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APPARATO RESPIRATORIO
Per alcuni aspetti si può definire l’apparato respiratorio come strettamente correlato con l’apparato
digerente, e in alcuni casi come un supporto per esso. Inoltre, è l’apparato che per eccellenza, grazie al
processo della respirazione (che nel nostro caso può essere scandita come inspirazione ed espirazione),
garantisce un apporto di ossigeno a tutte le cellule e i tessuti del nostro organismo, funzione estremamente
importante perché correlata al metabolismo cellulare (senza ossigeno le cellule morirebbero, perché non
saprebbero come sfruttare le sostanze nutritizie che introduciamo con la dieta, perché senza ossigeno non
potrebbero ossidare molecole come glucosio o catene di acidi grassi, e quindi non ci sarebbe produzione di
ATP, senza la quale le cellule non potrebbero vivere). Di conseguenza, alla base di qualsiasi processo
ossidativo, in ogni cellula, c’è la produzione non solo di ATP, ma anche di prodotti di scarto come la CO :
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inspiriamo per produrre O ed espiriamo per espellere CO ; si tratta delle 2 fasi di questo processo che si
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susseguono in continuità, questo fa capire che, continuamente, le nostre cellule hanno bisogno di ricevere
O e nello stesso tempo hanno bisogno di espellere CO . L’esigenza di produrre un gas necessario e di
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espellere un prodotto di rifiuto vale per tutti gli organismi, di conseguenza, alla base di questi 2 tipi di
trasporto c’è un unico vettore, ovvero i globuli rossi, che contengono l’emoglobina e sono in grado di
cedere O e legare CO . Nei tessuti in cui la pressione parziale della CO è maggiore di quella dell’O ,
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l’emoglobina lega CO e rilascia O ; il contrario avviene nei tessuti in cui è maggiore la pressione parziale
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dell’O rispetto a quella della CO . Gli scambi respiratori, che avvengono sia a livello delle branchie che a
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livello dei polmoni, richiedono quindi 2 specifici comparti: il sangue e i tessuti.
Evoluzione
La pressione evolutiva delle strutture respiratorie è data dall’ambiente con il quale si devono scambiare i
gas respiratori (acqua o aria) e dalle esigenze di assorbimento (massime in animali tachimetabolici in quanto
omeotermi, come Uccelli e Mammiferi) che portano a strutture più complesse ed efficienti. Quindi la
particolare caratteristica che condiziona gli scambi gassosi è il fatto di appartenere ad un ambiente acquatico
o ad un ambiente aereo.
Negli organismi tachimetabolici l’assorbimento di O e la cessione di CO sono al massimo livello di
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efficienza: i polmoni diventano sempre più efficienti grazie ad una maggior superficie di scambio ed aumenta
la sepimentazione (ovvero la divisione della cavità tramite sepimenti, che sono porzioni di tessuto
continue; ogni septo aumenta la superficie di scambio) a carico di questa superficie in risposta alle
aumentate esigenze metaboliche. Nel caso dei polmoni, l’aumento dell’efficienza va di pari passo con
l’aumento della superficie di scambio, di conseguenza si assiste ad un progressivo aumento della
sepimentazione in rapporto con le aumentate esigenze metaboliche.
Struttura e organi respiratori accessori
Gli organi respiratori si sono evoluti in funzione di esigenze particolari, e soprattutto lo sviluppo di branchie
piuttosto che di polmoni rispetta l’ambiente in cui gli organismi si trovano. La funzione principale degli organi
respiratori è quella di massimizzare gli scambi gassosi; questa diventa un’esigenza molto marcata soprattutto
per Uccelli e Mammiferi, organismi tachimetabolici. A differenza dell’apparato digerente, in cui la superficie
aumenta in funzione di un assorbimento, nell’apparato digerente la superficie aumenta in funzione di uno
scambio (parlare di assorbimento a livello di un epitelio alveolare è sbagliato!). Poiché lo spazio dedicato a
questi organi in molti casi è limitato ad una certa area, una strategia per aumentare la superficie di
assorbimento è quella di aumentare la sepimentazione.
In molti Vertebrati gli organi respiratori possono essere coadiuvati nella loro funzione da altri organi o
strutture accessorie. La cute svolge questo ruolo in molti Vertebrati. Le anguille, ad esempio, possono
sopravvivere per molte ore fuori dall’acqua respirando attraverso la cute. Molti Anfibi hanno la respirazione
cutanea attiva e, per migliorarne l’efficienza, la cute viene intensamente vascolarizzata da un ramo
dell’arteria pulmocutanea. Scambi respiratori possono realizzarsi attraverso la mucosa buccofaringea in
alcune salamandre e tartarughe. Alcune tartarughe acquatiche utilizzano anche la mucosa cloacale come
organo respiratorio accessorio. Perché questi organi siano sufficientemente efficienti sono necessarie 2
condizioni: devono avere epiteli sottili e devono essere intensamente vascolarizzati.
In base all’ambiente in cui gli organismi vivono, si sono differenziati diversi tipi di organi respiratori, per
poter catturare l’ossigeno dall’aria o dall’acqua:
- Ittiopsidi e larve di Anfibi Branchie
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- Tetrapodi Polmoni
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- Pesci polmonati Branchie e polmoni
→
Importante è la presenza di epitelio pavimentoso basso interfacciato a capillari separati tra loro da un
sottile strato di tessuto connettivo. C’è sempre, inoltre, la presenza di un sottile strato di connettivo perché
la definizione stessa di epitelio pavimentoso è quella di cellule a mutuo contatto che poggiano su una lamina
propria di natura connettivale. Questa è comunque una peculiarità di tutti gli organi respiratori, sia branchie
che polmoni.
