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Il ruolo della cultura nelle risposte di politica estera
Hudson (1999) sostiene che la cultura conta enormemente nelle risposte di politica estera, poiché le risposte sono basate su schemi culturali ricorrenti. Ad esempio, il rifiuto di negoziare o l'uso unilaterale della forza sono comportamenti che possono essere influenzati dalla cultura. Questo fenomeno si è manifestato soprattutto a partire dagli anni '90, con la fine del sistema bipolare.
Le reazioni degli attori possono essere previste sulla base della cultura. Inoltre, la cultura interferisce anche nelle questioni di sicurezza, poiché i meccanismi di politica di potenza possono essere influenzati dagli elementi culturali. L'aspirazione alla potenza può essere spinta soprattutto da elementi culturali.
Un altro aspetto importante è quello delle mappe geografiche mentali (GMM). Il modo in cui gli individui percepiscono il loro ambiente geografico e quello degli altri influisce sul processo decisionale della politica estera. L'elemento geografico stabilisce l'identità attraverso la cultura. Le rappresentazioni geografiche sono centrali nella legittimazione di politiche estere che fissano confini tra "Noi" e "gli Altri".
altri". Già negli anni '60, i coniugi Sprout affermavano che determinati eventi storici avevano spiegazioni da ricercarsi nel modo in cui un agente ha immaginato il suo ambiente geografico e quello degli altri. Determinate scelte possono esser fatte risalire alla percezione geografica. (es. Uno dei problemi identitari della Russia è che non c'è chiarezza sulla sua geografia, due continenti, occidente/oriente, espansione rapidissima verso oriente)! le percezioni geografiche sono facilmente rinvenibili nelle decisioni di PELe GMM sono pertanto elementi culturali in quanto anche i decision makers acquisiscono, codificano, riorganizzano, elaborano, applicano nel pensiero e nelle azioni le informazioni sul loro ambiente geografico e su quello altrui (Downs and Stea's, 2005)Le GMM, diventano veri e propri sistemi di orientamento, usati come guida nel foreign policymaking. Queste rappresentazioni hanno quindi conseguenze decisamente materiali. Sono rappresentazioni,
Sistemi di orientamento nel senso che vengono usate per identificare in una certa maniera (geografica) l'altro e dai quali poi partono le varie decisioni di PE. Le GMM si sono cristallizzate durante il sistema bipolare, supportato da pregiudizi, stereotipi, semplificazioni la visione dell'"Europa dell'Est", una semplificazione mentale della realtà che produce confusione, sciocchezze, mappa mentale derivata dalla guerra fredda, anche sbagliata, che non sta in piedi. Continuare a parlare di "Europa dell'Est", senza parlare delle differenze interne, è una semplificazione assurda. Le GMM sono quindi, per riassumere, credenze individuali di gruppo sulla geografia di un particolare luogo, e sul rapporto che quel particolare luogo ha con ambiti geografici diversi. Il modo che abbiamo di considerare la geografia, influenza le scelte di PE.
2° LIVELLO
L'attore statale
Trascurato dagli studiosi durante il periodo della guerra
Caratteristiche dello Stato:
- Tipo di Stato: Stato forte/debole, Stato frammentato/consolidato; sono tipologie di attore statale che pesano molto
- Forma di governo: ha un peso, un'influenza sulla PE. La relazione tra forma di governo e PE è evidente soprattutto per quanto riguarda il comportamento bellico. È alla base di una delle teorie più diffuse, la teoria della Pace democratica (le democrazie mai o quasi mai fanno guerra tra di loro). [il realismo politico era indifferente alla forma di governo, individuava invece le regolarità che si strutturavano indipendentemente dalle forme di governo].
- Fattori di potenza (risorse naturali, geografia, popolazione, dimensioni dell'attore, estensione, ecc..) orientano in un senso o nell'altro le decisioni di PE. Pesano forse ancor di più della forme di governo. [Tod, aveva previsto il collasso dell'Unione Sovietica in base allo studio di fattori demografici !!! l'unico forse
Lunedi' 26/10
Dimensioni dell'attore : attributo immediato. Lo studio sulle dimensioni dell'attore risale agli anni Sessanta. La questione delle dimensioni è pensata per quanto riguarda la politica estera (ma anche quella interna)!
Dimensioni "ottimali" concetto che è variato nel tempo, in rapporto anche con la scienza dell'amministrazione che per molto tempo (fino alla fine degli anni '80) ha continuato a basarsi sull'idea della funzionalità delle grandi dimensioni. Dalla fine del sistema bipolare, le dimensioni ottimali tornano a essere relazionate ai bisogni dello Stato.
I paesi di grandi dimensioni hanno maggiori possibilità di esternalizzare i costi della guerra, poiché i costi sono facilmente esternalizzati sui paesi atomizzati, che pagano i costi della guerra.
Maggior coinvolgimento delle grandi dimensioni nelle rivalità territoriali, poiché la ricerca dell'espansione come fonte di
arricchimento è molto più frequento rispetto ai piccoli Stati. I grandistati possono permettersi l'autarchia e possono chiudersi più facilmente verso l'esterno, che però vuol dire preparare il tempo di uno scatenamento della violenza molto più forte di quanto non accada per esempio nei piccoli stati.
Stato patrimoniale: tutto proprietà del sovrano, tipo di Stato moderno in cui c'è molta più cura della gestione del patrimonio da parte di chi detiene il potere.
