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NODO D COEFF DI RIPARTIZIONE
=
WDC KD-DC = WDC/ WDTOT 0,231501
4 E JT / LT 2127538,885
=
WDI KD-DI = WDI WDTOT 0,536998
4 E JP / LP 4935107,815 /
WDE = 4 E JT / LT 2127538,885 KD-DE = WDE/WDTOT 0,231501
WD = WDC+WDI+WDE 9190185,586
TOT
NODO E COEFF DI RIPARTIZIONE
=
WED KE-ED W WE 0,301238
4 E JT / LT 2127538,885 = ED / TOT =
=
WEJ KE-EJ W WE 0,698762
4 E JP / LP 4935107,815 = EJ / TOT =
WE = WED+WEJ 7062646,7
TOT
Per travi e pilastri i coefficienti di trasporto tra un nodo ed il successivo di uno stesso elemento
valgono 1/2.
Si calcolano quindi i momenti di incastro perfetto, che saranno poi utilizzati nel metodo di Cross per
definire i momenti effettivi: B B
A C
C D D E
E’ quindi possibile procedere con il processo iterativo per mezzo del quale i momenti ai nodi vengono
ripartiti e trasportati in base alle rigidezze degli elementi che vi convergono; per l’applicazione del
metodo di Cross si è realizzato il foglio excel riportato alla pagina successiva, per mezzo del quale
è possibile giungere a convergenza in maniera più speditiva rispetto al calcolo a mano: 153
154
I momenti in corrispondenza dei collegamenti trave-trave e trave-colonna sono riportati di seguito:
Momenti modello analitico
743,4834 Kgfm
= 1486,966186 Kgfm
= -1486,966186 Kgfm
= 3002,571443 Kgfm
= 2 2 2,25 2,25 2 2 2 2 2,25 2,25 2 2
1075,265 Kgfm
= -4077,836864 Kgfm
= F1 F8
F2 F4 F5 F6
F3 F7
4097,432755 Kgfm
= -1461,16 Kgfm
= B
A C D E
-2636,273097 Kgfm
= 2610,375753 Kgfm
= G
F H I J
1639,578 Kgfm
= -4249,954156 Kgfm
= 6,25 6,25 6,25
6,25
3388,28293 Kgfm
= -3388,28 Kgfm
= -1694,14 Kgfm
= 537,6323 Kgfm
= -730,579 Kgfm
= 819,7888 Kgfm
=
Come si può notare si ha una buona corrispondenza per quanto riguarda i momenti flettenti in
corrispondenza dei nodi estremali A ed E, come anche per i momenti ai nodi B, C e D; l’unica grande
differenza viene riscontrata nei momenti agli estremi inferiori dei pilastri, per i quali ovviamente nel
modello analitico svolto con Cross non si è tenuto conto della presenza di altre travi e pilastri che vi
convergono (altrimenti sarebbe stata molto più complessa la risoluzione), quindi considerando il
nodo come un incastro perfetto, l’effetto non poteva che essere una sottostima dei momenti reali.
Qualsiasi differenza dei momenti tra modello numerico ed analitico è imputabile al fatto che il modello
analitico non tiene conto della tridimensionalità del telaio, quindi non tiene conto delle rigidezze che
offrono gli elementi disposti ortogonalmente al piano analizzato; detto ciò si può dunque affermare
che il modello numerico realizzato rispecchia in maniera ottima il caso reale, potendo dunque
affermare che quest’ultimo ha superato la prova di accettabilità.
