CULTURALI GLOBALI”.
1. Etnorami, mobilità di specie; 3. Tecnorami, mobilità di tecnologia;
2. Mediorami, mobilità di media; 4. Ideogrammi, mobilità
CULTURAL STUDIES 3
Con l’espressione “cultural studies”si indica l’approccio multidisciplinare, fortemente influenzato dalla
BIRMINGHAM SCHOOL e da autori come HALL, che sfida la tradizionale divisione tra bassa e alta cultura e
ponendo l’attenzione su fenomeni culturali quotidiani e popolari spesso tralasciati dagli approcci classici.
I cultural studies si basano su due approcci:
Approccio marxista, secondo Marx la cultura è una SOVRASTRUTTURA, una sorta di costruzione ideologica
per ingabbiare la conoscenza della classe operaia.
La società viene vista come una piramide la cui base è sorretta interamente dalla classe operaia, la cui
forza lavoro viene sfruttata dalla borghesia che possiede i mezzi di produzione. Secondo Marx il proletariato
sarà libero quando raggiungerà la conoscenza di classe, in modo da diventare UNA CLASSE SOCIALE PER
Weber si contrappone a questa visione, sostenendo che la borghesia sia la classe del
SÉ e non IN SÉ.
cambiamento. Marx riconduce la nascita del capitalismo a quando i proprietari terrieri hanno smesso di
dividere il proprio ricavato, tenendo per sé il surplus di guadagno. Weber attribuisce la nascita del
capitalismo all’ottica protestante.
Approccio strutturalista, corrente che si sviluppa grazie all’antropologo Levis Strauss, che si concentra
sull’idea che la cultura sia composta da segni da codificare. Secondo questo filone, la struttura è
fondamentale nella storia e nei processi culturali perché definisce le relazioni tra gli elementi di una società.
Le strutture possono essere sociali, linguistiche, economiche o culturali.
Da un lato, le strutture limitano l’azione umana stabilendo confini entro cui muoversi, ad esempio il
linguaggio che impone precise regole grazie alle quali comunicare.
Dall’altro, però, abilitano l’azione umana fornendo strumenti per l’interazione umana. Secondo
quest’ottica, la struttura non è un elemento rigido: le persone possono interpretare le strutture, adattandole
a sé e contribuendo all’evoluzione storica e culturale.
GEERTZ, con il suo concetto semiotico di cultura, secondo cui la cultura è definita come un modello di
significati trasmessi grazie ai simboli, rappresenta una SVOLTA INTERPRETATIVA.
Tal concetto si può intendere tramite 2 diverse modalità:
1)strutturalista classico, insiste sull’identificazione della cultura con un sistema simbolico da decifrare. I
principi di questa visione riguardano, principalmente:
1.le cose profonde possiedono struttura;
2.la cultura è un linguaggio;
3.ciò che è profondo e nascosto è oggettivo e necessario.
2)Pratico culturale, si interessa a come le persone agiscono nella cultura.
POST-STRUTTURALISMO: intende il significato come un’infinita e complessa interazione di significati, da
comprendere tenendo in considerazione anche il contesto.
Talcott Parsons, negli anni ‘50, negli Stati Uniti, la prospettiva empirica e pragmatica della scuola di Chicago
lascia spazio a quella più teorica e astratta dello struttural-funzionalismo di Parsons che, insieme a
Kluckhohn, restringe il significato di cultura, rispetto all'antropologia tradizionale.
I valori, per Parsons, sono elementi di un sistema simbolico che fungono da criteri per la selezione delle
azioni possibili, in determinate situazioni. Tali criteri sono individuati sotto-forma di coppie d’atteggiamento
che l’individuo usa in contatto con altri.
1)Particolarismo-universalismo, differenza tra azioni basate su rapporti personali ed azioni basate su regole
che valgono per tutti (mamma e giudice).
2)Diffusione-specificità, nel primo caso l’azione è orientata verso tutti gli aspetti personali di chi ho di fronte
mentre nel secondo caso l’azione si basa sul ruolo.
3)Qualità-prestazione.
4)Affettività-neutralità affettiva.
5)Interessi collettivi-privati.
Secondo Parsons, l’azione è l’unità elementare di cui si occupa la sociologia. L’azione richiede: attore, fine,
situazione di partenza e orientamento normativo dell’azione.
Parsons ci parla poi di due elementi fondamentali per la cultura: 4
1. il suo carattere normativo, la cultura ha una funzione regolativa, fornendo criteri d’azione e
basandosi su valori condivisi.
2. Distinzione tra cultura e sistema sociale, ecco che nasce il sistema AGIL.
ADAPTATION, funzione economica;
GOAL, funzione politica;
INTEGRATION, funzione sociale;
LATENCY, funzione culturale.
GERARCHIA CIBERNETICA, modello che ordina le parti di un sistema in base a due fattori, energia ed
informazione, che uniti generano la conoscenza.
Nel modello gerarchico, i livelli con più energia hanno meno informazione e sono soggetti a controllo
MENTRE
i livelli con più informazione hanno meno energia, ma esercitano più controllo sui livelli inferiori.
Applicando lo schema alla società,
1) il sistema culturale è posto al livello alto, il sistema sociale è subordinato ad esso mentre il livello
biologico è il più basso: ricco di energia ma povero d’informazioni.
