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Somma geometrica:
o 1−
= 1−
Sia q appartenente a R; allora:
o +∞ > 1
⎧ 1 = 1
lim 0 − 1 < < 1
→ ⎨
⎩ ≤ −1
Dimostrazione:
o Se q > 1, q=1+K, con K > 0; allora
= (1 + ) = (1 + )(1 + ). . . >
quindi se q > 1.
1 + → ∞: → ∞
per ogni n.
1 = 1
Se -1 < q < 1, dunque posso ridurre a 0 ≤ q < 1.
→ 0, | | = || → 0;
q=0 è ovvio: per ogni n ≥ 1; se 0 < q < 1, e come visto
0 = 0 > 1
prima con la prima, e quindi
= ( ) → ∞ → 0.
−1
Se q = -1, , dunque non converge ma
= (−1) = 1
salta, e dunque il limite non esiste.
Analisi I Università degli Studi di Milano-Bicocca 2020/21
Condizione necessaria per la convergenza di una serie:
Condizione necessaria affinché una serie converga è che il termine
o ∑
generale → 0.
Come si vede dalla serie armonica, questa non è una condizione sufficiente.
o Dimostrazione:
o cioè e
∑ = , lim = lim = ;quindi
→ →
lim ( − ) = 0.
→
Ma ( − ) = ( + + ⋯ + ) − ( + + ⋯ +
Quindi se
) = . = 0; → 0 → ∞.
Studio della convergenza della serie armonica generalizzata:
Con α che appartiene ad R, converge se e solo se α > 1.
o ∑
Dimostrazione:
o Provo che per α ≤ 1 la serie armonica diverge.
In questo caso per ogni n; quindi .
∑ ≥∑
≥
Minorando termine per termine, mi accorgo che =∞.
∑
Assumendo ora α > 1, procedendo come prima, noto che ∑ =
, che converge.
∑ ( )
Criteri di convergenza:
Del rapporto:
o definitivamente e suppongo che
> 0 lim = .
→
converge.
< 1
diverge.
> 1
Analisi I Università degli Studi di Milano-Bicocca 2020/21
cambia criterio.
= 1
Della radice:
o definitivamente e suppongo che
≥ 0 lim ( ) = .
→
converge.
< 1
diverge.
> 1
cambia criterio.
= 1
Del confronto:
o Suppongo che 0 ≤ ≤ definitivamente.
Serie converge allora anche serie converge.
Serie diverge a +∞ allora anche serie diverge a +∞.
Non valgono le implicazioni inverse.
Del rapporto asintotico:
o Date due successioni e , se , allora le loro serie hanno lo
~
stesso carattere (ovvero convergono, divergono,… entrambe).
Simmetria:
Se x = -x per ogni x.
o Se f(x) = f(-x) la funzione è pari.
Se -f(x) = f(-x) la funzione è dispari.
Composta:
Chiamiamo composta di f e g la funzione f(g(x)).
o
Inversa:
Si dice funzione inversa ogni f tale che va da A a R, con A in o uguale ad R; per
o ogni y appartenente ad f(A) esiste almeno una x in A tale che y = f(x).
Se questo x è unico, si dice che f è invertibile (biiettiva).
o
Limite di funzione:
Sia L appartenente ad R. Diciamo che f(x) L per x , e scriviamo
o → →
se per ogni ε > 0 esiste un K tale che |x- | < f e dunque |f(x)-L| <
lim (x) = L,
→
ε.
Funzione continua in un punto:
Sia f definita su I appartenente ad R; diciamo che f è continua in se
o
f( )= Se f è continua in ogni punto di I, diciamo che f è continua
lim (x).
→
su I.
Una funzione composta f(g(x)) è continua su I se f e g sono continue in I e f( ) =
o , con contenuta in I.
Una funzione inversa è continua su f(I) se f è invertibile e continua su I.
o
Teorema degli zeri:
Sia f continua su un intervallo I in R; sia [ ] su I e supponiamo f( ) < 0,
o ,
f( ) > 0. Allora esiste un appartenente all’intervallo tale che f( ) = 0.
Teorema di Weierstrass:
Sia f continua sull’intervallo [ Allora f ammette max e min su questo
o , ].
intervallo.
Dimostrazione:
o
Analisi I Università degli Studi di Milano-Bicocca 2020/21
Sia S=estremo superiore della funzione nell’intervallo [ divido
, ];
questo intervallo in 2 intervalli uguali: ho [ e
, ( + )/2]
[( + )/2, ].
S sarà il maggiore tra i due estremi superiori di questi intervalli.
Supponiamo che S sia nel primo; faccio lo stesso processo di prima.
Continuando così, ottengo una serie di intervalli [ ]:
,
è una successione crescente.
è una successione decrescente.
se
− = → 0 → ∞.
Per i primi due punti entrambe le successioni ammettono limiti finiti; per
l’ultimo punto questi limiti coincidono.
