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5- NON AVEA FEBO ANCORA

Madrigale da “Ottavo Libro dei Madrigali” - – Venezia, 1638

Madrigale Rinuccini.

E' un su testo del

Strumenti: 3 Voci (TTB) , a Cappella.

Non Avea Febo Ancora: 3 Voci (TTB)

Amor, Lamento della Ninfa: 4 Voci (STTB)

Si tra sdegnosi Pianti: 3 Voci (TTB)

Claudio Monteverdi (1567-1643)

6- TOCCATA, PROLOGO

Favola in Musica da “L'Orfeo” - – Mantova, 1607

Striggo.

Testo dello

L'Orfeo fu presentato al Palazzo Ducale nel 1607. E' la prima opera di corte non composta in

onore di una festa da celebrare.

E' suddiviso in 5 atti, preceduti da un prologo e osserva l'usanza del lieto fine.

I° Atto – Predomina Clima Pastorale. Si narrano i preparativi per le Nozze tra Orfeo ed Euridice

II° Atto – Predomina Clima Pastorale. Poco prima delle nozze, mentre sta raccogliendo dei fiori,

Euridice viene morsa da una Serpe e Muore.

III° Atto- Clima Tenebroso. Orfeo scende negli inferi e supplica Plutone di liberare Euridice.

Plutone acconsente a patto che durante la salita, Orfeo non si volti mai indietro

IV° Atto- Clima Tenebroso. Durante la salita, Orfeo sente un rumore, si volta per controllare

che Euridice lo segua ancora e così la perde per sempre.

V° Atto- Orfeo rimasto solo, decide di non cadere più nella trappola dell'amore e diventa

offensivo. Le donne, furiose, lo inseguono e lo squartano.

Per rispettare la regola del lieto fine, viene proposto un finale alternativo:

V° Atto- Orfeo, viene consolato da Apollo, innalzato al cielo (attraverso espediente del Deus ex

Machina) e glorificato come un semidio.

Per rendere comprensibile il fatto che i personaggi cantino anziché parlare, la vicenda viene

ambientata in un contesto pastorale, lontani dagli ambienti di corte, quasi un mondo fantastico.

Monteverdi fu tra i primi ad indicare, oltre ai personaggi dell'opera, anche gli strumenti da

utilizzare, i quali rispondono alle esigenze espressive dell'opera stessa. Per le scene pastorali,

vengono adoperati strumenti dai timbri chiari (Violini, Flautini, Clavicembalo, Arpa) mentre per le

scene infernali, quelli a timbro scuro (Tromboni, Viole da Gamba, Organo di Legno).

La composizione di apertura è una TOCCATA, dal carattere festivo ed altisonante che

Monteverdi fa eseguire tre volte a tutti gli strumenti, prima di aprire il sipario, per attirare

l'attenzione del pubblico.

Il PROLOGO è un testo in 5 strofe da 4 versi endecasillabi ciascuna in cui parla Musica, che viene

dal fiume sacro delle Muse, per raccontare le vicende di Orfeo. E' un'aria in composizione strofica

e alla fine di ogni strofa si ripete un ritornello uguale.

*Aria Strofica: in cui la Musica si ripete invariata tante volte quante sono le strofe. L'azione

drammatica si interrompe: è un momento in cui un personaggio può esprimere un pensiero o un

affetto in particolare.

Claudio Monteverdi (1567-1643)

7- PUR TI MIRO, PUR TI GODO

da “Incoronazione di Poppea” - – Venezia, 1643

Libretto: Busanello Fonti: Tacito e Seneca

Strumenti: 2 Voci (Castrato, Soprano) , 2 Violini, Basso Ostinato.

Andata in scena a Venezia al Teatro dei SS. Paolo e Giovanni e riproposta per tutto il carnevale.

Aria finale dell'opera che vede un duetto tra Nerone ( Castrato) e Poppea (Soprano) i protagonisti

gioiscono per l'imminente incoronazione di Poppea.

