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Analisi del film "A history of violence"

1. Introduzione 2. La violenza in ognuno di noi 3. L'arrivo del male e della violenza 4. Tom o Joey? 5. Eroe, giustiziere o killer? 6. La violenza negli altri membri della famiglia 7. Conclusioni Esame di Sociologia dei processi culturali

Introduzione

Analisi del film "A history of violence"

Alessandro Pani

Tratto dall'omonimo fumetto, scritto da John Wagner e illustrato da Vince Locke, il film di Cronenberg si rivela una pellicola inter-genere, che mette insieme il noir, il gangster movie, il western, il thriller psicologico e il dramma famigliare, per andare a parlare di violenza e di mutazione. Lo fa usando il What if cioè "cosa succederebbe se..." e si chiede cosa accadrebbe alla famiglia americana se il padre, tranquillo ed onesto lavoratore, si rivelasse essere stato un killer spietato della mafia. Come muterebbero i loro rapporti e come verrebbe intaccato il modello ideale di

Bibliografia

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Sitografia

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come una maschera che nasconde la violenza, il regista mette in discussione l'ideale puritano della famiglia perfetta. La violenza, innescata dall'arrivo del male, emerge e scardina l'immagine idilliaca della famiglia degli Stall. La famiglia degli Stall è rappresentata come una famiglia puritana, che vive in una cittadina tranquilla dove tutti si conoscono e si salutano gentilmente. I due coniugi si amano, hanno un buon lavoro e i figli affrontano i problemi tipici della loro età. Questa normalità, seppur rappresentata in modo opaco e grigio, dà comunque l'idea di aver raggiunto il sogno americano. Nella prima scena in salotto, Cronenberg riprende i due coniugi fianco a fianco ad ammirare il dipinto "American Gothic" di Grant Wood, che simboleggia la vita e gli ideali dei pionieri americani. Tuttavia, quando la normalità si rivela una maschera che nasconde la violenza, il regista mette in discussione l'ideale puritano della famiglia perfetta. La violenza, innescata dall'arrivo del male, emerge e scardina l'immagine idilliaca della famiglia degli Stall.

Nel film rappresentata in maniera poco attraente e senza gioia. Naturalmente questa è una critica che può avere poca attinenza con un film come A History of violence, in cui la normalità borghese viene turbata dal passato ed è forse irrimediabilmente rotta dalla conoscenza nel presente, ma in cui tale stile di vita della classe media del midwest americano è comunque privilegiato come se fosse una sorta di gioioso Eden. Tuttavia, gli Stall, vengono lentamente contaminati dal seme della violenza che, a partire da Tom/Joey, si diffonde nella famiglia contagiandone i membri. L'unica ad esserne immune è la piccola Sarah che in qualche modo è il personaggio che sancisce l'inizio (all'inizio del film si è sveglia da un incubo dicendo al padre la frase profetica "i mostri") e la fine (quando il padre torna da Filadelfia dopo aver sterminato i gangsters è Sarah che aggiunge un piatto a tavola per Tom).

dell'escalation di violenza del film.1 B.Beaty, David Cronenberg's A History of violence, University of Toronto Press Incorporated, 2008, p.9 3Esame di Sociologia dei processi culturali Analisi del film "A history of violence" Alessandro Pani 3. L'arrivo del male e della violenza La scintilla che accende la miccia è rappresentata da due killer psicopatici, Leland e Billy, che nel piano sequenza iniziale del film, una scena afosa e soffocante che rimane quasi appiccicata addosso, si rendono colpevoli di un massacro in un motel. Leland e Billy ricordano vagamente i fratelli Gecko di Dal tramonto all'alba o i coniugi Knox di Natural Born Killers, dipinti però in tinte molto più cupe e crudamente realistiche. I due infatti incarnano il male, quello assoluto, che uccide senza discutere e non si mette scrupoli nemmeno di fronte ad una bambina terrorizzata, sopprimendola in totale tranquillità. Cronenberg li usa per mettere in moto il protagonista.li mandaad attentare alla tranquillità e sicurezza di Millbrook, a minacciare la tavola calda di Tom Stalls che, dopo aver cercato in tutti i modi di evitare il conflitto, è costretto ad ucciderli. Siamo di fronte all'archetipo puritano dello spazio chiuso da difendere dal male che arriva dall'esterno e che la comunità è autorizzata ad annientare. Per i puritani, infatti, è il male che attacca per primo e la comunità deve difendere la sua purezza per non essere contaminata. Tom è l'eletto, suo malgrado, incaricato della missione di eliminare i due killers che, secondo la cultura della frontiera, hanno scelto deliberatamente di produrre conflitto e questo va estirpato senza attenuanti, senza giustificazioni. La sequenza iniziale ha una serie di finalità nel film [...] la più importante è che stabilisce il male fondamentale rappresentato da Leland e Billy. Significativamente, l'uccisione arbitraria dellabambina crea per lo spettatore l'impressione che questi uomini siano interamente privi di rimorso o sentimenti umani di qualsiasi tipo. Essi sono stabiliti come i cattivi dei film, il tipo che ogni eroe dei film d'azione sarebbe del tutto giustificato ad uccidere. Tom uccide, ma uccide per legittima difesa, per tutelare una concittadina e la comunità stessa che difatti lo acclama all'uscita dall'ospedale. Tom è l'eroe, è il giustiziere che ha difeso la comunità da due psicopatici. Tom è "il simbolo dell'uomo della strada che cerca di non soggiacere al crimine dilagante in una nazione ossessionata dal giustizialismo e dall'ansia di sicurezza". Anche i media parlano di lui e ne amplificano le gesta, mettendo Tom Stall sotto i riflettori. Tom non vuole che il media televisivo entri nella loro vita, teme che possa compromettere la sicurezza della sua famiglia, ma esso irrompe e apre Millbrook a Philadelphia.