Le dimensioni sono state considerate (fino alla fine del sistema bipolare) come una delle principali condizioni di peso a livello internazionali.
L'ossessione per le dimensioni sono esasperate in periodi di elevata politicizzazione (che rende più alta la possibilità di una guerra).
Le grandi dimensioni sono state collegate alle grandi potenze, in virtù di maggiore capacità di risorse disponibili.
Conseguenze le grandi dimensioni sono
Un motore che si autoalimenta, cioè causa dell'aumento stesso delle dimensioni territoriali (si pensi al colonialismo). Con l'aumento delle dimensioni è tra l'altro facilmente rilevabile un aumento della competizione internazionale. Uno dei fattori delle guerre interstatali è quindi anche l'entità delle dimensioni territoriali di uno Stato.
Le dimensioni hanno altresì un effetto negativo sul commercio internazionale, poiché l'autarchia (produzione da sé di prodotti che non derivano dal commercio internazionale, lo sfruttamento di risorse proprie) è più conveniente per un grande paese, poiché essa costa meno. Quanto più si riducono le dimensioni di un paese, tanto più si riducono le dimensioni del mercato interno, e la possibilità di utilizzare l'autarchia. Si depotenziano i confini, c'è uno scambio maggiore a livello internazionale, si riducono le
propensioni ai conflitti. I piccoli stati sono più aperti, soprattuto dal punto di vista economico
Risorse naturali : La loro presenza o assenza può giocare un ruolo determinante in PE, pensiamo ai bisogni energetici. Uno dei fattori centrali della politica estera è il bisogno energetico. Il cambiamento delle risorse naturali può far cambiare la politica estera (pensiamo alla Cina quando il carbone era la risorsa fondamentale e adesso, che ha bisogno di energia altrui).
Acqua: la politica estera è inevitabilmente legata alla disponibilità di risorse idriche. L'acqua è una delle risorse naturali che sta diventando fra le più importanti nel condizionare la politica estera. Numerose aree del pianeta hanno difficoltà di approvvigionamento, la desertificazione sta comportando sempre di più un aumento dell'importanza dell'acqua. Soprattutto in Medio Oriente, dove è impossibile capire la politica estera dei
Paesi di quella zona senza prendere inconsiderazione l'approvvigionamento idrico. Il controllo (in particolar modo israeliano) delle fonti idriche hanno condizionato la pace negli ultimi decenni, per via della spartizione delle risorse idriche. Fra Turchia e Siria (prima degli ultimi sviluppi). O la minaccia del potenziale avvelenamento dei fiumi. Si condiziona la politica estera. Europa: Lituania e Bielorussia sull'inquinamento di un fiume, tipica tensione di politica estera dovuto all'importanza delle risorse idriche. La Bielorussia ha continuato a scaricare rifiuti industriali nel fiume. Martedì 27/10-Geografia: le sole risorse naturali non fanno il 100% del potere di un paese (altrimenti la Russia sarebbe indiscutibilmente il Paese più forte). Anche Paesi totalmente privi di risorse naturali possono avere un peso rilevante. Anche gli aspetti geografici naturalmente influenzano la PE. Pensiamo alla posizione di un Paese e gli studi di geopolitica. Laposizione. Il primo elemento che salta fuori quando si parla di geografia è la posizione. L'accesso al mare influenza da sempre le scelte di politica estera, come la conquista di sbocchi al mare che ha condizionato la politica di molti paesi. Questo comporta vie di scambio, ampliamento dei trasporti e innumerevoli scontri nei secoli per la conquista degli sbocchi al mare. Le montagne e le alture consentono di dominare le pianure circostanti. La pace e la guerra sono legate anche alle alture, come ad esempio il Caucaso e il Golan. Il controllo degli stretti è un altro elemento importante nella politica estera delle grandi potenze. Queste hanno sempre cercato di mantenere il controllo degli stretti o di mantenerli liberi dal controllo di qualcuno. Ad esempio, nei primi anni 2000, la politica estera dell'Iran e il suo rapporto con gli Stati Uniti sono stati influenzati dal controllo degli stretti. Inoltre, l'Artico è considerato un collegamento strategico fra l'Asia orientale e l'Europa occidentale, senza dover passare dal canale di Suez o circumnavigare l'Asia meridionale. Si prevede che ciò porterà a un cambiamento nella politica estera proprio a causa di questa posizione geografica.questione)!Regolarità: esistono delle regolarità nel rapporto tra geografia e politica estera Stati con piùconfini tendono a essere maggiormente coinvolti in guerre regionali. I confini sono uno deglielementi geografici artificiali che influenzano la PE, soprattutto quando si parla di rigidità opermeabilità dei confini (dazi doganali, o la necessità di consolidare i confini)Bastiat, Constant, teorici , [cercare]La percezione dei confini comporta conseguenze di PE.
Contiguità e continuità del territorio: pretesa tipica degli Stati moderni. Sono questioni checondizionano la politica estera e possono anche diventare casus belli. Fino alla fine del ‘700 lacontinuità territoriale non esisteva. Quasi ossessione per la continuità territoriale.
Si parla di enclave per le realtà che impediscono la continuità territoriale. La discontinuitàterritoriale è “nemico”, “pericolosa”
secondo la concezione politica moderna. Caratteristiche demografiche: anch’