Tematiche,per il tempo, di carattere assai particolare in quanto trattano concetti quali l'erotismo,il

tradimento,l'istigazione al suicidio,sotterfugi e manipolazioni per ottenere il potere.

L'Opera è costituita da un Prologo seguito da 3 Atti.

Pur ti Miro, Pur ti Godo è l'Aria del duetto finale. E' un'Aria strofica con struttura ABBA.

Sul profilo musicale vediamo un tempo in 6/4 poi 3/4.

Organico strumentale,2 voci,2 violini e basso continuo (ostinato). Sulle parole "peno" e "moro"

sono presenti dei madrigalismi per sottolineare gli affetti connessi alla parola. Per quanto riguarda

la composizione di quest'opera appare chiaro che Monteverdi non sia stato il solo a parteciparvi, in

quanto il compositore si trovava negli ultimi anni della propria vita.Pare che vi presero parte

Cavalli (presenza del basso continuo tratto dalla sua opera Doriclea) Laurenzi, e Ferrari,il cui

apporto è evidentissimo nella presenza appunto in quest'aria,della musica tratta dalla sua opera del

1641 "Il pastor regio".

Francesco Cavalli

8- ARIA DI GIASONE

Aria da “Giasone” - – Venezia, 1649

Cicognini.

E' un'Aria su testo di

Strumenti: Voce e Basso Continuo*.

Il Giasone è un Dramma per Musica in tre atti che narra del Mito di Giasone. E' in lingua italiana.

Fu rappresentato per la prima volta al Tetro San Cassiano di Venezia il 5 gennaio 1649 con il

tenore Antonio Cesti. Divenne molto famosa grazie alla diffusione data dalle Compagnie Itineranti.

La sua musica procede dal recitativo declamatorio, spesso accompagnato solo dal basso continuo,

interrotto da brevi segmenti melodici, usati per far risultare il testo (Arie Cavalcate). Funzione

principale dell'orchestra era quella di introdurre dei ritornelli suonati tra le arie.

Quasi tutte le arie di Cavalli sono in ritmo ternario e stile sillabico: le poche fioriture sono

introdotte per sottolineare il virtuosismo dei cantanti.

Francesco Cavalli

9- DELL'ANTRO MAGICO

Aria da “Giasone” - INCANTESIMO DI MEDEA - – Venezia, 1649

E' un'aria su testo del Cicognini.

Strumenti: Voce e Basso Continuo.

Atto I, Scena XV

Accordi ribattuti, ampi arpeggi, Ritmo percussivo, impresso dall'utilizzo di versi quinari sdruccioli,

dove l'accento è posto sull'ultima sillaba. Stile di canto sillabico e “concitato”. Allievo e ammiratore

di Monteverdi (studiò con lui a Venezia)

Jean Baptiste Lully

10 - PLUS J'OBSERVE CES LIEUX

Da L'Armide , PARIGI,1689– Aria di Renaud –

ENFIN, IL EST EN MA PUISSANCE

Recitativo di Armide –

Con l’opera italiana la condivide solo la ricerca del soprannaturale, da ricavarsi con

tragédie lyrique

l’effetto del macchinario scenico, la sontuosità dei costumi e delle decorazioni; mentre vi aggiunge

un’altra risorsa sua peculiare, quella della danza. Sulla scia del tradizionale fastoso

ballet de cour,

genere celebrativo in onore della maestà regale, la ne eredita i cantati e

tragédie divertissements

danzati. Di regola, come inArmide,essi fungono da prologo ai cinque atti della e inoltre un

tragédie,

doveva figurare in ciascun atto. In i hanno un ruolo non

divertissement Armide divertissements

secondario e di notevole varietà, che spazia dal carattere decorativo del primo atto alla

drammaticità della scena infernale nel terzo alla maestosa, estesa passacaglia del quinto, pagina di

un respiro sinfonico per l’epoca inusitato. Il rilievo del tutto particolare conferito al recitativo

dall’ideale estetico di Lully deriva dunque dal bisogno di elevare l’arte musicale all’aulica dignità

letteraria della tragedia: di questo processo, autentico atto di nascita della tradizione operistica

francese,Armide divenne a buon diritto uno dei più osannati archetipi.