illuminandometaforicamente quello che nell'immaginario puritano dell'aldilà è il ponte che collega la Terra all'Inferno, attirando un'altra volta il male nella comunità.2 B. Beaty, David Cronenberg's A History of violence, University of Toronto Press Incorporated, 2008, p.403 http://www.mangaforever.net/34918/history-violence-john-wagner

Esame di Sociologia dei processi culturali

Analisi del film "A history of violence"

Alessandro Pani

4. Tom o Joey?

La violenza di Tom non è esplosa a caso, era solo latente, poiché se la portava dietro dal suo passato di gangster. Tom è anche Joey, una figura violenta e oscura che ha causato dei problemi alla mafia di Philadelphia, uno che a gestire certe situazioni era più che abituato. Joey viene dalla quella metropoli che nell'immaginario americano rappresenta un ricettacolo di malvagità e questa malvagità se la porta dentro, ne è contaminato.

La vita della metropoli ne aveva corrotto l'animo e, sempre secondo l'immaginario americano riferito alla metropoli, per salvarsi decide di scappare dalla strada e intraprendere un percorso di redenzione. Diversamente suo fratello Richie, che insieme a lui si era fatto strada nelle gang mafiose, continua a percorrere la via della malavita ma si sposta in una villa dei sobborghi. Anche Richie quindi è scappato dalla strada finché era in tempo, ma lo ha fatto consolidando il suo successo nella criminalità organizzata e prendendo le distanze dalla folla della metropoli (infatti, quando Tom va da lui nella terza parte del film, Richie vive fuori "glicittà" e il suo scagnozzo dice che piace fare la vita di lusso). Joey sceglie di abbandonare Joey e di diventare Tom, e per far questo va a cercare una frontiera che gli permetta di fare tabula rasa della sua vita precedente e della sua personalità violenta. Joey deve reinventarsi e la sua.frontiera è il deserto dell'Indiana che raggiunge facendo un viaggio carico di simboli. Il viaggio di Joey parte da Philadelphia, città chiave della Rivoluzione americana e nella quale viene firmata la Dichiarazione di Indipendenza; in secondo luogo il suo viaggio si svolge da Est verso Ovest come fecero i pionieri del sogno americano alla ricerca della frontiera, che poi ripercorre al contrario quando va ad uccidere il fratello. "Joey è morto, sono andato nel deserto e l'ho ucciso" dice Tom a Edie, e lo ha seppellito nelle dune del deserto dell'Indiana, dove è rimasto per tre anni "come in una sorta di percorso cristologico da anacoreta", come testimonia il crocifisso sempre presente al collo di Tom. Egli va alla ricerca del suo Eden, della sua Città splendente sulla collina e la trova nella cittadina di Millbrook nell'Indiana, dove ha la possibilità di ricominciare la sua vita da zero e mettere.

sufamiglia. È interessante notare la doppia valenza che ha lo spazio di Millbrook per Tom: da una parte è il paradiso, fonte di opportunità, un nuovo inizio e la possibilità di realizzare l'utopia di una vita secondo l'archetipo della frontiera; d'altra parte diviene lo spazio chiuso dell'archetipo puritano che viene invaso dal male e dal pericolo e che il puritano deve proteggere. Questa protezione dello spazio chiuso sarà la causa scatenante di tutta l'escalation di violenza che porta Tom a rivelare di essere Joey.

Eroe, giustiziere o killer? È possibile dividere questo film in tre momenti che culminano tutti in uccisioni: quella dei due killer Leland e Billy, quella del gangster Fogarty.

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher baegon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Ilardi Emiliano.