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ORIGINE DELLO SPOSTAMENTO CHIMICO.
La frequenza di radiazione che viene assorbita da un dato nucleo è influenzata dal suo intorno
chimico e ci fornisce una miriade di informazioni.
Analizzando uno spettro notiamo che il tracciato mostra 3 picchi. Dal valore del rapporto si
possono indicare le specie che questi picchi rappresentano. Nella determinazione di spettri ad
idrogeno esistono poche differenze nelle frequenze di assorbimento che dipendono dal gruppo con
cui l’idrogeno è legato. Questo effetto si chiama spostamento chimico.
Uno spettro più risoluto mostra che i picchi hanno dei picchi addizionali. Questo effetto si
sovrappone al chemichal shift e si chiama splitting.
I due fenomeni sono facilmente distinguibili, in quanto i picchi risultanti dallo spostamento sono
direttamente proporzionali alla forza del campo o alla frequenza dell’oscillatore e li fenomeno di
splitting non è influenzato dalla variazione della frequenza di oscillazione.
Lo spostamento chimico è provocato da piccoli campi magnetici generati dagli elettroni quando si
muovono intorno al nucleo e si oppongono al campo esterno, quindi i nuclei sono esposti ad un
campo più piccolo rispetto a quello esterno e questa grandezza è direttamente proporzionale a
quella del campo esterno. La costante di proporzionalità che lega queste due misure è la costante
di schermo che è determinata dalla densità elettronica, che dipende dalla struttura del composto
contenente il nucleo, e dalla densità intono al nucleo. In alcuni casi il campo applicato deve essere
maggiore rispetto al valore di risonanza dell’idrogeno isolato.
Poiché il valore della costante di schermo è diverso per protoni messi in gruppi funzionali diversi, il
campo applicato deve variare da gruppo a gruppo.
ORIGINE DELLA SPLITTING.
La separazione dei picchi avviene quando il momento magnetico di un nucleo interagisce con i
momenti magnetici degli altri nuclei.
Il campo magnetico del nucleo rotante influenza la distribuzione degli elettroni nei suoi legami con
altri nuclei. Questo cambiamento della distribuzione elettronica produce delle variazioni nei campi
magnetici dei nuclei adiacenti e provoca una separazione dei livelli energetici, quindi transazione
multiple. Questo accoppiamento magnetico dei nuclei, che è trasmesso dai nuclei di legame è
chiamato interazione di polarizzazione. Questi effetti sono indipendenti dal campo applicato e si
sovrappongono a quelli di separazione.
USO DEL TMS COME STANDARD.
Trovare il valore assoluto dell’intensità del campo è praticamente impossibile. È consigliabile
presentare a posizione dei picchi NMR relativamente al picco di risonanza si una sostanza di
riferimento (standard) che può essere misurato contemporaneamente nel campione. L’uso di uno
standard interno è inoltre vantaggioso perché gli spostamenti chimici possono essere espressi in
termini che sono indipendenti dalla frequenza dell’oscillatore. Il prodotto più usato è il TMS
(tetrametilsilano). Tutti i protoni presenti in questo composto sono identici e la cosante di schermo
è maggiore rispetto a quella degli altri protoni. Questo composto dà luogo, una volta applicato un
intenso camp magnetico, ad un unico picco appuntito e isolato dagli altri picchi dello spettro.
INVARIANZA DELLA SCALA IN PPM COL CAMPO.
Per descrivere lo spostamento chimico di un nucleo in termini quantitativi rispetto al TMS, quando
la misura venga eseguita ad un intensità di campo costane, bisogna definire il parametro dello
spostamento chimico con una quantità δ adimensionale che esprime lo spostamento chimico in
ppm.
δ ha lo stesso valore sia se si usa uno strumento a 200 o 800 MHz.
COSTANTI DI SCHERMO E CONO DI ANISOTROPIA.
Un esame degli spettri NMR di molecole che hanno doppi e
tripli legami, mostrano certi picchi protonici che non sono
spiegabili con gli effetti diamagnetici locali. Quello che si nota
è che i valori di δ sono molto bassi rispetto a quelli che si
avrebbero in teoricamente. Questi effetti possono essere
spiegati considerando le proprietà anisotropiche di questi
composti. Per esempio i composti aromatici differiscono
notevolmente tra loro, a seconda della posizione dell’anello con il campo. Se il piano è
perpendicolare al campo il campo entra nel nella molecola e fa sì che gli elettroni ruotino
nell’anello come un circuito. Io questa situazione si crea un campo indotto che si oppone al campo
passante per la molecola pertanto i protoni aromatici richiedono un campo magnetico più basso
per entrare in risonanza.
ORIGINE DELLE COSTANTI DI ACCOPPIAMENTO.
La separazione tra i picchi di un multipletto viene chiamata costante di accoppiamento J, e viene
misurata in Hz. Valori tipici per J raramente eccedono i 20 Hz ed è importante notare che gruppi di
protoni accoppiati tra loro mostrano esattamente la stessa costante di accoppiamento. Inoltre il
valore delle aree nel multipletto è dato dal triangolo di tartaglia.
Queste osservazioni hanno origine dal fatto che l’effetto degli spin che un gruppo di nuclei ha
influenza un ‘altro gruppo, cioè i gruppi adiacenti hanno interazione tra loro.
La molteplicità è appunto la separazione di questi picchi.
SPETTRI DI PRIMO ORDINE E DI ORDINI SUPERIORI.
Uno spettro di primo ordine è uno spettro in cui lo spostamento chimico è molto più grande
rispetto a ala costante di accoppiamento.
