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Dibattito sul posto del sacro nelle nostre società laicizzate, o meglio il religioso dopo la religione;
entrambi concordano che le società moderne sono caratterizzate da:
Uscita dalla religione;
- Individualizzazione del credere
-
2° Gauchet l’essenza della religione è rappresentata dall’eteronomia = nelle società tradizionali, quelle autenticamente
religiose, la vita degli uomini e la loro organizzazione sociale e politica trovava fondamento in principi, valori e leggi
esterne all’uomo stesso 0> gli uomini si sottomettevano ad un ordine che ritenevano integralmente ricevuto; l’universo
simbolico non è una produzione umana ma appartiene ad altri; l’unico compito riservato agli uomini è preservare questa
eredità attraverso la continua riproposizione rituale della sacra lezione che essi hanno ricevuto => x Gauchet il mondo
della religione è un mondo completamente alienato che ha però i suoi vantaggi = gli uomini di queste società erano
tutelati da una legge divina che permeava il mondo, avevano il sentimento di appartenere ad una comunità;
con la storia occidentale moderna la società inizia ad organizzarsi al di fuori di questa dipendenza religiosa; le regole
provengono dalla volontà di uomini liberi, il potere cessa di essere sacro e che scende dall’alto, attori sociali diventano
liberi e uguali -> la novità è l’individualizzazione = nuova percezione di se stessi come esseri a se stanti, unici e dotati
di uno spazio personale interno;
il passaggio dall’eteronomia all’autonomia ha comportato un cambiamento profondo del fenomeno religioso, come se la
religione, avesse dovuto modificare la sua millenaria natura, diventando in un certo senso esattamente il contrario di
quello che era sempre stata; adesso le credenze religiose sono convinzioni personali; la religione non è più un modello a
cui accordarsi, una guida per la vita degli uomini, possiamo servircene a volontà, strumentalizzarla; progressiva
autonomizzazione dell’uomo che man mano rivendica e realizza la sua indipendenza;
Ferry ritiene che il bisogno di religione sia eterno e parla di una trasformazione della religione attraverso una
divinizzazione dell’umano e un’umanizzazione del divino;
la credenza è personale e sarà sempre meno l’adesione ad un valore assoluto e sempre più una libera scelta;
gli abitanti delle società moderne vogliano sempre più vivere in modo intenso la loro appartenenza ad una collettività
fondata su un idem sentire non ideologico ma emotivo;
si coltivano anche il paranormale, i misteri, la magia, le scienze occulte, l’esoterismo;
droga, trance, estasi, esilio: fuggire e fuggirsi diventano i modi preferiti di rapportarsi alla realtà;
il trionfo dell’autonomia, ma non solo, nel dissolvere la religiosità comunitaria, grava gli individui dell’intero peso della
loro condotta personale;
in questa società fortemente individualista comporta come prezzo da pagare, un inevitabile allentamento dei legami
sociali, una straordinaria e inusitata responsabilità delle proprie azioni e un’incapacità di dare senso alla nostra
finitudine;
la morte rappresenta un limite che spaventa perché non più imbrigliata e compresa in un Universo simbolico
comunemente condiviso;
questa crescita dell’empatia che molti sociologi ritengono sia una delle grandi novità della modernità, sancisce l’obbligo
di trattare ogni essere umano come un essere umano -> questo principio potrà essere reso valido solo quando le
popolazioni occidentali si saranno definitivamente emancipate da ogni forma di sottomissione religiosa o comunitaria,
liberate da società rigidamente strutturate in modo gerarchico e anti-individualista;
FERRY: ritiene che il bisogno di Religione sia eterno.
GAUCHET: rifiuta l’idea di Ferry, di un Divinizzazione dell’ umano, ma ammette un
“assoluto terreno” come fonte dei valori universalmente riconoscibili.
CAVICCHIA:
Nel mondo contemporaneo sono riconoscibili varie tendenze di pensiero, che cercano
di prospettare delle visioni del mondo unificanti:
a) L’Umanità governata dalla Ragione (sogno Illuminista fallito);
b) Sincretismo delle Idee di disparata provenienza e mal amalgamate;
c) Preminenza delle Emozioni e dei Sentimenti (New Age);
d) Ecologismo;
e) Preminenza del Corpo;
f) ..anche nelle Chiese talora prevale l’Aspirazione al Misticismo sul Catechismo,
l’esaltazione della folla (Papa-boys), rispetto alla Liturgia;
g) Ricerca dell’Edonosimo;
h) Studio del Paranormale; 1
Tutte queste soluzioni sono illusorie, però, e non soddisfano l’inquietudine morale, la
ricerca di un punto di riferimento.
In conclusione è ravvisabile la ricerca di un solido ancoraggio, talora individuato
nella “Fusione in una Comunità” (pericolo di Totalitarismo), talora nella Delega ad
un Capo (pericolo Dittatoriale).
Si tratta, in fondo, di una incapacità di dare senso alla nostra finitudine.
GAUCHET
G. autore del libro il “Disincanto del Mondo”
G. esamina la questione del futuro del fenomeno Religioso partendo da
considerazioni storiche e giuridiche riferibili all’Occidente.
