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S
0.059
E=E °+ log
2 [ ]
−2
S
-2
Per un solfuro poco solubile, il valore di [S ] è limitato dal prodotto di solubilità del solfuro stesso,
-2
minore è [S ] e > E e tanto meno ossidabile risulta il solfuro.
Stabilizzazione mediante precipitazione
La formazione di composti poco solubili può rendere stabili alcuni stati di ossidazione, alcuni stati
di ossidazione, che sono poco stabili in forma di ioni semplici, possono risultare stabili sottoforma
di composti insolubili, oppure in forma di complessi
Disproporzionamento indotto da precipitato
+2
Mercurio: a pH 3 Hg₂ disproporziona in HgO e Hg metallico
+ +2
Rame: in soluzione Cu scompare disproporzionando in Cu e Cu, fino a quando il rapporto
-6
delle concentrazioni ioniche non assume il valore di 10
Stagno: a pH > 12 lo Sn (IV) disproporziona dando luogo a Sn (0) e idrossistannato (IV)
Iodio: in ambiente basico disproporziona formando ioduro e iodato
Cloro: lo ione ipoclorito disproporziona lentamente dando origine ione cloruro e clorato, ma se
+
in soluzione si aggiungono ioni Ag , questi fanno precipitare AgCl e la dismutazione
dell’ipoclorito avviene immediatamente ₂
Manganese: il manganato (V) in soluzione acquosa disproporziona formando Mn (VI) e MnO ,
insolubile. Il Mn (VI) in difetto di alcali disproporziona formando il permanganato ed ancora
MnO₂ Ossidazione dell’argento mediante solfuro d’argento ₂
L’argento, anche se è un metallo nobile, se esposto all’aria, reagisce con le tracce di H S
₂
atmosferico, formando una patina di Ag S nero e scarsamente solubile. L’ossifazione potrebbe
₂
+
avvenire per azione dell’O atmosferico oppure per azione degli ioni H dell’ H S.
Per capire chi è il responsabile dell’annerimento dello strato superficiale di Ag dobbiamo misurare i
₂ ₂
potenziali dell’O , dell’Ag e dell’H ; vedremo allora che l’ E O₂ è quello maggiore e quindi è
₂
l’ossigeno atmosferico il responsabile dell’ossidazione dell’Ag a Ag S.
Composti di coordinazione o complessi
Generalità
I complessi sono composti costituito da un atomo o ione metalli a cui sono legati un certo numero
di molecole neutre o ioni: i leganti. Una molecola per esser un legante deve avere almeno una
coppia di elettroni disponibili, in modo da poterli donare all’atomo centrale, e per questo motivo è
₃ ₂
un acido di Lewis; i leganti più comuni sono: NH , CO, NO, H O. Oltre alle molecole neutre, anche
gli anioni hanno elettroni disponibili e possono per questo motivo agire da leganti; ma la tendenza
a donare elettroni non è uguale per tutto ( lo ione nitrato è un donatore debole, mentre lo ione
cianuro è un forte donatore. Lo stesso discorso vale per gli ioni positivi: i cationi con un’elevata
carica (+2, +3, +4), piccolo diametro ed orbitali esterni non completamente pieni, sono i migliori
accettori (ad esempio il Fe, Co, Ni ecc.), mentre i cationi alcalino ed alcalino terrosi sono deboli
accettori e formano pochi complessi.
La forza del campo elettrico dello ione, e quindi la sua capacità di accettare elettroni, è misurata
dalla densità di carica o potenziale ionico, ovvero il rapporto carica/raggio ionico; i cationi che
hanno poca predisposizione a formare complessi, hanno densità di carica < 1.5.
I legami tra il catione centrale ed i leganti si chiamano legami coordinativi, il numero di questi
legami è definito: numero di coordinazione del catione; di solito in n° di coordinazione > n°
ossidazione ed inoltre la carica di un complesso è uguale alla somma algebrica delle cariche del
catione e dei leganti.
Vi sono casi in cui i leganti si possono legare all’atomo metallico mediante 2 o più atomi donatori,
essendo polidentati; sono definiti chelanti, i leganti polidentati che per la loro struttura possono
legarsi all’atomo metallico in modo da formare uno o più anelli
Nomenclatura
Nelle formule si scrive prima il simbolo dell’atomo centrale e poi il simbolo dei leganti; nelle
citazioni verbali si citano prima i leganti e poi l’atomo centrale.
Nel caso che il complesso sia un anione, il nome dell’atomo centrale assume la desinenza –ato
Se il complesso è un catione o un composto neutro, il nome dell’atomo centrale resta immutato
Se i leganti sono anioni, il cui nome termina in –ato, -ito, -uro, il nome resta invariato ed in alcuni
casi il nome dell’anione viene abbreviato, ad esempio: fluoro- invece che fluoruro e iodo- invece di
ioduro. Il n° dei leganti viene indicato da un prefisso di-, tri- tetra- ecc. se i leganti sono neutri il
nome resta invariato, tranne nel caso dell’acqua (acquo-) e dell’ammoniaca (ammino-)
Legami nei composti di coordinazione
Nei complessi, tra l’atomo centrale e i leganti vi possono essere legami ionici o legami covalenti o
più spesso legami covalenti con un certo grado di ionicità. Per conoscere al meglio la natura dei
complessi, sono state elaborate le seguenti teorie: teoria del campo elettrostatico, teoria del
legame di valenza e teoria degli orbitali molecolari. Tutte e tre le scuole di pensiero sono solo
approssimative e non sempre hanno validità generale, ma ciascuna di esse riescono a dare una
spiegazione soddisfacente riguardo ad alcune delle proprietà dei complessi.
