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Classificazione dei sottosistemi di "Policy"
Per i nostri autori, la distinzione altrettanto importante è quella di policy communities al punto che loro propongono l'esistenza di una tipologia di comunità di politiche:
Tipi di comunità di politiche (POLICY COMMUNITY) | Visione del mondo dominante | SI | NO |
---|---|---|---|
Comunità egemonica | SI | senza leadership | |
Comunità Stato-società | NO | imposta | Anarchica |
Le politiche pubbliche nelle democrazie avanzate strutturano i campi che si possono chiamare comunità di policy dove gli attori non condividono solo interessi, ma conoscenze, competenze, valori, visioni del mondo: un quadro epistemico. Pertanto, ogni settore di policy costruisce comunità di policy. All'interno di questa comunità si possono attivare delle aggregazioni più parziali, più limitate che hanno a che fare con specifici interessi. Inoltre ci dicono che possono esistere
comunità di policy costruite sulla base di due variabili: una visione comune e il tipo di consenso fra istituzioni e società. Un concetto rilevante è qui quello di COMUNITÀ EPISTEMICA (pag. 143). Cioè un network di professionisti di provata esperienza e competenza in un certo settore e dotati di autorevolezza nel campo di una specifica policy. In breve, gli appartenenti ad una C.E. condividono:- un complesso di credenze normative o valori
- delle credenze causali circa i legami tra le azioni di policy e i loro risultati...
- nozioni di validità al fine di valutare le conoscenze nell'ambito di loro riferimento
- una "impresa" di policy comune, cioè un certo modo di affrontare certi problemi pubblici
PARTECIPANTI
Agenzie Un gruppo Due gruppi Tre o più statali preminente preminenti gruppi... Stato Network Network Network Network
RELAZIONE dominante burocratico clientelare triadico pluralistico stato-società Società Network Network Network Issue dominante statalista catturato corporativista network partecipativo
All'interno di ogni comunità sopraindicata nello schema dei tipi di policy community ci possono essere delle relazioni più circoscritte, basate su interessi e che possono assumere le forme indicate nello schema indicante i tipi di policy networks, con la logica che questi sono dei sottonetworks rispetto alle comunità di politiche. In questa tipologia c'è di interessante che loro utilizzano sostanzialmente due variabili: il N° di Partecipanti e la Relazione tra Stato e Società. Ci sono network in cui gli attori predominanti sono quelli istituzionali; ci sono network di attori dominanti che sono quelli sociali.
Ci sono anche immagini monocentriche e policentriche; ci sono immaginistatocentriche e sociocentriche. Uno degli elementi che caratterizza la complessità dei nostri sistemi politici, anche a livello locale, è che sempre di più le politiche sfuggono alla presa burocratica. In fondo, solo una delle caselle, nello schema di cui sopra, prevede la centralità delle agenzie statali; le altre portano a situazioni più frammentate, più complesse. Si potrebbe anche aggiungere che questo tipo di quadro si complica maledettamente, quando si aggiunge un ulteriore variabile che è la sovranazionalizzazione (es. comparsa Unione Europea), poiché si allarga il numero degli attori.
Corso di Analisi delle Politiche Pubbliche A.A. 2007/2008
CAPITOLO 7 - IL PROCESSO DECISIONALE NELLE POLITICHE PUBBLICHE. OLTRE IL RAZIONALISMO, L'INCREMENTALISMO E L'IRRAZIONALISMO
Un tema classico nelle A.P.P. è quello delle decisioni, dei processi decisionali.
Ci sono due grandifamiglie sullo studio delle decisioni: da un lato, gli studi che mettono in relazione decisioni e potere(chi decide?); dall'altro la relazione tra decisione e razionalità (come si decide?). Qui, troviamoTaylor nella tradizione aziendalista, padre della teoria scientifica del lavoro; troviamo Simon, glieconomisti classici.1. DEFINIZIONE DEI CONCETTI
Che cosa vuol dire decidere? La decisione implica un processo di selezione, vuol dire scegliere. Nell'idea di decisione c'è anche l'idea di un'azione conseguente di impegno nella realizzazione. Nel concetto di decisione c'è anche un concetto negativo: la decisione non è soltanto una scelta, ma è anche una rinuncia. La decisione diventa una negazione, cioè recidere che significa, appunto, tagliare. La decisione implica una riduzione della complessità, ma per fare ciò bisogna tagliare: si trattiene una soluzione e se ne scartano altre. Quindi,
primo elemento definitorio che gli autori ciricordano è che il processo decisionale è un processo di selezione; si badi, però, che la selezionenon risponde solo a criteri di razionalità, m anche a criteri di potere. La decisione, spesse volte, è ilfrutto di una lotta di potere, politica. La selezione, in fondo, caratterizza anche il processo diformulazione delle politiche. Che differenza c'è allora, tra formulazione delle politiche e processodecisionale? Gli autori danno una soluzione dicendo che la differenza principale è basata sulnumero degli attori: mentre le prime è un processo più politico, più aperto dove si trovano più attori,anche sociali; nelle seconde si trovano attori prevalentemente istituzionali, burocratici.La decisione è un processo di canalizzazione, cioè si decide nell'ambito di regole. La decisione inparte è una selezione libera, discrezionale e in parteè una scelta vincolata dalle regole procedurali che si devono utilizzare. Ci sono due tipi di regole decisionali: alcune sono a livello micro, cioè dipendono dall'organizzazione degli uffici, degli apparati, delle burocrazie; altre sono a livello macro, cioè dipendono dal sistema di governo.