Uno spettro di ordine superiore sono spettri in cui hanno J/δ maggiore di 0.1 quindi aumentano il
numero di righe e le spaziature tra chemichal shift indistinguibili.
INTERPRETAZIONE DEI SEGNALI.
Per interpretare uno spettro NMR, è opportuno seguire la seguente procedura:
1) Contate il numero di picchi nello spettro. Corrispondono agli idrogeni chimicamente diversi nella
molecola incognita.
2) Sommate l’area di ogni picco e confrontatela con il numero di idrogeni presenti nella formula
bruta per capire a quanti idrogeni corrisponde ogni picco.
3) Analizzare la formula bruta e gli altri dati disponibili per individuare i gruppi funzionali e la
eventuale presenza di doppi legami o di anelli.
4) Analizzate i chemical shift di ogni picco per capire che tipo di idrogeni sono presenti nella
molecola. Usate le tabelle A e B per aiutarvi nella interpretazione.
5) Analizzate la molteplicità m di ogni picco per capire quanti idrogeni sono vicini all’idrogeno in
questione applicando la formula: H vicini = m – 1.
6) Cominciate ad analizzare lo spettro da sinistra, cioè dagli idrogeni più deschermati, quelli legati
ai gruppi funzionali.
7) Scrivete la struttura di ogni piccola porzione di molecola individuata, cominciando dal gruppo
funzionale e individuando le sequenze di atomi concatenati sfruttando gli accoppiamenti di spin tra
idrogeni vicini.
8) Utilizzate i dati raccolti per ipotizzare una struttura molecolare.
9) Verificate che la formula bruta, i chemical shift, le aree dei picchi e le molteplicità per la
molecola proposta siano compatibili con i dati dello spettro incognito.
INTERGRAZIONE DI SEGNALI.
Un’ulteriore caratteristica della spettroscopia 1H-NMR è il fatto che l’intensità del segnale è
proporzionale al numero di idrogeni che generano il segnale; ovvero, l’area dei picchi (l’integrale) è
direttamente proporzionale al numero di idrogeni che li hanno prodotti. Le integrazioni sono date
come i più semplici numeri interi che si ottengono dal rapporto tra le aree dei picchi.
EQUIVALENZA MAGNETICA.
Sono magneticamente equivalenti nuclei che hanno lo stesso chemical shift e che accoppiano nello
stesso modo con tutti gli atri gruppi di nuclei della molecola.
Esempio CH F Sistema A B
2 2 2 2
Sono magneticamente non equivalenti nuclei che hanno diverse costanti d’accoppiamento tra loro
Esempio CH =CF Sistema AA’BB’ (10 linee!)
2 2
In [I] i due H sono magneticamente equivalenti, in [II] no, perché J(Hb-Fa) J(Hb-Fd) sono diverse.
Nuclei magneticamente equivalenti si comportano come se non accoppiassero
SPETTROMETRI IN ONDA CONTINUA E A TRASFORMATA DI FOURIER.
In un normale esperimento CW NMR, lo spettrometro è strutturato in modo da osservare la
componente della magnetizzazione sfasata di 90° rispetto al campo B1, ottenendo il segnale di
assorbimento. Occasionalmente si osserva la componente in fase u, che dà il segnale in modo di
dispersione. Nell’ NMR in onda continua (CW), la tecnica CW prevede il raggiungimento della
risonanza in due possibili modi:
•variando B1 con un valore costante di B0 (frequency sweep)
•variando B0 e tenendo ν1 costante (field sweep).
In tutti e due i modi, nel metodo CW lo spettro è
registrato “punto per punto”, tenendo comunque
presente che prima di passare da una frequenza alla
successiva bisogna aspettare circa 5T1, tempo
necessario affinché il sistema ritorni all’equilibrio. Il
metodo CW è adatto per nuclei “sensibili”, con
elevato momento magnetico, e elevata abbondanza
naturale (1H, 19F, 31F).
Un metodo alternativo è usare lo spettrometro a
trasformata di Fourier.
Questo spettrometro, anziché registrare l’assorbimento di radiazioni a frequenze via via diverse, si
sottopone il campione ad un unico impulso brevissimo si radiofrequenza. Questo impulso eccita
tutti i nuclei di un certo tipo indipendentemente dal chemichal shift istantaneamente.
Dopo la fine dell’impulso i nuclei ritornano alla normale distribuzione di Boltzman emettendo fotoni,
ogni nucleo ad una frequenza precisa.
L’emissione non va avanti all’infinito ma decresce in maniera esponenziale.
Già con due nuclei le due onde interferiscono da sole.
E con quattro il FID, interferogramma, diventa incomprensibile. Il FID è una sovrapposizione di
radiofrequenze, cioè di onde sinusoidali che decrescono in funzione del tempo, proveniente dai
diversi nuclei.
L’operazione matematica che permette la trasformazione di questo segnale in un uno spettro NMR
si chiama trasformata di Fourier, che mi cambia il segnale in intensità in funzione della frequenza.
PREPARAZIONE DEI CAMPIONI.
Generalmente i campioni devono essere trasformati in liquidi non viscosi.
I solventi non devono avere risonanze proprie nello spettro di interesse e devono essere deuterati.
Il solvente più comune per gli organici è il cloroformio deuterato. Per i composti polari l’acetone.
Si possono anche raccogliere informazioni di spettri da campioni solidi, si usano per polimeri,
combustibili fossili e molecole con alto peso molecolare e generalmente sono spettri del carbonio
SPETTROMETRIA DEL CARBONIO.
Il carbonio produce un segnale debole, in quanto l’abbondanza de