Lully ricorre spesso ai recitativi che comportano, nei frangenti più drammatici e

obligés

appassionati come le invocazioni e i lamenti, l’accompagnamento orchestrale. In li troviamo

Armide

per la maggior parte affidati alla protagonista, a sottolineare la tumultuosa varietà dei sentimenti

che senza sosta le si agitano in petto: dalla dolcezza amorosa alla furia vendicativa e a quegli slanci

patetici che, oltretutto, Quinault ebbe modo di accentuare sapientemente rispetto al suo modello

letterario (e l’intero terzo atto, per inciso, si deve al librettista). È il caso dell’evocazione del sogno

di Armide (I,1) o del celebre “Enfin, il est en ma puissance” (II,5), o ancora delle sue terribili

incertezze all’inzio del terzo atto e del conclusivo “Le perfid Renaud me fuit” (V,5) in cui, come

altrove, il conflitto che lacera l’animo della maga emerge in tutta la sua persuasiva veemenza

drammatica attraverso esclamazioni concitate e affannate, pause e stacchi di calibrata irregolarità

ritmica. E anche a Renaud sono riservate pagine nobili e rimaste famose, quali la sua ‘aria del

sonno’ (“Plus j’observe ces lieux”, II,3), momento di placida e idilliaca serenità posto a necessario

contrasto prima del furioso monologo recitativo di Armide. A sostegno di un canto di nobile

naturalezza, il tessuto dei violini in sordina stende un uniforme panneggio di crome: delicata e

arcadica pittura musicale dei mormorii delle acque che cullano, con voluttuosa e costante

ondulazione, il sonno del cavaliere.

12- Girolamo Frescobaldi

Toccata terza per Organo da sonarsi all'Elevazione,Roma 1627

Toccate e Partite d'Intavolatura, libro !

La terza e la quarta Toccata sono entrambe “da sonarsi alla elevazione”.

Questa particolare destinazione liturgica ben si addice al clima lirico e meditativo delle due

toccate.

La più costante è data dalla prevalenza, nella Toccata, d'un discorso musicale più fluido e

generalmente in movimento lento e in tono meditativo (v., per es., alcune Toccate di G.

Frescobaldi: quella per l'Elevazione, ecc.) e insistente sopra disegni a note d'ugual valore, spesso su

nota ribattute

il termine si collega al i tasti di strumenti come il clavicembalo, il clavicordo e

Toccata toccare

l'organoNell'avvertimento ai Lettori posto sia nel primo che nel secondo libro di toccate. Espone il

suo progetto: ricreare con uno strumento a tastiera quei molteplici affetti cantabili che i madrigali

moderni producevano : quindi, introdurre la rivoluzione della seconda pratica Monteverdiana alla

musica strumentale. Toccate e partite erano le composizioni che meglio si accostavano al nuovo

stile vocale monodico, permettendo di realizzare uno stile “parlante” libero dal punto di vista

armonico e metrico e abbondanti di fioriture melodiche caratteristiche della vocalità affettuosa

della seconda pratica.

Frescobaldi seguiva un fil rouge come canovaccio per la composizione delle sue opere: erano

quindi composizioni improvvisate, ma senza un modello.

Le toccate sono costituite da sezioni libere molto contrastanti.

13- Girolamo Frescobaldi

Canzone Seconda, Roma 1627

Toccate e partite d'Intavolatura, Libro 2

14- Girolamo Frescobaldi

Partite sopra Follia, Roma 1615

Il primo libro venne pubblicato nel 1615 con il titolo Toccate e Partite d’intavolatura di

Cimbalo libro primo.

Sia nella ristampa del 1615-1616 sia in quella del 1637 vennero aggiunti alcuni brani alla

raccolta,

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
12 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mir.romano85 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica del 600-700 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pasquini Elisabetta.