(SCHEMA VETO PLAYER)
Ogni decisore vorrebbe avere le mani libere: meno vincoli ha, più rapidamente ed efficacemente decide. In realtà, si sa che molte volte i decisori sono vincolati. I Veto Player sono degli attori che vincolano i decisori, sono degli attori che condizionano, limitano lo spazio di libertà del decisore. Quindi, tutto ciò che limita gli spazi di decisione di un attore, dal punto di vista della scienza politica, possono essere chiamati Veto Players (punti di veto, punti di blocco del processo decisionale). I Veto Player sono di due tipi: Istituzionali, cioè attori dotati di potere di veto incorporati nelle regole decisionali; Partitici.
cioè gli attori di potere di veto di tipo politico o partigiano. Un sistema di governo può avere molti o pochi Veto Players istituzionali e partitici. Il sistema di governo dove il sistema decisionale è più forte è quello Inglese (prototipo del premierato), perché l'esecutivo tende a predominare sul Parlamento e perché i governi sono monopartitici; all'opposto vi possono essere i Paesi dove i sistemi di governo hanno più punti di blocco (Italia). 2. MODELLI DECISIONALI Si prenda la partita a crocket di "Alice nel Paese delle Meraviglie" come metafora della razionalità dei processi decisionali. Uno dei temi importanti è il rapporto tra la razionalità e la decisione. Quest'ultima viene vista come una scelta, quindi una serie di comportamenti, che dovrebbe produrre un esito razionale. Il gioco di crocket è irrazionale.Perché non ci sono regole in quanto ognuno va per conto proprio anche se in questo caos c'è una razionalità: l'imprevedibilità di gioco è funzionale a far vincere la Regina. Allora, si può giocare in un gioco dove non ci sono regole, dove i giocatori entrano ed escono, le mosse sono del tutto improvvisate e sconfusionate? Dunque, si può giocare a un gioco simile? Apparentemente la risposta sembra essere NO, poiché è un gioco irrazionale, ma l'aspetto interessante è che molti sostengono che i processi decisionali reali a volte assomigliano a questi giochi caotici, cioè nella realtà, molte volte, sono molto meno razionali di come o di quanto si pensi. La cosa interessante di questo argomento è quello di riflettere il rapporto tra razionalità e decisione. Nella teoria dell'organizzazione quello che abbiamo visto nella cd partita di crocket è chiamata anarchie organizzate.
Questa espressione sembra un controsenso, ma invece non lo è perché nello stesso gioco, di cui abbiamo fatto l'esempio, comunque un'organizzazione c'è: ci sono gli strumenti da gioco e in ogni caso si gioca allo stesso gioco anche se in maniera irrazionale.
Un'altra metafora che viene utilizzata per descrivere questa partita di crocket, la si troverà proprio nei processi decisionali: è la metafora del modello del bidone della spazzatura, del cestino dei rifiuti che viene utilizzata per descrivere processi decisionali caotici.
ACCORDO SUGLI OBIETTIVI
CERTEZZE SUI MEZZI, SULLE ALTERNATIVE
(situazione parametrica) (situazione strategica)
CONSEGUENZE
Razionalità: sinottica
Razionalità: incrementale
Elevata
Processo: programmato
Processo: negoziato
(informazione completa) Decisione: ottimizzante
Decisione: accettabile
Stile decisionale: calcolo
Stile decisionale: cooperazione
Situazione: routine algoritmo
Situazione: interdipendenza Razionalità: limitata Razionalità: "pattumiera" Bassa Processo: pragmatico Processo: caotico(informazione incompleta) Decisione: soddisfacente Decisione: casuale Stile decisionale: giudizio Stile decisionale: improvvisazione Situazione: incertezza Situazione: ambiguità È stato detto che decidere vuol dire scegliere, il che significa scartare alcune soluzioni piuttosto che altre. La decisione implica anche dei decisori, cioè delle persone che scelgono che hanno degli obiettivi. Qualunque decisione può essere analizzata guardando a due cose: a) al numero di attori coinvolti; b) all'accordo che questi attori hanno rispetto agli obiettivi. Quindi, quando si sceglie la prima cosa che ci richiede è "scegliere per fare cosa?" Naturalmente, su ogni obiettivo decisionale ci può essere un accordo o un conflitto, si parlerà dunque di un accordo elevato o basso. Quando l'accordotesto viene modificato in base a determinati parametri. Questa situazione può essere applicata in diversi contesti, come ad esempio nel campo della matematica, della fisica o della programmazione. Nel campo della matematica, una situazione parametrica si verifica quando un insieme di equazioni o disequazioni dipende da uno o più parametri. Questi parametri possono essere variabili che influenzano il risultato finale dell'equazione o della disequazione. Ad esempio, nell'equazione di una retta, il coefficiente angolare e l'intercetta sono parametri che determinano la posizione e l'inclinazione della retta. Nella fisica, la situazione parametrica si verifica quando le grandezze fisiche dipendono da uno o più parametri. Ad esempio, nel moto di un oggetto, la velocità e l'accelerazione possono essere parametri che variano nel tempo e influenzano la posizione e la velocità dell'oggetto. Nella programmazione, la situazione parametrica si verifica quando una funzione o un metodo accetta uno o più parametri come input e restituisce un risultato in base a tali parametri. Ad esempio, una funzione di calcolo dell'area di un rettangolo può accettare la lunghezza e la larghezza come parametri e restituire l'area calcolata. In conclusione, la situazione parametrica è una condizione in cui un testo o un'equazione viene modificato in base a determinati parametri. Questa situazione è comune in diversi campi, come la matematica, la fisica e la programmazione, e può essere utilizzata per descrivere e risolvere problemi complessi.