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Per il 2° teorema della permanenza del segno () = lim −
→
● “ ” Vogliamo dimostrare che →
⇐ ∀ , ϵ(, ) ≤ ⇒ ( ) ≤ ( )
1 2 1 2 1 2
Se è ovvio. se invece usiamo il teorema di Lagrange su [ ]: esiste
= < ,
1 2 1 2 1 2
( )−( )
tale che: .
2 1
ϵ ( , ) () = −
1 2 2 1
Essendo , si ha cioè che è la tesi.
()≥ 0 ( ) − ( ) ≥ 0 ( ) ≥ ( )
2 1 2 1
Corollario
Sia due volte derivabile. Allora:
: (, ) →
- è crescente su (a,b)
⇔ ≥ 0 ∀ϵ(, )
- è decrescente su (a,b)
⇔ ≤ 0 ∀ϵ(, )
Convessità e concavità
Siano intervallo e
⊆ : →
Def. Si dice che f è convessa su se risulta
∀ , ϵ <
1 2 1 2
( )−( ) = equazione della retta. La disuguaglianza vale
2 1
() ≤ ( ) + · ( − )
−
1 1
2 1
∀ϵ[ , ]
1 2
Cioè: , il grafico di f sta sotto al segmento che unisce e
∀ , ϵ < ( , ( ))
1 2 1 2 1 1
.
( , ( ))
2 2
Def. Si dice che f è concava su se risulta
∀ , ϵ <
1 2 1 2
( )−( )
2 1
() ≥ ( ) + · ( − ) ∀ϵ[ , ]
−
1 1 1 2
2 1
Teorema (test di convessità/concavità)
Sia f:(a,b) → R derivabile. Allora
● f è convessa su (a,b) è crescente su (a,b)
⇔
● f è concava su (a,b) è decrescente su (a,b)
⇔
Dimostrazione:
Dimostriamo il primo punto, il secondo è analogo.
● “ ” Prendiamo ; dobbiamo dimostrare che
⇒ , ϵ(, ) < ( ) ≤ ( )
1 2 1 2 1 2
( )−( )
Sappiamo per ipotesi che f è convessa su (a,b), quindi ,
2 1
() ≤( ) + · ( − )
−
1 1
2 1
∀ϵ[ , ]
1 2
Definiamo una “funzione ausiliaria” ponendo
: [ , ] →
1 2
( )−( ) .
2 1
() = () −( ) + · ( − )
−
1 1
2 1
Si ha dunque () ≤ 0 ∀ϵ[ , ]
1 2 ( )−( )
Osservo inoltre che 2 1
( ) = ( ) − ( ) − · ( − ) = 0
−
1 1 1 1 1
2 1
( )−( )
2 1
( ) = ( ) − ( ) − · ( − ) = ( ) − ( ) − (( ) − ( )) = 0
−
2 2 1 2 1 2 1 2 1
2 1
Dimostriamo ora che
e che
( ) ≤ 0 ( ) ≥ 0
1 2 ()−( ) ()−( )
- Infatti se si ha e quindi per il 2°
1 1
> ≤ 0 ( ) = lim ≤ 0
− −
1 1 +
→
1 1
1
teorema della permanenza del segno.
()−( )
- se si ha e quindi ( sempre per il 2° teorema della permanenza
2
< ≥ 0
−
2 2 ()−( )
del segno) 2
( ) = lim ≥0
−
2 −
→ 2
2
( )−( )
Poiché .
2 1
() = () − ∀ϵ[ , ]
− 1 2
2 1
La relazione e che implica che
( ) ≤ 0 ( ) ≥ 0
1 2
( )−( ) ( )−( )
2 1 2 1
( ) = ( ) + ≤
− −
1 1 2 1 2 1
( )−( ) ( )−( )
2 1 2 1
( ) = ( ) + ≥
− −
2 2 2 1 2 1
Dunque che è quello che volevasi dimostrare.