Teoria del legame di valenza
Formulata da Pauling intorno al 1940 e si basa sul fatto che il legame coordinativo sia
esclusivamente covalente e questa teoria è particolarmente adatta nello spiegare proprietà
magnetiche dei complessi.
Le sostanze aventi elettroni spaiati sono definite paramagnetiche (attratte dal magnete), le
sostanze aventi tutti gli elettroni appaiati, sono definiti diamagnetiche (non sono attratte da un
magnete); maggiore è il paramagnetismo, ossia l’attrazione della sostanza verso il magnete, e
maggiore è il numero di elettroni spaiati. La teoria del legame di valenza prevede 2 concetti
fondamentali: ciascun legante deve fornire una coppia di elettroni per formare un legame
covalente, inoltre gli orbitali atomici del metallo possano combinarsi tra loro dando luogo ad
orbitali ibridi, più stabili di quelli originari.
Teoria del campo cristallino
A differenza della teoria descritta in precedenza, questa teoria afferma che il legame tra metallo e
legante sia ionico.
Inoltre, stabilisce che le proprietà dei complessi dei metalli di transizione dipendano soprattutto
dalle modificazioni che i leganti provocano negli orbitali d del catione. Nei cationi isolati, gli orbitali
d hanno tutti uguale energia (sono degeneri) e che gli elettroni si dispongano in essi secondo il
principio di Hund, formando cosi configurazioni “ad alto spin”. Quando il catione è al centro di un
complesso, il campo elettrico circostante non ha simmetria sferica e gli orbitali d ne risultano
influenzati, infatti perdono la generazione e la struttura “a basso spin” diviene più stabile di quella
“ad alto spin”
Si consideri un complesso con il catione al centro di un ottaedro formato da 6 leganti ed orientato
X2-y2 z2
in modo che i lobi degli orbitali d e d (orbitali t ) siano diretti verso i leganti, mentre i lobi degli
2g
t2
atri tre (d , d d : orbitali d ) siano diretti tra legante e legante; si può facilmente notare che è più
xy xz yz:
difficile collocare elettroni negli orbitali e rispetto che in quelli t. L’effetto della perturbazione
causata dai leganti, trasforma i 5 orbitali d degeneri in due sottolivelli: un formato da 3 orbitali ed
l’altro da 2; la differenza di energia tra questi orbitali è rappresentata dal simbolo Δ. Se il campo
cristallino è debole allora il valore di Δ è basso ed in tal caso la configurazione elettronica dello
ione composto e di quello libero si equivalgono; se Δ è alto allora pima gli elettroni occuperanno gli
orbitali t, a minor energia, e poi gli orbitali e.
E’ da ricordare che la distribuzione elettronica negli orbitali è comandata da 2 fattori: il primo segue
il principio di Hund, ossia che per accoppiare 2 elettroni è richiesta un’energia sufficiente a vincere
la repulsione tra le due particelle; il secondo, sostiene che in presenza di un campo cristallino si
occupino prima gli orbitali t (a < energia )e successivamente quelli e, in questo modo si evita
l’azione repulsiva dei leganti. Se la stabilità guadagnata Δ è abbastanza grande da superare la
perdita di stabilità dovuta all’accoppiamento degli elettroni, si avrà un complesso “a basso spin”; se
la separazione dovuta al campo cristallino non è sufficiente, gli elettroni rimangono spaiati e si avrò
un complesso ad “alto spin” e per questo paramagnetico.
Il valore di Δ influisce su molte proprietà dei complessi: i leganti con una forte carica negativa,
oppure con piccole dimensioni in modo da potersi avvicinare al catione, danno i maggior valori di Δ
poiché questi leganti rendono gli orbitali d poco adatti ad accogliere elettroni.
Teoria degli orbitali molecolari
Questa teoria prevede la distribuzione degli elettroni nelle molecole: in un primo tempo si
determinano le posizioni dei nuclei atomici e successivamente si definiscono gli orbitali intorno ai
nuclei; questi orbitali possono estendersi su tutta la molecola, per questo sono definiti orbitali
molecolari.
Gli orbitali molecolari risultano dalla combinazione lineare (Addizione o sottrazione) degli orbitali
atomici: se due orbitali atomici si sommano, avremo la formazione di orbitali di legante, mentre
quelli che scaturiscono dalla differenza tra i due orbitali atomici, sono definiti orbitali anti-legante.
Gli orbitali di legame hanno un’energia inferiore a quella di ciascuna dei 2 orbitali atomici, e per
questo è più stabile, mentre un orbitale di anti-legame ha un’energia maggiore rispetto a quella
degli orbitali atomici. Il motivo dell’affermazione espressa in precedenza è stabilita dal fatto che
negli orbitali di legame, i due elettroni sono attratti da entrambi i nuclei, mentre negli orbitali di anti-
legame gli elettroni sono sotto l’influenza di un solo nucleo.
Ad esempio nella molecola di H, si formano 1 orbitale σ legante ed uno σ antilegante (o σ*);
avremo che i due elettroni (uno per ogni atomo di H) si distribuiranno entrambi nell’orbitale σ
poiché ha un E minore e per questo più stabile (per questo motivo in natura si trova l’H in forma
biatomica).
Gli orbitali del legante sono in generale ad un livello energetico inferiore al livello degli orbitali del
metallo, per questo motivo i legami conservano un certo caratte