Dall’alba dell’Umanità fino all’Illuminismo (Seconda metà 700) ed alla Rivoluzione
Francese (1789) tutta l’organizzazione della Società, l’intero ordinamento e tutte le
rappresentazioni sociali avevano una specifica caratteristica: “Eteronomia”
Le Istituzioni erano considerate come realizzazione concreta, più o meno perfetta, di
un ordine prestabilito ad un livello superiore (Dio o per alcuni filosofi l’Essere
Assoluto chiamato Natura).
Le Leggi fondanti erano dunque dettate dall’esterno (eteronomia) e la Religione era:
- l’organizzazione di credenze
- e la struttura di persone che costituivano il legame (re-ligo) tra il mondo visibile e la
realtà invisibile, soprannaturale.
Nell’Era Moderna (occidentale) con il progressivo affermarsi del razionalismo,
l’uomo ha una nuova percezione del suo ruolo, diventa “legislatore di sé stesso”
(Sartre) e pretende di fondare le norme della vita sociale a partire dalla propria
autonoma ragione e volontà.
Con il Razionalismo si afferma l’Individualismo e si verifica il passaggio
dall’eteronomia all’autonomia.
Questo significa affermazione:
- del metodo democratico (incompatibile con la verità religiosa rivelata dalla
Divinità e poi trasmessa ed interpretata dalle Chiese)
- e della critica verso le Credenze tradizionali imposte dalla comunità.
La vita pubblica (ordinamento giuridico) è quindi desacralizzata e depurata di ogni
giustificazione religiosa o finalità trascendente. L’uomo e Dio si sono separati.
La Religione, quindi, è storicamente legata a periodi ed organizzazioni politiche
ormai superate e non più vitali per l’Occidente.
La Religione aveva in passato una “efficacia strutturante” che non ha più, tuttavia
permane il “religioso” come convinzione personale.
Gauchet respinge la tesi di una disposizione naturale dello spirito umano alla
metafisica, ma (contraddittoriamente) ammette un sostrato antropologico per cui
l’uomo è “volto all’invisibile” e “richiamato” dal riconoscimento dell’altro da sé e
dei suoi diritti.
In sostanza G. ammette che la natura umana (ogni uomo) riconosce principi
fondamentali da ripettare fino al sacrificio di sé stessi, se necessario.
Effettivamente l’uomo moderno, nell’esercizio della sua autonomia, formula i diritti
come produzioni giuridiche al servizio di valori che non sono da lui costruiti.
Dunque vi è un nucleo antropologico (che sosteneva le religioni) fonte di valori e che
darà luogo ad una trasformazione del religioso in altra cosa (??) che sopravviverà alle
istituzioni religiose e sarà portatrice dei valori.
E’ vero che può riconoscersi l’esistenza di un “assoluto terreno”, cioè di una
esperienza umana universale che ci indica dei valori non negoziabili, ma questa
disposizione all’assoluto non deriva:
- né da meccanismi biologici o economici - Marx – deterministici 2
- né da una trascendenza che ci riporta alla religione.
La condizione umana non dipende da una donazione estrinseca (eteronomia) né da
una trascendenza immanente, come dice Ferry, che rifonda la religione.
Si deve operare una riconsiderazione - ancora non possibile – della antropogenesi per
accedere alla comprensione di questo misterioso sentimento di assoluto.
C’è dell’assoluto nella esperienza umana, ma non è un assoluto metafisico e la
“divinizzazione dell’umano” maschera un ritorno alla trascendenza religiosa.
LUC FERRY
“Secondo Gauchet l’uomo è ormai del tutto separato dal divino ed è, perciò, errato
parlare di una “Umanizzazione del divino” e “Divinizzazione dell’umano” come io
(Ferry) ho fatto nel saggio “L’Homme –Dieu”
Ferry replica che il concetto di “religioso” non è solo legato all’organizzazione della
società secondo la concezione tradizionale (eteronomia) che appartiene al passato.
In particolare:
1) è da rifiutare la definizione della religione come nevrosi ossessiva
dell’umanità o oppio dei popoli (Freud, Marx, Nietzsche) o come
superstizione;
2) non convince la definizione politica di Gauchet della religione come mera
espressione organizzativa, eteronomia.
3) E’ invece valida la definizione del “religioso” come rapporto con
l’Assoluto, non legato al passato o ad un determinato periodo storico
dell’umanità.
Il “religioso” è l’orizzonte delle esperienze vissute dagli esseri umani ed ha una
dimensione metafisica che rimane legittima anche in una società laica.
Si può legittimamente parlare di trascendenza.
Non è la trascendenza della Rivelazione (la Verità soprannaturale comunicata
all’uomo dalla Divinità).
E’ una trascendenza che non è a monte della coscienza umana, ma a valle della sua
esperienza; è definibile come “trascendenza nell’immanenza” (husserl) (pensiero
confuso??!!)
Questa trascendenza nell’immanenza ci indica “verità” che on sono da noi
“inventate”, ma scoperte, nell’estetica e nella morale.
La verità, i principi umani cui obbedire, trovano fondamento in qualcosa (??) che è
immanente nella soggettività