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INTESTINO TENUE

Il primo tratto dell’intestino tenue è il duodeno, che presenta una curvatura in cui si trova il pancreas, a cui è

unito tramite un canale ( DOTTO PANCREATICO) in cui vengono secreti enzimi digestivi.

Nel digiuno e nell’ileo avviene il 90% dell’assorbimento, che sarà sequenziale lungo tutto il tratto. La morfologia

del tenue presenta un epitelio con enterociti frammisti alle cellule mucose, al di sotto si trovano i capillari

sanguigni del sistema portale. Le cellule non hanno una vera funzione digestiva ma producono ormoni per

regolare la peristalsi, con funzione locale, che riducono la secrezione a livello pancreatico. (gli enzimi pancreatici

sono escreti in forma attiva)

INTESTINO CRASSO

La digestione e l’assorbimento sono già ampiamente avvenuti e si ha un riassorbimento di acqua. Si ha la

formazione delle feci, molte vitamine sono prodotte dai batteri che vengono allora assorbite.

Il retto, rispetto al tenue, è più compatto e ricco di zone linfatiche. I ruminanti possono ingerire la cellulosa grazie

a specifici batteri presenti all’interno. La lunghezza del tratto intestinale è dunque variabile.

UCCELLI: manca la dentizione, hanno una dieta variabile. Come soluzione rompono il cibo frammentandolo col

becco. Il cibo risiede nel GOZZO, un’estroflessione delle sacchette della faringe con una potente muscolatura.

Insieme al cibo vengono ingeriti dei sassolini che con la masticazione aiutano la frammentazione.

RETTILI: predano in maniera saltuaria, l’intestino rimane quiescente quando non vi è alimentazione. Gli enterociti

hanno una vita più lunga.

PANCREAS

Il pancreas è una ghiandola extra parietale con duplice componente:

Ghiandola esocrina: digestiva e diffusa lungo la sottomucosa intestinale

✓ Ghiandola endocrina: addetta alla regolazione della glicemia, forma piccole isole simili al dotto epatico)

Macroscopicamente è grande circa 5cm, situato all’interno della prima curvatura intestinale. È una struttura

molle, la porzione esocrina produce enzimi digestivi, litici.

L’insufficienza del pancreas causa un mancato assorbimento e dimagrimento. Come organo compatto lo si vede

solo nei vertebrati più moderni. Durante lo sviluppo embrionale il pancreas si sviluppa a partire da due

evaginazioni endodermiche della parete del tubo digerente primitivo. I due rudimenti possono mantenersi

separati e con due sbocchi distinti nell’intestino, come in molti anfibi, oppure fondersi in una massa unico, come

nella maggior parte degli amnioti. La funzione esocrina nei pesci antica era sparsa.

La parte endocrina presenta cellule ghiandolari formanti ACINI pancreatici, che circondano un lume centrale in

cui secernono enzimi proteolitici. Il pancreas endocrino è una struttura cordonale con cordoni cellulari

raggomitolati intorno a capillari sanguigni.

Il dotto proveniente dal pancreas e del fegato, fuoriescono separatamente in un’unica concamerazione ovoidale,

l’AMPOLLA EPATO PANCREATICA, che si apre nel duodeno sotto il controllo dello sfintere Oddi.

In tutti i vertebrati le cellule pancreatiche presentano granuli, che contengono enzimi digestivi in forma inattiva. I

granuli vengono esocitati nel lume centrale sotto controllo del SNA stimolato dal passaggio del cibo nello

stomaco e nel duodeno.

La capacità digestiva delle cellule esocrine è superiore rispetto alle esigenze funzionali.

FEGATO

Il fegato è una ghiandola posizionata nella cavità addominale. Durante lo sviluppo si abbozza come

evaginazione endodermica ventrale, sotto forma di un diverticolo epatico. È suddiviso in 4/5 LOBI EPATICI.

Riceve inoltre due portanti vasi: la vena porta epatica e l’arteria epatica.

Funzioni:

Digestiva: specificamente produce i Sali biliari, enzimi digestivi scaricati nel duodeno

✓ Digestione secondaria: a livello intestinale tramite la vena porta

✓ Immagazzina glucosio per periodi limitati nel tempo, sostiene il metabolismo tra i pasti

✓ Produce le proteine del sangue

✓ Contribuisce al recupero dell’emoglobina e al riciclo del ferro nel sangue

✓ Interviene nella detossificazione delle sostanze ingerite

✓ Regola il metabolismo del ferro nel sangue

La struttura e la funzione sono evolutivamente conservate. La vascolarizzazione dipende dall’aorta epatica, dalla

vena epatica, dalla vena porta. Le zone simili tra loro sono chiamate lobuli epatici confluenti al centro in una

VENA CENTROLOBULARE. il lobulo epatico è delimitato esteriormente da una rete di

capillari che provengono dalla vena portale. Le cellule

prendono il nome di EPATOCITI, disposti a cordoni dalla

periferia alla vena portale. Il lobulo presenta una forma

poligonale e ad ogni angolo si crea uno spazio

connettivale= spazio portale.

Gli spazi tra epatociti sono vasi sanguigni che arrivano

dalla vena, prendono il nome di SINUSOIDI. Le pareti dei

sinusoidi sono fenestrate e lo sazio di DISSE separa dalle

cellule. gli epatociti sono quindi a contatto e assorbono le sostanze digerite dell’intestino e/o secernono nel

sinusoide le sostanze da rilasciare. il sangue passa dunque dalla vena porta, arriva al sinusoide fino alla vena

centrale e si ricostituisce nella vena epatica.

Gli epatociti presentato due superfici distinte, hanno una cosiddetta polarità.