In molti Vertebrati gli organi respiratori accessori possono essere coadiuvati da altri organi o strutture
accessorie: la cute, ad esempio, è utile per molti Anfibi e intensamente vascolarizzata da un ramo dell’arteria
pulmocutanea, oppure la mucosa buccofaringea per salamandre e tartarughe o la mucosa cloacale per le
tartarughe acquatiche. È fondamentale che anche questi elementi accessori abbiano epiteli sottili e siano
finemente vascolarizzati.
I Vertebrati vivono in due ambienti profondamente diversi in relazione alla quantità di ossigeno presente:
molto alta nell’aria, più bassa nell’acqua. Per fare fronte a queste differenze di disponibilità hanno adottato
organi respiratori differenti: gli Ittiopsidi e le larve di Anfibi respirano attraverso le branchie, i tetrapodi
respirano con i polmoni ed i pesci polmonati utilizzano entrambe le strutture. Peculiarità degli organi
respiratori è che le strutture specificamente adibite alla respirazione, per facilitare la diffusione dei gas, sono
sempre costituite da un epitelio pavimentoso molto basso, interfacciato a capillari sanguigni dai quali è
separato da un sottilissimo strato di connettivo. Qualsiasi struttura caratterizzata da un epitelio piatto a
contatto con capillari sanguigni (cute, mucosa orale, mucosa cloacale) può svolgere funzioni respiratorie
accessorie.
Origine embrionale
Le strutture respiratorie si originano dalla regione del faringe branchiale: le branchie comprendono più
elementi, quindi la loro derivazione embrionale è endodermica e mesodermica per quanto riguarda gli archi
branchiali ed ectodermica per quanto riguarda le lamelle branchiali; i polmoni, invece, sono di derivazione
endodermica, poiché il primo abbozzo è dato da una evaginazione sacciforme del pavimento del faringe.
Tutti i Vertebrati a livello embrionale formano archi branchiali; il faringe di embrione di Vertebrato allo stadio
filotipico organizza archi branchiali. La regione faringea è caratterizzata dalla presenza di archi branchiali: 7-
15 negli Agnati, in numero fisso di 6 negli Gnatostomi. Gli archi branchiali sono strutture pari che si formano
grazie all’espansione laterale della parete del tubo digerente che, facendosi strada nella massa di
mesoderma laterale, si giustappone all’epitelio ectodermico superficiale, a sua volta ripiegatosi verso
l’interno. Le porzioni di estroflessione dell’endoderma si chiamano tasche branchiali, le porzioni di
introflessione dell’ectoderma si chiamano colchi branchiali. Negli Ittiopsidi, la membrana di separazione tra
tasche e solchi si riassorbe e si formano così le fessure branchiali, fessure che mettono in comunicazione il
canale digerente faringeo con l’esterno. Le masse che si formano, così, tra una fessura e l’altra (gli archi
branchiali) sono delimitate esternamente da un epitelio di origine ectodermica ed internamente da un
epitelio endodermico. L’asse centrale degli archi branchiali, originariamente costituito solo da mesoderma
laterale, durante la formazione degli archi viene colonizzato anche da masse di cellule provenienti dalle
creste neurali encefaliche. Il mesenchima branchiale ha quindi una duplice origine: mesodermica (dal
mesoderma laterale) ed ectodermica (ectomesenchima, originato dalle creste neurali).
Per capire e descrivere la struttura delle branchie occorre rifarsi alla loro origine embrionale.
Apparato respiratorio degli Ittiopsidi
Negli Agnati tutti gli archi branchiali formano branchie. Questo accade anche perché gli Agnati non sono
dotati di una cavità boccale sviluppata.
Nei Condroitti il primo arco branchiale (arco orale) non origina branchie, ma fa parte della cavità orale, il
secondo arco branchiale (arco ioideo) origina lamelle branchiali solo nella superficie rivolta caudalmente
(emibranchia), mentre gli archi branchiali 3-6 originano lamelle branchiali sui entrambe le superfici
(olobranchie).
Negli Osteitti l’arco orale e l’arco ioideo non originano branchie, mentre gli archi branchiali 3-6 originano
olobranchie. In genere, le lamelle branchiali si organizzano dall’ectoderma di rivestimento esterno dell’arco.
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Negli Ittiopsidi sono presenti le fessure branchiali, che derivano dal faringe branchiale. Esse sono costituite
esternamente da ectoderma ed internamente da endoderma, quindi gli archi branchiali si formano da
mesoderma rivestito esternamente da ectoderma ed internamente da endoderma; la componente interna
dell’arco branchiale, il suo asse, è formato da mesoderma e cellule della cresta neurale (ectodermiche).
Quindi le fessure branchiali che si formano per fusione tra solco e tasca branchiale danno origine a questa
apertura che mette in comunicazione il faringe con l’esterno. A livello degli archi branchiali devono
svilupparsi le branchie.
Apparato respiratorio dei Tetrapodi
Ad eccezione della forma larvale degli Anfibi e degli Anfibi neotenici, nessun arco branchiale origina
branchie. Gli archi branchiali embrionali non sono normalmente separati da fessure branchiali e daranno
origine a vari derivati faringei. L’abbozzo dell’albero respiratorio (trachea-bronchi-polmoni) si origina
nell’embrione da una estroflessione della parete