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Il TRES equivale al tasso interno di rendimento (TIR). Ha la capacità di approssimare il valore del capitale

investito e considerare il profilo temporale di maturazione dei flussi di cassa.

Offre un valore di redditività attesa significativa in quanto considera tutte le componenti di reddito: cedole

incassate nel periodo di vita residua del titolo, interessi maturati dal reinvestimento delle cedole, differenza

tra valore di rimborso del titolo e prezzo di acquisto.

I limiti sono rappresentati dall’ipotesi della conservazione del titolo fino a scadenza , il reinvestimento dei

frutti intermedi al tasso TRES e la differenza tra TRES expost e TRES exante.

4) Illustrare le caratteristiche del Capital Asset Pricing Model (CAPM), soffermandosi sul significato del

coefficiente β.

Il CAPM è un modello matematico che serve a stimare il rendimento atteso (costo opportunità) di un titolo

attraverso una relazione tra il rendimento di un titolo e la sua rischiosità misurata tramite un unico fattore

di rischio, detto beta. Tale modello ci permette di trovare il rendimento atteso di un titolo come la somma

tra il tasso risk-free è un prezzo di rischio che esprime il rischio non diversificabile: dato dal rischio di

mercato meno il risk free (rendimento atteso di un investimento prezzo di rischio) moltiplicato per il

coefficiente beta Re =Rf + BETA (Rm – Rf). Il coefficiente beta esprime il rischio sistematico di un titolo

azionario. Esso misura la variazione attesa del rendimento del titolo per ogni variazione di un punto

percentuale del rendimento di mercato. Tanto maggiore è il beta, tanto maggiore sarà il rendimento atteso

del titolo, perché possiede un maggior grado di rischio non diversificabile.

Se il Beta = 0 il titolo non ha nessuna correlazione col mercato.

Se il Beta < 0 il prezzo del titolo si muove in direzione opposta rispetto al mercato.

Se il Beta > 1 il titolo cresce in maniera più che proporzionale rispetto al mercato e le oscillazioni di prezzo

sono superiori a quelle del mercato.

Se il 0 < Beta > 1 le oscillazione del prezzo del titolo sono inferiori a quelle di mercato.

5) Illustrare come si articola la fase preliminare in azienda soffermandosi sull'analisi storica di bilancio

mediante la riclassificazione del CE e SP.

Le fasi in cui si articola l’analisi preliminare di un azienda, volta a determinare se l’azienda crea valore

quando realizza una perfomance dei suoi investimenti superiori al costo del capitale, sono:

Analisi strategica: valuta la potenzialità di realizzare profitti da parte di un’azienda dal punto di vista

qualitativo attraverso l’analisi di settore (valuta la profittabilità di ciascuno dei settori in cui l’azienda opera,

che dipende dal grado di concorrenza attuale e potenziale: realizzate tra due aziende, pericolo di nuovi

entranti e pericolo di prodotti sostitutivi e del relativo potere contrattuale sia dei fornitori sia dei clienti);

analisi della strategia competitiva comprende in che modo l’azienda compete nel settore (leadership di

costo e differenziazione); analisi strategica aziendale: valuta il modo con cui l’azienda crea e sfrutta le

sinergie tra i diversi settori in cui opera.

Analisi contabile: valuta il grado con cui le voci di bilancio catturano la realtà economica sottostante: analisi

della attività e passività; analisi contabile dei fattori chiave di successo e dei rischi; analisi delle red flags,

segnale di procle di earnings management. Questa analisi permette di valutare eventuali distorsioni del

bilancio eliminandole.

Analisi finanziaria: valuta la performance di un azienda e la sua sostenibilità nel tempo dal punto di vista di

tutti i fattori di capitale , indentifica inoltre gli indicatori che contribuiscono alla creazione di valore per

l’azienda e la fonte della stessa redditività anomale derivante dal flusso di cassa operativo netto (FCF).

L’analisi finanziaria può essere condotta sia tramite un’analisi comparativa tra aziende diverse nello stesso

momento (cross sectional): aziende concorrenti operanti nello stesso settore, sia tramite le analisi delle

serie storiche (line reves) mediante un’analisi delle performance nel tempo della stessa azienda.

Migliora la valutazione degli analisti della performance corrette e delle aspettative future.

Gli indici maggiormente utilizzati sono RNCA redditività , costo del capitale dell’azienda (approssimato al

costo medio ponderato del capitale WACC) e utile operativo anomalo.

Analisi prospettica: formula previsioni sui flussi futuri di interessi come dividendi, flussi di cassa operativi

netti, utile anomalo e utile operativo anomalo. La formulazione di previsioni prevede due approcci:

Temple forecasting: basta nulla solo informazioni di bilancio corrente e passate e full informativo

forecasting o approccio onnicomprensivo basate su informazioni complete , anche esterne al bilancio.

Gli analisti predispongono dei bilanci previsionali tra cui la formulazione di previsioni sulle vendite e sul

margine lordo e profitti di S.P. e C.E: per un certo numero di anni futuri.

Genera le variabili necessarie per la successiva fase di valutazione.

Valutazione: determina il valore intrinseco del capitale netto e delle attività operative dell’azienda.

I modelli di valutazione possono basarsi su misure contabili come il modello degli utili anomali e utili

operativi anomali o sui flussi di cassa: modello dei dividendi scontati, modello dei flussi di cassa sugli

azionisti scontati.

