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EQUAZIONI DIFFERENZIALI
- Equazioni differenziali lineari
Sia g(x) una funzione di una variabile reale, continua in un intervallo [a,b]. Il problema della ricerca di una primitiva di g(x) in [a,b], cioè di una funzione y(x) tale che:
y'(x) = g(x) ∀ x ∈ [a,b]
è stato risolto dal Teorema del calcolo integrale. Infatti, ogni primitiva di g, cioè ogni soluzione dell'equazione y'(x) = g(x), è della forma: y(x) = y0 + G(x), dove G(x) è una primitiva e y0 una costante.
Più precisamente, il teorema del calcolo integrale afferma che una particolare primitiva G è data dalla funzione integrale:
G(x) = ∫x₀x g(t) dt dove x₀ ∈ [a,b] ⊂ ℝ.
L'equazione y'(x) = g(x) è un esempio di equazione differenziale. Questa equazione ammette infinite soluzioni se g è continua nel suo intervallo di definizione, e tutte le primitive sono soluzioni.
La soluzione y(x) = y0 + ∫x₀x g(t) dt soddisfa non solo l'equazione differenziale y'(x) = g(x), ma anche la condizione iniziale nel punto x = x₀.
y(x₀) = y0 + ∫x₀x₀ g(t) dt = y0
e si dice che la
- (E )
- y'(x) = g(x)
- y(x₀) = y0
Se invece ho (problema ai valori iniziali per eq. di 2a ordine):
- y''(x) = g(x)
- y(x₀) = y0, y'(x₀) = y'0
Equazioni differenziali non lineari del primo ordine
A differenza delle equazioni differenziali lineari, quelle non lineari non hanno una formula risolutiva standard:
- a) Equazioni a variabili separabili
- y'(x) = f(x) · g(y)
Se g(y0) = 0 allora y(x) = y0 è soluzione.
Se g(y0) ≠ 0 allora:
y' = f(x) (separo le variabili) g(y)
y'(x)/g(y(x)) = f(x)
∫ y'(x)/g(y(x)) dx = ∫ f(x) dx
∫ 1/g(y) dy = ∫ f(x) dx
G(y) = F(x) + c
c = G(y0) - F(x0)
G(y) = F(x) + G(y0) - F(x0)
y = G-1(F(x) + G(y0) - F(x0)). ← funzione inversa
Esempio:
{ y' = 1/1+ey
y(0)=0
y' (1+ey) = 1 → dx/dy (1+ey) = 1
amici in x0 della soluzione y(t).
Detto V l'insieme delle soluzioni dell'eq. omogenea
abbiamo un risultato dimostrato che V è uno spazio vettoriale
di dimensione m perchè esistono m elementi di V linearmente
t.e. indipendenti e ogni altro elemento di V si può esprimere
in come loro combinazione lineare.
Struttura integrale generale delle eq. non omogenea
Consideriamo l'eq. lineare non omogenea
y(m) + am-1(x)y(m-1) + ... + a2(x)y' + a0(x)y = b(x).
Si chiama eq. omogenea associata alla precedente:
y(m) + am-1(x)y(m-1) + ... + a0(x)y = 0.
Sia vo un integrale particolare dell'equazione lineare non
omogenea e siano y1,y2,...,ym m integrali linearmente ed
indipendenti dell'omogenea associata.
Allora l'integrale generale delle eq. omogenea associata è dato da
c1y2 + c2y2 + ... + cmym + vo.
DIM. dobbiamo far vedere che ∀ soluzione particolare y(x) dell'eq.
lineare non omogenea, esiste una unica coppia (c1,c2,...,cm)
di numeri reali tali che:
y(x) = c1y1(x) + c2y2(x) + ... + cmym(x) + vo(x) ∀ x∈[a,b]
A tale scopo fino x0∈[a,b] e poniamo:
y(x0) = y(m)(x0) = y(m-1)(x0) = y0();
LE nemero di n equazioni lineari nelle incognite ξ1, ξ2,...
- y1(x0)ξ1 + y2(x0)ξ2 + ... + ym(x0)ξm = vo(x)
- y1(x0)ξ1 + y2(x0)ξ2 + ... + ym(x0)ξm = vo(x)
- ...
- y1(m) + am-1(x)y(m-1) = vo(x)(x0).
Metodo della variazione delle costanti arbitrarie
le Σi λi yi(x1 + Σ2 y2(x2 + g(x)
δ1 y1(x1 + Σ2 y2(x2 + g(x) = 0
ammette un'unica coppia di soluzioni bi(x), b2(x) continua
iuntre &Exist;, Σ1 &Exist; e y1 (x), Σ2 &Exist; due primitive di i1(x), i2(x), allora la
funzione &Exist; y1(x) y1(x1 + Σ2 y2(x2) &Exist; soluzione Σ i (y) = g(x)
DIM: ∃zione che L(ỹ) = g(x),
ỹ1(x) = Xt1z1(x1 + Xt2 y2 (x)
ỹ'1(x) = Xt'1 z1(x) + Σ i1'(x1, x', x) +
i(x)'2∃' &sub>1(x1)
ỹ''(x) = &Exist;'1y1(x1) + &Exist;1 y1(x1) +
+ &Exist;2(x)y''2(x)
¢(y) = L(y) + Xt h1 g(y2(x) )+ &Exist; h2 y2(x)
L{ỹ) = Σ i- ỹ + a(x) L y + b(x) * ỹ(x) =
= a(X )yg (x) + b(x)z t1(x) L =
Formula risolutiva delle equazioni lineari del primo ordine (eq. omogenea)
y' = αxy
y(x0) = y0.
___ x = y0= 0 ⇒ y(x) = 0.
x0 ≥ 0 = ∫ dy y = ∫ α(x)dx
log |y| = ∫ α(x) dx = ∫ x T α(t)dt + c
c = log |y |
log |y| = log |y0| + tα(t)dt |
|y| = |y0| = e ∫ α(t)dt
y(x) = y0 e t ∫ α(t)dt
FORMULA RISOLUTIVA
Funzioni equivalenti
Siano f,g due funzioni generalmente continue in I. Esse si dicono equivalenti. (f≉g) se in ogni intervallo (a,b)⊂I esse differiscono al più in un numero finito di punti.
Funzioni generalmente regolari
Una funzione f si dice generalmente regolare in (a,b) se esistono un numero finito di punti x0=a<xc<...<xn=b tali che f è di classe C1 in ogni intervallo aperto (xk, xk+1), k=1,...,m ed è prolungabile in modo C1 in ogni intervallo chiuso [xk-1, xk], cioè sono finiti i limiti f(x+), f'(x+) per k=0,...,n-1 e f(xk-1), f'(xk-1) per k=1,...,n.
Se f è generalmente regolare, allora la derivata f'è generalmente continua, quindi è integrabile.
Formula fondamentale del calcolo integrale per le derivate di funzioni generalmente continue
Th: Sia f continua in [a,b] e generalmente regolare in (a,b).
Allora ∫abf'(x)dx = f(b)-f(a).
Per dimostrare questo teorema, utilizziamo il lemma:
Lemma: Sia f una funzione continua in [α,β] di classe C1 in (α,β) con f' limitato. Allora:
∫αβf'(x)dx = f(β)-f(α)
Dimostrando con F(x)=∫αxf'(t)dt la funzione integrale di f' ne ha che F è continua su [α,β], derivabile in c (α,β) con F'(x)=f(x) ∀ x∈(α,β)
la funzione differenza G(x) = F(x) - f(x) è continua