Parsons, considera la cultura come un sistema relativamente stabile, che fornisce valori e norme condivise
influenzando il comportamento degli individui e il funzionamento della società. Teoria che presenta
differenti limiti, primo tra tutti quelli dell’eccessiva staticità.
Parsons parla, poi, della DINAMICA SOCIALIZZATIVA: ovvero il meccanismo che fa notare come i valori
vengono trasmessi con le relazioni, Parsons distingue:
-Società ascrittiva, ciò che sei è scritto nel tuo atto di nascita.
-Società acquisitiva, ciò che siamo è, in qualche modo, da noi stabilito.
DURKHEIM, studia i motivi per cui le persone stanno insieme e costruiscono una comunità, motivi che
l’autore fa risalire alla solidarietà. Nello specifico, Durkheim distingue:
solidarietà meccanica, entità fissa tipica delle società tradizionali.
Solidarietà organica, un’entità in continuo cambiamento che indica le forme di interazione orientate alla
cooperazione.
Durkheim, parla poi dell’anomia: ovvero della assenza di norme, una situazione assai pericolosa che
potrebbe portare alla disgregazione sociale. E, per rimediare a ciò, l’uomo si è inventato la religione
autorità superiore e morale. Dio, per Durkheim, è la coscienza collettiva, quello che noi chiameremmo
l’opinione pubblica.
La società viene definita dalla comunità: l’individuo nel suo è un essere anomico, soltanto in gruppo
possiamo parlare di rapporto simmetrico tra individuo e società.
In Durkheim manca, però, l’intenzione soggettiva=la costruzione del significato profondamente soggettivo.
Secondo D. la tradizione culturale avviene per contagio.
SIMMEL, vede la cultura come un’entità frammentata e divisa, sostenendo che ormai viviamo in più cerchie
sociali. Secondo Simmel, infatti, la società si forma attraverso l’intreccio delle relazioni individuali e dal
modo in cui gli individui si mescolano. I Tre sono gli oggetti al centro del suo studio: 1) denaro; 2) moda; 3)
metropoli.
La cultura individualistica incoraggia la personalizzazione dei valori ma affinché i singoli si possano
comprendere devono arrivare ad una mediazione oggettiva = dare un significato comune alle cose.
A tal proposito, distingue la cultura soggettiva: intesa come le proprie esperienze; dalla cultura oggettiva:
ossia l’insieme di forme mediate della cultura.
FOUCAULT: IL CONCETTO DI DISCORSO, modo specifico di parlare e scrivere, attraverso cui costruire una
rappresentazione del mondo. Esso non si limita a descrivere, ma agisce: nel momento in cui parliamo, non
solo trasmettiamo informazioni, ma influenziamo le aspettative e le azioni di chi ci ascolta.
Questo meccanismo porta all’istituzionalizzazione, un processo attraverso il quale determinati discorsi
acquisiscono un valore oggettivo e condiviso, diventando parte integrante della società. Una volta
istituzionalizzato, un discorso assume autorità e orienta il modo di pensare e di agire delle persone. Foucault
studia, in particolare, tre ambiti: 5
1.Follia, che viene istituzionalizzata attraverso le strutture che gestiscono i disturbi della personalità, come
ospedali psichiatrici.
2.Pena, che trova la sua istituzionalizzazione nel carcere, luogo disciplina la devianza attraverso un
apparato normativo e punitivo.
3.Sessualità, fortemente istituzionalizzata da diversi contesti: ecclesiastico e giuridico, che stabiliscono quali
pratiche siano legittime o meno.
Il discorso porta con sé un elemento di potere, strettamente legato al sapere. Chi possiede il sapere
detiene anche un certo controllo su chi ascolta, poiché è in grado di orientare la comprensione e
l’interpretazione della realtà. In questo modo, il linguaggio diventa uno strumento non solo di
comunicazione, ma anche di dominio e organizzazione sociale.
IDENTITÀ: 3 TEORIE
• Illuminista: il soggetto è razionale e quindi capace di agire secondo la massimizzazione del proprio
benessere; trova forte applicazione in ambito economico.
• Sociologica: vede l’identità come il risultato delle relazioni sociali e della trasmissione di valori e significati.
La sociologia del Novecento si afferma come studio delle relazioni sociali: si pone al centro dell’identità
l’aspetto relazionale.
• Post-moderna: estremizza l’idea della sociologia classica. Secondo la prospettiva post-moderna, l’identità
non è qualcosa di stabile e definito, ma un elemento frammentato e in continua evoluzione. Uno degli
elementi centrali di questa teoria è la ridotta capacità di stabilizzazione del sé: più aumentano le interazioni
sociali, più l’identità si diversifica e assume nuove sfaccettature. Altro aspetto fondamentale è che l’identità
non è mai completamente formata, ma è un processo continuo. Sebbene vi siano momenti più significativi
nella sua costruzione, come l’infanzia, essa rimane aperta a cambiamenti per tutta la vita. OGGI: il
concetto di dislocazione si riferisce al fatto che, nelle società contemporanee, l’identità dell’individuo non
è più costruita attorno a un unico centro, come avveniva in passato. In altre parole, l’identità non è più
determinata solo dalla classe sociale, dalla religione o dall’ideologia politica, ma si frammenta i
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