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EPATITE B

L'epatite B è l'unico fra i vari tipi di epatite trattati a DNA. Non decorre in forma epidemica, ma per lo più in forma endemica. Il tipo di trasmissione è parenterale (sangue trasfuso infetto, rapporti sessuali, siringhe infette ecc.). Nelle zone ad alta endemia, una modalità di trasmissione importante è quella materno-fetale. Il periodo di incubazione varia dai 2 ai 6 mesi e può decorrere senza nessuna sintomatologia. La malattia può decorrere in forma acuta e arrivare a guarigione senza nessuna sequela. Possono esserci casi estremi di epatite fulminante in numero più alto rispetto all'epatite A e in taluni casi la malattia tende a cronicizzare. La fase di cronicizzazione può rimanere stabile (epatite cronica persistente) o essere il preludio di una cirrosi (epatite aggressiva). C'è anche un rischio di sviluppo di epatocarcinoma saltando in alcuni casi la fase di cirrosi. Nel virus dell'epatite B si trova

l'antigene s, Hbs. Gli anticorpi contro questo antigene si vedono nel sangue e si vedono anche nel tessuto. Vi sono poiantigeni anche più profondi; l'antigene core ad esempio, che è indice di un rischio maggiore di probabilità a cronicizzare. Tra altre proteine importanti, c'è la proteina della regione x. Questa è importante quando il virus si integra con l'ospite e inizia un processo di cancerogenesi.

Il virus dell'epa B vive bene nell'ambiente esterno, resiste bene sia ad agenti fisici che chimici e se non disturbato, resta attivo a temperatura ambiente per 6 mesi. La percentuale di soggetti che cronicizzano è intorno al 10%, percentuale comunque non trascurabile. Si innesca un processo autoimmune per il quale la malattia diventa cronica. L'epatite cronica comunque, non è data solo dai virus epatotropi, ma anche dall'alcolismo ad esempio. In questo caso l'organismo reagisce ad una necrosi importante.

attivando il sistema immune, La durata della malattia è più lunga dell'epaA e vi possono essere casi a decorso protratto senza che essi siano ancora cronici ecasi fulminanti. Le zone più colpite dalla diffusione sono quelle tropicali e subtropicali enon va escluso il rischio professionale come categoria di diffusione per la malattia.L'unica sorgente è l'uomo e il virus è presente nel sangue e in tutti i liquidi biologici.Esiste una vaccinazione efficace per il virus dell'epatite B. EPATITE DELTA E' un virus infettivo denominato talvolta anche virus delta ed antigene delta. E' un virus difettivo che richiede la presenza del virus B. Quando al presenza del virus B è contemporanea si parla di co-infezione, se il virus delta viene dopo B allora si parla di sovra-infezione. EPATITE C Il virus C (HCV) è a trasmissione parenterale e con minore frequenza il contagio avviene per via sessuale. L'incubazione è

di 2-6 mesi e nella maggior parte dei casi decorre in maniera subdola. Decorre come un'epatite asintomatica in forma lieve, macronicizza in oltre il 70% dei casi. Di questi casi il 20% diventa cirrosi epatica. La variabilità di questo virus rende difficile produrre una vaccinazione efficace. Orientativamente occorre qualche decennio affinché il virus dell'epa C evolva in cancro (in genere più di 10 anni). È un virus diffuso in tutto il mondo, ma con incidenze diverse. In Italia rappresenta il 15-18% di tutte le epatiti. Di solito per le epatiti non si fa biopsia, ma nei casi ove fatta si assiste ad un aspetto molto polimorfo del fegato che sembra quasi difficile capire stiamo guardando il fegato. Questo perché ci sono contemporaneamente fenomeni degenerativo necrotici e fenomeni di rigenerazione cellulare; vediamo poi altri segni quali le cellule di Kupfer che sono importanti per funzioni macrofagiche e funzione di "spazzini" in

quantoripuliscono le cellule necrotiche. Inoltre essendoci virus, sono visibili i linfociti che mediano la risposta immunitaria sia tra gli spazi portali che in mezzo al parenchima.

EPATITE CRONICA

Non tutte le epatiti acute cronicizzano (infatti l'epatite A non cronicizza mai). Tra le epatiti che cronicizzano alcune spesso evolvono. Infatti vengono fatte le biopsie per vedere se epatiti croniche stanno aumentando di gravità.

L'epatite attiva cronica è una forma più grave e più facilmente evolve in cirrosi epatica. Spesso c'è sub-ittero e c'è l'alterazione delle funzioni epatiche più importanti.

Per definire un'epatite cronica, ci riferiamo a quelle epatiti che persistono dopo una finestra temporale di 6 mesi e spesso persiste a vita. Le tappe successive sono la cirrosi epatica e l'epatocarcinoma.

Nelle forme di epatite cronica persistente è possibile guardare all'esame istologico i "ponti" e

Parecchie zone di infiammazione che si estendono dallo spazio portale al parenchima epatico. Alcune aree poi rigenerano, in altre aree si osservano vere e proprie cicatrici. Vi sono anche evidenti zone di steatosi e linfociti. A più forte ingrandimento è possibile notare la distruzione degli epatociti. Le varie colorazioni sono utili per capire in che quadro clinico ci troviamo, ovvero se l'epatite sta avanzando verso la cirrosi o se rimane epatite cronica. Si può osservare come il fegato inizia ad avere vari noduli, espressione di fenomeni rigenerativi.