Una superficie a contatto con il sinusoide (che contengono sangue misto proveniente dall’arteria epatica

✓ e dalla vena porta

Una superficie a contatto con zone extracellulare che formano dei canalicoli= CANALI BILIARI. I canalicoli

✓ biliari derivano dalla sovrapposizione delle dilatazioni delle pareti di epatociti. I Sali biliari emulsionano i

grassi perché possano essere attaccati dalle lipasi pancreatiche e aiutano l’innalzamento del pH del bolo

alimentare.

L’epatocita ha due attività secretorie distinte: una verso i sinusoidi del sangue e una verso i canali biliari alla base.

A livello macroscopico i canali si raccolgono in un dotto singolo che conferisce nella CISTIFELLEA, un organo di

accumulo della BILE. La cistifellea presenta un dotto separato verso il duodeno e il pancreas, il dotto della

cistifellea. Nell’ultimo tratto incontra il dotto pancreatico formando il COLEDOCO, inserito a sua volta nel

duodeno.

Sinusoide: endotelio non continuo, è un capillare a bassa pressione e ad alta permeabilità. Tutte le sostanze

vengono prese ed endocitate dagli epatociti. L’epatocita presenta due lavori principali: uno sul sinusoide e uno

sul canalicolo biliare.

dal punto di vista medico il fegato normalmente è un organo molle e voluminoso, quando è soggetto a

patologie, si ha un fenomeno di fibrosi, diventa tessuto duro non funzionale.

cellule di Kupffer: macrofagi situati nell’interfaccia

✓ tra sinusoide e epitelio

Cellule stellate (o cellule di Ito): sono periciti che si

✓ trovano nello spazio perisinusoidale, una piccola

area tra sinusoidi e epatociti, chiamata spazio di

Disse. Le Ito cell possono immagazzinare gocce

lipidiche, che possono ridurne la funzionalità.

Il fegato ricicla i globuli rossi nei vertebrati. Il globulo rosso

contiene emoglobina che lega il ferro, un elemento essenziale per la reattività di bloccare l’ossigeno e rilasciarlo.

Il ferro inoltre favorisce gli scambi redox. La quantità di Fe assimilata dall’esterno non è sufficiente a soddisfare le

esigenze metaboliche. A livello epatico si ha allora un recupero di questo elemento da parte di macrofagi epatici,

che digeriscono l’epatocita, recuperano il Fe e lo coniugano a una proteina, la ferritina, che maschera la capacità

reattiva. Si ha un controllo del metabolismo del ferro, con il rilascio di un ormone, l’epcidina, che regola la

concentrazione presente nel sangue.

Capacità rigenerativa: il fegato sostituisce gli epatociti morti. A causa del contatto con la circolazione portale,

qualsiasi cosa assorbita arriva al fegato provocandone un effetto tossico; con la proliferazione di queste cellule è

statisticamente facile la presenza di errori, che ne causa una capacità limitata nel tempo. Quando viene persa la

capacità rigenerativa, il tessuto viene sostituito da un tessuto fibroso duro, denominato cirrotico. La bilirubina è

un parametro per verificare la funzionalità del fegato.

CISTIFELLEA

La cistifellea è un organo di accumulo, una piccola vescicola giallognola. È assente in molti vertebrati, in modo

indipendente rispetto alla linea evolutiva. Questo organo contiene il secreto biliare degli epatociti. La cistifellea

presenta un epitelio monostratificato con sottostante una mucosa avente piccoli accumuli di muscolatura liscia,

con la capacità di contrarsi sotto il controllo del SNA).

Si ha una contrazione localizzata, con la compressione i sali biliari vengono spinti al di fuori dell’organo nel dotto

biliare, che a sua volta si unisce al dotto pancreatico e finisce nel duodeno.

Ittero: la cistifellea contiene enzimi. La sua ostruzione e rottura causa un aspetto giallastro dell’organo e delle

cornee dell’organismo.

APPARATO URO-GENITALE

L’apparato urinario e l’apparato genitale sono legati tra loro da un punto di vista anatomico (spesso condividono

i dotti) e embriologico (si abbozzano da strutture comuni). Il primo provvede all’escrezione di cataboliti azotati,

prodotti dal metabolismo proteico, e contribuisce al controllo del bilancio idrico-salino. Il genitale provvede alla

maturazione dei gameti e al loro rilascio. In alcune specie provvede anche allo sviluppo della prole, come il caso

della viviparità.

Nello sviluppo embrionale si abbozzano due ammassi mesodermici dorsali pari, disposti ai lati del tubo digerente

ed aggettati nella cavità celomatica: le creste urogenitali. A livello embrionale il celoma viene utilizzato come

cavità in cui espellere le sostanze di scarto. La cresta è originata dal mesoderma intermedio e si estendono dalla

porzione faringea fino alla zona cloacale.

1. Nella cavità celomatica si ha una zona che origina le gonadi e una il rene. Si ha un’espulsione esterna di

urina e cellule germinali

2. A livello della gonade si forma la cresta genitale a cui arrivano le cellule germinali.

la cresta urinaria viene definita nefrogena, poiché a suo

carico si originano i nefroni, che si connettono tra loro e

costituiscono un dotto che decorre longitudinalmente e

lateralmente lungo la cresta, il dotto PRONEFRICO di

WOLFF. In stadi più avanzati, l’epitelio si ripiega a dare

un tubulo che si internalizza a costituire il dotto di

MULLER. L’estremità cefalica del dotto di Muller si apre

nella cavità celomatica, mentre la porzione caudale si

spinge fino alla regione cloacale.

Le cellule germinali arrivano alla cresta e formano dei

cordoni sessuali, disponendosi in file e iniziando a

proliferare. A questo stadio la gonade n

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/01 Anatomia degli animali domestici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cami.mossotto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia comparata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Biffo Stefano.