La riclassificazione del conto economico, mediante l’analisi storica dei dati di bilancio ha come scopo quello

di separare le informazioni riguardanti: la gestione caratteristica, la gestione finanziaria, la gestione

straordinaria e la fiscalità dell’impresa:

Volume d’affari (altri ricavi in economia)

Valore della produzione (beni terzi)

Valore aggiunto (costo del personale, oneri diversi di gestione)

EBITDA (MOL) (ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni)

EBIT (RO) (gestione finanziaria netta, gestione straordinaria netta)

Utile ante imposte (EBT) Imposte, utile netto consolidato, utile/perdita

Utile netto del gruppo.

La riclassificazione dello S.P. ha l’obiettivo di analizzare la struttura finanziaria dell’impresa attraverso la

definizione del capitale investito e capitale impiegato netto. Distingue le attività o passività da quelle

finanziarie.

Stato patrimoniale consolidato

Immobilizzazioni immateriali

Immobilizzazioni materiali

Partecipazioni

Altre immobilizzazioni finanziarie

Attivo immobilizzato (AI)

Attivo corrente

Passivo corrente

Capitale circolante netto (CCN)

Fondo TFR e altre passività a m/l termine

Fondo rischi contrattuali

Capitale investito netto (CIN)

Patrimonio netto consolidato (PN)

Interessi minoritari

Patrimonio netto di Gruppo (PNG)

Debito finanziario netto (PFN)

CCN incluse cessioni pro-solvendo

PFN incluse cessioni pro-solvendo

PFN esclusi crediti finanziari immobilizzati.

6) Illustrare le caratteristiche del dividend discount model ed i limiti dello stesso.

Il modello DDM è il metodo per la stima del valore intrinseco di un’azione come sommatoria del valore

attuale dei dividendi attesi (attualizzare al costo del capitale proprio).

I DDM nascono dalle difficoltà di prendere i flussi relativi ai dividendi attesi e il flusso relativo al capitale

finale su un orizzonte temporale indeterminato. Per risolvere tale difficoltà si può parlare del presupposto

che prendere a riferimento un orizzonte temporale indeterminato equivale ad immaginare un valore

attuale del flusso per capitale tendente a zero: P0 = Sommatoria di infinito per k=1 Div(t)/(r+re)^t.

Ipotizzando che i dividendi futuri percepiti al termine del periodo esplicito di previsione crescono ad un

tasso costante g; in prezzi di un tasso di attualizzazione r maggiore del tasso di crescita G si ha il “costant

growht dividend discount model”. Il prezzo delle azioni al tempo zero è funzione dei dividendi attesi nel

periodo successivo del loro tasso di attualizzazione e di crescita P0 = Div 1 / r – g (capitalizzazione di una

rendita perpetua a rata crescente). Il tasso di attualizzazione r deve intendere come un tasso a lunga

scadenza che rappresenta il grado di rischio dell’investimento azionario.

Può essere scontato in una componente risk-free pari al tasso dei titoli di stato a medio lungo termine (rf) e

di una componente (q) raffigurante il premio per il rischio correlato agli investimenti azionari.

P0 = Div 1 /rf + q – g.

Un’altra soluzione potrebbe essere quello di assumere che il dividendo corrisposto nell’ultimo anno del

periodo esplicito si manterrà per sempre. Il prezzo a scadenza sarà pari alla capitalizzazione di una rendita

perpetua a rata costante P0 = DIV/r.

Il limite del DDM è che il valore dell’azione è calcolato in base al valore futuro dei dividendi attesi durante il

periodo esplicito di previsione, ma tale valore non fornisce una buona indicazione sul valore dell’azione che

dipende piuttosto dalla redditività prevista per gli attuali e futuri investimenti. La distribuzione dei dividendi

non influenza il valore dell’azienda, quindi i dividendi in orizzonti finiti sono irrilevanti ai fini della

determinazione del valore dell’azione, quindi si ha la necessità di stimare il valore temporale che è proprio

l’oggetto della valutazione di tale modello. Questo limite rende il modello DDM non funzionate.

7) Illustrare le varie fasi nelle quali si articola il procedimento applicativo del metodo di valutazione

aziendale dei multipli di mercato: illustrare la differenza tra multipli equity side e multipli asset

side, individuandone i principali e specificandone il contenuto informativo.

Le fasi del procedimento applicativo del metodo dei multipli sono:

1. Individuazione delle società quotate nel medesimo settore dell’impresa obiettivo, suddivise per

aree geografiche ed estrapolate dei dati necessari alla costruzione degli indicatori relativi ai multipli

di borsa.

2. Prima formazione di un campione ristretto attraverso l’analisi del fatturato integrata con la

compensazione dei fattori critici di successo.

3. Selezione di aziende con margini reddituali e indici patrimoniali-finanziari comparabili al fine di

eliminare le aziende in difficili condizioni di equilibrio/finanziari.

4. Selezione delle aziende in base alla borsa di quotazione e al volume degli scambi, verifica dei

prezzi di borsa delle aziende.

5. Analisi di comparabilità dei risultati rilevante nelle precedenti fasi e selezione definitiva delle

società maggiormente comparabili.

6. Selezione ed elaborazione dei multipli ricercati per le società rilevanti, con eventuali rettifiche se

necessario.

7. Calcolo dei multipli medi delle società selezionate e scarto dei multipli non significativi.

8.

Dettagli
A.A. 2016-2017
10 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marcomorelli1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi degli investimenti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Salieri Lorenzo.