Si riporta qui sotto l’andamento del momento flettente ricavato dal modello numerico, in modo da
rendere più leggibile l’elaborato e più semplice il confronto con la soluzione analitica scritta sopra:
155
Confronto deformata trave
10.2
In questo paragrafo si intende osservare l’abbassamento subito da una delle travi principali
confrontando il modello numerico con una soluzione analitica svolta a mano in base alla conoscenza
di schemi statici notevoli. La trave scelta per il confronto è una delle travi principali in copertura, in
particolare la trave perimetrale disposta in direzione X e posta sul lato Ovest dell’edificio:
La combinazione di carico che si è deciso di analizzare è quella SLE quasi permanente,
combinazione già mostrata al paragrafo 4.2.1 della presente relazione:
Carichi applicati non
amplificati
Pertanto i carichi sui la trave principale analizzata è soggetta saranno i seguenti, in condizione NON
amplificata:
Carichi su travi principali in X su Solaio di copertura:
= ∙ = ∙(1) = 308 ∙1,0 = 308 /
= ∙ = ∙(1) = 50 ∙1,0 = 50 /
(1)
= ∙ = ∙ = 147,73 ∙1,0 = 147,73 /
= ∙ = ∙(1) = −41,73 ∙1,0 = −41,73 /
= ∙ = ∙(1) = 50,97 ∙1,0 = 50,97 / 156
10.2.1 Deformata ottenuta dall’analisi numerica
La soluzione numerica dimostra che
l’abbassamento massimo per l’elemento trave di
cui parlato sopra, risulta essere pari a 0,0015
metri, considerando la combinazione SLE per la
quale il carico sulla stessa si presenta come
NON amplificato.
Si verificherà ora la soluzione analitica per
comprendere se tale risultato possa ritenersi
accettabile.
10.2.2 Deformata ottenuta con soluzione analitica
Dallo schema statico è noto che l’abbassamento massimo in mezzeria, per una trave in doppio
∙
incastro e carico distribuito deve essere: ∙
Il carico ripartito totale gravante sulla trave è quindi, in combinazione SLE senza amplificarne le
componenti: = +0 ∙ +0 ∙ = 308 /
= 1,627 ∙10
Il momento d’inerzia della sezione IPE360 è: = 5,00
La lunghezza dell’elemento è: = 210 000 = 21 414 040 473 /
Il modulo elastico del materiale utilizzato è:
Quindi la freccia massima è calcolabile come segue:
1 ∙ 1 308 ∙5
= = = 0,0001439
, 384 ∙ 384 (21 414 040 473 ) ∙(1,627 ∙10 )
Che, come si può notare dai risultati riportati sotto, è ben più piccola dello spostamento massimo
riscontrato nel modello con combinazione SLE, che risulta pari a 0,0015 metri; tale differenza, come
per il confronto dei momenti flettenti, è legata al fatto che nello schema reale la condizione di vincolo
non è un incastro perfetto, quindi lo spostamento in mezzeria può non essere necessariamente
identico alla soluzione teorica.
Per verificare l’accettabilità dei risultati ottenuti è possibile verificare che lo spostamento massimo
registrato risulti inferiore ad L/400, dove L è la lunghezza dell’elemento trave considerato; gli
spostamenti massimi per gli elementi di diversa lunghezza sono quindi:
5,00
= = 0,0125
, 400
10.2.3 Confronto tra soluzione numerica e soluzione analitica
Come i può notare lo spostamento massimo non supera mai gli 0,0015 metri per quanto riguarda
l’elemento trave posto in copertura, quindi la condizione di massimo spostamento che implica il non
superamento degli 0,0125 metri, risulta rispettata. 157
Confronto sollecitazioni su pilastro
10.3
Per il controllo dell’accuratezza del modello in merito alle sollecitazioni sugli elementi verticali si è
deciso di analizzare un pilastro d’angolo, in particolare quello posto ad Ovest in corrispondenza della
facciata Sud:
I carichi cui lo stesso è sottoposto sono quelli della combinazione SLU per la massimizzazione del
momento in corrispondenza della seconda e della quarta campata, combinazione già mostrata al
paragrafo 4.1.2 della presente relazione. Carichi applicati
amplificati