Con un'ago biopsia epatica è possibile fare ancora meglio una diagnosi istologica accurata osservando le zone di fibrosi attraverso colorazione tricromica. In soggetti con cirrosi utilizzando questa tecnica, è possibile notare come il collagene si sia formato nel lobulo epatico del paziente, nel parenchima epatico. Il collagene è alla base dei noduli rigenerativi in quanto isola gruppi di

epatociti in veri e propri "isolotti". Vi è quindi un rimaneggiamento continuo. CIRROSI EPATICA

Malattia di tipo infiammatorio del fegato caratterizzata da fenomeni necroticirigenerativi e di fibrosi che determinano un rimaneggiamento totale diffuso. Il fatto che il rimaneggiamento sia diffuso è importante in quanto discrimina da una epatite dove invece i processi di rimaneggiamento sono in zone isolate. Quindi la cirrosi è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da fenomeni di formazioni nodulari, a loro volta determinate da precedenti forme di necrosi e rigenerazione epatocellulare e dalla fibrosi.

Quindi alla fine, io non ho più i sinusoidi intervallati dalla vena centrolobulare e dalla venula terminale portale. I noduli sono avulsi dal contesto di funzionalità epatica; tutto questo diverso quadro di architettura epatica va a discapito delle funzioni epatiche.

L'andamento della cirrosi è lento e progressivo ed allo stato

Attualmente la malattia è considerata progressiva. Si formano delle fistole a livello epatico, fistole di Heck. A volte il collegamento dei sistemi arteriolo venosi continua ad esserci, ma si formano come dei cortocircuiti e dei ponti che uniscono direttamente, passando attraverso setti di collagene, la venula centrolobulare e la vena portale saltando tutti i sinusoidi. Tale processo è diffuso nel fegato.

Le malattie che sono capaci di dare importanti necrosi confluenti, con spinta alla rigenerazione e alla fibrosi sono responsabili della cirrosi. Tra queste non rientrano solo i virus, ma anche l'alcol. Nei soggetti alcolizzati si formano spesso delle forme micronodulari di cirrosi; la necrosi c'è, è confluente, ci sono varie zone di steatosi e il fegato si ingrossa, diventa più duro alla palpazione del clinico e continua anche un processo di risposta immunitaria.

Le cellule epatiche degli alcolisti si ipertrofizzano essendo continuamente chiamate.

adespletare le loro funzioni e quindi c'è anche un potenziamento dei sistemi didetossificazione ecc., ma vi è un limite a tutto questo. L'assunzione smodata di alcolicidiventa lesiva non solo a livello epatico, ma anche a livello cerebrale; e l'assunzione dimolto ferro contenuto nell'alcol è lesivo per i tessuti.

Cirrosi: all'inizio il fegato cirrotico è di colore giallo-bruno, grasso e ingrossato, di pesosuperiore a 2kg. Nell'arco di anni si trasforma in un organo scuro, raggrinzito, nongrasso, di peso ridotto. Inizialmente, i setti fibrosi in via di sviluppo sono sottili e siestendono nei sinusoidi dal centro alle aree portali e da un tratto portale all'altro. Conil tempo la nodularità diventa più pronunciata. Il fegato diventa più fibroso, perdegrasso e progressivamente raggrinzisce. Assume un aspetto macro e micronodulare.Spesso compare stasi biliare.

EPATITE ACUTA → malattia che guarisce in

meno di 6 mesi, ma può evolvere aepatite cronica EPATITE CRONICA → malattia che dura oltre 6 mesi (anche per sempre). Può essere: EPATITE CRONICA PERSISTENTE → malattia con danno epatico NON progressivo; EPATITE CRONICA ATTIVA → malattia con danno epatico PROGRESSIVO, a rischio. Può evolvere in cirrosi epatica e/o epatocarcinoma. Istologia dell'epatite cronica: 1. Epatite cronica persistente: - scarsi fenomeni necrotici - infiammazione limitata agli spazi portobiliari. 2. Epatite cronica attiva: - necrosi più marcata (necrosi a ponte porto-portale, porto-centrolobulare) - infiammazione estesa al parenchima epatico - fibrosi. Nell'epatite cronica attiva di grado severo, l'infiltrato infiammatorio si espande nel parenchima epatico, distruggendolo. L'epatite cronica attiva si caratterizza inoltre per una necrosi più marcata. CIRROSI EPATICA Malattia cronica del fegato, caratterizzata microscopicamente da un rimaneggiamento della

Struttura epatica sostituita da noduli di rigenerazione e deposizione di fibrecollagene che li delimitano. Ci sono fenomeni degenerativi e necrotici (soprattutto), alternati a fenomeni riparativi cicatriziali (fibrosi). Tutto ciò porta ad un sovvertimento architetturale del fegato che determina da una parte il comportamento atipico degli epatociti, dall'altra determina la formazione di fistole. Assistiamo ad una trasformazione della parete dei vasi, ridotta a delle "fenestrature" (si ricorda che nei capillari normali è continua). L'alterazione della circolazione si ripercuote sul circolo portale e quindi comporta un ipertono portale. ← Fegato sano con superficie liscia: non c'è nodularità esterna. Il fegato con cirrosi epatica ha nodularità: qui è una forma micro-nodulare, ovvero conserva la forma del fegato. (Se la necrosi fosse molto più estesa la rigenerazione avverrebbe in maniera più disordinata. Mentre nei

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SSD Scienze mediche MED/08 Anatomia patologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher effemed di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia patologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Miracco Clelia.