Dunque, S < Se S = > j; ma visto che è compreso tra e ,
∞. ∞, ( )
che tendono entrambe ad un valore k da più e da meno, anche deve
tendere a k. Però, sapendo che f è continua, che è definito;
( ) → (),
qua c’è una contraddizione, dato che avevamo supposto S come infinito:
allora S può solo essere finito. Quindi e dunque la funzione
() = ,
ammette max su [ Stessa dimostrazione vale per il min.
, ].
Derivata:
Sia I un intervallo aperto, contenuto e al limite = R, e sia appartenente ad I.
o
Sia f definita su I. Diciamo che f(x) è derivabile in se esiste finito il rapporto
( ) ( )
incrementale . In caso affermativo, scriviamo = rapporto
lim ( )
→
incrementale e la chiamiamo derivata prima di f nel punto .
Relazione tra continuità e derivabilità:
Se f è derivabile in un punto allora f è continua in
o .
Dimostrazione:
o Funzione continua in significa che f( perché h e
+ h) → ( ), → 0
quindi f( Essendo f derivabile in per ipotesi,
+ h) − ( ) → 0.
( ) ( ) e dunque la funzione è continua. (Non vale il
lim ∙ ℎ = 0
→
contrario). ( ) ( )
Se esiste finito il , f(x) è derivabile in .
o lim
→
Dimostrazione:
o ( ) ( ) è il coefficiente angolare della retta (numeratore è la
differenza tra le ordinate e denominatore la differenza tra le ascisse).
( ) ( )
Dunque , che è la derivata prima di f(x).
|
( ) = lim
→
Analisi I Università degli Studi di Milano-Bicocca 2020/21
La retta tangente ad f(x) passa per [ y=f( )+
, ( )]; ( )( − ).
Derivata di un prodotto:
Dimostrazione:
o Se si può dimostrare che essa equivale a .
| | |
() = ( ∙ ) ∙ + ∙
Teorema di Fermat:
Sia f : [a, b] su R, derivabile in x che appartiene a (a, b). Se è un punto di max o
o
di min, f( )=0. Questi sono detti punti stazionari.
Dimostrazione:
o Per ipotesi f( ≤ f( ) per ogni h tale che appartenga ad a, b.
+ ℎ) + ℎ
Se h positivo:
( ) ( ) per il teorema della permanenza del
o ≤ 0 ( ) ( )
|
segno; dunque ( ) = lim ≤ 0.
→
( ) ( ) per il teorema della permanenza del
o ≥ 0 ( ) ( )
|
segno; dunque ( ) = lim ≥ 0.
→ |
Sempre per ipotesi sappiamo che f(x) è derivabile in , dunque e
( )
| devono coincidere; perciò |
( ) ( ) = 0.
Teorema del valor medio di Lagrange:
Sia f derivabile in (a, b) e continua in [a, b]. Allora esiste un punto c
o ( ) ( )
appartenente ad a, b tale che |
= ().
Significato geometrico:
o Il teorema dice che c’è un punto in cui la tangente è parallela alla secante
che passa per a e b.
Dimostrazione:
o
Analisi I Università degli Studi di Milano-Bicocca 2020/21
( ) ( )
Pongo una retta n(x)=f(x)- dunque n(x) è la somma tra
( − ),
f(x) ed un’altra retta.
La retta n(x) ha le stesse proprietà di f(x) su a, b, essendo una sua
traslazione. ( ) ( )
Pongo che n(a)=f(a) e calcolo che n(b)=f(b)- ( − )=f(a);
dunque n(a)=n(b).
Con n(x) non costante, so dall’teorema di Weierstrass che n(x) ammette
max e min distinti in a, b; allora pongo n(s)=min e n(S)=max.
Visto che abbiamo verificato che la quota di n(x) ai due estremi è uguale,
almeno uno tra s e S non è un estremo, ma si trova all’interno
dell’intervallo.
Il teorema di Fermat implica che in s o S o entrambi la derivata sia nulla;
( ) ( ) ( ) ( )
dunque e quindi .
| | |
() = () − () =
Corollario:
o Se f(x) è definita e derivabile su di un intervallo aperto, se per
|
() = 0
ogni x, allora f(x) è costante sull’intervallo.
Test di monotonia:
Se f(x) derivabile su (a, b):
o f crescente su (a, b); derivata per ogni x.
≥ 0
F decrescente su (a, b); derivata per ogni x.
≤ 0
Dimostrazione:
o ( ) ( )
: il segno dipende da h.
|
( ) = lim
→
Considero per assurdo che f(x) non sia crescente: dunque esisteranno
due punti p e q, tali che p < q, ma con f(p) > f(q). ( ) ( )
Per Lagrange allora esiste un compreso tra p e q; |
( ) = <
0.
Qua c’è una contraddizione perché per ipotesi per ogni x.
|
() ≥ 0
Caratterizzazione delle funzioni a derivata nulla:
Sia f definita su (a, b) in R; allora se f è costante in (a, b) e viceversa.
|
o () = 0
Se f derivabile su (a, b), per ogni x, allora f è strettamente crescente.
|
o () > 0
Teorema di De L’Hopital:
Applicabile per limiti con forme di indecisione e .
o
1° teorema ( ):
Siano f, g funzioni derivabili in un intervallo (a ,b