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RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 37

Imposte sul reddito d'esercizio 7

Utile d'esercizio 30

SVOLGIMENTO:

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI LIQUIDITÀ

2014 2013 variazione

Attività correnti

Denaro e valori in cassa 10 8 2

Depositi bancari 23 20 3

Disponibilità liquide 33 28 5

FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE REDDITUALE

METODO DIRETTO

Ricavi monetari 452

Ricavi di vendita 460

Crediti v/clienti iniziali 13

Crediti v/clienti finali -21

Costi monetari 355

Acquisti di materie prime 145

Spese per il personale 100

Variazione debiti TFR -3

Spese per servizi 84

Debiti v/fornitori iniziali 34

Debiti v/fornitori finali -10

Imposte 7

Debiti tributari iniziali 1

Debiti tributari finali -3

Flusso gestione reddituale 97

FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE REDDITUALE

METODO INDIRETTO

UTILE D'ESERCIZIO 30

Ammortamenti e svalutazioni 55

Ammortamento fabbricati industriali 5

Ammortamento impianti e macchinari 15

Ammortamento mobili e arredi 20

Ammortamento brevetti 12

Svalutazione attività finanziarie 3

Variazione fondi 19

Aumento (diminuzione) f.do rischi e oneri 16

Aumento (diminuzione) f.do TFR 3

Variazione CCN -8

(Aumento) diminuzione rimanenze 22

(Aumento) diminuzione crediti v/ clienti -8

Aumento (diminuzione) debiti v/fornitori -24

Aumento (diminuzione)debiti tributari 2

Altre rettifiche 1

(Plusvalenze) minusvalenze da cessione -5

(Proventi finanziari) -3

Oneri finanziari 9

Flusso gestione reddituale 97

FLUSSO DI CASSA DELL'ATTIVITA' DI

INVESTIMENTO

Acquisto fabbricati -

industriali 100

Vendita impianti e

macchinari 55

Acquisto partecipazioni -10

Proventi

finanziari 3

Flusso attività

investimento -52

FLUSSO DI CASSA DELL’ATTIVITA’ DI

FINANZIAMENTO

CAPITALE

DI TERZI

Diminuzione debiti v/banche

a breve -10

Rimborso mutui -20

Oneri finanziari -9

CAPITALE

PROPRIO

Aumento di capitale 5

Distribuzione

utili -6

Flusso attività di

finanziamento -40

RIEPILGO

FLUSSO DI

CASSA

Flusso gestione

reddituale 97

Flusso di investimento -52

Flusso di finanziamento -40

Flusso di

periodo 5

Crisi d’impresa e indici d’allerta

Per la prima volta gli indici di bilancio assumono una rilevanza normativa.

D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 ha modificato le procedure e il codice della

crisi dell’impresa.

Art.2, definizione di crisi;

 In generale lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende

 

probabile l’insolvenza del debitore.

Per le imprese l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far

 

fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.

Art.14, obbligo di segnalazione degli organi di controllo societari:

 sono il REVISORE CONTABILE e SOCIETA’ DI REVISIONE (ciascuno

nell’ambito delle proprie funzioni); i cui obblighi sono:

Verificare che l’organo amministrativo sia a conoscenza e riesca a

 monitorare la sussistenza dell’equilibrio economico finanziario.

Segnalare immediatamente all’Organo amministrativo l’esistenza di

 fondati indizi della crisi (la normativa dice che la tempestiva

segnalazione è causa di esonero dalla responsabilità solidale, cioè se

viene segnalato subito lo stato di crisi, non sono solidalmente

responsabili).

Art.13, indicatori della crisi; sono squilibri di carattere reddituale,

 patrimoniale o finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche

dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore.

Questi indicatori sono rilevati attraverso appositi indici che danno

evidenza di:

Sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi;

 Prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso.

Sono indici significativi quelli che misurano:

Sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa che

 l’impresa è in grado di generare;

Adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi.

Costituiscono altresì indicatori di crisi i ritardi nei pagamenti reiterati e

<<indicatori>>

significativi; il concetto di usato dal codice più ampio è

<<indici>>.

quello di

Ad esempio:

<<indicatore>> è anche il ritardo reiterato e significativo nei

 pagamenti

<<indici>>

Gli sono segnali di crisi ma non assumono da soli

 rilevanza sufficiente

Ruolo del CNDCEC (Collegio Nazionale Dei Commercialisti) la

normativa delega a esso di trovare una serie di indicatori utili, che poi

devono essere valutati dal ministero.

Il CNDCEC elabora indici specifici con riferimento a:

Start-up innovative;

 PMI innovative;

 Società in liquidazione;

 Imprese costruite da meno di due anni.

Gli indici elaborati dal CNDCEC sono approvati con decreto del Ministero

dello Sviluppo Economico (MISE).

Il CNDCEC ha scelto un modello multivariato, con struttura ad albero e

combinata; questo modello è basato sul preventivo esame di circa 50

indici relativi a:

Sostenibilità degli oneri finanziari e dell’indebitamento;

 Grado di adeguatezza patrimoniale e composizione del passivo;

 Equilibrio finanziario;

 Redditività;

 Sviluppo;

 Indicatori di specifici ritardi nei pagamenti.

