vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Management strategico oggi: cosa
è una strategia?
-Determinazione delle finalità e
degli obiettivi di lungo periodo di
un’impresa e attuazione delle linee
di condotta e allocazione delle
risorse necessarie alla realizzazione
di tali obiettivi.
-Piano (d’attacco), metodo o serie
di azioni volte a conseguire uno
specifico obiettivo o effetto.
Le imprese hanno bisogno di una
strategia come supporto
decisionale, strumento di
coordinamento e obiettivo
prospettico.
Secondo Collins e Ruckstad le
strategie si identificano in quattro
tipi di esplicitazione: mission
(perché esistiamo), vision (ciò che
vogliamo essere), principi e valori
(in cosa crediamo e come ci
comporteremo) ed il piano
competitivo che descrive obiettivi,
ambito e vantaggio.
Nell’elaborazione di una strategia devo pormi le seguenti domande: dove sta investendo l’azienda? Quali
sono le tecnologie che l’azienda sta sviluppando? Quali nuovi prodotti sono stati lanciati sul mercato?
2. Obiettivi, valori e strategie
L’obiettivo di un’impresa è la creazione di valore mediante la produzione e la commercializzazione. Il valore
aggiunto è la differenza tra il valore della produzione (output) di un’impresa e il costo dei fattori
produzione. Il profitto è l’eccedenza dei ricavi sui costi, la quale può essere distribuita tra i proprietari
dell’impresa (miglior indicatore della creazione del valore).
Nei paesi anglosassoni l’approccio alla distribuzione del valore riguarda esclusivamente gli azionisti.
Nei paesi europei ed asiatici l’approccio è quello di una distribuzione fra tutti gli stakeholders, anche se
presenta due difficoltà: misurazione dei risultati e governance dell’azienda (interessi convergenti,
concorrenza, minaccia di take over).
L’azienda, nel delineare la mission, include anche un insieme di valori nella forma di impegni verso precetti
di natura etica e verso gli interessi degli stakeholders; un insieme di principi in grado di guidare le decisioni
e le azioni dei membri delle organizzazioni.
Responsabilità sociale d’impresa (CSR): efficacia della responsabilità sociale e ambientale, adattandosi e
reagendo ai cambiamenti dell’ambiente di riferimento. Gli obiettivi dell’impresa sono: sostenibilità,
reputazione, permesso di operare.
3. Analisi del settore In un’ottica di analisi di settore, per prevedere la redditività di
quest’ultimo, bisogna esaminare in quale misura i recenti e
attuali livelli di concorrenza e redditività sono una
conseguenza della struttura attuale, individuare le tendenze
che ne stanno modificando la struttura ed individuare come
questi cambiamenti strutturali influenzeranno le cinque forze
della concorrenza e la conseguente redditività del settore.
A questo punto, si potranno formulare strategie per mutare la
struttura del settore e puntare ad un posizionamento ottimale
dell’impresa all’interno di quest’ultimo, avendo ben in mente i
confini entro cui si vuole operare.
4. Dall’analisi di settore all’analisi dei concorrenti
Lo schema di Porter delle cinque forze competitive è stato oggetto di due tipi di critiche:
-Alcuni ne mettono in discussione i fondamenti teorici e sostengono che l’approccio struttura-
comportamento-risultati all’analisi settoriale non è rigoroso (specialmente se paragonato alla
robustezza logica e matematica della teoria dei giochi).
-Altri hanno sottolineato la sua debolezza empirica. La forza mancante nel modello di Porter
si identifica nei prodotti complementari.
La teoria economica distingue tra
differenti prodotti: i prodotti sostitutivi
e quelli complementari. Mentre la
presenza di prodotti sostitutivi riduce il
valore di un prodotto quella dei prodotti
complementari lo aumenta (senza
cartucce di inchiostro la mia stampante
è inutile). E’ necessario dunque
aggiungere una sesta forza al quadro
teorico di Porter. I prodotti
complementari hanno effetti opposti
rispetto ai beni sostitutivi, in termini di
valore.
Nelle tecnologie digitali, la sesta forza competitiva è molto delicata. Nei mercati in cui i “winner takes all”,
sia gli utilizzatori sia i fornitori di applicazioni tendono a riunirsi nella piattaforma leader, definendo così il
modo in cui viene ripartito il valore tra i produttori dei diversi prodotti complementari.
Ipercompetizione
La concorrenza mette in moto le forze dell’innovazione e dell’imprenditoria capaci di trasformare i settori.
Schumpeter considerava la concorrenza “un continuo forte vento di distruzione creatrice”, in cui le imprese
dominanti sono sfidate e spesso battute da innovazioni dei rivali.
Le attuali tendenze a causa dell’innovazione tecnologica e l’intensificazione della concorrenza
internazionale hanno rafforzato i processi di distruzione creatrice. Secondo Rich D’Aveni la caratteristica
prende il nome di ipercompetizione.
Teoria dei giochi
La teoria dei giochi è la scienza matematica che studia e analizza le decisioni individuali di un soggetto in
situazioni di conflitto o interazione strategica con altri soggetti rivali finalizzate al massimo guadagno di
ciascun soggetto, tali per cui le decisioni di uno possono influire sui risultati conseguibili dall'altro e
viceversa secondo un meccanismo di retroazione, ricercandone soluzioni competitive e/o cooperative
tramite modelli, che in particolare nel contesto economico si riferiscono al caso in cui due o più aziende
interagiscono in concorrenza tra loro.
Offre due utili contributi al management strategico:
- Consente di collocare le decisioni strategiche in una cornice di riferimento: identificazione dei
giocatori, descrizioni delle opzioni di ciascun giocatore, determinazione degli esisti risultanti da ogni
combinazione delle opzioni, definizione delle sequenze decisionali.
-Consente di prevedere l’esito delle situazioni competitive e di individuare le scelte strategiche
ottimali.