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La funzione f: R \ {kπ | k ∈ Z} → R tale che
∀x ∈ R, x ≠ kπ, k ∈ Z: f(x) = senx/cosx si dice "funzione tangente" e si denota con "tg".
La funzione f: R \ {kπ | k ∈ Z} → R tale che
∀x ∈ R, x ≠ kπ, k ∈ Z: f(x) = cosx/sinx si dice "funzione cotangente" e si denota con "cotg".
Osservazione
Così come la tangente, anche la cotangente è dispari e periodica con periodo π.
Oltre alle formule su seno e coseno già viste, valgono le seguenti formule:
∀ x ∈ ℝ, x ≠ t + 2kπ, k ∈ ℤ, detto t = tg−1 x, si ha che:
tg x = 2t/1 + t2
ctg x = 1 − t2/t2 + 2
Infatti, come noto dalle formule di duplicazione, ti faccio
∀ y ∈ ℝ: (1) sin 2y = 2 sin y cos y e (2) cos 2 = cos2 y − sin2 y.
Partendo da (1) e tenendo presente che sin2 y + cos2 y = 1, si ha
sin 2y = 2 sin y cos y/sin2 y + cos2 y
Se y ≠ π/2 + kπ, k ∈ ℤ, cos y ≠ 0 e perciò sono moltiplicato e diviso per cos2 senza modificare la precedente uguaglianza
sin 2y = 2 sin y cos y/cos2 y = cos2 y/sin2 y + cos2 y
= 2 sin y/cos y × 1/sin2 y + cos2 y =
= 2 tg y × 1/tg2 y + 1 = 2 tg y/1 + tg2 y
Posto y = x/2, con x/2 ≠ π/2 + kπ ⇔ x ≠ π + 2kπ, ci ho
[0,\pi] \rightarrow \mathbb{R} \quad (3)
\mathbb{C} \setminus [\mathbb{Z}] \quad \rightarrow \mathbb{R} \quad (4)
sono tutte biiettive.
Le funzioni inverse di (1),(2),(3) e(4) si denotano con “arcoss”, “arcem”, “arcotg” ed “arcocotg” e si dicono “arcocosseno”, “arcoceno”, “arcotangente” ed “arcocotangente”. Si avrà dunque
- \text{arcoss}: [\mathbb{Z}] \rightarrow [0,\pi]
- \text{arcem}: \mathbb{C} \rightarrow ]-\frac{\pi}{2}, \frac{\pi}{2}[
- \text{arcotg}: \mathbb{R} \rightarrow ]-\frac{\pi}{2}, \frac{\pi}{2}[
- \text{arcocotg}: \mathbb{R} \rightarrow [0,\pi]
Osservazioni
- \forall x \in [0,\pi]:\arcoss(\text{cos } x) = x \forall y \in [\mathbb{Z}]: \text{cos}(\arcoss y) = y
- \forall x \in \mathbb{C}: \arcem(\text{sin } x) = x \forall y \in [\mathbb{Z}]: \text{sin}(\arcem y) = y
- \forall x \in ]-\frac{\pi}{2}, \frac{\pi}{2}[ \text{arcotg}(\text{tg }x)=x \forall y \in \mathbb{R} \text{tg}(\text{arcotg } y) = y
- \forall x \in ]0, \pi[: \text{arcocotg}(\text{cotg } x) = x \forall y \in \mathbb{R}: \text{cotg}(\text{arcocotg } y) = y.
Siccome ∀n∈ℕ: 2(-m+1) < 2-n la successione è decrescente (in realtà strettamente decrescente) perché 2(-m+1) < 2-n
Osservazione
- Una successione (an)n∈ℕ si dice "limitata superiormente (inferiormente)" se ∃M∈ℝ tale che ∀n∈ℕ: an≤M (M≥an). In tal caso, ogni numero M come sopra si dice maggiorante (minorante) della successione.
- Una successione limitata superiormente (inferiormente) ammette "estremo superiore (inferiore) della successione", ossia un elemento b∈ℝ che risulta essere il più piccolo dei maggioranti della successione (nel caso della limitazione inferiore, un elemento a∈ℝ che risulta essere il più grande minorante della successione). Si userà la notazione "b = supn∈ℕ an (e a = infn∈ℕ an)".
Si prova che
- b = supn∈ℕ an⇔ 1) ∀n∈ℕ: an≤b
- 2) ∀ε>0 ∃n∈ℕ∋ c. b-ε < an
- a = infn∈ℕ an⇔ 1) ∀n∈ℕ: a ≤ an
- 2) ∀ε>0 ∃n∈ℕ∋ e. an < a+ε
Se (an)n∈ℕ è una successione limitata superiormente (inferiormente) ed esiste n∈ℕ tale che ∀n∈ℕ: a≤an (an≤a) allora an si dice "massimo (minimo) della successione".