Carichi applicati non
amplificati
Per come è realizzato il modello, i carichi sono applicati alle travi secondarie e sulle travi principali
disposte in direzione X. Per quanto riguarda le prime, esse gravano su quelle principali disposte in
direzione Z per mezzo di forze concentrate: Carichi su trave principale perimetrale
F8
F7
F6
F5
F4
F3
F2
F1
Le forze F applicate alla trave principale altro non sono che i tagli misurati agli estremi delle travi
secondarie caricate, come già visto sopra nell’analisi delle sollecitazioni degli elementi trave. 158
I carichi applicati avranno i coefficienti come indicato al paragrafo 4.1.2 della presente relazione:
1,3 1 + 1,5 2 + 1,5
Carichi su solai Amplificati
intermedi 1+0 ∙ 2+0 ∙
Non amplificati 1,3 1 + 1,5 2 + 1,5 ∙0,5 ∙ +0 ∙
Carichi su solaio Amplificati
copertura 1 + 0 ∙ 2 + 0 ∙0,5 ∙ +0 ∙ 0 ∙
Non amplificati
Dove i carichi hanno entità già discussa al paragrafo 7.3.1 della presente relazione:
Carichi su travi secondarie su Solaio di copertura:
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 308 ∙2,13 = 656,04 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 50 ∙2,13 = 106,50 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 147,73 ∙2,13 = 314,66 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = − 41,73 ∙2,13 = − 88,88 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 50,97 ∙2,13 = 108,57 /
Carichi su travi secondarie su Solai intermedi:
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 308 ∙2,13 = 656,04 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 237 ∙2,13 = 504,81 /
= ∙ = ∙(1 + 1,13) = 306 ∙2,13 = 651,78 /
Per quanto riguarda ora le travi principali disposte in direzione X invece, esse sono direttamente
soggette a carico ripartito (a differenza di quelle in Z che sono soggette a forze concentrate), e
l’entità dei carichi è già stata discussa al paragrafo 7.3.2 della presente relazione:
Carichi su travi principali in X su Solaio di copertura:
= ∙ = ∙(1) = 308 ∙1,0 = 308 /
= ∙ = ∙(1) = 50 ∙1,0 = 50 /
= ∙ = ∙(1) = 147,73 ∙1,0 = 147,73 /
= ∙ = ∙(1) = − 41,73 ∙1,0 = − 41,73 /
= ∙ = ∙(1) = 50,97 ∙1,0 = 50,97 /
Carichi su travi principali in X su Solai intermedi:
= ∙ = ∙(1) = 308 ∙1,0 = 308 /
= ∙ = ∙(1) = 237 ∙1,0 = 237 /
= ∙ = ∙(1) = 306 ∙1,0 = 306 /
I coefficienti di amplificazione seguono lo stesso criterio delle travi secondarie.
Si riportano ora i risultati ottenuti dalla soluzione numerica e di seguito quelli ricavati mediante la
soluzione analitica. 159
10.3.1 Sollecitazioni ottenute dall’analisi numerica
L’andamento dello sforzo normale in corrispondenza dell’elemento pilastro scelto,
ottenuto per mezzo della soluzione numerica, è stato riportato qui accanto; quello
che si può notare fin da subito è che la differenza di sforzo normale tra quinto e
quarto piano, così come tra terzo e secondo non è molto accentuata, fatto collegato
alla modalità di disposizione dei carichi, la quale vede il quarto ed il secondo piano
caricati con carichi non amplificati in prossimità del pilastro, avendo quindi come
conseguenza che la differenza di sforzo normale con il piano superiore non risulti
così accentuata; quanto appena dedotto indica che il modello si comporta
esattamente come dovrebbe. Si vedrà ora il confronto del modello con una
soluzione analitica in modo da comprendere se l’entità dello sforzo normale è ben
approssimata dal modello realizzato.
10.3.2 Sollecitazioni ottenute analiticamente
Si procede ora con il calcolo delle sollecitazioni analiticamente; avendo scelto un pilastro d’angolo il
carico che sarà portato a sopportare sarà proporzionale alla sua area di influenza, come indicato
nell’immagine accanto. Per come è stato realizzato il modello si può identificare il
carico agente s