, quarto e quinto dito. Diminuisce la forza di flessione delle metacarpofalangee e di estensione delle interfalangee delle stesse dita.

INTEROSSEI DORSALI

Negli spazi interossei metacarpali. Sono muscoli penniformi

Origine: Primo, capo laterale, metà prossimale del margine ulnare del primo metacarpo. Primo, capo mediale, margine radiale del secondo metacarpo. Secondo, terzo, quarto, superfici adiacenti di due metacarpi vicini

Inserzione: sull'espansione digitale estensoria e sulla base della falange prossimale, in quest'ordine: Primo: lato radiale dell'indice soprattutto alla base della prima falange. Secondo: lato radiale del medio. Terzo: lato ulnare del medio, soprattutto sull'espansione estensoria. Quarto: lato ulnare dell'anulare

Azione: abducono l'indice, il medio e l'anulare rispetto all'asse passante per il terzo dito.

Partecipano allaflessione della metacarpo-falangea e all'estensione delle metacarpo-falangee delle stesse dita. Il primointerosseo può intervenire nell'adduzione del pollice

Innervazione: ulnare C8 T1.

Deficit: riduce la capacità di abduzione del secondo, terzo e quarto dito. Diminuisce la forza di flessionedelle metacarpofalangee e di estensione delle interfalangee delle stesse dita.

robusta lamina fibrosa posta nel sottocute tra eminenza tenar e ipotenar. DiAponeurosi palmare:forma triangolare con base distale e apice prossimale. L'apice fa seguito al tendine del muscolo palmarelungo e la base si trova a livello della radice delle dita.

Si può considerare come una dipendenza deltendine del muscolo palmare lungo e del legamento trasverso del carpo

Fascia eminenza tenar: ricopre i muscoli sottostanti, prosegue medialmente nell'aponeurosi palmare.

Fascia eminenza ipotenar: si fissa medialmente al margine mediale del 5° metacarpale.

Formazione di

logge grazie a setti di unione: loggia laterale, loggia intermedia e mediale. 39Muscoli del torace:si distinguono in intrinseci ed estrinseci a seconda della loro localizzazione.

INTRINSECI:localizzati esclusivamente nel torace

ELEVATORI DELLE COSTE

Dodici paia posti profondamente in vicinanza della colonna vertebrale.

Origine: apice processi trasversi 7 cervicale e vertebre toraciche.

Inserzione: faccia esterna e margine superiore della costa sottostante tra angolo e tubercolo.

Innervazione: 8°C e nervi toracici.

MUSCOLI INTERCOSTALI

Occupano gli spazi intercostali si distinguono in esterni, medi ed interni.

Esterni: origine, margine inferiore di ogni costa; inserzione, margine superiore costa sottostante.- Diretti dall’alto in basso e dal dietro in avanti

Medi: origine, margine inferiore delle coste all’interno della linea d’origine dei intercostali esterni;- inserzione, margine superiore coste sottostanti.

Interni: origine, margine inferiore e faccia interna di una

costa; inserzione, margine superiore della- costa sottostante. Sono diretti dall'alto in basso e dall'avanti in dietro incrociano i muscoliintercostali esterni.

Innervazione: nervi intercostali dall' 1 al 11.

MUSCOLI SOTTOCOSTALI

Parte interna e posteriore della parete toracica, in vicinanza articolazione costovertebrale.

Origine: faccia interna delle coste.

Inserzione: faccia interna della costa sottostante

Innervazione: nervi intercostali dal 1° all' 11°

MUSCOLO TRASVERSO DEL TORACE

Nella faccia interna della parete toracica anteriore.

Origine: faccia posteriore del corpo e processo tifoideo dello sterno.

Inserzione: faccia interna e margine inferiore delle cartilagini costali dalla 2a alla 6a.

Innervazione: nervi intercostali dal secondo al nono.

L'azione è di abbassare le cartilagini costali. ESTRINSECI: diretti a diverse parti del corpo

A - Toracoappendicolari

GRANDE PETTORALE

Forma la parete anteriore del cavo ascellare.

Origine: capo clavicolare:

superficie anteriore della metà mediale della clavicola; capo sternocostale: superficie anteriore dello sterno e cartilagine delle prime sei o sette coste; capo addominale: aponeurosi dell'obliquo esterno dell'addome. Separato dal deltoide dal trigono clavipettorale

Inserzione: labbro laterale del solco bicipitale dell'omero.

Azione: Origine fissa: adduce e intraruota l'omero. Con il braccio abdotto e inserzione fissa può elevare le coste. Nella deambulazione con stampelle o alle parallele interviene per sostenere il peso del corpo. 40

Il capo claveare flette il braccio e lo adduce sul piano orizzontale verso la spalla controlaterale. Il caposternocostale deprime la spalla e adduce il braccio verso la cresta iliaca controlaterale.

Innervazione: Innervazione del capo claveare: pettorale laterale, C5, 6, 7. Innervazione del caposternocostale: pettorale laterale e mediale

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
57 pagine
3 download
SSD Scienze mediche MED/08 Anatomia patologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia Umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Mezzogiorno Antonio.