( ) ≤ ( )
1 2
● “ ” Dobbiamo dimostrare che con
⇐ ∀ , ϵ[, ] <
1 2 1 2
( )−( ) ,
2 1
() ≤( ) + · ( − ) ∀ϵ[ , ]
−
1 1 1 2
2 1 ( )−( )
cioè che definita g come , risulta
2 1
() = () −( ) + · ( − )
−
1 1
2 1
() ≤ 0 ∀ϵ[ , ]
1 2
Ricordiamo che, come già dimostrato .
( ) = ( ) = 0
1 2 ( )−( )
Per il teorema di Lagrange applicato a g, esiste tale che 2 1
ϵ( , ) () = −
1 2 2 1
e quindi .
() = 0 ( )−( )
Ricordando , si ha che è crescente è
2 1
() = () − ∀ϵ[ , ] ⇔
− 1 2
2 1
crescente.
Poiché per ipotesi è crescente, anche è crescente. Dunque
() ≤ 0 ∀ϵ[ , ]
1
e () ≥ 0 ∀ϵ[, ]
2
Per il test di monotonia g è decrescente su ed è crescente su
[ , ] [, ]
1 2
D’altra parte sappiamo che dunque
( ) = ( ) = 0
1 2
() ≤ 0 ∀ϵ[ , ]
1 2
che è quello che si voleva dimostrare.
Approssimazioni lineari
Abbiamo già visto che se f è derivabile in un punto c, la retta () + () · ( − )
è la retta che meglio approssima f localmente vicino a c.
Quindi se x è “vicino” a c.
() ≃ () + () · ( − )
Ad esempio →
() = = 0 (0) = 1
Quindi se x è “vicino” a 0.
≃
— — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — — —
Lezione 12
Approssimazione locale di funzioni (formula di taylor)
Siano e un suo intorno.
∈ () = () = ( − 2, + 2)
2
Già sappiamo che se f è derivabile in c (per x vicino a c)
→ retta tangente ad f in c → polinomio di Taylor di f
() ≃ () + () · ( − ) =: ()
1,
di ordine 1 centrato in c.
Questa è un’approssimazione di f locale (vicino a c) e lineare (con polinomio di grado 1)
Ad esempio:
con si ha che e dunque pertanto dove
() = = 0 () = (0) = 1 ≃ 1 +
ed
1 = (0) = (0)( − 0)
Ma come possiamo migliorare l’approssimazione?
Possiamo usare un polinomio di ordine .
() ≥ 1
,
Per capire come osserviamo che:
- () = ()
1,
- () = ()
1,
Quindi, se per esempio n=2, pare naturale cercare :
()
2,
- () = ()
2,
- () = ()
2,
- () = ()
2, 2
Dunque poniamo ed imponiamo queste condizioni:
() = α + β( − ) + γ( − )
2,
- () = β + 2γ( − )
2,
- () = 2γ
2,
Pertanto:
- →
() = () α = ()
2,
- →
() = () β = ()
2,
()
- → →
() = () 2γ = () γ = 2
2,
Abbiamo quindi trovato il polinomio di Taylor di f di ordine 2 centrato in c, ovvero:
2
()
() = () + ()( − ) + ( − )
2
2,
Iterando questo ragionamento si dimostra
Teorema
Sia derivabile n volte in c.
: () →
Allora esiste un unico polinomio di grado minore o uguale a n t.c.
() () = ()
, ,
per = 0, 1,...,
Tale polinomio si chiama Polinomio di Taylor di f di ordine n centrato in c ed è definito da
2 3
() () ()
() = () + ()( − ) + ( − ) + ( − ) +... + ( − )
2 3! !
,
Oss.
- con si intende la derivata di ordine k; per convenzione
= 0
()
- usando la notazione di sommatoria () = ∑ ( − )
!
, =0
- è un polinomio di grado perché potrebbe essere
≤ () = 0
- se il polinomio si chiama polinomio di Mac Laurin
= 0
Come stimare l’errore commesso?
Con la seguente formula , dove è l’errore o il resto.
() = () + () ()
,
Vale quindi il seguente →
Teorema (formula di Taylor con resto di Lagrange)
+1
Sia di classe .
: () →
Allora per ogni esiste un compreso tra c e x (cioè oppure
∈ () ξ < ξ <
) t.c.
< ξ <
(+1) +1
(ξ)
() = ( −