Struttura ad albero e combinata:

INDICI DI 1° LIVELLO: Applicabili indistintamente a tutte le

 imprese.

INDICI DI 2° LIVELLO: Caratterizzati da valori soglia differenziati a

 seconda dei settori economici.

Si applicano a valle di una preliminare verifica dell’assenza di reiterati e

significativi ritardi nei pagamenti.

INDICI DI PRIMO LIVELLO

1) L’elemento fondamentale per capire se una azienda è in salute è il

Patrimonio Netto, che scaturisce dal totale della voce A del passivo

dello Stato Patrimoniale meno crediti verso soci per versamenti ancora

dovuti e meno dividendi deliberati non ancora contabilizzati.

Se il patrimonio netto è negativo è indice di non continuità dell’attività,

quindi non si va nemmeno a calcolare gli altri indici.

Rileva quando assume valore negativo o, per la società di capitali,

 un valore al di sotto del limite di legge;

Ai fini degli obblighi di segnalazione, è ammessa la prova contraria

 dell’assunzione di provvedimenti di ricostruzione al minimo legale.

2) Il secondo indicatore di primo livello è il Debt Service Coverage Ratio

(DSCR) che corrisponde ai Flussi di cassa liberi (non impegnati per coprire

determinati esborsi) nei successivi sei mesi \ uscite finanziarie nei

successivi sei mesi. Questo indicatore deve essere almeno pari a 1. Se è

minore a 1 l’azienda è in crisi.

Il DSCR va calcolato anche in presenza di PN positivo

 Con PN e DSCR entrambi positivi è possibile escludere la presenza di

 sintomi di crisi.

Se DSCR è negativo o non è calcolabile ci si sposta sugli indicatori di

 secondo livello.

Utilizzabile solo in presenza di dati prognostici non ritenuti

 inaffidabili dagli organi di controllo (giudizio professionale).

La stima del dato prognostico, è compito dell’Organo amministrativo

 delegato.

Per il calcolo possono essere alternativamente seguiti due approcci:

1^approccio: Giacenze inizialidi cassa

+¿ Entrate diliquidità previste nei 6 mesi

DSCR= −¿ Uscite diliquidità previste nei 6 mesi( escluse quelle aldenomminatore)

Uscite per rimborso didebiti finanziari nei successivi 6 mesi

2^approccio:

DSCR= ¿

Giacenze iniziali di cassa

+¿ Free cash flow

¿−¿ ¿+ ¿ ¿

Flussi derivantidal ciclo degli investimenti Linee di credito disponibili nei 6 mesi +¿ Debito

+¿ Debiti vs . fo

INDICATORI DI SECONDO LIVELLO Oneri finanziari

1) Indice di sostenibilità degli oneri finanziari = Fatturato

Patrimonio netto

2) Indice di adeguatezza patrimoniale = Debiti totali

Cash flow

3) Indice di ritorno liquido dell’attivo = Totale attività

˘

Totale attività a termine

4) Indice di liquidità = ˘

Totale passività a termine

5) Indice di indebitamento previdenziale e tributario =

Totale debiti previdenziali e tributari

Totale attività

Per ciascun indice sono fissati valori soglia differenti per settore

 economico;

La sussistenza di uno stato di crisi richiede il superamento di tutte e

 5 le soglie previste;

Il superamento di uno o soltanto di alcune soglie rappresenta solo

 un indizio parziale ed eventuale dello stato di crisi.

Dall’analisi di bilancio al giudizio di RATING

Il rating è il giudizio sintetico sulla capacità di un debitore di onorare

tempestivamente e integralmente le obbligazioni contratte. Se l’azienda è in

grado di pagare i debiti significa che si trova in uno stato di salute.

Distinguiamo:

Rating del debitore giudizio sulla complessiva solvibilità del debitore;

 

è dunque un giudizio di sintesi sulla affidabilità economico – finanziaria di

un dato soggetto; questo giudizio si basa sulla probabilità che si verifichi il

default dell’azienda (fallimento).

Rating del debito giudizio sulla rischiosità creditizia di una specifica

 

emissione di debito (es. prestito obbligazionario), indipendentemente

dallo standing dell’emittente.

SISTEMA DI RATING complesso coordinato di metodologie de analisi che

mediante l’acquisizione, l’elaborazione e il controllo dei dati e informazioni

relative al soggetto esaminato, consentono di valutarne l’affidabilità economico

– finanziaria, fornendo una stima della sua probabilità di inadempienza in un

prestabilito orizzonte temporale di riferimento.

I sistemi di rating possono essere di tre tipi:

1. Sistemi incentrati sulla componente automatica: in cui sono

strutturalmente esclusi scostamenti discrezionali e motivati del

valutatore;

2. Sistemi incentrati sulla componente discrezionale: prevalentemente

basati su processi di valutazione più discrezionali e che fanno affidamento

sul giudizio e la preparazione professionale del valutatore;

3. Sistemi bilanciati: una via di mezzo tra i due precedenti; in cui i giudizi

automatici sono modificabili dal valutatore con informazioni integrative di

non agevole standardizzazione o comunque non considerate dal modello.

FASI DEL PROCESSO DI ASSEGNAZIONE DEL RATING:

Per

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A.A. 2019-2020
76 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michross98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi finanziaria e piani aziendali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Paolucci Guido.